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Alessandra Iacullo, 30 anni, baby sitter. Massacrata con 22 coltellate dall’ex e lasciata sull’asfalto in una pozza di sangue

Ostia (Roma), 2 Maggio 2013

alessandra iacullo


Titoli & Articoli

Ostia, 30enne accoltellata e uccisa in strada. Era in una pozza di sangue vicino allo scooter (Corriere della Sera – 3 maggio 2013)
Alessandra Iacullo è morta prima di arrivare in ospedale. Si scava nella sua vita sentimentale. Sabato mattina autopsia
Aveva forse un appuntamento con qualcuno che conosceva Antonella Iacullo la ragazza di 30 anni morta giovedì notte all’ospedale Grassi di Ostia dopo essere stata ferita a coltellate in via della Riserva del Pantano, ad Acilia. La giovane e’ stata infatti trovata priva di sensi, in una pozza di sangue, a terra accanto al suo scooter sul quale era appoggiato il casco. Entrambi erano sporchi di sangue. L’allarme e’ stato dato da un passante che credeva di trovarsi davanti a un incidente stradale. La ragazza e’ morta più tardi, fatale una coltellata alla gola anche se ci sono altre ferite sulle braccia e al volto. L’omicidio è avvenuto nella vietta buia dove la donna abitava. Una scena che potrebbe far pensare a un delitto d’impeto, forse al culmine di una lite con qualcuno che la trentenne conosceva bene.
INUTILI I SOCCORSI – La donna è morta mentre veniva portata all’ospedale Grassi di Ostia. La polizia municipale, avvisata da alcuni passanti che avevano soccorso la ragazza, in un primo momento ha pensato ad a un incidente. Ma i pm, che hanno disposto l’autopsia, ipotizzano al momento il reato di omicidio volontario. La Procura di Roma ha disposto l’autopsia, che sarà eseguita sabato mattina. L’indagine è affidata al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e al pubblico ministero Paola Filippi.
SCIENTIFICA AL LAVORO – Sul luogo del ritrovamento, via Riserva del Pantano 78, la polizia scientifica è al lavoro per rintracciare tutti gli elementi utili all’indagine. Gli agenti, in particolare, stanno controllando l’area dove è stata trovata la 30enne alla ricerca del coltello con cui è stata ferita a morte alle braccia e al collo. Al vaglio degli investigatori anche la sua borsa e il suo cellulare, trovati accanto al cadavere.
LA VITA SENTIMENTALE – Al vaglio degli inquirenti la vita di Alessandra. Negli ultimi 8 anni, la donna era andata cinque volte al pronto soccorso dell’ospedale Grassi. Dal 2005 al 2013 cinque accessi, in almeno due casi per trauma cranico, spiegati con incidenti stradali o domestici. L’ultimo il 15 marzo scorso per una «riferita» caduta mentre era alla guida del suo scooter. In passato la donna avrebbe anche sofferto di depressione. Gli investigatori stanno indagando anche sulla vita sentimentale della trentenne. Non risulta che negli ultimi tempi avesse un fidanzato stabile, ma non è chiaro se avesse una relazione con qualcuno. Gli investigatori stanno ascoltando parenti e amici della vittima per indagare anche sui suoi ultimi contatti.
IL CELLULARE – Potrebbe essere nascosta nel telefonino la chiave per risolvere il giallo. In queste ore gli investigatori tenteranno di ricostruire i contatti della vittima per capire con chi avesse appuntamento in un luogo isolato e di campagna. A quanto si è appreso, finora nessuna delle persone interrogate aveva avuto notizie di lei dal tardo pomeriggio di giovedì. In particolare, chi indaga sta analizzando le ultime telefonate per capire se nella serata la giovane donna avrebbe dovuto incontrare qualcuno in via Riserva di Pantano.
BABY SITTER – La donna era originaria di Dragona, periferia sud ovest della Capitale, e viveva in via Riserva del Pantano, poco distante da dove è stato trovato il suo corpo in fin di vita. Alessandra faceva la baby sitter e, fino a qualche tempo fa, aveva gestito un piccolo negozio per animali a Dragona. La polizia ha interrogato familiari e amici della giovane – per ricostruire le sue ultime ore di vita e i suoi contatti recenti. La giovane è descritta da tutti gli amici e parenti come una «ragazza tranquilla».

La Polizia scientifica compie rilievi nel luogo dove e’ stata trovata Alessandra Iacullo, la 30enne accoltellata nella serata di ieri nella zona di Dragona (Roma). ANSA / STRINGER

«Era pericoloso, Alessandra lo sapeva e lo aveva lasciato» (Corriere della Sera – 10 maggio 2013)
L’arresto dell’assassino della ragazza, Mario Broccolo, pittore dilettante, era uscito di carcere tre anni fa per un altro omicidio. I parenti e gli amici: vogliamo giustizia
«Siamo sconvolti, ho appena comunicato alla mamma di Alessandra del fermo di quell’uomo. Speriamo almeno che sia fatta giustizia». La zia Rosanna ha fatto un po’ da seconda madre alla 30enne uccisa lo scorso 2 maggio, massacrata a coltellate in via Riserva del Pantano a Dragona, periferia di Ostia. Nella casa di via Felice da Montecchio, dove viveva la giovane, il silenzio è irreale: in un angolo della terrazzina al piano terra, ci sono le cucce dei cagnolini di Alessandra, Nat e Lilly.
Lo stupore per quel nome uscito dalle indagini è quasi palpabile. Ma Alessandra non aveva paura di un uomo così, già autore di un altro omicidio avvenuto proprio nel quartiere? Rosanna scuote la testa, si stringe nel giacchetto nero, confessa che come tanti nutriva forti dubbi sul presunto assassino, Mario Broccolo. Una giornata di dolore, l’ennesima per la famiglia Iacullo, che poche ore prima del fermo della Mobile di Roma, si era riunita nella chiesa del quartiere, Santa Maria dei Martiri, per dare l’estremo saluto ad Alessandra.
«Da quando anni fa era mancato il suo adorato papà, lei cercava amore e affetto da chiunque. Però l’estate scorsa, dopo una breve relazione con lui, non voleva rivederlo, ne aveva paura», sussurra un’amica, appena uscita dall’abitazione di Alessandra. Ricorda come poche ore prima dell’omicidio, la giovane fosse passata al circolo di pattinaggio del rione: voleva festeggiare lì i suoi imminenti 30 anni.
Eppure quell’uomo e il suo passato, erano noti a tutti a Dragona. Uscito dal carcere per un altro delitto da pochi anni, si era dedicato alla sua passione: la pittura. Viveva con la madre 80enne in via Luigi Sica: in linea d’aria con il luogo del delitto, dista non più di 200 metri. «No, non ci credo che è stato lui, non è possibile. È un uomo timido, dolce, quello in carcere ci muore», dice sconvolta Matilde, barista al Carlo Cafè, quando le si comunica il nome del 50enne, presunto killer di Alessandra. Al bar di via Casini, a due passi da dove la ragazza è stata trovata priva di vita, Broccolo era di casa. L’ultima volta che era passato a prendere un caffè, lo scorso 7 maggio, si era sfogato, dichiarandosi terribilmente dispiaciuto per la scomparsa della sua ex. «No, alla fiaccolata in memoria di Alessandra non sono andato, ho saputo troppo tardi che l’avevano organizzata», si è giustificato poi con i presenti.

 

Cellulare e internet sotto la lente – Delitto di Ostia, spunta la pista lesbo (Libero – 11 maggio 2013)
Gli investigatori stanno concentrando l’attenzione su una presunta relazione con una sessantenne. Ma l’omicida potrebbe essere anche un uomo geloso. Il rapporto con una donna e i contatti telefonici avuti da Alessandra Iacullo poco prima di morire. Sono questi gli elementi su cui si stanno concentrando gli investigatori in queste ore per riuscire a dare un volto all’assassino della trentenne uccisa a coltellate in via Riserva del Pantano a Dragona, vicino Ostia. Un assassino che la ragazza probabilmente conosceva. Gli investigatori, oltre a ricostruire la rete di rapporti della giovane, stanno esaminando i tabulati telefonici e gli sms inviati dai suoi due cellulari per ricostruire gli ultimi contatti. Per l’omicidio della giovane il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pubblico ministero Paola Filippi procedono per il reato di omicidio volontario contro ignoti. L’ipotesi è comunque quella di un litigio, forse tra le due, alla base dell’omicidio. Ma non è escluso anche che l’assassino possa essere un uomo, infastidito o ingelosito dal rapporto delle due donne. Resta fondamentale l’esame del traffico telefonico dei due telefonini della vittima, chi ha incontrato Alessandra, per ucciderla, con ogni probabilità l’aveva contattata al telefono. E’ stata anche interrogata, ma non risulta al momento coinvolta nelle indagini, la sessantenne conosciuta su facebook, con cui Alessandra Iacullo avrebbe avuto una relazione (ricostruita con alcuni affettuosi sms e messaggi su Fb). Con lei ed il marito aveva spesso fatto dei viaggi, a spese della coppia. Avrebbe un alibi di ferro anche un uomo, più grande di lei, con cui aveva avuto in passato una relazione. L’ipotesi che la colpevole possa essere una donna, si legge sul Messaggero, viene suffragata anche dall’esito dell’autopsia, eseguita dall’Istituto di medicina legale di Tor Vergata: sembra che i tagli trovati sul corpo di Alessandra siano opera di una mano femminile. La giovane è stata colpita al collo, alle labbra, alle guance, alle braccia. E sotto le unghie c’erano dei frammenti di pelle, che potrebbero aiutare a rintracciare l’autore, o l’autrice, delle coltellate, che hanno provocato la morte per dissanguamento.

Omicidio Iacullo, gip: Alessandra uccisa perché umiliò Broccolo davanti a tutti (il Messaggero – 13 maggio 2013)
Mario Broccolo cercò di precostituirsi un alibi. Secondo la procura, il pittore di Ostia finito in carcere per il delitto di Dragona, pochi minuti dopo aver ucciso Alessandra Iacullo con venti coltellate, sarebbe tornato al bar dove aveva incontrato la ragazza e ordinò una grappa, mentre il titolare stava già per abbassare la serranda. Ma non è ancora chiaro, però, se sia arrivato con vestiti puliti o con quelli indossati alle 21.10, poco dopo aver avuto nel locale un battibecco con lei.
PROVOCAZIONE Quella sera, era il 2 maggio scorso, Alessandra lo aveva provocato davanti ai molti avventori del locale quasi umiliandolo: «Sei bravo tu a stare con gli amici e a non calcolarmi mentre io ho un problema. Che uomo sei? Mi hanno licenziata e non mi vogliono dare la liquidazione». Uno sfogo che le sarebbe costato la vita. Il gip Simonetta D’Alessandro ha motivato l’ordinanza con cui sabato mattina ha convalidato l’arresto del pittore sostenendo proprio che Broccolo si sarebbe macchiato di un delitto d’impeto, non per motivi di gelosia, ma perché la vittima poco prima l’aveva mortificato e sminuito in presenza di altri.
Il difensore di Broccolo, l’avvocato Gianluca Anastasio, però, punta al riesame per chiedere l’annullamento dell’arresto. «Ci sono troppe cose non chiare – ha spiegato – Si sostiene che Broccolo abbia ucciso la ragazza per poi tornare subito al bar. E come avrebbe potuto in pochi minuti e a piedi? Si può poi fare un massacro del genere e tornare immacolati in un locale? Come si può commettere un delitto d’impeto e poi organizzare all’istante un alibi?» Per gli investigatori della Squadra Mobile di Renato Cortese, che hanno concentrato le loro attenzioni sul pittore perché aveva mentito sui telefonini usati quella sera, Mario Broccolo avrebbe usato un cellulare con una Sim intestata a un bengalese proprio per non farsi identificare. «E’ stata la vittima a chiamare più volte il numero di tal Mariuccio identificato dalla procura per Broccolo – ha precisato il legale – Ma di solito è l’assassino che cerca la vittima».

 

Funerali di Alessandra Iacullo


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