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Vito Macadino, 56 anni, broker e volontario della croce bianca, padre. Ucciso a colpi di pistola dall’ex marito della nuova compagna, insieme a lei, alla figlia di lei e al suo fidanzato

Brescia, 4 Marzo 2012


Titoli & Articoli

Il mazarese Vito Macaddino tra le vittime della strage a Brescia (Castelvetrano Selinunte – 5 marzo 2012)
La strage si è compiuta nel cuore della notte di sabato a Brescia nella prima periferia est della citta’. Il camionista di 34 anni, Mario Albanese, intorno alle 4 ha atteso in strada armato il ritorno a casa della sua ex moglie, che era in compagnia di un amico, e ha fatto fuoco uccidendoli. A terra sono rimasti Francesca Alleruzzo, classe 67 di Brescia e Vito Maccadino, classe 1956 di Mazzara del Vallo.
L’uomo, che aveva con se’ le chiavi dell’appartamento della ex, e’ salito e ha spianato l’arma contro la figlia della donna, Chiara Matalone, 20 anni, e il fidanzato coetaneo, originari di Reggio Calabria ed entrambi di passaggio a Brescia.
In casa, in un’altra stanza, erano presenti anche i figli della coppia, tre bambine di 5, 7 e 10 anni. La piu’ grande potrebbe aver assistito allo scempio. La tragedia è proseguita in strada, dove l’uomo è ridisceso, ha risparato alcuni colpi ai corpi riversi sul selciato, quindi ha minacciato di ammazzarsi.
IL MOVENTE- L’avrebbe confermato lui stesso nel corso dell’interrogatorio in Questura. “Quella donna mi tradiva”. L’uomo per sua stessa ammissione ha risparmiato dall’eccidio le persone a lui care, cioe’ le sue tre bimbe. Dalla Questura è stato portato al carcere di Canton Mombello, dove è in stato di fermo per omicidio plurimo aggravato anche dalla premeditazione. In base a indiscrezioni l’uomo avrebbe dunque compiuto la strage sotto effetto di sostanze stupefacenti, sembra cocaina.

«Francesca aveva paura di lui» (Brescia Oggi – 6 marzo 2012)
Sentito dai carabinieri di Lamarmora un amico bresciano. «Con me si sfogava. Mi raccontava la sua vita». «Una donna spaventata, che subiva pressioni psicologiche. Ma non lo ha mai denunciato»
Un amico fedele, capace di dispensare consigli, rincuorare una persona afflitta e soprattutto ascoltare gli sfoghi. Francesca Alleruzzo si confidava con questo amico conosciuto casualmente un tardo pomeriggio di alcuni mesi fa tramite Facebook. E sulla bacheca di Facebook dell’insegnante di San Polo gli amici sono solo sei. Chiara, Omar, Vito Macadino che è stato ucciso insieme a lei domenica alle 3.40, Amelia, Chiara e Mara. Un numero ristretto di amici dei quali potersi fidare. Non dava quindi amicizia a chiunque, come spesso accade sul social network. Questo amico web, fedele amico di Francesca, è stato a lungo sentito dai carabinieri della Stazione Lamarmora ancora nel tardo pomeriggio di domenica.
Ha raccontato di questa amicizia sincera con Francesca, aggiungendo – questo emerge dallo stretto riserbo degli inquirenti – di non averla mai incontrata. «Non ci siamo mai visti. Abbiamo solo a lungo chattato su Facebook» ha raccontato l’uomo, un bresciano sulla quarantina. A DISPOSIZIONE dei carabinieri che hanno consegnato il materiale alla Procura anche alcuni messaggi di Francesca all’amico nei quali racconta il suo dramma. La separazione dall’uomo che è stato padre delle sue tre bambine, la paura legata alla gelosia. Le minacce non sempre velate. Un rapporto epistolare che non è stato cancellato. Che è rimasto nella memoria del computer del quarantenne bresciano che domenica ha avuto contatto con i carabinieri e con il luogotenente Giampietro Tiberio che comanda la Stazione di Lamarmora. Proprio Tiberio, anche se San Polo non è di sua competenza a livello territoriale, domenica mattina era in via Raffaello ed ha effettuato un sopralluogo nell’appartamento dove sono stati uccisi i due fidanzati, la figlia di Francesca, Chiara Matalone, avuta dal primo matrimonio e Domenico Tortorici partiti dalla Calabria in cerca di lavoro per Brescia e che qui hanno trovato una fine assurda.
AGLI ATTI quanto raccontano oggi le amiche e le conoscenti dell’insegnante e di Vito Macadino che da cinque anni era volontario nella Croce Bianca di Brescia. Nella terza squadra della Croce Bianca anche l’avvocato bresciano Emilia Tosi. «Non entro nel merito della vicenda. Posso dire che Vito era una splendida persona. Lui era nella Terza squadra come volontario da cinque anni. Io da tre. In Croce bianca nascono vere amicizie, che nel tempo si consolidano. Vito più volte mi ha parlato di lui, della sua vita e della sua situazione. Francesca la definiva una donna speciale. Era innamorato». E proprio Vito, «gigante buono della Croce bianca» aveva consigliato a Francesca di rivolgersi all’amica avvocato per sporgere querela per le pressioni psicologiche. Un caso di stalking. Ai primi del mese Francesca si era fatta coraggio e con la figlia Chiara si era recata alla sede della Croce Bianca. «L’ho incontrata. Era spaventata. Ha firmato la separazione consensuale» ricorda il legale. Francesca voleva sentirsi libera. Voleva la sua vita. Ma non ha fatto in tempo a denunciare ai carabinieri o alla polizia le sue paure. i suoi tormenti. Forse sarebbe viva.

Vito, il broker con il volontariato nel sangue (Corriere della Sera – 12 marzo 2012)
Il 58enne di Mazara del Vallo era a Brescia da oltre 20 anni: separato con un figlio di 15 anni
IL NUOVO AMICO DI FRANCESCA
Vito Macadino, 56 anni, originario di Mazara del Vallo, si era trasferito a Brescia oltre 20 anni fa con la moglie e i genitori. Anche lui era separato da pochi anni, come Francesca. La donna che stava frequentando da qualche mese. Un’amicizia speciale, resa difficile dalla pesante presenza dell’ex marito. Era andato ad abitare con l’anziana mamma a Brescia Due, lasciando la casa alla ex moglie e al figlio 15enne. Vito, in tasca un diploma da perito tecnico, negli ultimi mesi lavorava come broker finanziario in una società di Brescia. E trovava anche il tempo per fare volontariato nella Croce Bianca, dove tutti lo ricordano come una persona per bene, affidabile e discreta. A piangere Vito, oltre il figlio, la madre e l’ex moglie, anche un fratello a Messina.


Mazara Forever (15 febbraio 2009)
Vito Macadino 1956-2012
Tragedia della follia stanotte (04 marzo 2012) a Brescia dove ben quattro persone sono state uccise. A commettere la strage è stato un camionista di 34 anni originario di Modugno, Mario Albanese, spinto dalla gelosia nei confronti dell’ex moglie, che è una delle vittime. La donna gli aveva dato tre figli, che hanno assistito alla strage. Le Vittime: si chiamava Francesca Alleruzzo, 45enne maestra in una scuola elementare di San Polo, un quartiere di Brescia, l’ex moglie di Mario Albanese freddata a colpi di pistola dal 34enne mentre si trovava in un’auto fuori dalla casa di via Raffaello. Insieme a lei un amico, Vito Macadino, 56 anni. A essere uccisi nella notte anche la figlia della donna, Chiara Matalone, e il suo fidanzato, Domenico Tortorici, entrambi 19enni, arrivati dalla Calabria e a Brescia solo di passaggio per trovare la madre di lei.
Pochi mesi fa Vito Macadino aveva detto a proposito della triste fine di…
E’ indescrivibile la pena che provo e nello stesso tempo la rabbia. Attilio era una persona buona come poche che mai avrebbe fatto male a nessuno, un acidduzzu, come affettuosamente lo appellavamo. Mi piace ricordarlo con una Gitan fra le labbra. Spero che adesso amico mio tu possa scorrazzare dovunque tu ti trovi con la tua Suzuki azzurra. Addio amico di tante notti passate a misurare le strade di Mazara.

Mai avrebbe l’avrebbe potuto sfiorare l’idea di poter subire la medesima violenta e triste sorte del nostro comune amico e che così presto lo avrebbe raggiunto. Sono rimasto esterrefatto da questo ulteriore folle gesto, che ci priva di cari amici. Quanta angoscia mi assale al pensiero di tanta disumanità! Caro Vito eri una persona fondamentalmente buona, con tutti i limiti che l’umana condizione c’impone, sempre disponibile all’altrui conforto, forse corroborato dalle avversità del tuo vissuto. Addio mio sfortunato amico, hai dovuto remare sempre contro un destino avverso, contro il succedersi d’eventi che sembravano preordinati, al disopra della terrena capacità di volere e potere. Spero tu possa, adesso, trovare la pace e la serenità che meriti!


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