Franca Ricchio, 54 anni, floricoltrice. Uccisa con un colpo di fucile alla testa dal cognato
Borghetto San Nicolò (Imperia), 26 Dicembre 2012
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Duplice omicidio a Bordighera, il killer avrebbe ‘promesso’ di uccidere la moglie a Natale: “Se senti gridare chiama i carabinieri” (Sanremo News – 26 dicembre 2012)
Pare che l’uomo avesse una relazione con un’altra donna. La moglie sarebbe stata a conoscenza dell’amante e per questo avrebbe deciso, su suggerimento anche della sorella Franca, di separarsi dal marito. A fronte delle minacce di quest’ultimo avrebbe desistito per qualche tempo. Fino a due mesi fa, quando, stando a quanto riportato da alcuni amici, l’uomo avrebbe preteso di portare l’amante in casa.
«O TORNI con me o moriamo tutti e due». Il tradimento, il perdono, ma subito dopo la rabbia e la separazione. Una serie di retroscena familiari che stanno all’ origine della decisione di Santino Putrino, 45 anni, di frazione a Borghetto, a Bordighera, di uccidere la moglie, Olga Ricchio, di 51 anni che non voleva più tornare con lui e la sorella di lei, Franca, di 54 anni, che lo ospitava.
A distanza di due giorni da quell’ efferato duplice delitto, che si è consumato intorno alle 11 di mercoledì nella villa in collina della famiglia Ricchio, che lavora nel campo della floricoltura, i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno ricostruito la tragica vicenda e quella frase rende l’ idea di come l’ uomo avesse pianificato la mattanza. Non poteva sopportare di essere abbandonato, anche se era stato lui a disfare il matrimonio trovando un’ amante e poia ricostruire, facendosi riprendere in casa, il rapporto con la moglie. Olga si era allontanata da casa, nel novembre scorso. Di Santino non ne voleva più sapere. Il marito l’ aveva tradita nel recente passato. Era anche andato via da casa una settimana, ma lei lo aveva ripreso. L’ estate scorsa avevano passato un periodo di villeggiatura assieme, in Sicilia. Poi, la crisi. Infine, la decisione di abbandonare il tetto coniugale. Ieri, Santino è partito da casa col fucile. A bordo della sua Fiat Panda di colore bianco, si dirige verso l’ abitazione della cognata, convinto a riprendersi la moglie. Olga oppone resistenza e Franca la difende. Lui imbraccia il fucile; loro escono di corsa da casa. La prima a morire è la cognata Franca, con una fucilata al collo; esplode un altro colpo a vuoto contro la moglie, che si rifugia in una serra; ma al secondo la stende al terreno. A quel punto non gli rimane che volgere l’ arma con sé stesso e sparare un colpo all’ altezza dello sterno. Non muore, però. Così chiama il nipote, che corre da lui e lo accompagna in ospedale.
I medici di Bordighera decidono di trasferirlo subito a Genova, al San Martino, dove viene portato in elicottero. Santino è ancora vivo, viene operato d’ urgenza ed ora si trova in Rianimazione, in coma farmacologico. Santino, che lavora come operaio, posatore di piastrelle, non ha precedenti alle spalle, tranne uno per abuso edilizio. In casa, tuttavia, detiene una quindicina di fucili da caccia, tutti regolari. Per uccidere la moglie e la cognata, ne sceglie uno automatico, calibro 12 con cinque colpi nel caricatore. Uno rimane in canna. Santino è stato arrestato l’ accusa di omicidio plurimo aggravato. Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Marco Zocco, che nelle prossime ore sentirà Delitto di Bordighera, l’ uomo non si rassegnava alla separazione anche il figlio della coppia, di 18 anni, per capire cosa abbia potuto far deflagrare la situazione. Appena il quadro clinico migliorerà, gli inquirenti interrogheranno l’ assassino, accusato di duplice omicidio.
Santino, da stalker ad assassino (La Stampa – 28 dicembre 2012)
Per due volte, e a distanza di nemmeno un mese, Olga Ricchio aveva deciso di chiedere l’intervento di polizia e carabinieri per tutelarsi dal marito. Ma per due volte, forse spinta anche dalla pressioni dei familiari, il figlio Angelo compreso, aveva rinunciato a querelare colui che sarebbe diventato il suo assassino. Aveva soltanto rivelato ai carabinieri di Vallecrosia, messo a verbale, che il marito Santino Putrino la infastidiva, che la cercava anche sul lavoro insieme allo stesso figlio, perché voleva convincerla a tornare con lui, nella loro casa di via San Sebastiano 4, a Borghetto San Nicolò.
Nessuna rivelazione su possibili percosse ricevute, nessuna parola su maltrattamenti continuati che avrebbero potuto condurre i carabinieri a sequestrare le armi del marito, quindici fucili da caccia tenuti in casa e una pistola calibro 7.65 poi rinvenuta nell’auto dell’uomo. Armi che alla fine, il pomeriggio di Santo Stefano, sono state poste sotto sequestro. Forse anche per non essere andata fino in fondo Olga Ricchio è stata uccisa.
Il primo colpo sparatole da distanza ravvicinata da Santino Putrino è andato a vuoto. Il secondo l’ha colpita tra il collo e le spalle. E per Olga non c’è stato più nulla da fare. Come per la sorella Franca, che ha aperto la porta al suo assassino. Santino Putrino per l’ennesima volta era andato nell’abitazione di Franca Ricchio in via Gallina per cercare di convincere la moglie a tornare a casa. Ma in cuor suo sapeva che era un tentativo vano.
Forse per questo (ma è ancora da appurare la premeditazione) l’uomo aveva con sé uno dei suoi fucili da caccia: a Franca ha sparato tra il collo e la testa, lasciandola in una pozza di sangue. Olga è scappata scalza, ha cercato riparo nella serra vicino a casa, ma non ha potuto far nulla contro l’omicida che, in coma farmacologico indotto, ora si trova ricoverato, in stato di arresto per duplice omicidio, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Martino di Genova, dopo un intervento di oltre 8 ore.
«Un’escalation rapida per uno stalker», precisano gli investigatori. Perché Santino Putrino – il cui figlio Angelo è stato interrogato per ore nella caserma di via I maggio a Bordighera, interrogatorio al quale ne stanno seguendo altri, protagonisti sia i parenti dell’assassino che quelli delle due vittime – in meno di un mese, stando alle rivelazioni della moglie, è passato dalle richieste pressanti “verbali” all’omicidio. L’uomo, che lavora in Francia, sulle prime sembrava aver accettato la separazione: poi, improvvisamente, forse complice il Natale, ha deciso di riportare a casa, a tutti i costi, la moglie. Il 4 dicembre Olga Ricchio chiede l’intervento della polizia di Ventimiglia, che rilancia la questione per competenza sui carabinieri di Vallecrosia, città più vicina. La donna avverte che il marito la sta infastidendo, ma quando i carabinieri arrivano sul posto l’uomo non c’è. Lei sostiene che sia il marito che il figlio volevano che tornasse a casa. Ma alla fine non sporge denuncia.
I carabinieri, nonostante sia irrituale e non obbligato il tentativo di conciliazione, convocano Putrino in caserma, avvertendolo che non tollereranno altri soprusi nei confronti della moglie. Il 23 dicembre però Olga Ricchio chiama nuovamente le forze dell’ordine: «E’ qui intorno a casa con mio figlio. Ho paura». I carabinieri arrivano rapidamente in via Gallina, sulle alture di Borghetto San Nicolò, ma ancora una volta dell’uomo e del figlio non c’è traccia. I carabinieri chiedono a Olga Ricchio, come appare dai verbali, se stavolta vuol sporgere denuncia: ma lei, anche su pressione dello stesso figlio, preferisce evitare. Eppure le sue sorelle Franca e Fulvia la invitano a rifletterci, a firmare quell’atto che potrebbe, intanto, consentire ai carabinieri di sequestrare i fucili da caccia a Santino Putrino. Perché lo stalking è punibile solo con querela di parte: e nel caso di Olga Ricchio, che secondo gli accertamenti e le testimonianze non sarebbe stato ripetuto nel tempo, non ci sono elementi che possano condurre i carabinieri ad agire diversamente da come hanno fatto. Anche se a Putrino ribadiscono di lasciare stare la moglie. Lo farà solo il 26 dicembre, dopo averla uccisa insieme alla cognata. Lui si spara un colpo che lo centra nel fianco sinistro. Ha la forza di avvisare la nipote: «Ho fatto una cazzata, ora sto morendo».
Uccide moglie e cognata a Borghetto: in 500 ai funerali delle sorelle Olga e Franca Ricchio (Riviera24 News – 2 gennaio 2013)
Sono circa 500 le persone che, alle 15.30, nella chiesa di San Rocco, a Vallecrosia, si sono strette attorno ai feretri delle due sorelle: Olga e Franca Ricchio, di 51 e 54 anni, uccise a fucilate, la mattina del 26 dicembre scorso, in frazione Borghetto San Nicolò, a Bordighera (al confine con Vallecrosia) da Santino Putrino, 45 anni (marito di Olga), tuttora ricoverato in coma farmacologico, all’ospedale San Martino, di Genova, per le ferite riportate, dopo aver tentato il suicidio, rivolgendo l’arma, un fucile da caccia automatico calibro 12, contro di sé. L’uomo, che si è sparato sotto lo sterno, ha riportato la perforazione dello stomaco e dell’intestino e c’è il rischio che qualche pallino posso anche avergli lesionato la spina dorsale.
Durante l’omelia, il parroco don Pierino Lanza, di Cipressa (che ha voluto celebrare la messa, conoscendo personalmente le due sorelle), affiancato dal parroco di Vallecrosia, Umberto Collecchia e dal padre Carmelitano, Michelangelo, proveniente da L’Aquila (parente delle due sorelle), ha sottolineato come i fiori che addobbavano l’altare provenissero dalle loro serre, a testimonianza di una vita, quella di Olga e Franca, dedicata alla floricoltura. Il duplice delitto, infatti, si è consumato nella tenuta della famiglia Ricchio, dove Santino, che oggi deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dallo stalking, si era recato (armato di fucile) per riprendere a casa la moglie. Fu proprio la rifiuto di Olga, di seguirlo e al tentativo della sorella di difenderla, che Putrino imbracciò il fucile sparando prima alla cognata, uccisa con un colpo alla nuca e, poi, alla consorte; freddata con un colpo tra il collo e l’attaccatura delle spalle. Le spoglie di Olga e Franca Ricchio saranno cremate a Nizza nella giornata di sabato 5 gennaio; le ceneri saranno quindi tumulate nel cimitero di Vallecrosia lo stesso giorno di sabato alle 16.