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Cristian, 24 anni, studente e lavoratore. Sgozzato dal padre, che poi uccide anche la madre (strage di Refrontolo)

Refrontolo (Treviso), 2 Dicembre 2014


Titoli & Articoli

Prepara la tavola per la colazione, poi sgozza moglie e figlio nel sonno (il Mattino – 3 dicembre 2014)
Si alza dal letto, prepara la tavola per la colazione. Poi il raptusSgozza il figlio a letto, uccide la moglie a martellate in bagno e la fa finita impiccandosi. Una strage per ora senza movente né spiegazioni. Il teatro la villetta di famiglia a Refrontolo. Il raptus domenica mattina ma i corpi sono stati trovati solo martedì pomeriggio.
Indole riservata, carattere burbero, severo: Sisto De Martin, 62enne di Refrontolo, sembrava a tutti una persona normale. La sua severità non ha mai fatto intuire a nessuno che, sotto, potesse nascondersi una furia capace di sterminare la sua famiglia e di togliersi la vita mettendo fine a tutto. La follia omicida spesso si nasconde dietro le sembianze della normalità. E la famiglia De Martin era il ritratto della famiglia felice dove ogni cosa è sempre al proprio posto.
Sisto amava i vigneti e i grandi classici della letteratura. Aveva anche regalato dei volumi alla piccola biblioteca aperta dall’associazione Arcobaleno. Diplomato ragioniere era emigrato in Germania dove ha lavorato come gelataio. E qui ha conosciuto Teresa Raposon, origini filippine, poi diventata sua moglie. Tornato a Refrontolo per mettere su casa, ha anche lavorato per un certo periodo come camionista. In paese girava sempre con un vecchio Apecar ma nel garage della sua villetta ristrutturata da poco, custodiva una Jaguar scintillante.
A fare da contraltare al carattere chiuso del marito era Teresa Raposon, 56 anni. Casalinga e madre a tempo pieno.Una persona tranquilla, gentile, che girava per Refrontolo in sella al suo motorino con cui andava a fare la spesa e a trovare le amiche. Cristian, 24 anni, era l’unico figlio della coppia. Studiava Scienze e Tecnologie viticole ed enologiche. Il suo sogno era diventare enologo e continuare a lavorare tra le viti.

Non era la famiglia perfetta Sisto alzava spesso le mani (la Tribuna di Treviso – 5 dicembre 2014)
Le testimonianze raccolte dai carabinieri raccontano un quadro diverso dai primi ritrattiSi indaga anche sulle ultime frequentazioni dell’uomo
REFRONTOLO. Le tensioni in famiglia c’erano. E, qualche volta, sfociavano in percosse. Le testimonianze raccolte dai carabinieri del reparto operativo e della compagnia di Vittorio Veneto, in questi giorni, stanno delineando un quadro diverso da quello inizialmente prospettato di una famiglia tranquilla, praticamente perfetta. I militari dell’Arma hanno sentito diversi testimoni, pescati nella cerchia dei parenti, conoscenti e compaesani della famiglia di Sisto De Martin. E qualcuno ha confermato che all’interno della famiglia non mancavano i momenti di tensione.
Durante le liti più accese, Sisto alzava le mani sulla moglie filippina Teresa Raposon. L’affiatamento della coppia s’era affievolito al punto che Sisto non accompagnava nemmeno la moglie all’ospedale per le cure 
dopo un delicato trapianto di reni. La lasciava andare da sola in scooter a curarsi. Certo, non si trattavano di maltrattamenti pesanti. Ma l’armonia familiare nella coppia non mancava di essere spezzata da accesi litigi tra marito e moglie. L’autopsia, disposta dalla procura della Repubblica sui cadaveri trovati all’interno della villetta di via Vittoria a Refrontolo, non servirà agli investigatori soltanto per confermare la dinamica della strage familiare, chiara fin dal primo momento, ma potrebbe anche aiutare a scavare di più sulle cause della strage.
Jocelin Raposon, la sorella di Teresa, parla di un marito geloso. Ma Sisto De Martin non era un tipo che dimostrava i suoi sentimenti. Era una persona chiusa ed introversa, che nel corso del tempo, ha tenuto dentro di sè emozioni e preoccupazioni. Un uomo che potrebbe aver maturato uno stato di depressione latente emerso all’improvviso con l’assassinio di moglie e figlio ed il suo suicidio. Le letture stesse sulle quali si concentrava nei periodi di riposo non erano semplici romanzi ma biografie, come quella di Nietzsche il filosofo che non credeva in nulla, e che affermava: «Dio è morto».
I militari dell’Arma continuano a raccogliere testimonianze sulla famiglia De Martin. La loro attenzione è naturalmente concentrata sulla personalità e sulle frequentazioni del pensionato con un passato di gelatiere e camionista. Ma, oltre alle voci raccolte in paese, la difficoltà degli investigatori è anche quella di trovare persone disposte a raccontare la loro testimonianza e a firmare alla fine i verbali.


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