Andrea, quasi 4 anni. Ucciso dal padre con un colpo di pistola alla testa
Taranto, 7 Giugno 2016
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Strage di Taranto, Federica disse all’amica: “Mio marito è violento e fa il pazzo, voglio lasciarlo” (la Repubblica – 10 giugno 2016)
Alfarano ha ucciso prima la moglie, di vent’anni più giovane di lui, e poi il loro bambino prima di togliersi la vita. Un anno fa aveva patteggiato un anno e otto mesi per violenza sessuale su una 19enne
In un messaggio inviato a una cara amica a fine aprile, Federica De Luca scrisse di essere ormai intenzionata a separarsi dal marito, Luigi Alfarano, il cinquantenne promotore dell’Ant che ha soffocato la moglie dopo averla picchiata, poi ha ucciso con un colpo di pistola alla testa il figlio Andrea, quattro anni non ancora compiuti, e si è poi tolto la vita. Quel giorno di aprile tra i due c’era stato un litigio così forte che Federica aveva deciso di lasciare casa e andare a mangiare da un’amica. Poi si era sfogata al telefono: “Ho cercato di tirare ancora per Andrea, ma non è cosa. [Luigi] fa il pazzo davanti al bambino. Gridava così tanto stamattina che Andrea gli ha detto che gli stava facendo male all’orecchio”.
Secondo alcuni amici, la coppia era in crisi da almeno un anno. Alfarano era spesso fuori città per lavoro. Federica si era concentrata sul benessere di suo figlio e sulla pallavolo, la sua grande passione, sport di cui era arbitro federale e formatore di giovani direttori di gara. Di tanto in tanto usciva con le amiche. I due avevano iniziato progressivamente ad allontanarsi fino a fare vite separate.
Federica sospettava di essere stata tradita, anche se lui negava, mentre il marito probabilmente per il timore di perdere moglie e figlio stava lentamente cadendo in un abisso di follia, esploso nel peggiore dei modi in un corto circuito mentale impossibile da comprendere. Probabilmente sui dissidi tra marito e moglie ha avuto anche un peso la vicenda giudiziaria del maggio 2015 che coinvolgeva Alfarano per violenza sessuale e violenza privata. L’uomo ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione per aver molestato una collaboratrice assunta a tempo determinato dall’Ant di Taranto. Secondo quanto denunciato dalla 19enne, a maggio 2014 lui l’aveva convocata nella villa di Chiatona, la stessa in cui ha ucciso il figlio Andrea e poi si è tolto la vita. Lì anziché parlare di lavoro Alfarano aveva tentato un approccio con la giovane collaboratrice. Questa lo aveva respinto e poi denunciato tutto alle forze dell’ordine.
“Sembra così calmo e tranquillo”, le scriveva il giorno del litigio di fine aprile l’amica sul telefono, stupita degli atteggiamenti violenti che emergono dalle confidenze di Federica, che forse per la prima volta parla dei suoi problemi di coppia. “Sembra”, risponde lei. “Lasciarlo no?”, le chiedva l’amica. E Federica rispondeva: “Sì'”. Entrambi erano molto riservati. Molti amici e parenti hanno scoperto che si stavano separando solo dopo la tragedia. A maggio i rapporti sono ulteriormente peggiorati. A un’altra amica Federica raccontava che il marito era irascibile, urlava sempre e stava diventando violento. In un’occasione aveva perfino scosso il figlio con le braccia, facendolo spaventare.
Secondo gli investigatori la dinamica della strage è ormai chiara: martedì t giugno alle 17 i due coniugi avevano appuntamento da un avvocato per definire i termini della separazione, ma nessuno dei due si è presentato. Forse a quell’ora Federica era già stata uccisa nella casa di via Galera Montefusco. Andrea era in casa e potrebbe aver assistito all’aggressione. La donna è stata picchiata e poi soffocata con un cuscino. Alfarano ha poi portato via di casa il piccolo Andrea su una Peugeot bianca. Ha percorso la statale 106 ionica fino alla villa di Chiatona. Nel garage ha puntato la pistola alla tempia del bimbo e ha fatto fuoco. Poi ha rivolto l’arma contro di sé. (di Vittorio Ricapito)
Taranto, l’ultimo saluto a Federica e al piccolo Andrea (Telerama News – 11 giugno 2016)
Al passaggio dei feretri il silenzio commosso della folla per l’ultimo saluto a Federica De Luca, di 30 anni, e suo figlio Andrea, di 4, uccisi martedì sera da Luigi Alfarano, di 50 anni, dipendente dell’Ant (Associazione nazionale tumori), marito e papà delle due vittime, che poi si è tolto la vita. La coppia era in fase di separazione. Ieri i funerali dell’uomo, oggi il rito funebre per Federica e Andrea nella Concattedrale gran Madre di Dio, a Taranto. In migliaia hanno partecipato alla messa concelebrata da don Ciro Alabrese, don Luca Lorusso, don Emanuele Ferro e don Gino Romanazzi.
Le due bare erano ricoperte di fiori: rose rosse per la donna, margherite bianche per il bimbo. In prima fila i genitori di Federica e nonni di Andrea, Pino e Giuseppina. Poi gli altri parenti, amici e conoscenti. E i colleghi della Fipav di Federica, che era arbitro di volley. “Spesso cerchiamo il colpevole senza cercare il problema. Il problema è la violenza.Dobbiamo fare qualcosa” ha detto don Ciro Alabrese.