Loading

Xhafer Uruci, 62 anni, disoccupato, padre e nonno. Dopo anni di violenze, uccide a coltellate la moglie mentre è al telefono con il figlio. Suicida in carcere

Terni, 30 Marzo 2023

Il legale difensore d’ufficio apprende dai resoconti giornalistici che l’uomo aveva problemi di salute e assumeva farmaci, che ne alteravano lo stato psicofisico. Anche per questo non lavorava.


Titoli & Articoli

“Condizione mentale di Uruci precaria, mi chiedo se ci sia stata la doverosa attenzione” (Tuscia Web – 2 aprile 2023)
“La condizione mentale di Xhafer Uruci era assolutamente precaria, mi chiedo se ci sia stata la doverosa attenzione”. A parlare è l’avvocato Giorgio Cerquetti, legale del 62enne di origini albanese che, secondo l’accusa, ha ucciso a coltellate la moglie e una volta in carcere si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo. Il femminicidio-suicidio è avvenuto a Borgo Rivo, nel Ternano, giovedì pomeriggio. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, al culmine di una lite, Xhafer avrebbe colpito a morte la moglie, la 56enne Zenepe Uruci, con almeno cinque coltellate.Alla giugulare, al ventre e all’altezza delle spalle e del collo.
A trovare il corpo della donna nel corridoio in un lago di sangue, la figlia minore della coppia, allertata dal fratello, che si trovava a Bolsena per lavoro quando ha ricevuto la telefonata del padre che lo avrebbe avvisato di avere fatto o stare per fare “un casino”.
Ex operaio edile di origini albanesi, Uruci era stato fermato giovedì poco dopo l’accaduto con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Portato prima in questura, era stato poi trasferito nel carcere di Terni. Lì dove si è tolto la vita, all’interno della sua cella. Ad accorgersi di quanto accaduto un agente della polizia penitenziaria di Terni che intorno alle ore 6 avrebbe sentito un rumore e sarebbe subito andato a controllare. Nonostante l’allarme immediato e i soccorsi, per il 62enne non c’era già più nulla da fare.
“Sabato mattina mi sono portato presso il carcere di Terni intorno alle ore 9,30, per avere un colloquio con il mio assistito in vista dell’udienza di convalida che doveva essere ancora fissata – ricostruisce l’avvocato Giorgio Cerquetti del foro di Terni, difensore d’ufficio del 62enne -. Lì ho incontrato il pubblico ministero che mi ha informato dell’accaduto. Nessuno mi aveva avvertito prima, sul posto c’era già personale della Usl, la polizia penitenziaria e di stato”.  “Mi chiedo: come mai questa persona non era tenuta sotto stretta sorveglianza h24, a meno di due giorni dal grave fatto di sangue? – prosegue il legale -. La sua condizione mentale era assolutamente precaria, come era parso evidente a me, ma anche all’autorità giudiziaria, quando giovedì sera era stato sentito in questura”.
“Ho avuto subito la percezione di una persona disturbata, sconvolta
, mi è bastato parlarci qualche minuto – sottolinea l’avvocato Cerquetti -. Impressione confermata anche nel successivo interrogatorio da parte del pm. Dai resoconti giornalistici ho appreso dei suoi problemi di salute, del fatto che assumesse farmaci, e queste condizioni problematiche, fisiche ma pure mentali, mi sono sembrate palesi. Anche per questo non lavorava più da anni. Mi chiedo – conclude -, se ci sia stata la doverosa attenzione, in carcere, verso una persona così provata e a poche ore dall’omicidio”. Il corpo del 62enne è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale di Perugia ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Presunzione di innocenza Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.

 


Link