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Vittorio Vincenzi, 56 anni, farmacista, padre separato. Già denunciato per stalking, strangola e affoga la ex in una pentola d’acqua bollente, durante la festa di compleanno della figlia. Suicida in carcere

Seveso (Monza Brianza), 23 Novembre 2016

vittorio vincenzi


Titoli & Articoli

Chiama i carabinieri, ci ripensa e dopo due ore il compagno la uccide (Corriere della Sera – 25 novembre 2016)
La donna, peruviana di 29 anni, lo aveva denunciato. Lui, 56 anni, è titolare di una farmacia, facoltoso e molto conosciuto in paese. Non viveva più in quella casa, ma era venuto per il compleanno della bambina
Da tempo la compagna, stanca ed esasperata, l’aveva scongiurato di andarsene e tenersi lontano da lei e dai due bimbi piccoli
. Lui aveva sì abbandonato la casa ma insisteva. E mercoledì sera ha «approfittato» del compleanno della secondogenita per tornare. Voleva unicamente, così aveva giurato, stare di nuovo insieme alla sua famiglia. Tutto inutile. Tutto tragico. Elisabeth Huyata Quispe, 29enne di origini peruviane, è stata uccisa da Vittorio Vincenzi, 56 anni, che ha messo «tranquilli» i figli (la minore di un anno e il maggiore di tre) nel soggiorno di casa dopo aver dato loro il tablet per distrarsi, s’è spostato in cucina e ha strangolato la compagna.
Epilogo criminale di una relazione in difficoltà da almeno un anno. Abbastanza, secondo la Procura di Monza, per contestare l’aggravante della premeditazione nel reato di omicidio all’uomo, proprietario di una farmacia a Seveso, 23mila abitanti in Brianza, facoltoso, molto conosciuto e adesso in cella a Monza. Col pm Giulia Rizzo, Vincenzi ha preferito non rispondere rendendo solo alcune dichiarazioni spontanee. Si è limitato ad ammettere di aver agito perché «esasperato da quella storia», evocando addirittura presunte «vessazioni» che avrebbe subìto dalla donna, paventando insomma d’essere lui la vittima anziché l’assassino.
Alla base degli ultimi litigi c’erano forse mancati accordi sugli alimenti e sul tempo di «condivisione» con i bambini. L’uomo non viveva più in quella casa. Agli atti c’era una denuncia di stalking presentata dalla vittima a settembre e altre per ingiurie nel 2014. Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Seregno e del Nucleo Investigativo di Monza, mercoledì la serata era immediatamente cominciata nel peggiore dei modi. Alle 21.30 risulta un primo intervento dei carabinieri per una lite degenerata nei toni. I militari avevano deciso di allontanare l’uomo ma gli animi si erano rasserenati o quantomeno Elisabeth, anche e soprattutto per non deludere il figlio più grande, aveva acconsentito che l’uomo rimanesse ancora nell’abitazione.
Poco prima di mezzanotte s’è consumato il delitto. Vincenzi, dopo aver sbarrato la porta della cucina forse per impedire l’orribile visione della madre strangolata al figlio, ha scritto un generico biglietto di scuse e si è diretto in cima al palazzo di sette piani in piazza Mazzini, davanti alla stazione ferroviaria di Seveso, con l’intenzione, pare, di buttarsi di sotto. I carabinieri l’hanno trovato sulle scale. Aveva presto abbandonato i propositi suicidi. Si era fermato per chiamare un nipote al telefono: «Ho fatto una sciocchezza».

 

Monza, strangola la compagna davanti ai figli: arrestato mentre nascondeva il corpo. Aveva chiamato il 112 (Giornale SM – 24 novembre 2016)
Un uomo di 56 anni ha soffocato la compagna di 29 anni, al termine di una lite avvenuta nella loro casa di Seveso (Monza), ieri verso mezzanotte. A quanto si apprende la coppia, lui italiano e lei peruviana, da qualche tempo aveva problemi. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Seregno (Monza), intervenuti sul posto su segnalazione dei vicini di casa dei due, la lite culminata in tragedia è avvenuta mentre i due bambini della coppia erano in casa. Quando i carabinieri hanno bussato al loro appartamento, l’uomo stava tentando di nascondere il corpo della compagna dietro un mobile. I carabinieri lo hanno arrestato per omicidio in flagranza di reato.
La vittima, Elizabeth Huayta Quispe, aveva chiesto aiuto al 112 due ore prima di essere uccisa. L’assassino si chiama Vittorio Vincenzi. A quanto si apprende, quando i carabinieri sono arrivati nell appartamento della coppia, la donna ha raccontato di essere stata aggredita verbalmente e di non volere più il compagno in casa. I carabinieri hanno quindi invitato l’uomo ad allontanarsi ma, mentre questi stava preparando le valige, secondo quanto affermato dagli investigatori, il loro figlio di tre anni (la coppia ha anche una bimba di un anno) avrebbe iniziato a piangere chiedendo alla madre di far rimanere il padre a casa. La donna, a quel punto, avrebbe deciso di far restare il compagno per la notte, mandando via i militari. Due ore dopo il delitto.
Vincenzi è accusato di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – le indagini sono coordinate dal Pm Giulia Rizzo della Procura di Monza – l’uomo ha aggredito la compagna, l’ha strangolata a mani nude e l’ha finita soffocandola in una pentola piena d’acqua. A quanto si apprende, quando i carabinieri di Seregno (Monza) sono arrivati sul posto, il corpo della Quispe era riverso a faccia in giù sul pavimento della cucina, accanto alla pentola entro cui è stata soffocata.
Sul tavolo della cucina c’era la torta di compleanno della loro bimba che, proprio ieri, aveva compiuto il suo primo anno di vita. Accanto al dolce i carabinieri hanno trovato una lettera del 56enne, in cui chiedeva scusa a tutti, carabinieri compresi, per il suo gesto. A suo carico, come confermato dalla procura di Monza, c’era una denuncia per stalking presentata dalla vittima qualche settimana fa, dopo che la donna lo aveva lasciato. Forse, in questi giorni, avevano tentato l’ultima riconciliazione.

 

Uccide compagna strangolandola, in casa i due bambini (Gazzetta del Mezzogiorno – 24 novembre 2016)
Un uomo di 56 anni ha strangolato la compagna di 29 al termine di una lite avvenuta nella notte fra mercoledì e giovedì nella loro casa di Seveso (Monza). A quanto si apprende la coppia, lui italiano e lei peruviana, da qualche tempo era in crisi e la donna voleva andare via di casa.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Seregno (Monza), che hanno arrestato l’uomo in flagranza, la lite culminata in tragedia è avvenuta mentre i due bambini della coppia erano nell’appartamento. Vittorio Vincenzi, 56 anni, imprenditore di Seveso (Monza) poco dopo è crollato e ha confessato implorando perdono per aver ucciso la madre dei suoi figli. Elizabeth Huayta Quispe.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Monza, la coppia era in procinto di lasciarsi, per volere della donna. L’ennesima lite avrebbe provocato la reazione di Vincenzi che ha aggredito la convivente in cucina, al secondo piano di una palazzina di piazza Mazzini a Seveso. Il tutto sotto gli occhi del loro bimbo di tre anni, poi preso in cura, sconvolto e tra le lacrime, da alcuni parenti. Non si sarebbe accorta di nulla, invece, la sorellina di un anno. A quanto si apprende, dopo aver spostato un mobile per impedire al figlio di guardare la madre morta Vincenzi ha telefonato a un parente: “Ho combinato un disastro”. Questi in auto è andato verso la casa della coppia, dopo aver chiamato il 112. Altre richieste di aiuto erano già arrivate dai vicini di casa di Vincenzi e Quispe, che li avevano sentiti litigare animatamente.

 

Omicidio Seveso, Vincenzi: “Volevo uccidere. L’ho strangolata e poi affogata” (Info Oggi – 26 novembre 2016)
Vittorio Vincenzi, l’uomo di cinquantasei anni che ha ucciso la compagna, peruviana di ventinove anni, a Seveso, in Brianza, ha confessato l’omicidio. “La faccia nell’acqua per essere sicuro che fosse morta”, ha spiegato l’uomo agli inquirenti, facendo così chiarezza sulla presenza di una casseruola contenente del liquido vicino al cadavere. L’uomo avrebbe rilasciato dichiarazioni spontanee ai carabinieri e al pm Giulia Rizzo, rifiutandosi però di rispondere alle domande. Durante la mattinata Vincenzi, in carcere, sarà sottoposto all’udienza di convalida dell’arresto da parte del giudice Patrizia Gallucci. In sua difesa ci sarà l’avvocato Ennio Amodio, procuratogli dalla sorella, unica parente rimasta, a cui sono stati affidati i figli di uno e tre anni. La sofferenza delle famiglie della giovane donna e di Vittorio emerge dalle dichiarazioni della sorella dell’uomo: “Nessuna dichiarazione, lasciateci soli con il nostro dolore.”

Detenuto si impicca nel carcere di Monza. Aveva ucciso la compagna (Blitz Quotidiano – 23 marzo 2017)
Un detenuto italiano di 56 anni,Vittorio Vincenzi, si è tolto la vita all’alba di oggi, giovedì 23 marzo, impiccandosi nell’infermeria del carcere di Monza. L’uomo, in carcere da novembre scorso, era in attesa di giudizio con l’accusa di aver ucciso la sua ex compagna. La conferma dell’accaduto è arrivata dalla Procura di Monza, che stava conducendo le indagini sull’assassinio della ventinovenne Elizabeth Huayta Quispe, uccisa in casa a Seveso (Monza).
A far scattare l’allarme e mettere in moto la macchina dei soccorsi è stato un altro detenuto, che si trovava in infermeria insieme a lui. Inutili i tentativi di rianimazione messi in atto dai soccorritori, il cinquantaseienne era già morto al loro arrivo. Vincenzi aveva ucciso la ex compagna durante la festa di compleanno della loro secondogenita, al culmine di una lite.
LA DENUNCIA DEI SINDACATI DI POLIZIA PENITENZIARIA Quello di oggi è il tredicesimo suicidio tra i detenuti dall’inizio dell’anno. “La situazione è desolante sotto tanti, troppi punti di vista: gli eventi critici sono in costante e allarmante aumento”, denuncia Angelo Urso, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. “La vita all’interno degli istituti penitenziari assomiglia sempre più ad un fronte di guerra, il sistema vive tre grandi problemi che chi ci Governa ha il dovere di affrontare – sostiene il sindacalista – uno è quello della fatiscenza delle strutture, l’altro è quello del modello organizzativo attuato dall’ amministrazione penitenziaria e l’ultimo, quello più importante, è costituito dalla insufficienza di organico. I tagli lineari alla spesa pubblica hanno impedito la manutenzione delle carceri. I litigi e gli episodi di violenza sono direttamente proporzionali all’insalubrità degli ambienti e alle difficoltà di intervento che la carenza d’organico determina. Va proclamato un nuovo stato di emergenza ma questa volta non per far fronte alle pressioni della comunità europea, ma per affrontare seriamente il problema in cui versa questo delicato settore dello Stato


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