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Tullio Lanfranchi, 61 anni, ex operaio, disoccupato, padre. Dopo anni di maltrattamenti, uccide a coltellate l’ex moglie e tenta di uccidere anche la figlia, che lo aveva denunciato. Condannato a 16 anni di reclusione e tre di cure psichiatriche

Niardo (Brescia), 17 Aprile 2015


Titoli & Articoli

Omicidio a Niardo: uccide la moglie, accoltella la figlia (Brescia TOday – 17 aprile 2015)
L’uomo è stato arrestato dai carabinieri. La figlia 18enne è grave ma non in pericolo di vita. E’ stata ricoverata all’ospedale di Esine
Verso le 21 di venerdì, Tullio Lanfranchi è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso a coltellate la moglie di 54 anni, Gloria Trematerra, originaria di Napoli, e ferito la figlia 18enne Alice. La moglie,  in condizioni disperate, era stata portata d’urgenza all’ospedale di Esine, ma è spirata poco dopo il ricovero. La ragazza è ancora ricoverata, ma non è in pericolo di vita. Sarebbe stata proprio quest’ultima a correre in strada per chiedere aiuto, riuscendo a scappare nonostante fosse stata raggiunta da due fendenti. L’uomo, abbandonato il luogo del delitto si era  rivolto ai vicini: «Chiamate il 118 – aveva chiesto – perché ho ammazzato mia moglie». Questo è quanto riportano i dirimpettai, ancora scioccati dalla tragedia.
Tullio Lanfranchi è stato condotto nel carcere di Brescia, ma non è stato interrogato nella notte. L’interrogatorio avrà luogo in sede di udienza di convalida, attesa per la giornata di lunedì.

Orrore a Niardo, Lanfranchi: «Non volevo uccidere» (Giornale di Brescia – 20 aprile 2015)
Queste le parole pronunciate agli inquirenti da Tullio Lanfranchi subito dopo l’aggressione. Oggi, invece, il silenzio in interrogatorio
«Non volevo uccidere». Queste le parole pronunciate agli inquirenti da Tullio Lanfranchi venerdì sera, dopo aver accoltellato la moglie Gloria Trematerra, morta poco dopo l’arrivo in ospedale. L’uomo, in quel frangente non accompagnato da un avvocato, non era stato interrogato. Oggi, lunedì, nel corso dell’interrogatori in carcere Lanfranchi si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il Pm della Procura di Brescia Carlo Pappalardo, oltre al reato di omicidio, ha contestato anche il tentato omicidio nei confronti della figlia 18enne Alice, che l’uomo ha inseguito lungo le scale. Lanfranchi avrebbe utilizzato la ragazza come esca: l’avrebbe infatti chiusa in camera, minacciandola di non farla uscire se non avesse detto alla madre, che l’aspettava in auto, di salire.   

 

Uccise la moglie, i figli: “Sedici anni per nostro padre sono pochi” (TgCom24 – 19 aprile 2016)
Brescia: l’uomo, un anno fa, aveva accoltellato a morte la donna e rincorso la figlia con l’arma in mano
I sedici anni inflitti dal tribunale di Brescia sono pochi per quello che ha fatto, il pardre avrebbe meritato una pena più aspra. Francesco e Alice, i figli di Tullio Lanfranchi, non hanno dubbi e chiedono giustizia per la mamma, Gloria Trematerra, uccisa il 17 aprile di un anno fa dal marito nella casa di Niardo, Brescia, dove avevano vissuto fino a poche settimane prima.
 La donna, insegnante di inglese, da tempo sopportava in silenzio le violenze del marito. Aveva deciso di andar via, di portare con sè i ragazzi di 19 e 23 anni. Vivevano in una casa protetta. Quel venerdì sera Gloria era rientrata nell’appartamento di famiglia per recuperare qualche vestito. E’ scoppiata l’ennesima lite con l’ex. Lui l’ha colpita con un grosso coltello da cucina, poi ha rincoroso la figlia Alice ferendola ad una mano.
All’uomo, condannato a 16 anni di carcere e tre di ospedale psichiatrico, è stata riconosciuta la semi infermità mentale. Ma, dicono i figli, il suo non è stato un delitto d’impeto. Al momento della sentenza, li ha guardati e ha chiesto loro se fossero soddisfatti. In tutti questi mesi l’uomo non ha mai mostrato segni di pentimento. Il loro timore è che, tra qualche anno, lui possa tornare libero e – dicono – “terminare il lavoro lasciato in sospeso un anno fa”. “Nostro padre si sente vittima di una congiura”, ribadiscono. “Per andare avanti abbiamo bisogno della certezza che non metta più piede fuori dalla prigione”.

 


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