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Sandro Carelli, 57 anni, pensionato. Commissiona l’uccisione dell’amante al figlio Valentino e a due suoi amici (branco di Porto Potenza). Condannati a 30 anni di reclusione (solo il figlio ottiene uno sconto a 22),

Porto Potenza Picena (Macerata), 27 Gennaio 2012

 

Sandro Carelli, 57 anni, pensionato. Amante della ballerina “umiliato, abbandonato e ricattato”. Commissiona la spedizione punitiva dietro un compenso di 1.500 euro a testa.

Valentino Carelli, 24 anni, figlio di Sandro. Condannato a 22 anni di reclusione.

Sebastian Capparuci, 24 anni. Già in cura per un disturbo bipolare, chiesta la perizia psichiatrica. Condannato a 30 anni.

Silvio Giarmanà, 26 anni. Condannato a 30 anni.

 


Titoli & Articoli

Ferocia bestiale sulla ballerina. L’hanno finita in spiaggia (il Resto del Carlino – 29 gennaio 2012)
Macerata Omicidio di Porto Potenza: l’autopsia
FRATTURE in tutto il corpo, non solo alla testa ma anche alle gambe e alle braccia. E una morte sopraggiunta sulla spiaggia, dove, come confermerebbero gli elementi scaturiti dagli interrogatori dei quattro indiziati, Andrea Christina Marin, 22 anni, sarebbe stata letteralmente “finita”, dopo un primo colpo alla testa assestatole sul pianerottolo del suo appartamento. Colpi assestati più che col bastone di legno — l’arma del delitto già recuperata dai carabinieri — da una spranga di ferro, che ieri i sommozzatori dei vigili del fuoco e i carabinieri hanno a lungo cercato sul tratto di mare antistante il Lido Bello. Oggi ricominceranno.
SAREBBERO questi gli elementi emersi dall’autopsia — svolta ieri all’ospedale di Civitanova dal medico legale Antonio Tombolini — sul corpo della giovane ballerina romena uccisa all’alba di venerdì sul lungomare portopotentino, dove la giovane viveva da circa un mese.
Da circa due anni aveva una «relazione particolare» con Sandro Carelli, 57 anni, ma aveva deciso di lasciarlo. E ciò nonostante, stando alle ricostruzioni trapelate ma non confermate dagli inquirenti, continuava a chiedergli del denaro.
 Così l’uomo — umiliato, abbandonato, ricattato — avrebbe commissionato il delitto al figlio 24enne, Valentino, e a due suoi amici, Sebastian Capparucci e Silvio Giarmanà, 26. Tutto dietro compenso di 1.500 euro ciascuno.
L’AUTOPSIA confermerebbe il racconto dei quattro indiziati, anche per quanto riguarda l’ora del decesso, che sarebbe avvenuto quando il corpo, già tramortito dal primo, violentissimo colpo in ascensore, sarebbe stato trascinato per circa duecento metri fino alla spiaggia, dove la mattanza e le eventuali grida della giovane avrebbero avuto più probabilità di passare inosservate rispetto all’androne di un condominio — il Lido Bello — di dodici piani.
RESTA DA CHIARIRE, ma per questo ci vorrà tutt’altro genere di indagini, se l’ordine impartito dal mandante fosse «uccidere» o «dare una lezione». Insomma, un’esecuzione in piena regola o una violenta intimidazione sfuggita di mano? Gli avvocati dei quattro (Donato Attanasio per Silvio Giarmanà, Francesca Pettinelli per Sandro Carelli, Aldo Cingolani per Valentino Carelli e Sebastian Capparucci) hanno potuto avere con gli assistiti solo un confronto sommario. Ora si attendono gli interrogatori di garanzia e le convalide dei fermi, attese per domani. Per tutti — attualmente detenuti in carcere a Montacuto — le accuse sono gravissime: concorso in omicidio volontario, premeditato e per futili motivi, e occultamento di cadavere. E intanto la tranquilla Porto Potenza aspetta di risvegliarsi da quaesto incubo.

“Un brindisi dopo il massacro, poi tutti a guardare il cadavere” (il Resto del Carlino -30 gennaio 2012)
«SIAMO TORNATI da Sandro e per dirgli che era andato tutto bene. Lui ci ha offerto un bicchiere di vino e abbiamo bevuto insieme». Un brindisi al termine del massacro, per celebrare un piano perfettamente riuscito. E’ uno dei tanti particolari terrificanti che emerge dalle confessioni delle quattro persone fermate per l’omicidio di Andreea Christina Marin. Confessioni in parte discordanti, ma che dipingono un quadro agghiacciante.
Sandro Carelli, il mandante, scoppia quasi a piangere di fronte ai carabinieri: «Volevo soltanto metterle paura — dice — perché la smettesse con le continue richieste di soldi. E ci avevo anche ripensato». Ma gli altri racconti lo inchiodano: «Andreea chiedeva a Sandro, con la scusa dei rapporti sessuali, 500 o 700 euro alla volta, lui era innamorato perso».
MA L’UOMO si era stancato, soprattutto dopo essersi convinto che la ballerina avesse rubato in casa sua a dicembre. «Per questo aveva deciso di fargliela pagare».
Dalle confessioni emerge cheCarelli, a fine 2011, contatta Sebastian Capparucci per farla uccidere, ricevendo però un rifiuto. Ma è lo stesso Sebastian, pochi giorni dopo, a rivelare la proposta a Giarmanà, il quale incontra Carelli: «Mi ha detto — racconta ai carabinieri — che se l’avessimo uccisa ci avrebbe dato 1.500 euro».
A metà gennaio la svolta: i giovani decidono di agire. Martedì, Carelli va al night di Porto Recanati con Giarmanà e Capparucci per far vedere loro qual è la ragazza da colpire. E decidono di entrare in azione la notte di giovedì 26. Prima si ritrovano a cena ed è qui che compare anche il figlio di Carelli, Valentino. «Eravamo a tavola, mancava solo Sebastian — raccontano — che era a casa sua. Sandro lo ha chiamato dicendogli che lo aspettavamo». Dopo aver definito tutto, Carelli senior va al night: «Sì — ammette lui — ci sono stato ma ho incontrato un’altra ragazza». «E’ andato per controllare che Andreea fosse a lavoro», specificano gli altri.
STA DI FATTO che Carelli torna e comunica al figlio e ai due amici che la ragazza rientrerà a casa, nel residence Lido Bello, verso le 4. «Ci siamo ritrovati tutti e tre davanti al condominio, abbiamo forzato il portone e siamo entrati». Carelli junior si nasconde nella stanza dei contatori, Capparucci mette fuori uso le luci davanti all’ascensore, Giarmanà raccoglie un bastone per colpire la ragazza. «Dopo qualche minuto Andreea è arrivata, si è accorta della nostra presenza e ha chiamato l’ascensore».
SECONDO una versione, è Giarmanà che incita Capparucci a colpire, ma lui esita. Ma l’aggressione scatta, con un violento colpo alla testa: «Andreea nel frattempo era salita in ascensore: ha urlato ed è caduta a terra». A quel punto Giarmanà cerca di metterle il sacchetto in testa per soffocarla, ma non ci riesce. Allora salgono tutti in ascensore ma lo bloccano prima del 12° piano, dove abita la ragazza, e riscendono. «Nella discesa — proseguono — Sebastian ha colpito ancora la ragazza. Una volta al piano terra l’ha sollevata e portata fino alla spiaggia. E lì abbiamo infierito nuovamente su di lei».
Giarmanà trova anche una spranga con cui colpisce ripetutamente Andreea. «L’abbiamo sentita ancora respirare e non ci siamo fermati». Così la colpiscono ancora con la spranga perché il bastone nel frattempo si è rotto, finché non capiscono che la ragazza è morta. Le portano via la borsetta, Giarmanà butta la spranga in mare, poi tutti insieme se ne vanno e gettano in un tombino un orecchino, un rossetto e altri oggetti della ballerina. Infine vanno a casa di Carelli senior, gli mostrano la borsetta e lui, secondo una delle versioni, domanda loro se sono riusciti a portare via dall’appartamento di Andreea gli slip, alcuni vestiti sexy e due anelli, come aveva chiesto. «No — rispondono— troppo rischioso». Poi il bicchiere di vino e il finale: «Con Sandro siamo tornati sul luogo del delitto: voleva vedere il corpo».


Omicidio ballerina,4 condanne Cassazione (Ansa – 24 settembre 2015)
Trenta anni a Sandro Carelli, presunto mandante, 22 al figlio
La corte di Cassazione ha confermato le quattro condanne a carico per l’omicidio di Andreea Christina Marin, la ballerina romena di 22 anni massacrata a colpi di mazza il 27 gennaio 2012 sulla spiaggia di Porto Potenza Picena, per una storia di gelosia e denaro. Dovranno scontare 30 anni di carcere Sandro Carelli, che aveva avuto una relazione con la ragazza, e Sebastian Capparucci e Silvio Giarmana’. Confermata anche la condanna a 22 anni di Valentino Carelli, figlio di Sandro.

 


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