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Andreea Christina Marin, 23 anni, ballerina. Sfigurata, massacrata, soffocata con un sacchetto di plastica e sepolta nella sabbia dal compagno, dal figlio di lui e altri due complici

andreachristinamarinPorto Potenza Picena (Macerata), 27 gennaio 2012

L’hanno aspettata nascosti nell’androne del condominio in riva al mare. Quando lei è rientrata, dopo una notte nel night dove lavorava come ballerina, l’anno aggredita, le hanno infilato un sacchetto di plastica in testa, l’hanno trascinata nell’ascensore dove hanno iniziato a colpirla, a calci, pugni e con dei bastoni e una spranga di ferro. L’hanno poi trascinata in spiaggia, con tutte le ossa rotte, e l’hanno lasciata lì o forse sono tornati con una bottiglia di spumante per brindare sul corpo.

Sandro Carelli, 57 anni, pensionato. Amante della ballerina, umiliato, abbandonato e ricattato, avrebbe commissionato la spedizione punitiva ditero un compenso di 1.500 euro a testa.

Valentino Carelli, 24 anni, figlio di Sandro. Respinto il ricorso per rito abbreviato

Sebastian Capparuci, 24 anni. Già in cura per un disturbo bipolare, chiesta la perizia psichiatrica

Silvio Giarmanà, 26 anni

Titoli & Articoli

 Il Resto del Carlino

Ferocia bestiale sulla ballerina L’hanno finita in spiaggia – Fratture in tutto il corpo e morte in spiaggia. Intanto si cerca in mare la spranga del delitto

FRATTURE in tutto il corpo, non solo alla testa ma anche alle gambe e alle braccia. E una morte sopraggiunta sulla spiaggia, dove, come confermerebbero gli elementi scaturiti dagli interrogatori dei quattro indiziati, Andrea Christina Marin, 22 anni, sarebbe stata letteralmente “finita”, dopo un primo colpo alla testa assestatole sul pianerottolo del suo appartamento. Colpi assestati più che col bastone di legno — l’arma del delitto già recuperata dai carabinieri — da una spranga di ferro, che ieri i sommozzatori dei vigili del fuoco e i carabinieri hanno a lungo cercato sul tratto di mare antistante il Lido Bello. Oggi ricominceranno.

L’ex amante ha pagato per ucciderla Omicidio a Porto Potenza: trovata ragazza con il cranio sfondato Ballerina uccisa, fermate quattro persone

SAREBBERO questi gli elementi emersi dall’autopsia — svolta ieri all’ospedale di Civitanova dal medico legale Antonio Tombolini — sul corpo della giovane ballerina romena uccisa all’alba di venerdì sul lungomare portopotentino, dove la giovane viveva da circa un mese. Da circa due anni aveva una «relazione particolare» con Sandro Carelli, 57 anni, ma aveva deciso di lasciarlo. E ciò nonostante, stando alle ricostruzioni trapelate ma non confermate dagli inquirenti, continuava a chiedergli del denaro. Così l’uomo — umiliato, abbandonato, ricattato — avrebbe commissionato il delitto al figlio 24enne, Valentino, e a due suoi amici, Sebastian Capparucci e Silvio Giarmanà, 26. Tutto dietro compenso di 1.500 euro ciascuno.

L’AUTOPSIA confermerebbe il racconto dei quattro indiziati, anche per quanto riguarda l’ora del decesso, che sarebbe avvenuto quando il corpo, già tramortito dal primo, violentissimo colpo in ascensore, sarebbe stato trascinato per circa duecento metri fino alla spiaggia, dove la mattanza e le eventuali grida della giovane avrebbero avuto più probabilità di passare inosservate rispetto all’androne di un condominio — il Lido Bello — di dodici piani.

RESTA DA CHIARIRE, ma per questo ci vorrà tutt’altro genere di indagini, se l’ordine impartito dal mandante fosse «uccidere» o «dare una lezione». Insomma, un’esecuzione in piena regola o una violenta intimidazione sfuggita di mano? Gli avvocati dei quattro (Silvio Giarmanà, Sandro Carelli, Valentino Carelli e Sebastian Capparucci) hanno potuto avere con gli assistiti solo un confronto sommario. Ora si attendono gli interrogatori di garanzia e le convalide dei fermi, attese per domani. Per tutti — attualmente detenuti in carcere a Montacuto — le accuse sono gravissime: concorso in omicidio volontario, premeditato e per futili motivi, e occultamento di cadavere. E intanto la tranquilla Porto Potenza aspetta di risvegliarsi da questo incubo.

di Benedetta Iacomucci

Vivere Civitanova

Sono quattro le persone arrestate per il delitto di Andrea Christina Marin, la ballerina romena, di 22 anni trovata morta e col cranio fracassato venerdì mattina alle 7.30 sulla spiaggia di Porto Potenza Picena. Interrogati nella notte dal pm Stefania Ciccioli, i quattro avrebbero in parte ammesso le loro responsabilità.

Sono Santo Carelli, 57 anni, compagno della vittima, il figlio Valentino, e due amici di origine polacca e romena (in possesso tuttavia della cittadinanza italiana), tutti residenti a Porto Potenza Picena. La ragazza lavorava in un noto night club di Porto Recanati, l’aggressione è avvenuta proprio al rientro dal lavoro dell vittima e dalla prima ricostruzione sembra essere stata una spedizione punitiva, sebbene i motivi della stessa dovranno essere stabiliti dagli inquirenti.

Lampadari delle scale fracassati per non essere riconosciuti e sacchetto di plastica in testa alla vittima che dopo essere stata stordita è stata brutalmente aggredita con dei bastoni, uno è stato individuato ed immediatamente posto sotto sequestro. La ragazza, che è stata ritrovata semi-coperta di sabbia sulla spiaggia di Porto Potenza antistante la palazzina nella quale abitava, aveva il cranio fracassato. Sarà l’autopsia, disposta dal magistrato, a stabilire se la ragazza è morta subito, o se gli ultimi colpi le sono stati inferti sulla spiaggia antistante il condominio.

di Elisa Tomassini

Il Messaggero

Lo scritto trovato a casa di Sandro Carelli non fa che avvalorare la tesi della premeditazione del delitto, e mi sembra apra ancora di più una porta, che era già aperta, per una responsabilità piena di tutti e quattro gli indagati». Così l’avvocato Sante Monti, che assiste i familiari della ballerina Andreea Cristina Marin, uccisa a 23 anni da una banda di balordi, la mattina del 27 gennaio scorso a Porto Potenza.

Il documento, scritto e firmato da Carelli, 58 anni, presunto mandante del delitto, per gli inquirenti sembrerebbe tratteggiare un accordo forse riferibile al delitto o al pestaggio della ballerina. Ma è tutto da provare e per questo sono in corso gli accertamenti papillari per capire chi ha toccato il documento.

Per l’avvocato Sante Monti quello scritto significherebbe che quello di Porto Potenza «è uno dei pochi omicidi al mondo stipulato per contratto, o il cui prezzo era stato stipulato. Non si fa che aggravare la vicenda. Gli autori del delitto denotano una forma di perversione che va oltre ogni limite». Nel documento si fa riferimento ad un lavoro e al pagamento di 1.500 euro a lavoro ultimato (non è specificato né il tipo di lavoro, né vi sono i nomi di persone a cui i soldi verranno versati). 1.500 euro era anche la somma, secondo i carabinieri, per cui Carelli si era accordato con i due esecutori del delitto, Silvio Giarmanà (difeso dall’avvocato Donato Attanasio) e Sebastian Capparucci, difeso dai legali Federico Valori e Rossano Romagnoli. Nel documento si parla anche di indumenti femminili (mutandine e abiti da sera). E una delle richieste di Carelli a Giarmanà e Capparucci era stata quella di prelevare dall’appartamento di Andreea degli indumenti. Sul documento l’avvocato Gian Luigi Boschi, che difende Carelli, insieme al legale Francesca Pettinelli, ha detto che non esistono riferimenti che possano far pensare sia una sorta di accordo per uccidere o dare una lezione alla ballerina. Il quarto indagato per il delitto è il figlio di Sandro Carelli, Valentino, difeso dall’avvocato Simone Santoro.

Lettera 43

… Alla base della vicenda una storia d’amore deluso, soldi e tradimenti: Sandro Carelli separato dalla moglie (come anche la romena) da alcuni anni aveva conosciuto Andreea Christina Marin che ha vissuto per 4 anni a Macerata, in qualche locale notturno.

L’avrebbe frequentata e aiutata economicamente convinto che si trattasse di una vera relazione. Lei però, oltre ad aver rapporti con altri, si sarebbe allontanata dall’uomo per intrecciare una nuova storia d’amore con un uomo più giovane.

LE COSE SONO SFUGGITE DI MANO. Secondo il legale di Sandro Carelli, l’avv. Francesca Pettinelli, il pensionato avrebbe chiesto ai tre di dare una lezione alla giovane ballerina di night ma le cose sarebbero poi sfuggite di mano. Tuttavia c’é il sospetto che la lezione dovesse essere ben più definitiva.

I tre si sono appostati nell’ atrio del palazzo dopo avere rotto il neon dell’ illuminazione e hanno aggredito al buio la giovane donna mentre rientrava a casa dopo il lavoro al night Play di Scossicci. Con lei si sono rinchiusi nell’ascensore e dopo averle coperto la testa con un sacchetto l’hanno presa a bastonate, fracassandole il cranio. Forse, nonostante il buio, potrebbe avere riconosciuto qualcuno dei tre balordi e sarebbe stato questo a decretarne la morte. Ancora agonizzante, poi, l’avrebbero portata in spiaggia per finirla. …

Il Resto del Carlino

“Un brindisi dopo il massacro, poi tutti a guardare il cadavere”

SIAMO TORNATI da Sandro e per dirgli che era andato tutto bene. Lui ci ha offerto un bicchiere di vino e abbiamo bevuto insieme». Un brindisi al termine del massacro, per celebrare un piano perfettamente riuscito.

E’ uno dei tanti particolari terrificanti che emerge dalle confessioni delle quattro persone fermate per l’omicidio di Andreea Christina Marin. Confessioni in parte discordanti, ma che dipingono un quadro agghiacciante. Sandro Carelli, il mandante, scoppia quasi a piangere di fronte ai carabinieri: «Volevo soltanto metterle paura — dice — perché la smettesse con le continue richieste di soldi. E ci avevo anche ripensato». Ma gli altri racconti lo inchiodano: «Andreea chiedeva a Sandro, con la scusa dei rapporti sessuali, 500 o 700 euro alla volta, lui era innamorato perso».

MA L’UOMO si era stancato, soprattutto dopo essersi convinto che la ballerina avesse rubato in casa sua a dicembre. «Per questo aveva deciso di fargliela pagare». Dalle confessioni emerge che Carelli, a fine 2011, contatta Sebastian Capparucci per farla uccidere, ricevendo però un rifiuto. Ma è lo stesso Sebastian, pochi giorni dopo, a rivelare la proposta a Giarmanà, il quale incontra Carelli: «Mi ha detto — racconta ai carabinieri — che se l’avessimo uccisa ci avrebbe dato 1.500 euro». A metà gennaio la svolta: i giovani decidono di agire. Martedì, Carelli va al night di Porto Recanati con Giarmanà e Capparucci per far vedere loro qual è la ragazza da colpire. E decidono di entrare in azione la notte di giovedì 26.

Prima si ritrovano a cena ed è qui che compare anche il figlio di Carelli, Valentino. «Eravamo a tavola, mancava solo Sebastian — raccontano — che era a casa sua. Sandro lo ha chiamato dicendogli che lo aspettavamo». Dopo aver definito tutto, Carelli senior va al night: «Sì — ammette lui — ci sono stato ma ho incontrato un’altra ragazza». «E’ andato per controllare che Andreea fosse a lavoro», specificano gli altri.

STA DI FATTO che Carelli torna e comunica al figlio e ai due amici che la ragazza rientrerà a casa, nel residence Lido Bello, verso le 4. «Ci siamo ritrovati tutti e tre davanti al condominio, abbiamo forzato il portone e siamo entrati». Carelli junior si nasconde nella stanza dei contatori, Capparucci mette fuori uso le luci davanti all’ascensore, Giarmanà raccoglie un bastone per colpire la ragazza. «Dopo qualche minuto Andreea è arrivata, si è accorta della nostra presenza e ha chiamato l’ascensore».

SECONDO una versione, è Giarmanà che incita Capparucci a colpire, ma lui esita. Ma l’aggressione scatta, con un violento colpo alla testa: «Andreea nel frattempo era salita in ascensore: ha urlato ed è caduta a terra». A quel punto Giarmanà cerca di metterle il sacchetto in testa per soffocarla, ma non ci riesce. Allora salgono tutti in ascensore ma lo bloccano prima del 12° piano, dove abita la ragazza, e riscendono. «Nella discesa — proseguono — Sebastian ha colpito ancora la ragazza. Una volta al piano terra l’ha sollevata e portata fino alla spiaggia. E lì abbiamo infierito nuovamente su di lei».

Giarmanà trova anche una spranga con cui colpisce ripetutamente Andreea. «L’abbiamo sentita ancora respirare e non ci siamo fermati». Così la colpiscono ancora con la spranga perché il bastone nel frattempo si è rotto, finché non capiscono che la ragazza è morta. Le portano via la borsetta, Giarmanà butta la spranga in mare, poi tutti insieme se ne vanno e gettano in un tombino un orecchino, un rossetto e altri oggetti della ballerina. Infine vanno a casa di Carelli senior, gli mostrano la borsetta e lui, secondo una delle versioni, domanda loro se sono riusciti a portare via dall’appartamento di Andreea gli slip, alcuni vestiti sexy e due anelli, come aveva chiesto. «No — rispondono— troppo rischioso». Poi il bicchiere di vino e il finale: «Con Sandro siamo tornati sul luogo del delitto: voleva vedere il corpo».

di Roberto Fiaccarini

 Civitanova Live

31 ottobre 2012 – Si è aperto dinanzi al Gup del Tribunale di Macerata il processo per l’omicidio della ballerina rumena Andreea Cristina Marin, avvenuto il 27 gennaio scorso sulla spiaggia di Porto Potenza Picena. Sotto accusa ci sono Sandro Carelli, 58 anni, ritenuto il mandante del delitto, il figlio Valentino, di 22 anni, il 26enne Sebastian Capparucci e un coetaneo di quest’ultimo, Silvio Giarmanà.

L’imputazione è di omicidio premeditato, commesso con efferatezza, per futili motivi e con la minorata difesa della vittima. Tutti andranno a giudizio con rito abbreviato, eccezion fatta per Valentino Carelli la cui richiesta è stata respinta. L’udienza è stata aggiornata al 6 novembre.

I familiari della vittima si sono costituiti parte civile. Per Capparucci, figlio di un medico che lavora a Civitanova, i difensori hanno chiesto una perizia psichiatrica fornendo documentazione relativa ai ricoveri che del giovane al Sert nel 2005 e in psichiatria nel 2011 dove gli fu diagnosticato un disturbo bipolare.

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