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Salvatore Pirronello, 52 anni, pregiudicato, padre separato. Accoltella la compagna e la lascia morire dissanguata. Ergastolo

Caltagirone (Catania), 20 Marzo 2019


Titoli & Articoli

Caltagirone, uccisa dal compagno nel sonno. Su Fb aveva scritto: “Insieme appassionatamente” (la Repubblica – 3 aprile 2017)
La vittima, Patrizia Formica, aveva 47 anni. Accoltellata, ha avuto la forza di chiudersi a chiave nella stanza, ma è spirata poco dopo. L’assassino si è costituito subito. Il suo racconto: “Volevo tornasse col marito e i figli, lei si opponeva. Ho avuto un raptus”
Femminicidio a Caltagirone: una donna di 47 anni, Patrizia Formica, è stata uccisa a coltellate nel sonno dal suo compagno, Salvatore Pirronello, 52 anni. E’ accaduto in via Filippo Palatino, nella città del Catanese. Secondo la prima ricostruzione degli investigatori, il delitto sarebbe maturato dopo giorni di litigi.
Entrambi separati, convivevano da poco. Hanno avuto due figli ciascuno, che abitano con i rispettivi ex coniugi. L’omicidio è avvenuto intorno alle 4: Pirronello ha raccontato ai carabinieri, ai quali si è costituito un’ora dopo con i vestiti ancora sporchi di sangue, di essere stato preso da un raptus dopo avere litigato con la compagna. Ha detto di essersi alzato dal letto, di essersi armato  con un grosso coltello da cucina e di avere colpito quattro volte la donna mentre era ancora a letto e dormiva.
Alla base del litigio, notizia al vaglio degli investigatori, pare ci fosse un contrasto legato al fatto che Pirronello voleva interrompere la relazione con la compagna, una storia nata un paio di mesi fa e solo da poco trasformata in convivenza. Il delitto è avvenuto al quarto piano di una palazzina di via Filippo Palatino, nel quartiere Balatazze. Pirronello è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Caltagirone, guidati dal capitano Matteo Martellucci. L’uomo, in stato di shock, ha raccontato di avere colpito la donna mentre era a letto e ha fatto ritrovare il coltello utilizzato per uccidere.
Il raptus omicida sarebbe stato improvviso. La vittima ieri sera, prima di andare a letto, aveva pubblicato su Facebook un post che certo non lasciava trasparire tensioni: “Noi insieme appassionatamente”. Patrizia mostrava di essere serena: “Buongiorno a tutti. Fuori piove, e chi se ne frega, io ho il sole dentro, le persone che amo sono accanto a me, può anche arrivare il diluvio, io mi sento al sicuro. Buona domenica a tutti”. Per poi aggiungere: “Noi insieme, bellissima domenica” e “il pomeriggio continua in compagnia delle persone a cui voglio bene”. Post accompagnati da foto e filmati della coppia, parenti e amici. Fino a conclusione della domenica: “Bellissima giornata trascorsa in ottima compagnia e all’insegna del divertimento assoluto”, scrive Patrizia Formica su Fb. E poi l’ultimo post: “Noi insieme appassionatamente”.
Salvatore Pirronello fu protagonista oltre trent’anni fa, il 30 dicembre del 1981, di una rapina finita nel sangue. Assieme a tre complici assaltò un autobus di linea Catania-Palermo. Un colpo feroce, culminato nell’uccisione dell’autista del bus, Giuseppe Savarino, e l’ex presidente dell’amministrazione provinciale, l’avvocato Enzo Auteri. Pirronello, che non era ancora maggiorenne, fu giudicato dal tribunale per i minorenni e condannato per rapina.
Pirronello ha raccontato al magistrato che voleva chiudere la relazione con la donna che aveva dei problemi con l’ex marito, che spesso le impediva di vedere i figli. Per questa ragione più volte Salvatore aveva invitato Patrizia a interrompere la loro love story e a ritornare con l’ex marito. Lei invece non ne voleva sapere. Più volte gli aveva detto che per nessuna ragione si sarebbe separato da lui. E’ la ricostruzione fatta dall’assassino nell’interrogatorio dinanzi al pm.
L’uomo ha raccontato di non avere dormito per buona parte della notte dopo l’ultima discussione di ieri sera. Intorno alle quattro del mattino ha deciso di mettere fine alla vita di Patrizia. Così nella notte si alzato, si è armato con un grosso coltello e ha infierito contro la donna che aveva conosciuto la scorsa estate e con la quale qualche mese fa aveva preso in affitto l’appartamento di via Filippo Palatino. L’ha colpita mentre era nel sonno. Dopo i primi fendenti, la vittima si è difesa e ne è nata una colluttazione. Ferita gravemente, con uno dei fendenti che l’avrebbe colpita al cuore, Patrizia Formica ha speso le ultime forze rimaste per alzarsi e chiudere a chiave la porta della stanza da letto dall’interno, come ultimo atto di difesa, probabilmente per paura che il convivente potesse tornare. Poi si è accasciata a terra, in un lago di sangue. Quando i carabinieri sono arrivati in casa, hanno dovuto sfondare la porta della stanza, ma Patrizia Formica era già morta. Poco prima Pirronello, che era in pigiama, si era cambiato ed era andato alla caserma dei carabinieri per costituirsi.
La tragedia di Caltagirone ha scosso familiari e amici della coppia. Parole di fuoco sono state pronunciate dal fratello della vittima, Beniamino Formica: “Ci vuole la pena di morte per chi uccide: un delinquente toglie la vita e poi vive tranquillo, mantenuto per anni in carcere. Non è giusto. Ed è colpa della politica. Lui non era l’uomo giusto per lei – aggiunge il fratello – io lo avevo detto a mia sorella, ma lui ha minacciato me, la mia famiglia, i miei figli, e io mi sono fatto da parte. Mia sorella ha presentato denuncia contro di me per salvare questo demonio, il suo assassino”.
I familiari di Patrizia Formica hanno espresso con i giornalisti il loro “grande dolore per quello che è successo”, ma anche “per quello che lei ha vissuto e per tutto ciò che lei avrebbe voluto”. “Non ha avuto il tempo – hanno sottolineato – di potere riprendere la propria vita nelle mani ed essere felice come avrebbe desiderato e meritato”.
Per i vicini di casa, Salvatore Pirronello e Patrizia Formica erano una coppia “apparentemente tranquilla e educata”. Ai cronisti hanno raccontato che “non era trapelato alcun segnale premonitore della tragedia. Nessuno li ha mai sentiti litigare, neppure ieri. Abitavano nel palazzo da pochi mesi, in una casa preso in affitto. Lui usciva regolarmente ogni mattina per andare a lavorare in un’impresa nella zona industriale di Caltagirone. Lei rimaneva a casa, dopo avere chiuso un negozio per la vendita di biancheria intima. “Una volta – ricorda un vicino – mi è caduto un oggetto in casa loro e sono andata a prenderlo: sono stati cortesi, come lo erano sempre. Una vicenda assurda, incredibile, imprevedibile”.

 

Caltagirone, la confessione: l’ho uccisa nel sonno, volevo lasciarla (Rai News – 4 aprile 2019)
In un video postato su Facebook la donna sembrava felice e soddisfatta, ignara del tormento del compagno
Alla fine ha confessato il delitto “L’ho accoltellata…  “volevo lasciarla, ma lei minacciava di suicidarsi”, Salvatore Pirronello, 53 anni, ha ucciso con almeno quattro coltellate all’addome e al torace la convivente, Patrizia Formica, di 47 anni, mentre la donna dormiva. L’ennesimo femminicidio nella notte, questa volta nel Catanese: lei dorme e lui prende un coltello da cucina e le sferra un primo violento fendente. La donna si sveglia dolorante e cerca di difendersi, invano. Lui continua a colpirla, e la centra anche nelle braccia che lei alza nel tentativo disperato di difendersi. Crolla a terra, ma ha la forza di alzarsi e chiudere la porta della stanza da letto a chiave, probabilmente perché  teme che lui possa tornare. Ma Salvatore Pirronello si è tolto il pigiama insanguinato, si è lavato, vestito ed è andato dai carabinieri dicendo: “l’ho accoltellata”.
Un omicidio senza un apparente causa scatenante. Nella coppia c’erano stati dissidi e liti, ma nulla che lasciasse presagire la tragedia. Per i vicini di casa è “una vicenda assurda, incredibile e, per quello che si era visto, del tutto imprevedibile”. Di diverso parere il fratello della vittima, Beniamino Formica: “non era l’uomo giusto per lei, ha minacciato me e la mia famiglia”.
Era una coppia con caratteri ben diversi: lui silenzioso, lei espansiva. Entrambi avevano alle spalle matrimoni con figli. Lui anche una condanna per rapina, commessa il 30 dicembre del 1981, a 17 anni, quando in un assalto a un bus di linea della Catania-Palermo per depredare i passeggeri furono uccisi l’autista del pullman e un avvocato, ex presidente della Provincia etnea. Lui fu condannato soltanto per la rapina dal Tribunale per i minorenni.    La loro relazione era cominciata nell’estate del 2016. Lui era dipendente di un’azienda della zona industriale di Caltagirone, lei restava a casa dopo avere chiuso, da oltre un anno, un negozio per la vendita di capi intimi e corredi.
La differenza caratteriale nella coppia emerge anche in uno dei video che la donna ha postato ieri su Facebook: “saluta il pubblico – gli dice – fai un sorriso, ma ‘come smettila?’ il cellulare è mio non me lo puoi impedire”.
Lei era felice:
sabato aveva avuto a casa i due figli nati dal suo matrimonio che vivono col padre. E su Fb domenica aveva postato: “Noi insieme appassionatamente”, ultimo messaggio di una giornata continuamente ‘on line’ con foto e video sul social network. Giornata che, sul fronte meteo, non era cominciata bene, ma non era importante per lei: “Buongiorno a tutti. Fuori piove, e chi se ne frega, io ho il sole dentro, le persone che amo sono accanto a me può anche arrivare il diluvio io mi sento al sicuro. Buona domenica a tutti”. Per poi aggiungere accanto a una foto in cui appare con lui: “Noi insieme, bellissima domenica“, trascorsa “in ottima compagnia e all’insegna del divertimento assoluto”.
Una ricostruzione che contrasta con il dramma imminente delle ore successive, sfociato con la violenza e l’arresto dell’uomo per omicidio aggravato da parte dei carabinieri. E che Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, interpreta cosi’: “Ma non è che questo suo dire e ribadire ‘sono felice, che bella giornata’ stia a indicare che la donna era completamente soggiogata dal suo assassino?”.
“Ci vuole la pena di morte per chi uccide: un delinquente toglie la vita e poi vive tranquillo, mantenuto per anni in carcere. Non e’ giusto. Ed e’ colpa della politica”. Cosi’ Beniamino Formica, tra le lacrime, parla dell’uccisione della sorella, Patrizia, accoltellata dal convivente della donna, Salvatore Pirronello, di 53, nella casa di Caltagirone in cui la coppia viveva.  “Lui non era l’uomo giusto per lei – aggiunge, parlando con i giornalisti, stravolto dal dolore – io glielo avevo detto a mia sorella, ma lui ha minacciato me, la mia famiglia e i miei figli e io mi sono fatto da parte. Mia sorella ha presentato denuncia contro di me per salvare questo demonio, il suo assassino”.     Parlano anche alcuni familiari di Patrizia, esprimendo il loro “grande dolore” per quello che “e’ successo”, ma anche “per quello che lei ha vissuto e per tutto cio’ che avrebbe voluto”. “Non ha avuto il tempo – hanno sottolineato – di riprendere la propria vita nelle mani ed essere felice come avrebbe desiderato e meritato”.  Per i vicini di casa era “una coppia apparentemente tranquilla, educata. Non hanno mai creato problemi”. Nessuno li ha mai sentiti litigare, neppure ieri. Anche se il rapporto sembrava essere in crisi.

 

Caltagirone, Cassazione rigetta ricorso: carcere a vita per Pirronello (Prima stampa – 8 maggio 2022)
Niente da fare: il ricorso della difesa di Salvatore Pirronello, accusato dell’omicidio di Patrizia Formica, avvenuto la notte tra il 2 e il 3 aprile 2017, è stato rigettato dalla Cassazione. Patrizia fu uccisa nel sonno, raggiunta da diverse coltellate. Provò a difendersi, ma invano. La sua morte fu lenta e dolorosa. Pirronello trascorrerà il resto della sua vita dietro le sbarre.


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