Roberto Del Gaudio, 65 anni, ex ferroviere in pensione. Uccide la moglie con una sgorbia da falegname e si costituisce. In carcere si impicca
Torino, 18 Agosto 2019
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Uccide la moglie con un attrezzo da falegname: “Ero io che volevo morire”
Aveva preso quell’attrezzo per togliersi la vita e non sa spiegarsi perchè abbia rivolto la sgorbia per il legno verso sua moglie. Ha raccontato questo al giudice per le indagini preliminari Roberto del Gaudio, 65 anni l’uomo arrestato per aver assassinato la moglie Brigida De Maio nel loro appartamento di corso Orbassano 255. Assistito dal suo legale di fiducia Riccardo Magarelli ha ricostuito quella mattina. “Avevo deciso di farla finita”, ha spiegato. Poi c’è come un black out nella sua mente. La moglie stava preparando il pranzo, lui si è avvicinato e ha inizato a colpirla. “Non avevamo litigato, non avrei mai voluto ucciderla. Ora voglio solo morire “ha detto. Parole che rendono la tragedia di Brigida ancora più assurda.
L’uomo soffriva da tempo di una depressione paranoide, era in cura ai servizi di igiene mentale dell’asl e assumeva psicofarmaci anche se nel suo appartamento la polizia non ha trovato ricette mediche o confezioni di medicinali. Il gip si è riservato la decisione sulla convalida dell’arresto avvenuto domenica dopo che Del Gaudio ha telefonato alla polizia raccontando quello che aveva fatto. La sua decisione è attesa nelle prossime ore.
Torino, uccide la moglie dopo un litigio e poi chiama il 112
Omicidio in corso Orbassano, il marito ha colpito al petto la donna con una lima per modellismo
Un uomo si è appena costituito per aver ucciso la moglie con un oggetto contundente, una lima da modellismo. É accaduto al settimo piano di una palazzina di corso Orbassano 255. Roberto Del Gaudio, 65 anni, ha colpito Brigida De Maio dopo un litigio e solo dopo qualche ora ha contattato il 112. Lui è un ex ferroviere, lei, coetanea faceva l’infermiera. L’omicida, che pare soffrisse di epressione, è stato portato via dalla polizia in manette. Secondo una prima ricostruzione, il marito avrebbe colpito la donna al petto con più fendenti. Uno dei colpi è risultato essere mortale.
Dicono i vicini: “Era una persona un pò strana,particolare, ma sempre gentile”, descrivendo l’omicida. La coppia abitava in zona da quarant’anni. I residenti affermano di non averli sentiti litigare molto spesso: “non davano confidenza e in giro si vedevano poco”
Omicidio di corso Orbassano, voleva suicidarsi invece ha rivolto la sgorbia contro la moglie
Voleva farla finita con la sgorbia (uno strumento per la lavorazione del legno), ma non sa neanche lui il perché l’ha rivolta contro sua moglie Brigida De Maio, 64 anni. Questo è quanto ha raccontato al gip Roberto del Gaudio 65 anni che ha ucciso la consorte domenica 18 agosto in mattinata e poi ha chiamato il 112 alcune ore dopo per costituirsi. Non avevano litigato, racconta l’uomo e la donna stava cucinando. Un buco nero per il 65enne, che non riesce a ricordare l’omicidio consumato nell’appartamento di corso Orbassano 255. Il reo confesso è in cura presso il Dipartimento di la Salute Mentale di Torino ed è in terapia con psicofarmaci con diagnosi clinica di psicosi paranoide, anche se da una prima perquisizione da parte della polizia non sono stati trovati farmaci. Il gip, Luca Fidelio, ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere.
Perizia psichiatrica per il 65enne che ha ucciso la moglie
TORINO. Sarà sottoposto a perizia psichiatrica Roberto Del Gaudio, il 65enne che lo scorso 18 agosto a Torino ha ucciso la moglie Brigida De Maio. Lo ha deciso il gip Luca Fidelio che conferirà l’incarico al medico Giorgio Gallino il prossimo 25 settembre. Nella stessa udienza sia il pm, Marco Sanini, sia l’avvocato difensore dell’uomo, Riccardo Magarelli, potranno nominare dei propri consulenti. Del Gaudio, che ha confessato quasi subito l’omicidio della moglie, soffre di disturbi mentali diventati più gravi dopo un incidente. Recluso nel carcere di Torino dopo l’arresto, si trova ora nel repartino delle Molinette, dove è ricoverato per problemi fisici.
Uccise la moglie con 30 fendenti: uomo si suicida impiccandosi in carcere
Soffriva di problemi mentali
Roberto Del Gaudio, il 65enne il 18 agosto 2019 uccise la moglie Brigida De Maio, 64 anni, colpendola una trentina di volte al petto con una sgorbia da falegname nel loro appartamento di corso Orbassano 255, si è suicidato nel carcere delle Vallette nella serata di ieri, domenica 10 novembre 2019. L’assassinio era avvenuto apparentemente senza motivo. Lui soffriva da tempo di problemi mentali. Forse gli stessi che lo hanno portato a impiccarsi in cella con uno dei suoi indumenti. Nel procedimento penale era assistito dall’avvocato Riccardo Magarelli.
Suicidio in carcere a Torino, il giudice: «Il detenuto poteva essere salvato, ha impiegato 13 minuti per uccidersi e gli agenti non c’erano»
Condannati tre poliziotti penitenziari per omicidio colposo: «Roberto Del Gaudio doveva essere sorvegliato a vista. Nessuno è intervenuto quando si è alzato dal letto con il cappio al collo»
Roberto Del Gaudio ha impiegato 13 minuti per uccidersi. Tredici minuti durante i quali si è alzato dal letto con il cappio al collo realizzato con i pantaloni del proprio pigiama, «ha aperto la finestra della cella, ha tentato di legare il pigiama senza riuscirci, è caduto, ha riprovato fino a quando non ha incastrato il cappio, è salito sul letto e si è lasciato andare definitivamente». Tredici minuti che raccontano la morte suicida di un detenuto, ma anche la condanna dei tre agenti della polizia penitenziaria che avrebbero dovuto sorvegliarlo a vista. Invece, «nessuno di loro è intervenuto e nessuno ha osservato. Eppure, il controllo continuato e ininterrotto era assolutamente previsto e dovuto».
La ricostruzione di una morte annunciata e della responsabilità di tre agenti (difesi dall’avvocato Marco Feno) è narrata nelle motivazioni della sentenza del giudice Rosanna La Rosa, che ha inflitto agli imputati pene variabili tra 8 e 9 mesi per omicidio colposo per omessa vigilanza. Del Gaudio è morto il 10 novembre 2019. Era detenuto dal 18 agosto, dal giorno in cui aveva ucciso la moglie. Ed era rinchiuso al Sestante perché considerato un soggetto a rischio: gli agenti «avevano l’obbligo giuridico di vigilarlo attraverso il monitor e con piantonamento a vista». Non lo hanno fatto.
Cosa accadde realmente quella sera nel carcere Lorusso e Cutugno è una verità che in gran parte non verrà mai svelata. Non si è mai capito perché gli agenti fossero distratti e non intervennero. A lungo, in fase d’indagine, i pm Giulia Marchetti e Francesco Pelosi avevano ipotizzato che stessero usando il monitor — che avrebbero dovuto trasmettere le immagini di Del Gaudio — per guardare la partita: in campo c’erano Juve e Milan. Il match è iniziato alle 20.46 ed è terminato alle 22.34. Del Gaudio ha iniziato a «comportarsi in maniera anomala» alle 21.37 (i video documentano che non indossa i pantaloni del pigiama), per poi mostrare le sue intenzioni suicide alle 22.18 (si alza dal letto con il cappio al collo). Gli agenti si accorgono che è morto alle 22.48, 12 minuti dopo la fine della sfida calcistica. «L’ipotesi — scrive il Tribunale — non è stata dimostrata in dibattimento, ma anche fosse stata provata sarebbe comunque un elemento neutro». In sostanza, per il giudice non è importante cosa stessero facendo gli agenti: «il dato certo è che non hanno sorvegliato in modo adeguato, come avrebbero dovuto». «La morte di Del Gaudio si sarebbe potuta evitare — si legge nel documento —, qualora gli imputati avessero adempiuto al loro dovere». E ancora: «Nessuno ha notato o riferito comportamenti allarmanti da parte della vittima, che ha potuto agire indisturbata per oltre un’ora nella realizzazione del proprio proposito suicidario e, in ogni caso, certamente per 13 minuti».