Raffaele Fogliamanzillo, 62 anni, padre e nonno. Uccide la moglie con 12 coltellate
Rimini , 23 Aprile 2022
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Omicidio Angela Avitabile a Rimini, il marito killer: “Non volevo uccidere mia moglie”
Le prime parole di Raffaele Fogliamanzillo che ha ammazzato la donna con sette coltellate in via Portogallo. Oggi l’udienza davanti al giudice
Un’altra notte in carcere. Poi, oggi, Raffaele Fogliamanzillo comparirà davanti al Gip del tribunale di Rimini per l’udienza di convalida. Racconterà la sua verità su quella lite con la moglie Angela Avitabile culminata in un delitto, di cui lo stesso 62enne, originario di Torre Annunziata, si è dichiarato responsabile. L’uomo si trova in cella ai ‘Casetti’ con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Ha ucciso la moglie, sua coetanea, con diverse coltellate – a quanto pare sette – di cui una fatale, alla gola. Poi è andato a costituirsi in Questura.
Ha spiegato di aver agito per gelosia, convinto che la donna lo avesse tradito con un altro uomo, il fratello del genero. Ma questa, secondo la tesi degli inquirenti, altro non è che un’ossessione senza fondamento, forse legata alla patologia di cui soffriva: una sindrome ansiosa-depressiva, disturbi per i quali l’uomo era seguito dal centro di igiene mentale di Rimini e per i quali assumeva farmaci.
“L’ho uccisa perché mi aveva dato del ‘cornuto’, mi tradiva da nove anni” ha raccontato Fogliamanzillo agli inquirenti. Nella giornata di venerdì il 62enne ha ricevuto la visita in carcere del suo legale, l’avvocato Viviana Pellegrini. “Angela è morta per davvero?” ha chiesto alla professionista. Lui stesso avrebbe raccontato agli inquirenti di non sapere cosa gli fosse passato per la testa in quel momento, di aver sperato che la moglie non fosse morta, che se potesse tornare indietro non l’amazzerebbe. La realtà dei fatti è però un’altra: Angela Avitabile è morta, vittima di un brutale femminicidio che si è consumato nella serata di venerdì in un appartamento di via Portogallo (video). “L’ho uccisa perché mi tradiva” ha insistito il marito, ed è questa la tesi che lui continua a portare avanti.
L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratorePaolo Gengarelli. Fogliamanzillo sarà sottoposto a una perizia psichiatrica. La Procura ha nominato il medico legale Filippo Pirani che si occuperà di effettuare l’autopsia sul corpo della vittima: l’esame sarà effettuato nella giornata di domani. Intanto è stata sentita anche la figlia della coppia.
Come detto, Raffaele sospettava che la moglie, con la quale era sposato da quarant’anni, avesse un flirt clandestino con un altro uomo più giovane di lui, il fratello del genero.
Un primo campanello d’allarme c’era stato il 30 settembre scorso, quando la futura vittima aveva chiamato i carabinieri lamentando di essere stata aggredita. Alla fine di febbraio la donna si era presentata nuovamente dai militari dell’Arma per presentare denuncia per minacce. Nei confronti del 62enne era stato aperto, d’ufficio, un fascicolo per maltrattamenti in famiglia e il 4 aprile scorso la donna era stata sentita dai militari, ai quali però aveva confermato che da allora il marito non si era più reso protagonista di episodi di aggressività.
Poi il delitto, commesso con un coltello a serramanico che a Fogliamanzillo era stato regalato proprio dalla moglie. Le indagini appureranno i fatti e faranno chiarezza su ciò che è accaduto realmente e non solo nella mente dell’omicida reo confesso. “La violenza sulle donne non è un fatto privato, ma coinvolge ognuno di noi” le parole di Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna.
“Voglio andare al cimitero per chiedere scusa ad Angela”
Il marito della donna uccisa con dodici coltellate: “Fatemi portare un fiore sulla sua tomba”
Vi prego, lasciatemi uscire per andare a trovare Angela. E’ la donna che ho sposato, e che ho sempre amato. Voglio andare sulla sua tomba per portare un fiore e chiederle scusa”. Raffaele Fogliamanzillo lo ha ripetuto come un mantra al suo avvocato, Viviana Pellegrini, che ieri mattina gli ha fatto visita in carcere, dove è rinchiuso dal 22 aprile scorso.
Il 62enne non si rassegna: vuole a tutti i costi portare l’ultimo saluto alla donna che ha ucciso con dodici coltellate (di cui due, fatali, alla gola) nella cucina dell’appartamento della figlia in via Portogallo. Nei giorni scorsi l’uomo aveva chiesto anche di poter prendere parte ai funerali della moglie, Angela Avitabile, celebrati venerdì mattina nella chiesa Regina Pacis di Bellariva.
Non è escluso che nei prossimi giorni possa essere avanzata una richiesta di perizia psichiatrica per Fogliamanzillo. Richiesta che potrebbe essere avanzata tanto dall’avvocato della difesa quanto dalla Procura, che ha incaricato il sostituto procuratore Luca Bertuzzi di occuparsi delle indagini. Ben pochi i dubbi sulla dinamica: è stato infatti lo stesso Raffale a presentarsi in Questura la notte del 22 aprile e a confessare il delitto ai poliziotti della Squadra mobile.
Agli inquirenti il 62enne ha detto di aver agito perché accecato dalla gelosia, spettando un tradimento da parte della moglie. Circostanza che pare, almeno stando ai primi rilievi, priva di fondamento. L’uomo, infatti, soffriva di sindrome ansiosa depressiva, con sintomi di bipolarismo. Disturbo per il quale era seguito dal Centro di igiene mentale dell’ospedale Infermi di Rimini, che pare ne avesse proposto il ricovero in una struttura specializzata. Il trasferimento però era stato posticipato per consentirgli di sottoporsi ad un intervento alla cataratta. Fogliamanzillo era stato denunciato dalla moglie a febbraio, dopo l’ennesima scenata di gelosia che l’aveva convinta a chiamare i carabinieri. I militari dell’Arma erano però già intervenuti nella palazzina di via Portogallo, dove la coppia abitava in un appartamento attiguo a quello della figlia, nel settembre dello scorso anno. Ad inizio aprile i carabinieri erano tornati a far visita ad Angela, ma quest’ultima li aveva rassicurati sul fatto che il marito non si era più reso protagonista di altre sfuriate.
Femminicidio di Rimini, la perizia: il marito incapace di intendere
Angela Avitabile fu uccisa da Raffaele Fogliamanzillo (reo confesso) il 23 aprile 2022: se la perizia fosse confermata non potrebbe essere condannabile. La famiglia ha nominato un proprio consulente
«Raffaele Fogliamanzillo era incapace di intendere e di volere quando ha ucciso sua moglie».Il femminicidio di Angela Avitabile, sessantadue anni, uccisa dal marito suo coetaneo risale alla serata dello scorso 23 aprile. Nella mattinata di ieri, martedì 4 ottobre a Rimini si è celebrata la prima udienza dell’incidente probatorio: il professore Renato Ariatti incaricato di eseguire una perizia psichiatrica sull’imputato dalla Procura ha stabilito che il killer reo confesso era incapace di intendere e di volere ma in grado di partecipare al processo.
Per comprendere la genesi dell’incidente probatorio vanno ripercorse tutte le tappe sin dalla sera del femminicidio. Era la sera di venerdì 23 aprile e, dopo un violento litigio, Fogliamanzillo aveva ferito a morte con un coltello a serramanico la moglie Angela Avitabile. Pochi minuti dopo era uscito di casa per raggiungere la Questura e costituirsi al cospetto degli agenti, non prima di aver avvertito la figlia di quanto accaduto. Anche perché i nipotini della coppia dormivano nella stanza vicina a quella in cui la moglie era stata assassinata. Tutto succedeva a Rimini. In quella stessa notte davanti agenti Fogliamanzillo non esitò a confessare. «L’ho uccisa perché mi insultava – ha detto- ma non so perché. Mia moglie mi tradiva».
Le ragioni della perizia. La coppia, originaria di Napoli, viveva a Rimini da anni. Fogliamanzillo negli ultimi tempi era convinto che la moglie lo tradisse. Pare con un parente. Un’ipotesi di cui gli inquirenti non hanno trovato alcun riscontro. Anzi, la gelosia feroce e immotivata del sessantaduenne sarebbe indotta da un disturbo psichico molto grave di cui Fogliamanzillo soffre da tempo e per cui è stato seguito dal centro di salute mentale di Rimini. «L’ho fatto per gelosia, perché sono convinto che mi tradisse e lei stessa mi provocava», aveva detto più volte al cospetto degli inquirenti, della Polizia e del pm di turno Paolo Gengarelli. Eccole, in sintesi, le ragioni alla base della decisione della Procura di procedere con una perizia psichiatrica. Quella stessa sera fu arrestato e condotto in carcere, ai «Casetti» di Rimini dove si trova tuttora. Di Angela Avitabile si sa che rifiutò il trasferimento in una struttura protetta per tutelarsi dal marito. Risale invece al 30 settembre del 2021 un tentativo di aggressione da parte del marito alla donna. Quel giorno nella casa dei coniugi si presentarono i carabinieri, ma la sessantaduenne scelse di non intraprendere le vie legali.
La «controperizia». La figlia e la nipote si sono costituite parte civile al processo. L’incidente probatorio, per la cronaca, non è ancora terminato. I legali che le difendono, Milena Montemaggi e Aidi Pini, hanno nominato un consulente di parte che possa esprimere un proprio parere sulla perizia effettuata dallo psichiatra Renato Ariatti. Fogliamanzillo era davvero incapace di intendere e di volere? L’unica certezza è che se sarà dichiarato tale non potrà essere condannato per l’omicidio che ha confessato. Quello di Angela Avitabile fu il primo di tre femminicidi che si consumarono a Rimini tra la primavera e l’inizio della scorsa estate. Giovedì 19 maggio fu uccisa una quarantaseienne di origine peruviana, Noelia Rodriguez, ammazzata – e sempre a coltellate – dal compagno Maximo Aldana dela Cruz un cinquantatreenne della stessa nazionalità. Nella notte tra il 24 e il 25 giugno fu assassinata Cristina Peroni dal compagno Benedetto Vultaggio.
Uccise la moglie a coltellate a Rimini, la figlia: “Non è più mio padre”
“Per noi lui non è più padre“. Parole piene di commozione, sussurrate al microfono, mentre gli occhi quasi si riempiono di lacrime. Anna è la figlia di Angela Avitabile, la donna di 62anni massacrata a coltellate dal marito Raffaele Fogliamanzillo, suo coetaneo, in una palazzina di via Portogallo. Davanti al pubblico del Grand Hotel di Rimini, in occasione del penultimo incontro della rassegna “La Terrazza della Dolce Vita”organizzata da Simona Ventura e Giovanni Terzi, ospite di una serata dedicata al tema della violenza sulle donne e dei femminicidi, Anna ha ripercorso le ore piene di angoscia di quel 22 aprile del 2022, quando l’uomo che l’ha cresciuta ha colpito per undici volte la moglie fino a toglierle la vita.
“Non dimenticherò mai quella sera. Io ero al lavoro, mia mamma si prendeva cura dei miei figli nel mio appartamento, mentre mio padre era in quello di fronte. Alle 21.42 ho ricevuto una chiamata. Era lui. Mi ha detto: ‘ Vai a casa, ho ucciso la mamma’. Nulla lo ha fermato, nemmeno la presenza dei nipoti”.
Il processo a carico di Fogliamanzillo è cominciato il 5 giugno scorso davanti alla Corte d’Assise. L’autore del femminicidio si trova attualmente detenuto in una Rems, una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Era seguito dal Centro di igiene mentale per una sindrome ansiosa depressiva in soggetto bipolare e in passato i suoi comportamenti aggressivi avevano già spinto le forze dell’ordine ad intervenire nell’abitazione di via Portogallo. Sul palco della “Terrazza Dolce Vita” anche Elisabetta Aldrovandi, garante per la tutela delle vittime di reato, che ha raccontato delle minacce e dei tentativi di intimidazione ricevuti, e il questore di Rimini, Rosanna Lavezzaro. “Nei primi due mesi e mezzi dal mio insediamento si sono verificati in città tre femminicidi. Questo mi ha spinto ad affrontare il tema con grande convinzione e a lavorare tantissimo per la messa a punto di soluzioni. Molto è stato fatto, ma molto ancora resta ancora da fare su un fronte così delicato”.