Paolo Cugno, 26 anni, operaio, padre. Uccide la compagna con 20 coltellate e la getta in un pozzo. Condannato a 30 anni con rito abbreviato, muore di infarto in carcere
Siracusa, 18 Marzo 2018
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“L’ho uccisa io”, confessa il compagno di Laura (AdnKronos – 19 marzo 2018)
E’ crollato dopo un lungo interrogatorio nella tarda serata di ieri, Paolo Cugno, il giovane accusato di avere ucciso a coltellate e poi gettato in un pozzo artesiano il cadavere di Laura Petrolito, 20 anni, la ragazza di Canicattini Bagni, piccolo centro del siracusano. Il giovane, che è anche il padre del bimbo di 8 mesi, avuto dalla vittima, ha confessato l’omicidio nella caserma dei carabinieri, indicando anche il luogo in cui aveva gettato il coltello usato per il delitto. L’uomo è stato trasferito in carcere.
Secondo gli investigatori che coordinano l’inchiesta, sarebbe stata la gelosia il movente dell’omicidio. Il giovane ha confessato di avere ucciso Laura al culmine di una lite, e di avere poi gettato il corpo nel pozzo. “Sembra che l’uomo abbia agito per gelosia“, nell’ambito di un “rapporto di coppia travagliato contrassegnato da un rapporto fatto di numerosi litigi”, spiega ai giornalisti il Procuratore capo di Siracusa, Francesco Paolo Giordano. L’interrogatorio è durato quasi dieci ore.
“La confessione non è stata immediata – dice ancora Giordano – ci sono state delle aperture progressive e poi delle tecniche di convincimento, assolutamente legittime. Non abbiamo fatto pressioni o condizionamenti, come accade spesso in questi casi la nostra esperienza ci insegna che la confessione va di pari passo con la presa di coscienza del soggetto. Perché prima c’è un momento di freddezza e di emozione, quando ci si rende conto di quello che si è fatto, allora la cosa più conveniente è la collaborazione”.
L’autopsia sul cadavere verrà eseguita domani mattina. Secondo il medico legale Francesco Coco, che ha eseguito la prima ispezione cadaverica, Paolo Cugno avrebbe inferto alla compagna “almeno 6 coltellate“, al collo e al petto, e avrebbe poi cercato di nascondere il corpo. “Il giovane ha tentato di nascondere il corpo della ragazza e di farne perdere le tracce – dice il Comandante provinciale dei Carabinieri di Siracusa, il colonnello Luigi Grasso – ma il corpo è rimasto incastrato e questo ha reso più facile il ritrovamento della ragazza”.
A lanciare l’allarme sulla sparizione della ragazza, che aveva anche un altro figlio di 3 anni e mezzo avuto da una precedente relazione, sono stati i familiari della donna, “a partire dal padre – dice ancora l’ufficiale dei Carabinieri – e poi gli altri familiari” nella tarda serata di sabato, quando sono iniziate le ricerche di forze dell’ordine e volontari. Ieri la macabra scoperta. E nella notte la confessione del giovane.
Uccise la mamma di suo figlio: 30 anni a Paolo Cugno per il femminicidio di Laura Petrolito (ialmo – 5 aprile 2019)
Ieri la sentenza, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, per i drammatici fatti avvenuti nel marzo 2018. Intervista ad Elena Salemi, legale del Centro Antiviolenza Ipazia di Siracusa, che dice: “Dall’assassino nessun segno di pentimento”
La Gup del Tribunale di Siracusa, Carla Frau, ha condannato a 30 anni di reclusione, colpevole di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, Paolo Cugno, l’operaio ventisettenne di Canicattini Bagni reo confesso del femminicidio di Laura Petrolito, la mamma 20enne, anche lei di Canicattini Bagni, uccisa a coltellate e poi gettata in un pozzo artesiano nel marzo 2018. Il figlioletto di Laura e Paolo aveva 8 mesi al momento del delitto. Al processo, celebrato ieri mattina con rito abbreviato, la Giudice ha sostanzialmente accolto la richiesta del Pm, Marco Dragonetti che aveva chiesto 30 anni per via del rito abbreviato, concedendo le attenuanti generiche, ritenute però subvalenti rispetto alle aggravanti.
La vicenda risale alla notte tra sabato 17 e domenica 18 marzo dello scorso anno, quando a dare l’allarme per la scomparsa di Laura fu il padre che, conoscendo i continui dissapori tra la figlia e il genero, non riuscendo più a contattarla al cellulare rimasto muto, intorno alle dieci avviò le ricerche della giovane chiedendo aiuto al padre di Paolo Cugno. I due uomini e i militari dell’arma, nel frattempo avvertiti, proseguirono sino dalle vie del piccolo centro ibleo e ai campi vicini. Poi, nelle campagne di Stallaini, e più precisamente in contrada “Traditusu”, a circa quattro chilometri da Canicattini, la terribile scoperta del corpo della giovane vittima, all’interno del pozzo scoperto dai carabinieri.
Laura era stata uccisa con almeno sei coltellate inferte al collo e al petto, queste le conclusioni del medico legale Francesco Coco, e poi nascosta in un anfratto di circa 30 centimetri. Alcune ore dopo i carabinieri avrebbero posto in stato di fermo il ventisettenne compagno della vittima, reo confesso del femminicidio. A difendere Paolo Cugno,l’avvocato Giambattista Rizza che, sin dalle prime fasi del procedimento, ha sostenuto l’incapacità di intendere e di volere del proprio assistito, motivazione in seguito alla quale l’operaio canicattinese è stato sottoposto a due perizie pschiatriche, la prima nel giugno ’18 in occasione dell’incidente probatorio, dalla quale Cugno è risultato assolutamente capace di intendere e di volere.
Infarto in cella: così è morto Paolo Cugno, l’assassino di Laura (la Sicilia – 4 ottobre 2022)
Aveva 32 anni ed era stato condannato a 30 per l’omicidio della sua compagna. Disposta l’autopsia
E’ stata disposta l’autopsia su Paolo Cugno, 32 anni, trovato morto nella cella nel carcere palermitano di Pagliarelli. La morte è avvenuta per arresto cardiocircolatorio. L’uomo si sarebbe alzato dal letto svenendo e non si è più ripreso. Il giovane di Canicattini Bagni a marzo era stato condannato a trent’anni di carcere (conferma Cassazione) per il femminicidio della sua compagna 20enne Laura Petrolito nel marzo 2018. Il pubblico ministero Claudio Camilleri ha disposto l’autopsia sul cadavere del giovane. Il detenuto si trovava nel carcere palermitano del 2020.