Laura Petrolito, 20 anni, mamma. Uccisa dal compagno con 20 coltellate e gettata in un pozzo
Siracusa, 18 Marzo 2018
Titoli & Articoli
Femminicidio Siracusa, Laura Petrolito non è morta per caso (il Fatto Quotidiano – 20 marzo 2018)
Il 18 marzo Paolo Cugno ha sferrato sei coltellate alla moglie Laura Petrolito e poi l’ha gettata in un pozzo artesiano. Secondo il blog “In quanto donna” sarebbe la diciassettesima donna uccisa nel 2018. E ieri si è aggiunta anche Immacolata Villani, assassinata dal suo ex marito Pasquale Vitiello a Terzigno, che stamani si è tolto la vita.
Quello di Laura (come quello di Immacolata) è un femminicidio ma i cronisti descrivono ancora il crimine come frutto di un raptus, adoperando le stesse parole con cui l’assassino ha giustificato il suo gesto: “E’ stato un raptus di gelosia“. Gli inquirenti invece parlano (così riportano alcune testate) di “classico delitto d’impeto” (vedi delitto passionale), di “rapporto travagliato segnato da frequenti litigi”, di “tasso di gelosia elevato”, di “violenza progressiva e progressione della violenza” di “fantasmi di gelosia”.
In alcuni articoli si legge di un amore litigioso ma nulla di cui preoccuparsi (i soliti vicini di casa). Altri quotidiani riportano la testimonianza di una zia di Laura che rivela invece come Paolo Cugno avesse picchiato la nipote più volte. Altri ancora che Laura fosse già tornata a casa dal padre.
Allora quella relazione era tutt’altro che un “amore travagliato” con qualche litigio di poca importanza. E no. Laura non è morta quasi per caso durante una passeggiata nei campi, inciampando in un destino inevitabile, perché la violenza non è frutto di “progressione” autonoma ma è una scelta di chi la commette.
Quello che è stato narrato andrebbe tradotto così: Paolo Cugno era un uomo violento, già denunciato in passato per aver minacciato un uomo con una motosega. Ha ucciso Laura e il contesto è quello di una relazione dove c’era maltrattamento e in più occasioni Laura aveva cercato di sottrarsi andando qualche volta a rifugiarsi a casa del padre. Non si sa ancora se Laura avesse chiesto aiuto a qualcuno e se avesse trovato le parole per dire le violenze che subiva. Dicono che non avesse mai denunciato.
Ci si aspetta sempre dalle donne che subiscono violenza una piena consapevolezza anche se poi non la si trova nei luoghi dove si dovrebbe sapere che cos’è la violenza contro le donne, come viene agita. Laura era cresciuta in una cultura che, nei luoghi istituzionali come nelle strade e sulle pagine della cronaca, vela le parole e fa scendere sulla violenza contro le donne un sipario di non detti e di narrazioni tossiche. Si chiama controllo e potere, non “gelosia”. Si chiama femminicidio non “classico delitto d’impeto”. Non ha nulla di “classico” ma è criminale.
(di Nadia Somma)
La madre della giovane Laura Petrolito uccisa a Siracusa: “Non ho abbandonato mia figlia. Ci siamo viste all’insaputa del padre” (HuffPost – 20 marzo 2018)
“Mi è stata strappata 18 anni fa quando era piccola e adesso una seconda volta per mano di un assassino”
A pochi giorni dal dramma, parla Angela Conti, la madre di Laura Petrolito, uccisa dal compagno con venti coltellate e gettata in un pozzo di Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa.
“Dovete sapere la verità e la voglio gridare al mondo: io non ho abbandonato mia figlia. Mi è stata strappata 18 anni fa quando era piccola e adesso una seconda volta per mano di un assassino”. In una intervista al sito ‘Siracusa Oggi’, la donna racconta: “Io e mia figlia ci vedevamo, ci siamo frequentate in tutti questi anni. All’insaputa del padre. Sono stata presente, anche se per poco”. Laura Petrolito è cresciuta con il padre, Andrea, che si dispera per la morte della ragazza, madre di due bambini piccoli. “Non giudicatemi, non potete sapere il dolore immenso che stiamo provando io e le mie figlie – dice ancora Angela Conti – Stiamo soffrendo, non vedremo Laura mai più sorridere. Adesso è una meravigliosa stella. Non descrivetemi con cattiveria”.
Canicattini Bagni, un paese in lacrime per ricordare Laura Petrolito. Esplosione a casa Cugno (la Gazzetta Siracusana – 22 marzo 2018)
Un paese in lacrime per ricordare Laura Petrolito, la ventenne, madre di due bambini uccisa nella notte tra sabato e domenica dal suo compagno Paolo Cugno, che si trova in carcere. Canicattini si è fermata per dare il suo ultimo saluto a Lauretta come era conosciuta in paese. In chiesa madre, gremita, dove si è celebrato il funerale c’era in prima fila il padre di Laura, Andrea, che durante le esequie ha pure accusato un malore. A celebrare il rito funebre l’arcivescovo di Siracusa monsignor Salvatore Pappalardo, che ha invocato il Signore perché susciti il vero pentimento nell’animo di colui che si è macchiato del delitto, ma ha anche esortato il perdono di tutti gli altri.
Alla celebrazione erano presenti il prefetto Giuseppe Castaldo, il comandante provinciale dei carabinieri, Luigi Grasso, il sindaco di Canicattini, Marilena Miceli, il presidente del consiglio comunale, ed ex sindaco, Paolo Amenta, la giunta con il vicesindaco Domenico Mignosa, che è anche legale della famiglia Petrolito.
Mentre era in corso il corteo funebre della bara di Laura Petrolito si è registrata l’esplosione di un ordigno contro l’abitazione di Cugno, in via Roma. Il fragore si è sentito in tutto il paese. Sono in corso indagini da parte dei carabinieri.