Natalino Boscolo Zemello, 35 anni, ex pescatore disoccupato, ai domiciliari per tentata estorsione. Per anni massacra la moglie di botte e altre violenze, fino a che lei muore. Condannato a 30 anni senza attenuanti
Cavarzere (Venezia), 8 Agosto 2018
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Cavarzere, uccide la moglie di botte e poi chiama l’ambulanza
Ennesimo caso di femminicidio. I carabinieri della compagnia di Venezia hanno arrestato Natalino Boscolo Zemello, un ex pescatore disoccupato di 35 anni, per omicidio volontario. L’uomo, che non ha opposto resistenza al fermo, è stato accusato di avere ucciso a seguito di percosse la moglie, Maila Beccarello di 37 anni. Il presunto colpevole ha massacrato la vittima fino ad ammazzarla. Successivamente l’omicida è stato tradotto presso il carcere più vicino in attesa di ulteriori indagini sulla vicenda.
Natalino Bosco Zemello un ex pescatore di 35 anni, si trovava agli arresti domiciliari dal luglio del 2017 per il reato di tentata estorsione. Aveva da poco patteggiato una pena di un anno e otto mesi inflittagli, per avere tentato di estorcere del denaro ad un parente con una pistola giocattolo. In seguito, aveva ricevuto una somma di denaro a titolo di risarcimento, a causa di un incidente con un camioncino di cui era stato vittima. Secondo l’uomo a tale investimento aveva partecipato anche il congiunto a cui aveva tentato di spillare soldi. Da anni comunque, la coppia aveva diversi problemi familiari ma nulla che facesse presagire una tale tragedia. La donna non aveva mai effettuato una denuncia per maltrattamenti, nei confronti di quel marito che considerava comunque non più amoroso verso di lei. Ma non temeva certamente per la sua incolumità, affrontava la vita ogni giorno con amarezza.
L’omicidio. L’8 agosto scorso intorno alle 5 o 6 del mattino, un brutale raptus di follia è scattato in Natalino Bosco Zemello. Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’uomo ha percosso la moglie con una tale brutalità fino ad ucciderla. L’ha colpita ripetutamente fino a farle perdere anche del sangue. Poi preso forse dalla paura o dalla pietà ha chiamato l’ambulanza intorno alle 7. I sanitari del 118 sono giunti immediatamente sul luogo, ma ormai non c’era più nulla da fare: la donna era deceduta da poco.
L’arresto. I carabinieri della locale stazione sono giunti sul posto successivamente dopo i sanitari del 118.
La convivenza forzata. Il brutale assassinio di Maila Beccarello è avvenuto tra le 5 e le 6 del mattino dell’8 agosto scorso, in un piccolo appartamento di via Regina Margherita a Cavarzere, nel veneziano. I militari dell’arma, accertato il decesso hanno subito arrestato il marito per omicidio, l’uomo non ha opposto resistenza al fermo. Gli uomini della benemerita hanno rinvenuto nell’appartamento parecchie macchie di sangue estese, probabilmente la vittima ha tentato di sfuggire alla violenza dell’uomo più volte. L’omicida è stato tradotto presso il carcere di Chioggia a disposizione dell’autorità giudicanti. A tutt’ora sono ancora in corso ulteriori indagini sull’accaduto.
Femminicidio a Venezia, perché nessuno ha difeso Maila dal marito violento?
L’aggressione violenta subita da una donna a Cavarzere, in provincia di Venezia, ha rappresentato soltanto l’ultimo caso di una lista lunghissima di femminicidio. Lei, Maila Beccarello, 37 anni, ha finito infatti col rimetterci la vita, massacrata di botte dal marito appena uscito dal carcere. Gli inquirenti accorsi sul luogo del delitto hanno trovato il sangue della povera vittima sul pavimento e sui muri di casa, ma anche all’esterno dell’abitazione, nel giardino e sulle finestre. L’omicida èNatalino Boscolo Zemello, 35 anni, un energumeno della stazza di 150 chili. Contro la cui furia nulla ha potuto la povera Maila. L’omicida era detenuto agli arresti domiciliari per tentata estorsione, ed alle forze dell’ordine ha provato a giustificarsi dicendo che la moglie era caduta dalle scale. Ma la verità è sembrata ben altra fin da subito.
Femminicidio, ancora un caso che si doveva evitare. I due si erano sposati sette anni fa, nel 2011. Ma Maila questa relazione aveva cominciato a subirla, e non più a viverla con serenità come dovrebbe accadere in un matrimonio. Il cambiamento fisico protrattosi nel tempo ne è la testimonianza. Un tempo era davvero bella, ma man mano la donna vittima di questo orribile caso di femminicidio era divenuta fin troppo magra, con delle fosse nelle quali ospitare gli occhi ed altri segni fisici preoccupanti. Ed anche chi viveva la quotidianità della donna sapeva di questa cosa. Molto spesso su di lei spuntavano dei lividi sempre nuovi. Tutti causati da quel violento del marito. E lei nascondeva tutto dietro ad una scusa diversa, di volta in volta. Nel corso dell’ultimo anno è passata per cinque ricoveri al pronto soccorso, e cercava conforto su Facebook, con delle frasi pregne di disperazione.
Nessuno si è mai accorto di nulla, com’è possibile? Eppure i vicini di casa affermano di non essersi mai accorti di niente. Di non avere mai sentito urla, litigi e cose simili. Nessuno si è mai accorto di nulla. Perché? Forse perché Natalino incuteva troppa paura. E ci si chiede anche come mai l’uomo fosse stato tenuto ai soli arresti domiciliari. Infatti la sua natura aggressiva e violenta è un qualcosa che sembra più che evidente. Ed anche alcuni precedenti di violenza privata remano in tal senso. Tante cose sono andate come mai sarebbe dovuto capitare. Ed ora ci ritroviamo a fare la conta dell’ennesimo triste accadimento di femminicidio.
Era capace di intendere e volere il marito assassino di Maila
Può essere processato il 36enne che l’8 agosto 2018 uccise la moglie a pugni Lunedì l’udienza per discutere sulla perizia psichiatrica contestata dalla difesa
«Era capace di intendere e volere» Natalino Boscolo Zemello in quella terribile notte dell’8 agosto 2018, quando massacrò di pugni, colpendola anche con un bastone e un coltello, fino ad ucciderla, la moglie Maila Beccarello.
Lo ha stabilito la perizia medico legale firmata dallo psichiatra Carlo Schenardi, che ha sondato la mente dell’omicida su incarico del giudice Andrea Battistuzzi, stabilendo che Boscolo Zemello può affrontare il processo per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dal vincolo di parentela, dall’aver commesso il reato mentre era sottoposto a una misura alternativa (era ai domiciliari per una tentata estorsione) e dalla crudeltà, come contestato dal pubblico ministero Stefano Buccini.
Lunedì 30, si svolgerà l’udienza tra le parti proprio per discutere la perizia psichiatrica e decidere sul processo dell’uomo. «Noi siamo giunti a conclusioni in parte diverse», anticipa l’avvocato difensore Andrea Zamboni, che ha incaricato come consulente il medico legale Tiziano Meneghel.
Intanto, si parte da quelle dello psichiatra forense Carlo Schenardi, che – dopo aver incontrato più volte in carcere il 36enne, già seguito anni dal Centro di Salute mentale e tossicodipendente – lo ha inserito «nell’alveo dei disturbi di personalità (….) borderline » di tipo «narcisistico, istrionico e antisociale»; «incapace di provare sentimenti stabili e duraturi»; e «sostanzialmente privo della componente empatica, incentrato esclusivamente sulla soddisfazione dei propri desideri e istanze che vedono l’Altro solo come strumento funzionale al raggiungimento del proprio appagamento».
A proposito del matrimonio, Boscolo Zemello sostiene che Maila fosse «gelosissima (…) pur di non farmi andare via da quella casa andava a prendermi 15, 20, 25 grammi di cocaina». Ma per il medico legale, si tratta di evidenti «manipolazioni». Come la ricostruzione dell’omicidio da parte dell’indagato.
Tutti i familiari di Maila hanno raccontato che la donna subiva da anni, in silenzio, le aggressioni del marito. L’autopsia effettuata dal medico legale Antonello Cirnelli ha confermato la violenza omicida fatta di botte, colpi con un bastone o una spranga, con una lama. Ma nel ricostruire l’omicidio, Boscolo Zemello ripete la storia della lite scoppiata nella notte per colpa di un messaggio ricevuto su Facebook e la presunta gelosia di lei: «Io ho sbagliato involontariamente sotto l’effetto degli stupefacenti, mentre lei ha sbagliato ad aggredirmi con il tavolo (…) le ho dato due sberle e un pugno (…) non aveva tutti quei lividi che ho visto nella perizia». Poi ripete la storia di lei che sviene in bagno alla vista del sangue, sbattendo la testa. Manipolazioni, secondo il perito, che ritiene che neppure la cocaina abbia alterato quella notte la capacità di intendere e volere dell’uomo.
Massacrò la moglie a pugni e bastonate, la Cassazione conferma 30 anni
In serata la decisione dei giudici sul delitto di Cavarzere del 2018. Natalino Boscolo Zemello condannato in via definitiva per l’uccisione di Maila Beccarello
Nel giorno della Festa della Donna, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla difesa e dichiarato, così, definitiva la condanna di Natalino Boscolo Zemello a 30 anni di carcere per aver massacrato e ucciso la compagna Maila Beccarello.
«Non poteva esserci una diversa conclusione. Boscolo Zemello non meritava alcuna attenuante», commenta in serata l’avvocato di parte civile Francesco Schioppa. «In mezzo a questo guazzabuglio di brutte notizie che ci circondano, almeno questa dà molto conforto», gli fa eco l’avvocato Paolo Dalla Vecchia, «Siamo soddisfatti che la giustizia abbia confermato la condanna a 30 anni, a fronte di un tentativo estremo della difesa di chiedere la perizia psichiatrica per l’imputato. La famiglia di Maila, ora, è più serena». Ad aspettare la notizia con trepidazione, infatti, la famiglia di Maila, la zia Monica e la sorella Alice e le amiche, che in questi anni hanno seguito ogni udienza, chiedendo sempre giustizia per Maila. E giustizia è arrivata: in via definitiva.