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Massimo La Terra, 41 anni, disoccupato, padre. Pregiudicato per il tentato omicidio del padre, dopo anni di maltrattamenti strangola la moglie. Condannato a 20 anni con rito abbreviato, e 3 di libertà vigilata

Scicli (Siracusa), 14 Gennaio 2012


Titoli & Articoli

Strangola moglie davanti a figlia: fermato uomo nel Ragusano (Giornale di Sicilia – 14 gennaio 2012)
Al termine di una lunga  lite iniziata all’ora di pranzo un disoccupato, Massimo La  Terra, 41 anni, ha strangolato la moglie Rosetta Trovato 38  anni, davanti alla figlia di 15 anni. Avrebbe poi scaraventato  il corpo senza vita della consorte dalle scale della sua  abitazione di via Simeto, nel quartiere della Stradanuova a  Scicli nel ragusano.    L’uomo è stato fermato dai carabinieri. Nel 1999 era già  stato arrestato per avere tentato di uccidere il padre. Il  delitto è maturato in un contesto di disagio sociale. I motivi  dei dissidi con la moglie erano probabilmente causati da  problemi economici. Secondo una prima ricostruzione dei fatti,  La Torre dopo aver serrato le mani intorno al collo della  vittima nonostante la successiva caduta dalle scale, non si  sarebbe reso conto di averla assassinata tantò che è stato lui  stesso a chiamare il 118. Ma quando è arrivata l’autoambulanza  era già troppo tardi: i soccorritori non hanno potuto fare  altro che accertare il decesso della trentottenne.
Nel frattempo sono arrivati anche i carabinieri dopo la  telefonata dei vicini allarmati, dalle urla che provenivano  dalla casa. I militari hanno posto in stato di fermo l’uomo: per  lui l’accusa potrebbe essere di omicidio volontario. La  scientifica ha raccolto impronte digitali sulla scena del  crimine e sul corpo della donna. Stando a prime indiscrezioni,  pare che sul collo della vittima siano evidenti gli ematomi  lasciati dallo strangolamento, oltre a delle contusioni alla  testa e alle braccia provocate della caduta dalle scale. Gli  investigatori stanno verificando anche l’ipotesi che la signora  abbia perso l’equilibrio nel tentativo di divincolarsi dalle  mani del marito.
Determinante sarà la testimonianza della figlia quindicenne  per ricostruire quanto accaduto nell’abitazione. Le indagini  sono coordinate dal sostituto procuratore Gaetano Scollo.

 

Omicidio di Rosetta Trovato, i tormenti di Massimo La Terra su Facebook (Ragusa News – 15 gennaio 2012)
“18 anni, 3 mesi e 12 giorni di sofferenza: basta, chiudo la porta!” E’ il 24 novembre del 2011 e Massimo La Terra, nel suo italiano precario, sfoga la propria rabbia di uomo infelice su Facebook. Non sa che meno di due mesi dopo per lui si spalancheranno le porte del carcere di Piano del Gesù a Modica Alta, dove è ristretto, da sabato sera, in stato di fermo perché sospettato dell’omicidio, per strangolamento, della moglie, Rosetta Trovato. 41 anni lui, 38 lei, una figlia di 15. Quei diciotto anni di cui Massimo parla sul social network più amato sono forse quelli della loro unione?
I carabinieri e la Procura di Modica hanno acquisito anche i dati della bacheca Facebook per ricostruire il quadro probatorio che al momento ha un unico indiziato nell’omicidio della povera donna, trovata riversa nella sua abitazione, con segni evidenti sul collo, dai sanitari del 118 chiamati dai vicini di casa, dopo che il marito, sabato alle 14, aveva dato l’allarme: “Mia moglie non sta bene”. L’indiziato è Massimo, reduce da tre anni di carcere per il tentato omicidio del papà Angelo, avvenuto nel novembre del 1999. Massimo, disoccupato, tanto disinvolto nel raccontare le proprie frustrazioni su Facebook da scrivere, la notte di Capodanno, un “ti amo” e di un appuntamento alle 0,20 con un’altra donna, che non è sua moglie, non è la Rosetta mamma di sua figlia.
Cosa è successo sabato mattina? I due avevano, ancora una volta, litigato? E’ vero che l’uomo costringeva continuamente la moglie a dargli i soldi, minacciandola di violenze? E’ vero che qualche giorno prima di Natale con una sberla Massimo avrebbe fatto saltare un dente alla povera Rosetta? E che negli ultimi giorni l’avrebbe costretta a dormire a terra? Cosa hanno visto e sentito i vicini di casa di via Simeto, alcuni dei quali, secondo indiscrezioni, avrebbero invitato la donna a denunciare?
Oggi il professor Francesco Coco eseguirà l’autopsia sul corpo della donna, mentre Massimo, interrogato in carcere, ha taciuto. Su internet le testimonianze d’affetto per Rosetta: “Rosa, la mitica Rosa ben voluta da tutto il vicinato, sempre disponibile a dare una mano a chi ne avesse bisogno…Rosa stava seduta sempre sul gradino della porta d’ingresso, accanto al suo motore, ed è così che voglio ricordarla…Come si può pensare a un gesto così ingiusto nei confronti di una persona talmente buona…”. E un ex compagno di classe delle elementari aggiunge: “Sono incredulo davanti a questo gesto criminale del quale è stata oggetto la povera Rosetta. Sono stato compagno di scuola alle elementari di Rosa, una bambina umile, brava, disponibile, una donna schiva, riservata. Ti ricorderemo sempre, piccola Rosetta”.
Rosa lavorava presso diverse famiglie sciclitane occupandosi di faccende domestiche, e manteneva così la figlia e il marito. Lo stesso che ora dovrà spiegare, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, cosa è successo sabato a mezzogiorno nella sua casa. Quella casa da cui voleva fuggire, tanto, da aver lanciato un appello, qualche giorno fa, ancora una volta su Facebook: “Sto cercando una casa in affitto, per pochi soldi, chi lo sa me lo faccia sapere”.
Gli inquirenti hanno ascoltato la figlia quindicenne della coppia, che studia a Modica e non era presente al momento della tragedia. Anche il suo racconto sarà decisivo nella ricostruzione degli ultimi, concitati, momenti di vita, della mamma.
Massimo aveva una nuova relazione? Una nuova relazione, neanche tanto segreta. Sulla bacheca Facebook di Massimo La Terra potrebbero esserci gli elementi utili a ricostruire i motivi i nuovi dissapori con la moglie, che si spesso lamentava per lo stato di disoccupazione del marito. La donna era infatti l’unica a provvedere al sostentamento di Massimo e della figlia quindicenne, lavorando come domestica. Il presunto uxoricida, in stato di fermo, è stato sottoposto a un lungo e serrato interrogatorio ma gli investigatori hanno mantenuto il massimo riserbo in attesa di una conferenza stampa del procuratore della Repubblica Francesco Pulejo che potrebbe svolgersi lunedì 16.

Omicidio di Rosetta Trovato, l’amore di Massimo La Terra per Nina (Ragusa News – 16 gennaio 2012)
La figlia di Rosetta e di Massimo è andata a vivere coi padrini. Lì la quindicenne rimasta orfana di mamma ha trovato rifugio, mentre gli occhi di Scicli sono puntati sul padre, Massimo La Terra, ristretto, in stato di fermo di indiziato di delitto, per il presunto omicidio della moglie. L’autopsia sul corpo della povera Rosetta sarà eseguita martedì 17, alle 9,30, nell’obitorio dell’ospedale Maggiore di Modica, dal professor Francesco Coco, che già domenica ha operato un primo sommario esame autoptico, per verificare se l’ipotesi di strangolamento sia quella corretta ai fini della ricostruzione delle cause della morte della donna.
I carabinieri e il procuratore di Modica hanno più volte interrogato Massimo La Terra, mettendolo sotto torchio, sperando di chiuderlo in un angolino e ottenerne la confessione, ma senza esito. Massimo nega o tace. Ha scelto i suoi legali. Sono l’avvocato Franco Drago e Raffaele Rossino, entrambi di Scicli. Gli inquirenti intanto indagano sulla presunta relazione extraconiugale dell’uomo con una donna rumena, la “Nina” cui dichiara il proprio amore su Facebook. Tra gli oggetti passati al setaccio, e più ancora della bacheca del social network in grado di offrire prove, il telefonino dell’uomo, i messaggi inviati e quelli ricevuti. Lì vi sarebbero le tracce dell’insofferenza verso un menage familiare non più tollerato da Massimo, che  su Facebook del resto, non mancava di esternare le proprie angosce: “Cerco una nuova casa, a poco prezzo”, “diciotto anni di sofferenza, basta, chiudo la porta!”, sino al “Ti amo” per Nina, cui dà appuntamento a mezzanotte e venti, lo scorso trentun dicembre. In un messaggio pubblico. E i  carabinieri avrebbero rintracciato e interrogato Nina.
Quando Rosetta è morta in casa non c’era nessun altro se non il marito. E’ Massimo a dover spiegare perché Rosetta “si è sentita male”, come ha detto l’uomo ai vicini invitandoli a chiamare l’ambulanza. Tra le prime persone a vedere la madre senza vita la figlia dei due, di ritorno, sabato, alle 14,30 da scuola. La ragazza frequenta infatti le superiori a Modica. A differenza di quanto divulgato in un primo momento, non risponde a vero la notizia in base alla quale la donna sarebbe stata spinta lungo la tromba delle scale. L’omicida l’ha strozzata, e basta. Già, ma chi è l’omicida? Sul passato di Massimo pesano quei tre anni di condanna per il tentato omicidio del padre, avvenuto il 1 novembre del 1999, e poi una vita di tormenti, di buio: la disoccupazione, le continue richieste di denaro alla moglie, che lavorava facendo la domestica presso diverse famiglie sciclitane che avevano preso a cuore questo caso di disagio sociale. Un disagio profondo, che ha unito per un ventennio due vite infelici, insicure, fragili, dove l’amore e la violenza possono essere scambiate come un unico, grande equivoco. Il magistrato dovrà decidere se convalidare l’arresto, mentre l’autopsia fornirà ulteriori elementi di prova a carico di chi ha ucciso. Scicli si interroga oggi su come assicurare alla figlia di questa infelice unione un futuro per quanto possibile sereno, fatto di affetto e di amorevole protezione. 

 

 

Omicidio Rosetta Trovato, Massimo La Terra: Sono innocente. Resta in carcere (Ragusa News – 17 gennaio 2012)
“Non sono stato io a uccidere mia moglie”. Nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Sandra Levanti, al sostituto procuratore della Repubblica, Gaetano Scollo, e ai difensori Raffaele Rossino e Francesco Drago, Massimo La Terra ha negato tutto, dichiarandosi innocente. E’ durato un paio d’ore il racconto dei fatti dell’unico indagato per l’omicidio. “Non ero in casa quando mia Rosetta è morta”, ha dichiarato ai magistrati l’uomo, sottoposto da sabato pomeriggio a fermo di indiziato di delitto per l’omicidio della moglie, Rosetta Trovato. “Sono rientrato e ho visto che stava male, ho chiamato la vicina chiedendole di far venire un’ambulanza”, ha aggiunto l’uomo.
I legali di La Terra hanno perciò chiesto la remissione in libertà del 41enne, per mancanza di prove, opponendosi alla richiesta di convalida del fermo presentata dal sostituto procuratore. In mattinata, intanto, il professor Francesco Coco ha eseguito l’autopsia sul corpo di Rosetta Trovato, nell’obitorio dell’ospedale Maggiore di Modica. L’esito della perizia si conoscerà solo fra sessanta giorni, secondo i termini di legge. L’ipotesi su cui gli inquirenti lavorano, al momento, è quella dello strangolamento, così come rilevato dai sanitari che invano tentarono di soccorrere la povera donna, giunti nella casetta di via Simeto, al quartiere Stradanuova, alle 14,30 di sabato scorso.
I funerali di Rosetta si terranno mercoledì pomeriggio alle 15 in chiesa Madre. Nei prossimi giorni sarà ascoltata anche la figlia quindicenne della coppia, ancora in stato di choc. Sarà un carabiniere donna a chiederle di ricostruire i rapporti tra i genitori, e segnatamente il loro evolversi negli ultimi giorni, prima che la tragedia si consumasse. Oggi la città si stringerà attorno alla salma di Rosetta, in attesa che la giustizia faccia il suo corso e accerti le responsabilità.

 

Scicli, l’omicidio di Rosetta Trovato: il marito condannato a vent’anni (il Giornale di Sicilia – 21 dicembre 2012)
Massimo La Terra è l’uxoricida sciclitano che lo scorso 14 gennaio uccise la moglie di 38 anni, nell’abitazione di Via Simetoi. La sentenza emessa ieri dal Gup del Tribunale di Modica
Venti anni di carcere dovrà scontare Massimo La Terra, l’uxoricida sciclitano che lo scorso 14 gennaio uccise la moglie, Rosetta Trovato, 38 anni, nell’abitazione di Via Simeto a Scicli. La sentenza emessa ieri dal Gup del Tribunale di Modica, Maria Rabini, tiene conto dello sconto di un terzo della pena visto che il processo si è celebrato col giudizio abbreviato (ecco perché non si è tenuto davanti alla Corte d’Assise di Siracusa). L’uomo, difeso dall’avvocato Raffaele Rossino, dopo avere scontato la pena resterà in libertà vigilata per altri tre anni. Il pubblico ministero, Gaetano Scollo, aveva chiesto la condanna a trent’anni di prigione.
Nel processo erano costituiti parti civili la figlia minorenne della coppia attraverso il curatore speciale, Giuseppe Polara, nominato a suo tempo dal Gip su richiesta della Procura, con l’avvocato Ignazio Galfo, e i genitori con i fratelli della Trovato, rappresentati dall’avvocato Concetta Drago. Proprio quest’ultima ha prodotto un’arringa molto accorata e, a tratti, anche commovente. Il Gup, in questo senso, ha concesso ai familiari rappresentati dall’avvocato Drago una provvisionale di quarantamila euro, mentre ha disposto per tutte le parti civili il risarcimento danni che sarà quantificato in separata sede.


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