Massimo Cannone, 45 anni, tappezziere, padre. Uccide la moglie con una coltellata, poi va a bere una birra. Ergastolo
Lentini (Siracusa), 12 Marzo 2022
Titoli & Articoli
Omicidio Naima Zahir, condannato all’ergastolo il marito: la uccise con una coltellata mentre riposava (FanPage – 5 aprile 2023)
Ergastolo a Massimo Cannone, il 45enne di Lentini che un anno fa ha ucciso a coltellate la moglie, Naima Zahir, colpendola mentre era a letto.
È stato condannato all’ergastolo Massimo Cannone, il 45enne che il 12 marzo 2022 ha ucciso con una coltellata la moglie, Naima Zahir, nella loro casa di Lentini, in provincia di Siracusa. La donna fu colpita mentre era a letto distratta dal cellulare e dalle cuffie che non le permisero di sentire l’arrivo del marito.
A poco più di un anno dall’omicidio, la Corte d’assise di Siracusa ha condannato il tappezziere al massimo della pena e al pagamento di una provvisionale di 160 mila euro per le parti civili: madre, tre fratelli e una zia della vittima, che si sono costituite con l’avvocato Giuseppe Cristiano.
Inizialmente l’uomo raccontò di essere rientrato a casa e di aver trovato la moglie sul letto ormai priva di vita: “Secondo me ha fatto tutto da sola”, disse. Secondo la polizia stava programmando di lasciare Lentini. Poi messo alle strette dagli inquirenti confessò di aver colpito Naima al collo approfittando proprio del fatto che la donna fosse distratta dal cellulare.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della squadra mobile, guidati dal dirigente Gabriele Presti, Cannone si sentiva oppresso dalla moglie, e per questo l’avrebbe uccisa: “Con lei mi sentivo costretto agli arresti domiciliari”, le parole dell’uomo durante la sua confessione. Cannone era accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi, minorata difesa e premeditazione.
Zahir, originaria del Marocco ma da anni residente nella cittadina del Siracusano, era sposata con Cannone da 25 anni. La sera dell’omicidio i due avrebbero cenato con due pizze surgelate mangiate insieme al figlio, poi dopo aver colpito a morte la moglie lo stesso 45enne andò a bere una birra e poi dal fratello a cui avrebbe raccontato di avere trovato la donna senza vita appena rincasato. Una versione poi smentita.
Lentini. Naima Zahir pugnalata a morte, il marito condannato all’ergastolo (Libertà – 6 aprile 2023)
La Corte d’Assise di Siracusa ha condannato all’ergastolo Massimo Cannone, 45 anni, tappezziere
Il tappezziere lentinese Massimo Cannone di 45 anni, reo confesso dell’omicidio della moglie, Naima Zahir, uccisa con una coltellata, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise di Siracusa. L’omicidio avvenne nella loro abitazione di Lentini il 12 marzo dello scorso anno. Cannone è stato condannato a pagare una provvisionale di 160 mila euro per le parti civili: madre, tre fratelli e una zia della vittima, che si sono costituite con l’avvocato Giuseppe Cristiano.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della squadra mobile, guidati dal dirigente Gabriele Presti, Cannone si sentiva oppresso dalla moglie. E così, al culmine della sua rabbia, avrebbe approfittato della distrazione della donna che era sul letto e aveva gli auricolari, per infliggerle una coltellata mortale.
Al processo si sono costituiti parte civile la madre, due sorelle e il fratello di Naima con il patrocinio degli avvocati Giuseppe Cristiano e Letizia Grasso. I familiari della vittima sostengono che Cannone abbia agito con premeditazione e odio per quell’insano gesto con cui ha colpito a morte la moglie, stesa inerme sul letto ad ascoltare musica.
I fatti traggono origine dalla segnalazione pervenuta presso la S.O. del Comm.to di P.S. di Lentini. A dare l’allarme sarebbe stato il cognato che ha raccontato agli operatori del 112 N.U.E che a casa del fratello vi era il corpo della donna ormai esanime. Purtroppo, nonostante il tempestivo intervento del personale sanitario del 118, nulla c’è stato da fare per la vittima.
La brutalità e l’efferatezza dell’episodio delittuoso sono stati poi rivelati anche grazie alle attività investigative di carattere tecnico esperite dalla Squadra sopralluoghi del Gabinetto Regionale di polizia Scientifica che ha operato in sinergia con il personale della Questura di Siracusa. Infatti, le immediate attività investigative hanno permesso di evidenziare fin da subito che la scena del crimine era stata inquinata proprio ad opera di colui che, due giorni dopo, sarebbe stato fermato poiché ritenuto responsabile del brutale omicidio. Dalla primissima ricostruzione dei fatti, sia per le modalità dell’azione, che per le evidenze assunte, è emerso trattarsi, necessariamente, di un fatto intra-familiare. Tra i primissimi sospettati, infatti, c’era proprio lui, il marito della vittima.
L’esame autoptico, eseguito durante la convalida di fermo a carico di Cannone, gli accertamenti scientifici di laboratorio e la dinamica dell’uccisione scaturita dall’analisi della posizione del corpo della vittima hanno confermato l’ipotesi di omicidio, escludendo in tal modo eventuali eventi autolesionistici, incluso il suicidio.
Il singolare racconto dell’uomo è stato chiaramente confutato dalle risultanze probatorie emerse a seguito di serratissime indagini coordinate dalla Procura della Repubblica che hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo che stava, tra l’altro, progettando di darsi alla fuga. Il tappezziere Massimo Cannone avrebbe ucciso la donna con un coltello da cucina con una lama lunga circa 20 centimetri.