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Luigi Leonetti, 51 anni, guardiano di rimessaggio, padre. Uccide a coltellate la moglie davanti ai figli

Andria , 28 Novembre 2023


Titoli & Articoli

Accoltella a morte la moglie davanti ai figli di 6 e 11 anni (l’Arena – 29 novembre 2023)
L’ha colpita più volte all’addome e al torace con un coltello. Poi ha chiamato il 118 e ha detto: «Ho ucciso mia moglie». L’ennesimo omicidio di una donna per mano del marito si è consumato ad Andria, nel nord Barese, ieri 28 novembre, nella casa in cui la coppia viveva con i due figli di 6 e 11 anni, all’interno di un rimessaggio. I figli avrebbero assistito all’omicidio.
La vittima, Vincenza Angrisano, aveva 42 anni e lavorava nelle vendite di prodotti per la casa. Suo marito, Luigi Leonetti, poco più grande di lei, lavorava come guardiano nel rimessaggio che si trova a ridosso della strada provinciale 231, a tre chilometri dal centro cittadino. Quando gli operatori sanitari hanno risposto alla telefonata del marito, hanno sentito anche urla di bambini e hanno avvertito subito i carabinieri che indagano sull’accaduto coordinati dalla Procura di Trani. Leonetti è stato trattenuto in caserma. Secondo quanto riferito da una collega della vittima, Vincenza «voleva cambiare casa perché lui la trattava male: ultimamente tra loro due le cose non andavano bene». «Era la mia responsabile – aggiunge – e quando ho saputo che era stata accoltellata a morte sono voluta venire qui», a casa di Vincenza, «per capire se davvero fosse lei». Uno dei fratelli di Leonetti ha raggiunto l’abitazione con un altro fratello e la moglie, per prendersi cura dei figli di Vincenza e Luigi. «Ci ha fatto vergognare – ha detto, precisando di non parlare con Luigi da un anno – ha rovinato la famiglia». «Quanto accaduto ad Andria – commenta l’assessora al Welfare della Regione Puglia, Rosa Barone – con l’ennesima donna uccisa dal marito all’interno della sua abitazione, ci addolora immensamente. Una famiglia distrutta e un’altra vita spezzata. Un femminicidio compiuto a tre giorni dalla giornata internazionale per il contrasto alla violenza sulle donne, in cui tanta è stata l’attenzione su questo fenomeno e alta è stata la partecipazione a cortei e manifestazioni. Tutto questo non basta. Continueremo a confrontarci con le responsabili dei centri antiviolenza per capire come poter agire per essere ancora più incisivi».

 

Vincenza uccisa dal marito davanti ai figli in cucina, rabbia dei familiari: “È la nostra vergogna” (FanPage – 29 novembre 2023)
La coppia di Andria aveva festeggiato i 14 anni di matrimonio nel settembre scorso ma da circa un mese i due pare vivessero come separati in casa. Secondo quanto ricostruito finora dai carabinieri, Luigi Leonetti ha ucciso la moglie Vincenza Angrisano al culmine dell’ennesima lite in casa.
“Ci ha rovinato la vita. È la nostra vergogna”, è tanta la rabbia dei familiari di Luigi Leonetti, l’uomo che ieri che ha ucciso la moglie Vincenza Angrisano nella casa di famiglia ad Andria davanti ai figlioletti prima di chiamare i carabinieri e confessare il delitto. Dopo aver ucciso a coltellate la donna di 42 anni, l’uomo ha telefonata sia al 112 sia ai parenti più stretti, confessando subito quanto appena avvenuto. “Mi ha telefonato ma non ho risposto perché stavo lavorando. Chissà se l’aveva già uccisa”, ha dichiarato uno dei fratelli del 51enne che è accorso sul posto insieme agli altri parenti dopo aver appreso la terribile notizia. Ora tutti loro sono preoccupati per i bambini in tenera età della coppia che in un attimo hanno perso per sempre la loro mamma per mano del padre che ora è in carcere. I due piccoli erano in casa al momento dei fatti e ora sono stati presi in consegna dagli psicologi del centro traumi della Asl Bat.
All’arrivo dei carabinieri nella casa a ridosso della provinciale 231, a tre chilometri dal centro cittadino, Luigi Leonetti era lì ad attenderli. Avrebbe farfugliato alcune parole e assistito ai primi rilievi prima di essere portato in caserma e sottoposto a fermo per omicidio. Nell’abitazione i militari hanno rinvenuto anche la presunta arma del detto, un coltello sporco di sangue. Saranno gli accertamenti scientifici disposti dalla Procura di Trani a confermare che si tratti di quella usata per il delitto. Come ricostruito dai militari della sezione investigativa scientifica che hanno svolto i rilievi nell’appartamento, un edificio attiguo al rimessaggio di cui Angrisano era custode, la vittima era riversa a terra in una pozza di sangue in cucina con diverse ferite all’addome e al torace. La salma della 42enne è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria che disporrà l’autopsia. Secondo quanto ricostruito finora dai carabinieri coordinati dalla Procura di Trani, il delitto sarebbe avvenuto al culmine dell’ennesima lite tra la coppia. Lui avrebbe afferrato un coltello colpendola più volte fino alla morte.
Vivevano da separati in casa dopo 14 anni di matrimonio
La coppia aveva festeggiato i 14 anni di matrimonio nel settembre scorso quando lei aveva fatto un post bene augurante sui social. “Buon anniversario a noi che tra mille difficoltà riusciamo sempre a uscirne vittoriosi. Alla meravigliosa famiglia che abbiamo formato e a tante nuove avventure che riusciremo a superare” si legge infatti nel post. Secondo amici e parenti della donna, però, ultimamente le cose non andavano bene tra vittima e omicida. Lei pare avesse esternato l’intenzione di lasciare il marito e di cambiare casa e da circa un mese pare vivessero come separati in casa. I litigi tra i due pare fossero diventati sempre più frequenti. “Lei voleva cambiare casa. Lui la trattava male” ha raccontato un’amica.
La notizia dell’omicidio di Vincenza Angrisano per mano del marito ha sconvolto la cittadina pugliese. “Il Consiglio comunale che solo pochi giorni addietro ha letto e scandito i nomi delle allora 103 donne uccise per mano di uomini dal primo gennaio 2023, ha dovuto oggi brutalmente apprendere che la nuova, ennesima vittima di femminicidio in Italia è di Andria. Sì, nella nostra Comunità si è consumato il terribile delitto: la quarantunenne travolta dalla furia omicida del marito è una nostra concittadina, ha calpestato le nostre strade, frequentato i nostri luoghi, ha dialogato con noi. I suoi figli sono i nostri bambini, seduti tra i banchi delle nostre scuole cittadine. Un femminicidio ad Andria. Anche ad Andria” ha affermato la sindaca di Andria, Giovanna Bruno, aggiungendo: “Una balorda e folle violenza, una inaudita e irreversibile sopraffazione in nome di niente. Non certo dell’amore, del rispetto, no. Non c’è giustificazione alcuna, non ci potrebbe mai essere: solo forte condanna per questo abominevole orrore. Non cerchiamola, non cercatela. Solo condanna”. “A nome mio personale e di tutta la città di Andria, sconvolta e incredula, ferita e attonita – conclude – esprimo profondo, immane dolore, stringendo al petto, al mio petto di mamma, quelle fragili, impotenti creature, da quest’oggi orfane della loro mamma”.

 

Femminicidio di Andria, la confessione choc del marito: «L’ho uccisa perché mi tradiva» (Corriere del Mezzogiorno – 30 novembre 2023)
Luigi Leonetti, il 51enne di Andria che nel pomeriggio del 28 novembre ha ucciso la moglie Vincenza Angrisano, una dipendente di una multinazionale di cosmetici e prodotti per la casa, è stato ascoltato sino all’alba di ieri dai magistrati della Procura di Trani prima di essere portato in carcere a Lucera, dove si trova in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario. Oggi c’è la convalida davanti al gip. «Sono stato io, ho agito d’impeto, lei mi tradiva», avrebbe riferito agli inquirenti: era convinto che la moglie, dalla quale si stava separando, avesse una storia parallela. Aveva ammesso il crimine già telefono quando ha l’intervento del 118. «Era lucido», spiega il suo legale di fiducia, Savino Arbore che precisa: «I bambini non hanno assistito al gesto violento».
Leonetti era rientrato a casa alle 16.30. In quel momento Vincenza Angrisano era uscita di casa per andare a prendere il figlio più piccolo da scuola. «Vincenza mi aveva detto che la sera sarebbe rientrata molto tardi», ha detto l’uomo al suo legale. Enza, così la chiamavano amici e parenti, però è dovuta rientrare per riaccompagnare a casa il bambino ed è allora che è scattata la lite tra i due coniugi. «Mi ha detto delle brutte parole», ha raccontato il marito della vittima. Tanto è bastato per scatenare la sua furia omicida con l’affondo di quattro coltellate al torace e all’addome, fatali. L’autopsia, disposta dal sostituto procuratore Francesco Chiechi, potrà stabilire quale dei fendenti abbia ucciso Enza. L’arma, un coltello «preso da un cassetto della cucina», avrebbe detto l’aggressore al suo difensore, è stata ritrovata e sequestrata per gli opportuni accertamenti. «Tutto è accaduto in pochi secondi, in cui ha prevalso l’istinto», ha ribadito l’uomo all’avvocato Arbore, ma saranno gli inquirenti a chiudere il cerchio sull’eventuale premeditazione del delitto, circostanza che costituirebbe una aggravante.
Al vaglio dei carabinieri ci sono anche i contenuti del telefono cellulare della vittima e delle sue sorelle, ascoltate dagli investigatori. A loro Vincenza potrebbe aver confidato il presunto inizio di un nuovo amore. Prima di essere portato in caserma Luigi Leonetti ha assistito ai rilievi dei carabinieri intervenuti nell’abitazione situata a ridosso della provinciale 231, di pertinenza del rimessaggio per il quale svolgeva l’attività di guardiano. Poche e confuse le sue parole all’arrivo dei militari.
Nella città di Andria e negli ambienti che Vincenza frequentava c’è sconcerto e rabbia. La sindaca, Giovanna Bruno, ha espresso dure parole a nome della città e invitato ad osservare un minuto di silenzio in tutte le scuole cittadine sino al giorno dei funerali. Nella serata di ieri, nella centralissima Piazza Catuma, si è tenuto un momento di riflessione collettiva «per cercare di instillare riflessioni, per invocare un cambio culturale urgente e necessario».
«Una balorda e folle violenza, una inaudita e irreversibile sopraffazione in nome di niente. Non certo dell’amore, del rispetto, no. Non c’è giustificazione alcuna, non ci potrebbe mai essere: solo forte condanna per questo abominevole orrore. Non cerchiamola, non cercatela. Solo condanna. Stringo al petto, al mio petto di mamma, quelle fragili, impotenti creature, da quest’oggi orfane della loro mamma», è il messaggio della prima cittadina della città federiciana.
E anche il mondo ecclesiastico ha espresso il suo dolore per mezzo delle parole del vescovo Luigi Mansi. «Rimaniamo tutti senza parole davanti a questa ennesima tragedia», ha scritto il prelato in un messaggio. «Dire parole d’occasione è ora fin troppo facile e scontato», ha aggiunto. Tra gli amici di Vincenza c’è incredulità per l’accaduto. «Era una persona bella, affabile, operativa, una donna in carriera. Forse è quello che ha scatenato l’ira della persona che le stava accanto e che, noi sapevamo, non apprezzava nulla di quello che faceva sua moglie», affermano i volontari dell’associazione «Le mani del soccorso» di Barletta, di cui Enza faceva parte. Da alcuni mesi la donna si era allontanata anche da loro. «Se avessimo saputo, saremmo intervenuti», concludono.

 


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