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Graziano Rossi, 53 anni, impresario edile, padre e nonno. Già denunciato per maltrattamenti, uccide la moglie con un colpo di fucile da caccia e si ammazza

Bagnoro (Arezzo), 30 Marzo 2017


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Uccide la moglie e poi si ammazza: oggi funerali insieme. Il figlio era andato a dormire fuori infastidito dalla lite per gelosia fra i genitori (La Nazione – 31 marzo 2015)
Avevano 4 figli, tre maschi e una femmina. Le vittime sono Graziano Rossi e Maria Paola Trippi. Lei, che già in passato lo aveva minacciato per maltrattamenti, ritrovata sul letto, lui steso in terra / L’ULTIMO SALUTO AI DUE CONIUGI-FOTO / LE PRIME IMMAGINI DEL DELITTO (FORNASARI) / LA NOTTE DEL DELITTO: TUTTE LE FOTO (FORNASARI)
Divisi da colpi di fucile con cui Graziano Rossi ha fulminato la moglie Maria Paola Trippi e poi si è ucciso ma uniti nell’estremo addio. Ieri nella camera ardente, allestita in una delle salette mortuarie del San Donato, con le due bare una di fianco all’altra. E oggi nei funerali, che il parroco don Daniele Arezzini celebrerà alle 15, naturalmente nella Pieve del Bagnoro,a due passi da casa loro, la loro chiesa, lo snodo che ne ha scandito e accompagnato tutti i momenti importanti di una vita.
Intanto emerge un altro particolare che illustra meglio quanto è successo nella villetta di Monastero lunedì sera. Il figlio Loris era in casa fin dopo l’ora di cena. Se ne è andato a dormire altrove infastidito dalla violenza della lite fra i genitori, per il solito motivo, la gelosia ossessiva di lui. Urlano troppo, non ce la faccio, ha confidato il giovane per telefono a un amico. Ma neppure lui aveva immaginato che l’alterco potesse degenerare così: la notizia l’ha sorpreso in casa di persone intime. E’ questa la cranca della crisi di gelosia ossessiva, con due colpi di arma da fuoco, che ha incendiato una tranquilla notte aretina. Due colpi di fucile da caccia, una doppietta, almeno in base alle primissime ricostruzioni, e che hanno lasciato in terra due morti, marito e moglie: in località Monastero, tra il Bagnoro e Santa Firmina.
Due morti ritrovati nella stessa stanza. Lui Graziano Rossi aveva 53 anni ed era titolare di un’impresa edile affermata, Edil3l. Fondata dal padre e che lui aveva portato avanti anche dopo la sua morte, in seguito affiancato da almeno uno dei figli. Lei  Maria Paola Trippi ne aveva 51, era anche lei imprenditrice, di un’azienda agricola di famiglia a Bivignano. E’ stato omicidio-suicidio: lui che prima uccide lei e poi si spara.
Uno sparo, anzi due, preceduti dall’ultima lite. Le parole che si arrampicano nel silenzio notturno della campagna intorno a Monastero. Lei va a letto, lui la raggiunge poco dopo: però con il fucile, una doppietta. Spara, la uccide: dopo di che fa fuoco la seconda volta, contro se stesso, probabilmente alla testa.  Si è trattato, ormai le indagini della polizia e del Pm di turno Julia Maggiore, che ha raccolto le testimonianze dei familiari nella villetta per gran parte della notte, sono chiare, di un vero e proprio attacco di gelosia ossessiva. Non era la prima volta: già da tempo fra i due c’erano scenate originate dalla psicosi di lui, finchè il tutto non è esploso nella notte tragica. Il telefono del  13 squilla una manciata di minuti dopo mezzanotte. All’altro capo una voce giovane: «Correte, c’è stata una grossa lite in casa dei miei suoceri, poi due spari». Una chiamata che fa scattare subito l’allarme.
Era da un pezzo che le cose fra il marito assassino, Graziano Rossi, 53 anni, impresario edile, e la moglie vittima, Maria Paola Trippi, titolare di un’azienda agricola a Bivignano, dalle parti di Palazzo del Pero, andavano a catafascio. Almeno vent’anni, da quando lei, nel 1996, aveva denunciato lui per maltrattamenti e forse anche per lesioni. Vecchio procedimento di cui si sono perse le tracce ma che testimonia di un matrimonio vissuto fra uno strappo e l’altro.  Fino ai due colpi che convincono il genero a chiamare il 113. Sul posto la polizia e il magistrato. E’ scattata la mobilitazione, con i fari e i lampeggianti che accendono la notte.
La notte di questa fascia di territorio alle porte della città, a ridosso della zona est. Siamo nelle campagne vicino Santa Firmina. La palazzina è una villetta, gli appartamenti dovrebbero essere cinque, come i campanelli a fianco del portone d’ingresso. Oltre alla coppia nella stessa palazzina vivono i quattro figli, tutti tra i 17 e i 30 anni: tre maschi e la più grande una ragazza di 30 anni, che li aveva già resi nonni. Sono stati loro a dare l’allarme di quanto era successo.L’appartamento dove sono stati ritrovati i due corpi è al primo piano. Il corpo di lei è stato ritrovato sul letto ed è coperto da un telo. Il corpo di lui è steso in terra. Una scena straziante, sulla quale sono in corso i rilievi della scientifica. E’ una palazzina non in pietra (come spesso avviene nell’edilizia di questa zona) ma di concezione più moderna. Tra i campanelli c’è quello che indica i due nomi: Rossi e Trippi. Marito e moglie.
Intorno altre finestre, da cui spuntano i volti di chi, straziato dal dolore, si affaccia a caccia di risposte. Di chi probabilmente quei colpi di fucile li ha sentiti. I figli stessi, tre e che vivono in quella palazzina, Le auto della polizia circondano la zona, scandite dai lampeggianti. Si arriva qui con la strada, poi ci sono 15 metri che dividono la via dalla porta, lungo il giardino comune delle abitazioni. All’esterno un cartello, che indica un pericolo infinitamente meno grave di quello che ha attraversato la notte, “Attenti al cane, al gatto e al gallo”. L’arma del delitto, dicevamo, una doppietta, di quelle che in genere si usano a caccia. Nella notte arriva anche il carro funebre, tutto nel silenzio incrinato di paura e di morte di questa notte da dimenticare.


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