Luigi Musso, 86 anni, minatore in pensione. Strangola la moglie e tenta di uccidersi, ma viene salvato dalla badante. Carcere a sua tutela
Torino, 30 Marzo 2015
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Strangola la moglie, poi tenta di impiccarsi | Era stanco di vederla stare male (Sì24 – 30 marzo 2015)
Un uomo di 86 anni, Luigi Musso, ha strangolato la moglie, coetanea, e poi ha tentato di impiccarsi con la stessa corda. È accaduto ieri sera a Torino, in un appartamento nel popolare quartiere Barriera di Milano. A dare l’allarme la badante della coppia.
Al secondo piano di un palazzo popolare in via Lauro Rossi, i soccorritori trovano Rosanna Cavallari ormai priva di vita nel suo letto. Qualche metro più in là il marito, minatore in pensione con alle spalle anni nelle miniere del Belgio.
Dopo una vita insieme, la donna aveva iniziato ad avere problemi di deambulazione, fino a non riuscire più a muoversi. Un impegno diventato sempre più pesante con il passare degli anni, anche a causa dell’età avanzata. Così la decisione di farla finita, insieme, come avevano vissuto. La donna è morta, ma l’intervento tempestivo della badante ha permesso che almeno si salvasse l’uomo.
Dietro l’omicidio, la paura di non poterla assistere (La Stampa – 30 marzo 2015)
Pensionato strangola la moglie di 86 anni e prova ad impiccarsi: è grave
Soli, sempre. Anziani e malati. Lui, Luigi Musso, 86 anni, ieri sera ha strangolato con una corda la moglie, Rosanna Cavallari, stessa età, invalida da anni. Poi ha stretto un cappio alla maniglia di una porta e ha cercato di farla finita. Luigi lo ha salvato, se così si può dire, la badante, una vicina di casa che li accudiva da anni. Lo hanno portato all’ospedale Giovanni Bosco. Se la caverà.
Via Lauro Rossi, oltre via Cigna, è un’infilata di palazzi anni Settanta zona Barriera di Milano. Quasi un paese, verrebbe da dire, dove tutti conoscono tutti. Ecco, Luigi Musso, viveva qui, al secondo piando di questo stabile in pietra e paramano bianco. Civico 75. Alle otto di sera la luce accessa della camera da letto lascia intravedere dietro le tende bianche le sagome degli uomini della Polizia che stanno completando gli accertamenti.
Non c’è giallo da svelare, non ci sono misteri in questa storia. C’è solo da certificare l’immensa solitudine di due persone anziane e malate. Lei, la vittima, Rosanna, era stata una bella donna. Gran lavoratrice come lui, Luigi. Un uomo robusto, con un passato da minatore in Belgio, prima del ritorno nella sua Torino. Ecco, Luigi e Rosanna abitavano qui da anni. «Io li conoscevo poco. E forse non gli ho mai parlato a parte buongiorno e buonasera quando ci incontravamo sulle scale. Ma erano gentili. Poi lei si è ammalata e da allora li incontravo sempre meno», racconta un vicino. Ma gli altri che, adesso, se ne stanno qui davanti a casa a fare domande e congetture, i Musso li conoscevano molto bene. Ed è un’infilata di racconti.
«Lei si è ammalata tre anni fa: non riusciva più a muovere le gambe. Lui invece, nonostante l’età era ancora in forma. Arzillo e di buon umore». Certo, da soli, senza figli e con i parenti lontani, è difficile invecchiare sereni. Ma lui era uno con una tempra da guerriero. Uno che non molla mai. Un paio di mesi fa, però, tutto è precipitato. Camminava aiutandosi con il bastone. Tremava. L’ultimo, nitido e disperato ricordo di lui lo ha raccolto Luciano Macario: «Eravamo qui sul marciapiede. Mi ha detto: guarda te in che condizioni sono. Ti dico che mai avrei immaginato di ridurmi così. Non è più vita». Accadeva un paio di settimane fa. Poi l’auto grigia, tenuta come un gioiellino, sempre coperta dal telo, è stata venduta. E su, nella casa al secondo piano Luigi e Rosanna hanno continuato a combattere la loro battaglia, contro l’età, la malattia, la solitudine. Finchè ieri, con un pezzo di corda, hanno tentato di andarsene insieme da questa vita diventata un inutile calvario.
TORINO. Soffoca moglie poi tenta suicidio; pm, “carcere a sua tutela” (La Voce – 30 marzo 2015)
Il pm Ciro Santoriello ha chiesto la custodia cautelare per Luigi Musso, il pensionato torinese che ieri ha strangolato la moglie invalida, Rosanna Cavallari, e poi ha tentato di impiccarsi. La detenzione nell’interesse dello stesso anziano, da oggi trasferito e piantonato dalla polizia nella sezione detenuti dell’ospedale Molinette, per evitare che possa ritentare il suicidio. L’uomo aveva lasciato un biglietto nel quale annunciava il gesto sostenendo che non riusciva più ad assistere la moglie malata.