Giuseppe Gualtieri, 67 anni. Già denunciato per maltrattamenti e minacce, uccide a colpi di armi da fuoco l’ex convivente e il nuovo compagno di lei. Ergastolo confermato in Appello
Davoli (Catanzaro), 23 Dicembre 2018
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Coppia uccisa in tabaccheria, l’ex confessa: «Li ho ammazzati perché lei non mi voleva più» (il Messaggero – 24 dicembre 2018)
Ha confessato Giuseppe Gualtieri, il 67enne arrestato per il duplice omicidio di Francesca Petrolini, di 53 anni, e del compagno Rocco Bava (43), uccisi ieri nella tabaccheria di lei, a Davoli superiore. Fermato al termine di un lungo interrogatorio iniziato stamani, l’uomo ha reso una «confessione piena». È accusato di omicidio plurimo aggravato e porto d’armi illegali. Gualtieri, infatti, non accettando l’idea della fine della relazione con Francesca, aveva iniziato a perseguitarla e l’aveva anche minacciata. Dopo essere rimasta vedova, Francesca Petrolini, aveva allacciato una relazione con il fratello del marito. Gualtieri ha spiegato il suo gesto proprio con la non accettazione della nuova relazione sentimentale avviata dalla ex moglie da cui Gualtieri era separato legalmente da quasi un anno.
L’uomo, che si era reso irreperibile subito dopo il duplice omicidio, è stato rintracciato stamani nelle vicinanze dell’abitazione di un congiunto e quindi portato in caserma per essere interrogato. Chiarite anche le modalità di esecuzione del duplice omicidio, commesso con un fucile – trovato nel corso di una perquisizione – e con una pistola gettata successivamente in un dirupo e per la quale sono ancora attive le ricerche.
Duplice delitto nel catanzarese: confessa l’ex convivente della donna (la Repubblica – 24 dicembre 2018)
Sono bastate poche ore di interrogatorio, poi ha capitolato. Di fronte al sostituto procuratore Chiara Bonfadini e ai carabinieri, Giuseppe Gualtieri, 51 anni, ha confessato di essere stato lui ad uccidere l’ex compagna Francesca Petrolini, 53 anni, e il suo nuovo partner, Rocco Bava, 43 anni, entrambi freddati ieri a Davoli nella tabaccheria gestita dalla donna. Per ore ha raccontato al pm e agli investigatori cosa sia successo nel pomeriggio di domenica, poi per lui è arrivato il fermo e il trasferimento in carcere.
Considerato fin dall’inizio il principale sospettato, Gualtieri fin da ieri sera era nel mirino degli investigatori del nucleo operativo dei carabinieri di Soverato, che subito hanno iniziato a battere i posti abitualmente frequentati dall’uomo. Solo questa mattina però sono riusciti a rintracciarlo. Il 51enne non si era allontanato da Davoli, nascondendosi a casa di un amico. È lì che i carabinieri lo hanno scovato, mentre nella sua auto hanno trovato il fucile usato durante la sparatoria di ieri sera. Per questo, quando Gualtiero è stato portato di fronte al magistrato, nessuno nutriva dubbio alcuno sulla sua colpevolezza. Sono bastate poche ore di domande, poi è stato lui stesso a decidere di raccontare tutto, incluso dove trovare la seconda arma usata per commettere il duplice omicidio, una pistola, lanciata in un burrone durante la fuga.
Ex cognato di Petrolini, dopo la morte del fratello, Gualtieri si era progressivamente avvicinato alla vedova, rimasta sola e con un figlio da accudire. I due per qualche tempo hanno avuto una relazione, ma quando la storia è arrivata al capolinea, lui non ha inteso accettarlo. Per mesi ha perseguitato la donna, con chiamate e richieste sempre più insistenti, poi sono arrivate le minacce. Spaventata, Francesca Petrolini aveva chiesto aiuto, aveva denunciato le molestie dell’uomo. Ma era riuscita anche a rifarsi una vita. Da qualche mese aveva una storia con Rocco Bava, 43enne proprietario di un autolavaggio nel vibonese. Anche a lui aveva raccontato delle minacce, ma questo non sembrava aver turbato la loro felicità. Solo qualche giorno fa, sui social, i due avevano pubblicato una foto che li ritraeva insieme, sorridenti, per augurare ad amici e conoscenti “buon Natale”. Ma loro non potranno mai più celebrarlo.
Domenica sera, attorno alle 17.40, Gualtieri si è presentato nella tabaccheria della donna a Davoli. Al momento non è chiaro se abbiano discusso prima o se l’uomo le abbia sparato appena entrato. Di certo, Gualtieri si era presentato da lei pronto ad uccidere. Con sé aveva due armi, una pistola ed un fucile, ed entrambe hanno sparato. Dalla dinamica dei colpi poi – commentano gli investigatori – non sembra avesse intenzione di lasciarle scampo. Francesca Petrolini è stata colpita due volte, alla testa e al torace. Rocco Bava invece è stato raggiunto da quattro colpi, tre al torace e uno alla testa.
Gli investigatori hanno anche accertato che l’uomo non ha tentato di fuggire prima di essere colpito, come era stato ipotizzato in un primo momento, ma è stato ferito mortalmente all’interno della tabaccheria della compagna e poi si è trascinato fuori dall’esercizio, dove è stato trovato dai sanitari del 118 il cui intervento è stato vano. I due sono stati uccisi a bruciapelo, poi Gualtieri è riuscito ad allontanarsi senza farsi vedere. Ma la sua fuga è durata meno di ventiquattr’ore.
Franca Petrolini e Rocco Bava uccisi da ex di lei/ Gualtieri “Ho preso anche fucile…” (il Sussidiario – 10 novembre 2022)
Un «rapporto di mutuo soccorso» più che una storia d’amore. Così hanno definito i periti del tribunale la relazione tra Franca Petrolini e Giuseppe Gualtieri, l’uomo che l’ha uccisa e ha tolto la vita anche a Rocco Bava, il nuovo compagno di lei. Lo ricorda Amore criminale, ricostruendo la storia del duplice omicidio. Non mancano neppure i retroscena sulle armi usate da Gualtieri. Aveva delle armi nascoste, una pistola 7.65 usata più volte per minacciare l’ex Franca Petrolini e un fucile calibro 12 a canne sovraesposte. Perché portarsi anche il fucile oltre alla pistola? Lo ha spiegato lo stesso Giuseppe Gualtieri ai giudici: «L’ho preso perché non mi fidavo del buon funzionamento della pistola». Rocco Bava, comunque, non è morto sul colpo: è uscito dal tabacchi barcollando, poi è crollato a terra. Invece l’assassino si era già dato alla fuga dopo gli spari, dopo aver ucciso l’ex moglie e il nuovo compagno di lei.
Uccisi perché si amavano: è sostanzialmente questo il motivo per il qualeFranca Petrolini e il compagno Rocco Bava sono stati uccisi dall’ex marito di lei, Giuseppe Gualtieri. Era il 23 dicembre 2018 quando si verificò il duplice omicidio al centro della nuova puntata di Amore criminale. Dopo il delitto, il 51enne si diede alla fuga. Dopo una notte di caccia all’uomo, i carabinieri lo trovarono la mattina dopo nei pressi dell’abitazione di un amico. Interrogato dagli inquirenti, confessò di aver ucciso l’ex moglie e il nuovo compagno di lei perché non accettava che si stesse rifacendo una vita.
Rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio plurimo aggravato e porto illegale di arma, Giuseppe Gualtieri fu dichiarato capace di intendere e di volere da una perizia psichiatrica. La procura chiese per lui la condanna all’ergastolo, arrivata il 12 giugno 2022. Ma i difensori hanno ottenuto la possibilità di eseguire una nuova perizia psichiatrica nel corso del processo di secondo grado. (agg. di Silvana Palazzo)
I due si erano sposati dopo che il primo marito di Franca nonché fratello di Giuseppe era morto, lasciandola vedova da giovanissima e con un bambino a carico. L’uomo si era offerto di prendersi cura di lei, ma presto aveva iniziato a diventare violento e a fare abuso di alcol e sostanze stupefacenti. È dopo vent’anni di soprusi, quando lui le puntò una pistola alla tempia, che la donna decise di troncare la relazione. Il killer, tuttavia, non accettò la fine del matrimonio, tanto che inizialmente non ci fu modo di ottenere la separazione consensuale. Soltanto dopo anni, a patto che ritirasse le denunce presentate, riuscì ad averla.
Dopo la separazione, Franca Petrolini cercò di rifarsi una nuova vita lontano dall’ex marito Giuseppe Gualtieri: aprì una tabaccheria e conobbe Rocco Bava, di dieci anni più giovane, con cui fu subito amore. Entrambi verranno uccisi il 23 dicembre 2018 dalla furia omicida del killer. La gelosia di quest’ultimo infatti si è acuita ulteriormente dopo che la donna si è innamorata di un altro uomo. Per lui si trattava di una ferita alla reputazione che si era costruito nel paese di Davoli Superiore, in provincia di Catanzaro.
È per questo motivo che si è recato nel negozio della ex moglie e ha sparato a morte, con una pistola, a lei e al nuovo compagno. Dopo una notte in fuga, l’assassino verrà trovato dai Carabinieri e consegnato alla giustizia. A marzo scorso il Tribunale lo ha condannato in primo grado all’ergastolo per il duplice omicidio. La difesa tuttavia ha chiesto che venga effettuata una nuova perizia psichiatrica, dopo che la prima aveva evidenziato che è capace di intendere e di volere.
Duplice omicidio a Davoli, confermato l’ergastolo a Gualtieri (Gazzetta del Sud – 15 marzo 2023)
La Corte di Assise d’Appello di Catanzaro si è espressa sul delitto del dicembre 2018
La Corte di Assise d’Appello di Catanzaro ha confermato la pena del carcere a vita nei confronti di Giuseppe Gualtieri, 55 anni, accusato del duplice omicidio della ex moglie Francesca Petrolini, 53 anni, e del suo nuovo compagno Rocco Bava, avvenuto nel dicembre del 2018.
Dunque, nessuna riforma della sentenza che fu emessa il 12 giugno del 2020 dal giudice per l’udienza preliminare Matteo Ferrante, a conclusione del procedimento con rito abbreviato, nei confronti dell’imputato reo confesso, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino che, nel processo d’appello, avevano chiesto e ottenuto che il loro assistito fosse sottoposto a perizia psichiatrica. I legali attenderanno le motivazioni della sentenza per ricorrere in Cassazione. Quel duplice terribile omicidio segnò indelebilmente il Natale del 2018, per l’efferata violenza con cui si consumò.
Era il 23 dicembre, poco prima delle 18, quando Gualtieri imbracciò fucile e pistola e fece irruzione nella tabaccheria di proprietà della Petrolini, situata nel borgo di Davoli, sparando a bruciapelo contro l’ex compagna e contro Bava, proprietario di un autolavaggio a Simbario, nel Vibonese. Bava aveva da poco intrecciato una relazione con la tabaccaia davolese. La donna, raggiunta da due colpi, uno alla testa e uno al torace morì sul colpo. Contro il suo “rivale” sparò quattro colpi, alla testa e al torace. Dopo essere stato ferito a morte, con le residue forze che gli erano rimaste, Bava si trascinò fuori dalla tabaccheria. È lì che lo hanno trovato i sanitari del 118 che erano accorsi per soccorrerlo.
Purtroppo i tentativi di rianimarlo si rivelarono vani, perché Bava morì poco dopo. Dopo aver sparato contro i due, Gualtieri si rese irreperibile per diverse ore. I carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Soverato, però, avevano sin dall’inizio concentrato i loro sospetti sull’ex compagno della Petrolini, che già nelle settimane precedenti aveva minacciato i due fidanzati. Braccato dai militari, la sua fuga durò meno di 24 ore.
Dopo diverse ricerche, i carabinieri lo trovarono a casa di un amico. Fu anche rinvenuto il fucile con cui aveva sparato alla coppia, dopo che la sua auto era stata perquisita. Gualtieri fu fermato e portato in caserma. Davanti alle domande degli inquirenti che lo incalzavano, Gualtieri crollò, ammettendo nell’interrogatorio di garanzia di essere l’assassino della sua ex moglie, dalla quale era separato legalmente da un anno, e del suo nuovo compagno.
Erano state la non accettazione della separazione dalla Petrolini e la gelosia per la nuova relazione avviata dalla donna con il 43enne vibonese ad armare la mano di Gualtieri. La pistola non è mai stata ritrovata: agli investigatori aveva raccontato di essersene liberato, lanciandola da un dirupo.