Loading

Gioacchino Gino Leonardi, 50 anni, disoccupato, padre. Uccide la moglie con due colpi di pistola e si ammazza. Ritrovati dal figlio adolescente

Rimini, 17 Giugno 2023


Titoli & Articoli

Rimini, Gioacchino Leonardi uccide la moglie Svetlana Ghenciu e si toglie la vita: il movente avvolto nel mistero (il Resto del Carlino – 20 giugno 2023)
È accaduto in un condominio di via Gambalunga: a scoprire i corpi il figlio 16enne. Due colpi di pistola alla donna ancora a letto, poi l’uomo ha rivolto l’arma verso di sé e si è ammazzato
Rimini, 20 giugno 2023 – Ha sparato due colpi contro la moglie e poi altri due contro se stesso per togliersi la vita. Il condomino al numero 72/74 di via Gambalunga a Borgo marina è stato insanguinato da quello che sembra essere l’ennesimo caso di femminicidio, seguito da un suicidio, anche se sul caso sono in corso degli accertamenti e gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi.

Stando ad una prima ricostruzione, Gioacchino Leonardi, 50enne di origine siciliana, avrebbe impugnato la pistola regolarmente detenuta per uso sportivo e avrebbe aperto il fuoco contro la moglie Svetlana Ghenciu, una donna di origine moldava di 48 anni, che lavorava per il panificio Fellini, prima di rivolgere l’arma contro se stesso. Le indagini, coordinate dal magistrato di turno Annadomenica Gallucci, sono affidate agli agenti della squadra mobile di Rimini, diretti dal vice questore aggiunto Dario Virgili.

Gino Leonardi ha ammazzato Svetlana Ghenciu e poi si è ucciso (foto Migliorini)

                 Gino Leonardi ha ammazzato Svetlana Ghenciu e poi si è ucciso (foto Migliorini)

A dare l’allarme, ieri attorno alle 17, sarebbe stato il figlio di 16 anni della coppia. Il ragazzo era fuori di casa da circa 48 ore avendo trascorso gli ultimi due giorni insieme alla fidanzata. Rientrando nell’abitazione al terzo piano, avrebbe trovato la porta chiusa dall’interno. Dopo aver provato più volte a contattare i genitori al telefono, ha chiesto aiuto ad una vicina di casa. Sono intervenuti anche altri condomini che, con un martello, sono riusciti a forzare la porta.
I corpi di Gino e Svetlana erano in camera da letto: lei era stesa sul letto, mentre lui sarebbe stato trovato riverso sulla donna, la pistola ancora in mano. Sul posto si sono precipitate a sirene spiegate le ambulanze del 118, insieme alle pattuglie della polizia di Stato. Via Gambalunga è rimasta chiusa al traffico per consentire lo svolgimento dei rilievi. Da quanto è stato possibile apprendere, l’omicidio-suicidio (questa al momento sembra essere l’ipotesi più accreditata) non si sarebbe consumato ieri, ma sabato o forse domenica. Nessuno dei condomini ha riferito di aver sentito grida o spari. Gino, disoccupato, non aveva precedenti.
Da quel che è stato possibile apprendere, non risultano sul suo conto segnalazioni o denunce per maltrattamenti o violenze nei confronti della moglie. Resta dunque da capire quali siano state le motivazioni che lo hanno spinto ad agire in quel modo. Su entrambi i corpi nelle prossime sarà disposta l’autopsia, mentre nel frattempo gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire la dinamica. Nell’appartamento era presente anche il cane della coppia, che è stata affidato prima ai vicini di casa e poi al canile.

“Famiglia distrutta, dolore grande” La disperazione del fratello di Gino (il Resto del Carlino – 21 giugno 2023)
Le parole di David Lombardi: “Aspettiamo l’esito dell’autopsia e il benestare della magistratura, poi organizzeremo il funerale a Catania. Piango da giorni e non so spiegare perché l’ha fatto”.
Un quartiere sotto choc. È quello di Borgo Marina, dove Gioacchino Leonardi (foto), per tutti Gino, e Svetlana Ghenciu abitavano da parecchi anni, sempre nello stesso appartamento nel palazzone al numero 74 di via Gambalunga. Un grande condominio, in una delle zone più multietniche di Rimini. Quasi tutti, da queste parti, conoscevano quella donna bionda, sempre sorridente e gentile, che si divertiva a condividere sui social network i video realizzati con le amiche o le foto in mezzo al verde in compagnia del cane. Svetlana lavorava per il panificio Fellini, in Corso d’Augusto. “Era una persona squisita, di una solarità e una simpatia uniche”: così la descrivono datori di lavoro e colleghe. Anche se per quanto riguardava la sua sfera privata, era molto riservata. “Sul posto di lavoro non era mai emerso nulla riguardo la sua relazione con il marito. Non ci parlava mai di quell’uomo”. D’altra parte, era lei, Svetlana, “a portare i soldi a casa, a occuparsi del mantenimento della famiglia” dice ora qualcuno. Oltre al figlio avuto con l’attuale compagno, oggi sedicenne, era madre di un altro ragazzo, di qualche anno più grande, che risiede in Moldavia.
Gioacchino, che avrebbe compiuto 50 anni il 4 luglio prossimo, era originario di Catania, città in cui abita la sua famiglia. Alcuni parenti, appena saputa la notizia, sono subito partiti alla volta di Rimini. In passato aveva trovato impiego come steward e guardia giurata, mentre negli ultimi tempi lavorava saltuariamente come vigilantes in spiaggia. La pistola con cui ha sparato alla moglie era regolarmente detenuta per uso sportivo. “Hai lasciato un immenso vuoto in noi fratelli, nella mamma e nel papà, ma il vuoto più grande l’hai lasciato in tuo figlio. Riposa in pace, ti ricorderò per sempre”. Queste le parole del fratello David, che ieri mattina ha condiviso un post su Facebook. “Sono due giorni che non faccio altro che piangere. Non posso dire nulla su quanto accaduto. La nostra famiglia è distrutta. Attendiamo il nulla osta della magistratura per riportare la salma di Gino in Sicilia”.
Il figlio della coppia, ancora minorenne, per il momento è stato affidato alla zia materna, che vive a Rimini insieme agli altri parenti moldavi di Svetlana, dai quali è stato accolto con grande calore e umanità, ed è già stato ascoltato – con tutte le tutele del caso, vista la delicatezza della situazione – dagli inquirenti, al lavoro per cercare di ricostruire la vita dei coniugi. Rientrando in via Gambalunga lunedì pomeriggio, dopo aver trascorso i due giorni precedenti a casa della fidanzata, il ragazzo avrebbe trovato la porta chiusa dall’interno. Avrebbe quindi chiesto aiuto ad altri condomini, che alla fine sono riusciti a forzare la serratura e ad entrare

Omicidio suicidio a Rimini, quattro spari poi 48 ore di buio: la ricostruzione dopo l’autopsia (il Resto del Carlino – 24 giugno 2023)
Gioacchino Leonardi e Svetlana Ghenciu deceduti quando il figlio ha lasciato l’abitazione. L’autopsia conferma: due proiettili alla schiena della donna e altrettanti al petto del marito
Lui, Gioacchino Leonardi detto ’Gino’, ha preso la pistola, si è messo a cavalcioni della compagna, Svetlana Ghenciu, mentre era sdraiata sul letto e ha sparato con la pistola regolarmente detenuta dal 50enne per uso sportivo. Due colpi, fatali per Svetlana, 48enne di origini moldave. Poi, Leonardi ha rivolto la canna ancora fumante della pistola verso di sé e ha sparato ancora. Altri due colpi, diretti al proprio petto. Così sono morti nel drammatico omicidio-suicidio di via Gambalunga i due coniugi ritrovati ormai cadaveri dal figlio adolescente di 16 anni, nell’appartamento della famiglia a Borgo Marina.
A mettere un punto fermo sulla dinamica della tragedia è stata l’autopsia eseguita su disposizione del pubblico ministero Annadomenica Gallucci giovedì scorso e i cui esiti ora hanno anche chiarito come la prima ipotesi secondo cui la morte fosse da ricondurre a qualche giorno prima del ritrovamente, fosse già corretta. Svetlana e Gioacchino sono morti sabato, quando il figlio secondo le ricostruzioni si era allontanato da casa per trascorrere il weekend dalla fidanzata, prima di rientrare lunedì pomeriggio e fare la macabra scoperta.
Anche questo è stato chiarito dall’autopsia, che congela quanto già abbozzato dalle indagini della Squadra mobile, a cui però non è stato possibile trovare un riscontro sul passato di Gioacchino Leonardi. Il 50enne infatti, aveva riferito il figlio, in passato avrebbe lavorato come guardia giurata, ma la polizia non ha avuto riscontri in tal senso. Leonardi al giorno dell’omicidio risultava invece disoccupato, mentre la moglie Svetlana Ghenciu era invece dipendente del panificio Fellini, dove lavorava come aiuto dello chef nel laboratorio della storica bottega di Corso d’Augusto. Nonostante gli esiti dell’autopsia, però, resta il mistero sulle motivazioni che sabato scorso abbiano spinto Gioacchino Leonardi a impugnare la propria pistola e fare fuoco per due volte prima contro la moglie e poi verso se stesso. Ancora nessun indizio che possa chiarire cosa sia scattato nel 50enne per arrivare a compiere quel gesto tanto drammatico. Soprattutto per il figlio adolescente.


Link