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Gerardo Cappetta, 50 anni, benzinaio. Uccide la badante della madre (con cui aveva una relazione clandestina) annegandola nella vasca da bagno. Condannato a 22 anni

Altavilla Silentina (Salerno), 5 Marzo 2020


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Badante uccisa dal figlio dell’anziana: si era invaghito di lei, l’ha annegata nella vasca (il Messaggero – 7 dicembre 2020)
Era sembrato un malore, invece Snejana Bunaclea, badante moldava di 43 anni, trovata priva di vita nella vasca da bagno di un’ abitazione ad Altavilla Silentina (Salerno) il 5 marzo scorso, era stata uccisa. Da pochi mesi si prendeva cura di un’ anziana signora. Stamattina, i carabinieri del Comando Provinciale di Salerno e della Compagnia di Eboli hanno arrestato Gerardo Cappetta, 50 anni, incensurato , figlio dell’ anziana accudita dalla moldava. L’ uomo, per depistare le indagini, aveva dichiarato che la vittima aveva problemi di salute.
Il cinquantenne viveva con la madre. Ma le indagini hanno scoperto che il 50enne, che viveva nell’appartamento con la madre, si era invaghito della donna che aveva iniziato a frequentare un conoscente. Un appuntamento a cena con quest’ultimo potrebbe essere stata la causa scatenante di un litigio – nell’ipotesi degli inquirenti – al termine del quale Cappetta avrebbe ucciso la donna nel bagno al primo piano della villetta dove entrambi vivevano.
La badante moldava sarebbe stata aggredita mentre si stava lavando, colta di sorpresa. L’uomo l’avrebbe affogata, tenendole schiacciata la testa sul fondo della vasca piena d’acqua. Poi, dopo aver alterato la scena del crimine per simulare un incidente, avrebbe allertato i soccorsi. Gli esami di laboratorio effettuati dai carabinieri del RIS di Roma, e le dichiarazioni di alcuni testimoni-chiave, hanno evidenziato le incongruenze della versione fornita inizialmente dall’uomo. La vicenda di Snejana Bunaclea è stata caratterizzata – dicono gli investigatori – «da un impenetrabile silenzio». L’assenza di parenti e di relazioni sul territorio italiano (l’ex marito e i due figli piccoli vivono in patria) hanno reso tutto più difficile, ed il principale sospettato viveva una quotidianità particolarmente riservata e non si era mai reso responsabile di comportamenti contrari alla legge.

 

Uccise la badante moldava, le motivazioni della condanna (LiraTv – 13 settembre 2023)
Gerardo Cappetta è stato condannato a 22 anni di reclusione per l’omicidio di Snejana Bunacalea
“L’unica spiegazione logica dell’omicidio è quella di un contrasto, una lite” scrivono i giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Salerno
Cinquantadue (52) pagine, motivano la sentenza con cui lo scorso aprile Gerardo Cappetta è stato condannato a 22 anni di reclusione per l’omicidio di Snejana Bunacalea, la badante moldava quarantatreenne, trovata morta a marzo 2020 nella vasca da bagno. A metterlo nero su bianco, i giudici della Corte d’Assise del Tibunale di Salerno (presidente Vincenzo Ferrara) che hanno accolto la tesi della Procura, sostenuta nel dibattimento anche dalla parte civile per conto dei familiari della donna, smentendo quella della difesa.
Nessuna crisi epilettica dunque, nessun malore: Snejana non era scivolata nella vasca da bagno, ma è stata uccisa per gelosia da Gerardo Cappetta, il figlio dell’anziana che accudiva. La donna aveva con il 54enne una relazione clandestina, parallela al fidanzamento ufficiale… ed era disposta a legarsi a lui solo a patto che la sposasse e le consentisse di portare i suoi figli ad Altavilla Silentina, nella sua casa. Terrorizzato dalle responsabilità che il matrimonio avrebbe comportato, e al tempo stesso geloso della relazione della donna con un altro, quella sera l’ex benzinaio e dipendente delle Poste la spinse più volte con la testa contro la superficie della vasca colma d’acqua facendola annegare.
Snejana aveva fatto il bagno perché sarebbe dovuta uscire con il fidanzato per festeggiare, con un giorno di anticipo, il suo compleanno. «Solo Cappetta può sapere cosa sia realmente accaduto dopo essere entrato in bagno e aver visto la donna nuda, appena uscita dalla vasca. – scrivono i giudici – Quello che si può dire è che in quel contesto, l’unica spiegazione logica dell’omicidio è quella di un contrasto, una lite». Sarebbe stato quello a scatenare la reazione rabbiosa, incontrollata e violenta dell’imputato che, dopo aver colpito la vittima con schiaffi, calci e pugni, l’immobilizzò. Quindi, trattenendola in ginocchio davanti al bordo della vasca colma d’acqua, cominciò a spingerla con la testa contro la superficie della vasca annegandola.


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