Filippo Turetta, 21 anni, studente. Sequestra e uccide la ex fidanzata a coltellate, poi carica il corpo in macchina e lo abbandona in un bosco. Tenta la fuga all’estero, ma viene catturato
Fossò (Venezia), 11 Novembre 2023
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Trovato un video che riprenderebbe l’aggressione, ricerche sdoppiate per Filippo Turetta e Giulia Cecchettin (Vanity Fair – 17 novembre 2023)
Da sei giorni si cerca la Fiat Gran Punto nera di Filippo Turetta tra Veneto, Friuli, Alto Adige e Austria. Da quando sabato sera a Vigonovo, lo zio della ragazza ha sentito una lite nel parcheggio vicino a casa, ha riconosciuto la voce di Giulia Cecchettin e sentito la Punto nera di Filippo sgommare a tutta velocità. Più passa il tempo, più lo scenario si fa complicato. E la domanda che tutti trattengono tra le labbra è: dove si trova Giulia? Più di cento uomini cercano nei boschi della Val Pusteria e lungo i fiumi Brenta e Muson cercano qualsiasi dettaglio possa dare risposte.
Intanto le immagini di sorveglianza i primi dettagli: ecco la punto nera che transita a Zero Branco, in provincia di Treviso nella notte tra sabato e domenica, alle 00.43. Il veicolo ha proseguito per Aviano salendo poi a Piancavallo scendendo, per una strada secondaria, al lago di Barcis e tagliando la Valcellina attraverso Claut e Cimolais. L’auto esce attraverso gli orridi del Vajont tra Erto, Casso e Cimolais. Un tragitto che normalmente si copre in tre ore e mezza. Filippo però ce ne mette cinque: l’auto viene tracciata alle 7,37 in Val di Zoldo, poi a Cortina e a Ospitale alle 9,37. Quella di domenica è l’ultima rilevazione sicura. Gli inquirenti ora stanno concentrando le ricerche nell’area tra Sesto e San Candido.
Cosa non torna. Ci sono due buchi temporali nella corsa della Punto nera di Filippo Turetta. Il primo, sabato notte: perché Filippo Turetta ha impiegato venti minuti in più a percorrere il tratto tra Fossò, in provincia di Venezia e Zero branco? L’altro buco, domenica mattina. Tra la Diga del Vajont e Pecol l’auto impiega due ore in più rispetto al tragitto normale. Cosa è successo in quelle due ore? Il terzo quesito riguarda l’autonomia possibile di Filippo: da sei giorni la sua auto vaga nel Nordest, quanto ancora potrà resistere al freddo, in auto?
La destinazione. Il fatto che da giorni non risultino prelievi bancomat da parte di Filippo e lo stesso tragitto dell’auto del ragazzo stanno adombrando l’ipotesi che il suo non sia stato un raptus ma un gesto premeditato. In Austria infatti Filippo era stato due mesi fa ad un concerto: i biglietti erano stati acquistati insieme a Giulia quando ancora i due erano fidanzati. Poi si erano lasciati e all’evento Filippo era andato in macchina, mentre Giulia aveva raggiunto il concerto in treno con la sorella Elena.
Ricerche sdoppiate. Il doppio dispiegamento di forze, tra montagna e pianura sottende un’ipotesi estrema: mentre al confine con l’Austria si cerca un’auto, lungo le rive del Brenta e del Muson si cercherebbe un corpo. Nessuno formalizza questa direzione, ma l’analisi del sangue ritrovato nel piazzale di Vigonovo insieme a dei capelli, la lite, e il fatto che da sei giorni di Giulia si sia persa ogni traccia autorizza a non escludere l’ipotesi peggiore.
I familiari di Giulia e Filippo. Ieri intanto è stata una giornata difficile per i famigliari di Giulia Cecchettin. La 22enne avrebbe infatti dovuto laurearsi in Ingegneria: la sorella Elena aveva addobbato la casa con fiocchi rossi, e tutti avevano la speranza che si presentasse alla sessione di laurea all’Università di Padova. Pochi giorni prima, in un locale di Padova, Giulia si era presentata con Filippo: era stato lui (secondo quanto riporta Il Gazzettino) a ordinare i piatti del ricevimento per la laurea di Giulia.
Ieri il padre di Filippo Turetta è stato sentito dai carabinieri e ha ribadito. «Mio figlio non le ha mai torto un capello. Si erano lasciati, ma si vedevano spesso: non posso escludere che abbia continuato a sperare di riallacciare la loro relazione, del resto si erano già lasciati una prima volta». Le testimonianze della sorella di Giulia e dei cugini però restituiscono un racconto diverso. «Scenate anche per cose minime», racconta al Corriere il cugino Giovanni Passarotto, «una volta lei non voleva accompagnarlo al bancomat e avrebbe preferito rimanere in macchina con le amiche. Lui è esploso».
Il pezzo di tessuto. Nel pomeriggio di ieri lungo il Muson, nel comune di Santa Maria di Sala, è stato prelevato dai sommozzatori e portato in laboratorio un pezzo di tessuto bianco impigliato in una rete metallica. Dalle analisi si attende una risposta circa il fatto che i brandelli possano appartenere ai ragazzi scomparsi.
Indagato. Nella mattinata di venerdì 17 novembre è stato iscritto nel registro degli indagati per tentato omicidio dalla procura di Venezia Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin. L’iscrizione ha lo scopo di permettere perquisizioni in casa di Turetta e altri accertamenti altrimenti impossibili da eseguire. «Dopo una complessa attività disposta innanzitutto alla ricerca e al ritrovamento dei due giovani, e nel contempo diretta anche ad accertare eventuali responsabilità penalmente rilevanti e al loro primo esito, questo Ufficio ha disposto l’iscrizione di Filippo Turetta nel registro degli indagati in relazione al reato di tentato omicidio anche a sua garanzia al fine di consentire le necessarie attività irripetibili».
Il video. La decisione della procura di Venezia è motivata dall’acquisizione delle immagini delle telecamere dell’azienda Christian Dior di via Quinta Strada a Vigonovo che avrebbero ripreso la scena del litigio di sabato nel quale, da quanto trapela, Filippo sembrerebbe aver aggredito Giulia. Qui erano state rinvenute nei giorni scorsi macchie di sangue e alcuni capelli.
Giulia Cecchettin, l’autopsia: “Uccisa con più di 20 coltellate”. Turetta interrogato per 9 ore, in lacrime: “Mi è scattato qualcosa in testa” (il Resto del Carlino – 1 dicembre 2023)
Il 21enne ha risposto per nove ore alle domande del pm, mentre a Padova l’esame autoptico è durato oltre 12 ore. La ragazza sarebbe morta dissanguata dopo la seconda lite a Fossò
Giulia è stata uccisa da più di venti coltellate. Sono questi i primi risultati che emergono dall’autopsia su Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. E proprio il giovane ha risposto alle domande del pm di Venezia Andrea Petroni in un interrogatorio fiume durato nove ore. “Mi è scattato qualcosa in testa”, ha detto in lacrime.
A Padova, invece, è durata oltre 12 ore l’autopsia sul corpo della ragazza (cui seguiranno, la prossima settimana, i funerali) per accertare la dinamica di quelle ferite. L’anatomopatologo Guido Viel si è concentrato soprattutto sulla lesione al collo: una ferita profonda all’altezza della cervicale sinistra che l’avrebbe uccisa all’istante. Elemento questo che potrebbe spingere la procura a contestare l’aggravante della “crudeltà”. La ragazza, dunque, sarebbe morta dissanguata durante la seconda aggressione di Filippo, nella zona di Fossò, a 6 km da casa. Intanto, il padre e la sorella di Giulia, attraverso i loro legali, continuano a raccogliere testimonianze delle persone più vicine a lei, che riportano di un “timore” per i comportamenti dell’ex fidanzato e di una “persecuzione”.
“Ho accoltellato Giulia e l’ho vista morire” Di quell’aggressione dal carcere Filippo Turetta racconta la sua versione, a volte zoppicante, continua a dirsi ”affranto, dispiaciuto per la tragedia” si dice pronto ad affrontare le ”responsabilità” che lo attendono. E al pm ha confessato: “Ho accoltellato Giulia e l’ho vista morire”. Giulia Cecchettin è stata uccisa da Filippo Turetta nell’area industriale di Fossò – a 6 chilometri dalla sua casa – verso le 23.40 di sabato 11 novembre. Il momento della morte è stato stabilito dall’autopsia durata per tutta la giornata di oggi. Quando la Fiat Punto nera di Turetta scompare dalle telecamere della zona industriale di Fossò, alle 23.50, Giulia era già deceduta, per le coltellate e le lesioni subite nella seconda fase dell’aggressione di Filippo, documentata dalle immagini alle 23.40 di quel sabato. Dai primi risultati dell’autopsia appena conclusa, a uccidere Giulia sarebbe stata la rescissione dell’aorta a seguito di una coltellata sul lato sinistro del collo “dai margini netti”. In totale, il suo assassino le ha inferto più di venti fendenti. La morte sarebbe quindi stata causata da un’emorragia. Fatale è quindi stata la seconda aggressione nella zona industriale di Fossò. E una volta abbandonata vicino lago di Barcis dall’ex fidanzato, era già morta.