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Federico Ferrini, 37 anni, agricoltore e venditore ambulante, cliente della prostituzione. Massacra a sprangate una prostituta con cui ha avuto una relazione. Condannato a 10 anni

Arezzo, 26 Agosto 2020


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Federico Ferrini, 37 anni, ha ucciso Maria Venancio De Sousa. La lite per soldi
E’ Federico Ferrini, 37 anni, imprenditore residente del comune casentinese di Pratovecchio Stia, il brutale assassino della brasiliana di 60 anni nell’appartamento di via Andrea Della Robbia ad Arezzo. L’accusa è di omicidio volontario. Per il momento.
Indagini lampo. La conferma da parte del capo della Squadra Mobile Francesco Morselli che ha condotto le indagini insieme al pm Chiara Pistolesi. Un lavoro eccellente e rapido, che ha portato in pochi giorni alla risoluzione del caso e la cui validità è stata riconosciuta anche dal Questore Salvatore Cilona e dal procuratore Roberto Rossi.
Dopo un lungo interrogatorio nella giornata di ieri, Ferrini ha firmato spontanee dichiarazioni, ammettendo l’efferato delitto.
L’omicida. Federico Ferrini ha 37 anni, vive nel comune di Pratovecchio Stia, nella strada direzione La Consuma, in prossimità della località La Scarpaccia, dove conduce un’azienda agricola e di allevamento. Quello che produce, lo vende nei mercati, con l’attività di ambulante che lo porta in molte piazze della zona e della Toscana. Attività, pare, non particolarmente florida. Cosa ha trasformato un agricoltore, allevatore, venditore ambulante in un brutale assassino?
Il legame: sesso e soldi. Ferrini conosce Maria nel 2017, prima come cliente, poi tra i due nasce una relazione sentimentale. Si frequentano assiduamente, nonostante la differenza di oltre 20 anni di età, tanto che Maria Aparecida Venancio De Sousa sarebbe arrivata anche a prestare dei soldi al Ferrini, che non se la passa troppo bene dal punto di vista economico. Nel frattempo, il 37 enne interrompe la relazione e la brasiliana, secondo alcune versioni che abbiamo raccolto, rivuole indietro il denaro prestato. Nella versione del Ferrini, invece, le cose non starebbero così: lei avrebbe chiesto denaro, 200 mila euro, in cambio del suo silenzio, altrimenti avrebbe rivelato alla nuova fiamma che era sua abitudine frequentare prostitute.
L’incontro nella notte. Alle 3:30 della notte tra domenica 25 e lunedì 26 agosto, Ferrini scende dal Casentino ad Arezzo con la sua Renault Scenic con il proposito di chiarire la situazione, portando dietro una sbarra di ferro che, ancora versione del 37 enne, “doveva servire per forzare la porta in caso Maria non aprisse“. La sua situazione giudiziaria si aggraverebbe ancora, se possibile, nel caso venisse dimostrato che la sbarra doveva invece servire per colpire Maria, quindi si passerebbe dall’omicidio volontario contestato dal pm Pistlolesi, all’accusa di omicidio premeditato. In tal caso Ferrini sarebbe partito dal Casentino col chiaro intento di uccidere Maria, portandosi dietro la sbarra di ferro, che potrebbe essere, ipotizziamo, uno dei suoi attrezzi del mestiere, con i quali aveva familiarità. Fatto sta che l’uomo entra nell’appartamento di via Della Robbia con la sbarra in pugno e quindi le intenzioni non paiono certo pacifiche.
Il brutale omicidio. Il resto è purtroppo noto: Ferrini colpisce brutalmente Maria alla testa, la lega al letto con una corda al collo e la lascia lì, finchè, qualche ora dopo, l’ex marito di lei, non sentendola per telefono, chiede alla vicina di casa di verificare. La donna, ormai senza vita, verrà ritrovata alle 18:30 del 26 agosto.
L’interrogatorio e l’arresto. Scattano le indagini, Squadra Mobile e  Polizia Scientifica raccolgono le prove. Prove inoppugnabili: messaggi, telefonate e immagini delle telecamere di video sorveglianza, collocano l’uomo in via Andrea Della Robbia nel giorno e nell’ora dell’omicidio. In particolare, risulta che il casentinese sia l’ultimo ad averla incontrata. Ferrini viene portato in questura e sottoposto ad un lungo interrogatorio in cui ammette le proprie responsabilità, anche se altri aspetti dovranno essere approfonditi e chiariti in presenza dell’avvocato che lo difende, il casentinese Giannini. Uscirà dalla Questura solo per entrare in carcere a San Benedetto. Lunedì l’udienza di convalida dell’arresto.

Condanna a 10 anni di reclusione per Ferrini per il delitto di via della Robbia
La sentenza è arrivata questa mattina. Federico Ferrini, ambulante alimentare del Casentino, si è visto riconoscere tutte le attenuanti
Il giudice di Arezzo Giulia Soldini ha letto la sentenza: Federico Ferrini è stato condannato a 10 anni per l’omicidio di Maria Aparecida Venancio de Sousa, consumatosi alla fine della scorso agosto ad Arezzo, zona Santa Maria delel Grazie. Il 38enne, già in carcere dal giorno in cui è stato incastrato confessando poi il delitto, si è visto riconoscere tutte le attenuanti. Il sostituto procuratore Chiara Pistolesi, che dalla notte del delitto segue l’indagine, ha portato avanti l’accusa di omicidio volontario, ma senza la premeditazione. Ferrini quindi avrebbe agito d’impulso mentre si trovava nell’appartamento di via Andrea della Robbia in compagnia della sua amica, la 60enne di origine brasiliana.
Ferrini, che rischiava una pena fino a  21 anni di carcere, aveva ottenuto il rito abbreviato che di per sé prevede un terzo della sconto della pena. La richiesta dell’accusa era di 12 anni e sei mesi.
Il delitto in una notte d’agosto. Nella notte tra il 25 e il 26 agosto scorso Ferrini uccise a colpi di spranga la donna 60enne, prostituta brasiliana, con cui aveva avuto una relazione. Il delitto avvenne nell’abitazione della donna, in via della Robbia, ad Arezzo, a due passi dal santuario di Santa Maria delel Grazie. Maria fu trovata riversa sul bordo del letto, con un laccio al collo e ferite alla testa e alla gola. Braccato dalla Polizia, che dopo alcuni giorni di serrate indagini era riuscita a stringere il cerchio, Ferrini confessò.
Dopo l’arresto, di fronte al gup, confermò la sua versione: si era recato da Maria per alcuni chiarimenti, poi scoppiò una lite furiosa che terminò con la terribile aggressione. I violentissimi colpi sferrati dal 38enne furono fatali. Il movente sarebbe di tipo economico: l’imputato durante la sua confessione raccontò di avere ricevuto richieste di soldi in cambio del silenzio di Maria sui rapporti intercorsi tra i due: Ferrini non avrebbe voluto far sapere in giro di essere stato assieme a una lucciola. Nei giorni scorsi, l’imputato aveva scritto un memoriale, in cui chiedeva scusa ai familairi della vittima.


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