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Dumitru Stratan, 33 anni, disoccupato. Dopo averla attirata in un tranello, massacra di botte e a sprangate l’ex fidanzata, l’avvolge in un cellophane, la chiude in un trolley ancora viva e la abbandona in campagna. Rinchiuso in carcere, non parla. Iniziato il processo

Castione delle Stiviere (Mantova), 20 Gennaio 2023

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Titoli & Articoli

Chi è Dumitru Stratan, l’ex fidanzato di Yana Malayko accusato di averla uccisa (FanPage – 23 gennaio 2023)
Moldavo, Dumitru Stratan ha 33 anni ed è accusato di omicidio e occultamento di cadavere. Secondo gli investigatori, è stato lui a uccidere la sua ex fidanzata Yana Malayko.
Un carattere irascibile, possessivo, senza un lavoro fisso. Chi conosce Dumitru Stratan lo descrive così, come un ragazzo che non ha mai accettato la fine della relazione avuta con Yana Malayko, la 23enne ucraina scomparsa e che gli inquirenti pensano sia stata uccisa proprio dal 33enne moldavo. Lui al momento si trova in carcere a Mantova. Il gip, Antonio Serra Cassano, ha già confermato il fermo mentre Stratan continua ad avvalersi della facoltà di non rispondere.
Stratan da diverso tempo non ha un vero e proprio lavoro, ma aiuta quando può la sorella Cristina a gestire l’Event Coffee. In quel bar, in piazzale Resistenza a Castiglione delle Stiviere (Mantova), lavora anche Malayko. Stratan l’aveva conosciuta qualche anno fa, se n’è innamorato e si sono messi insieme. Lui però, stando ai racconti delle amiche di Malayko, era troppo geloso, possessivo. Lei invece voleva più autonomia, voleva essere libera, e per questo la relazione si era interrotta dopo 3 anni.
La mancata accettazione della rottura.
Per il 33enne, però, non era ancora finita del tutto. Più volte avrebbe cercato di convincerla a darsi un’altra opportunità, ma lei avrebbe sempre rifiutato. Per un certo periodo di tempo convivevano nello stesso palazzo dove sta il bar, ma quando si sono lasciati Malayko è andata via e si è fatta ospitare da Cristina in un altro appartamento di quel palazzo.
L’ultimo avvistamento dopo la scomparsa della ragazza. L’ultima volta che Stratan è stato visto prima della scomparsa di Malayko, risale alla sera di giovedì 19 gennaio. Alcune telecamere lo hanno ripreso mentre carica un grosso sacco nero nella sua auto e un agricoltore ha raccontato di averlo aiutato nella notte perché si era impantanato nelle campagne in località Valle, vicino al confine con la provincia di Brescia, con la sua Mercedes.
Con questi elementi, mentre ancora si cerca il cadavere di Malayko e la presunta arma del delitto, i sospetti degli investigatori sono ricaduti subito su di lui. Resta ancora un mistero il ritrovamento della Fiat 500 bianca di Malayko vicina a quella abbandonata di Stratan

 

Il giallo di Yana Malayko, la trappola dell’ex compagno e la confessione alla sorella (il Riformista – 26 gennaio 2023)
Ma il corpo ancora non si trova
Le ombre del femminicidio sembrano diventare sempre più, col passare delle ore, delle certezze. Il corpo di Yana Malayko sarebbe stato nascosto in un’estesa area periferica scarsamente abitata, fatta di boschi, campi, pozzi e canali in località Albana. Nonostante le parole dell’ex compagno suonino come una sentenza, Yana ancora non si trova. Da venerdì 20 gennaio, il giorno dell’arresto, Dumitru Stratan ha taciuto con carabinieri e magistrati, sdraiato giorno e notte sul letto della cella nel carcere di Mantova. Ma già ore prima avrebbe confessato alla sorella Cristina l’uccisione, avvenuta – a quanto sembra – tra le 2.30 e le 5 della notte precedente, forse armato di un coltello: “Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me”.
Stratan, che ora rischia l’ergastolo, ancora non parla. Forse una strategia difensiva dovuta al non ritrovamento del cadavere dell’avvocato difensore Andrea Pongiluppi, o forse perché si è già liberato del peso confessando l’accaduto alla sorella: “Yana mi faceva le corna, è una traditrice. E non poteva mettersi con uno della nostra compagnia”, avrebbe detto il presunto assassino riferendosi al ragazzo con il quale Yana aveva una relazione.
Appena a dicembre Yana Malayko aveva troncato i rapporti con Dumitru Stratan, 33enne di origini moldave con un passato turbolento che risale alla sua adolescenza: il suicidio del padre e, secondo i familiari, una tossicodipendenza afflitta da una grande fragilità.
Secondo le carte della Procura di Mantova, riportate dal Corriere della Sera, il delitto sarebbe la conseguenza di un piano preciso. Nella serata di giovedì 19 gennaio Yana e l’attuale compagno avevano cenato in un ristorante a Lonato del Garda per poi trasferirsi nell’abitazione di lui. A mezzanotte, Yana, nata a Cernivci, in Ucraina, aveva iniziato a ricevere telefonate e messaggi da Stratan. A detta del 33enne il cane, di nome Bulka, che avevano comprato insieme, stava male, e l’uomo aveva chiesto il suo aiuto affinché lei lo assistesse.
Yana aveva acconsentito, annunciandogli che sarebbe rincasata per attenderlo al quarto piano del condominio di piazzale della Resistenza, nell’appartamento numero 15, nella cittadina di Castiglione delle Stiviere. Stratan, che era già stato all’interno del bilocale, le aveva detto che sarebbe arrivato con l’animale. Entrare nella casa dove Yana viveva non era stato un problema, il 33enne aveva una copia delle chiavi, e aveva interesse a farlo per l’unico scopo di manomettere la telecamera che registra gli accessi all’appartamento. Da qui la premeditazione.
La disattivazione era stata notata da Yana e segnalata per messaggio all’attuale compagno fermo in macchina sotto il palazzo con cui si stava scambiando aggiornamenti sull’incontro che sarebbe dovuto avvenire di lì a poco. Nonostante la telecamera scollegata Yana gli aveva augurato la buonanotte, tranquillizzandolo.
I carabinieri hanno isolato molteplici macchie di sangue nel bilocale diventato scena del crimine: sulla maniglia della porta della stanza da letto e sul materasso in particolare. Stratan avrebbe cercato di cancellare le tracce ematiche e buttato il piumone dentro un sacco nero. In un altro sacco nero ha posizionato il corpo di Yana, lo ha trascinato per le scale alle 5.13 – ora in cui le telecamere sul ballatoio del condominio lo hanno ripreso -, l’ha caricato sulla Mercedes, e ha guidato fino alla periferia per abbandonarlo, munito di una piccola vanga. Il sospetto degli inquirenti ora è che sia stato accompagnato da un complice, reclutato non con una chiamata ma direttamente con un passaggio sotto la sua abitazione. Infatti si tende a escludere che Stratan abbia seppellito la ragazza. I tempi dei suoi passaggi e dalle sue presenze forniti dalle celle agganciate dal telefonino sarebbero troppo brevi. Adesso i genitori di Yana non si danno pace: il padre, il signor Malayko, indossando stivali alti batte palmo a palmo le campagne del Mantovano in cerca del corpo senza vita della sua Yana. La madre della ragazza, Tatiana Serbenchuk, lancia dal Canada un appello disperato al presunto assassino: “Ridammi mia figlia”.

 

Caso Yana. Nuovo interrogatorio, ma Dumitru Stratan continua a non parlare. Sospese le ricerche (La voce di Mantova – 27 gennaio 2023)
Nuovo interrogatorio e nuova scena muta di Dumitru Stratan. Il 33enne moldavo in carcere per l’omicidio della sua ex, Yana Malayko, 22enne ucraina, ieri pomeriggio si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del Pm. E’  la seconda volta che il 33enne fa scena muta dopo quella davanti al gip. “Dima”, come è conosciuto a Castiglione, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e di occultamento di cadavere. Il corpo della giovane, infatti, non è stato ancora trovato nonostante le ricerche in corso dal 21 gennaio. Frattanto proseguono le indagini del caso, compresi gli accertamenti sul materiale informatico sottoposto a sequestro, mentre sioino state sospese le ricerche del corpo della giovane.

Gli inquirenti: «Confidenze e immagini inchiodano l’omicida» (BSO – 27 gennaio 2023)
Sempre più vicino a Brescia. Un aspetto che va di pari passo con elementi pesanti a carico di Dumitru Stratan, il moldavo arrestato con l’accusa d’aver ucciso l’ex fidanzata Yana Malaiko, 23enne ucraina, e averne occultato il corpo. Alle ricerche ora partecipano anche due unità dei Vigili del fuoco bresciane. I fatti, secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori mantovani sono avvenuti a Castiglione delle Stiviere nello scorso fine settimana. Ma recentemente sono emersi dei passaggi bresciani. Vanno per altro ad aggiungersi al fatto che le ricerche del corpo sono state condotte a lungo in un laghetto nei pressi di via Albana, a Castiglione, a pochissima distanza dal confine con Lonato. Ma proprio nel comune benacense bresciano la vittima ha cenato per l’ultima volta, insieme all’attuale compagno. Poi, le telefonate e in cui l’ex, attualmente in carcere, contatta Yana quando è già nell’abitazione del fidanzato, a Medole.
L’ex parla di un cane. Non un cane qualsiasi, è quello di Yana, ma è stato affidato a lui. «Il cane non sta bene» diceva, ascoltato in vivavoce Stratan, aggiungendo: «Devo portarlo a casa di mia sorella, vieni a prenderlo». Yana inizialmente ha fatto capire che non avrebbe voluto, poi dopo lo stillicidio di chiamate e messaggi ha deciso di esaudire la richiesta. Ma una volta a Castiglione, nell’appartamento, la sorpresa: il cane stava benissimo. E, secondo la ricostruzione degli inquirenti e degli investigatori da quell’appartamento non è più uscita viva.
Ci sono i filmati del sistema di videosorveglianzache riprendono lei e l’ex entrare nell’appartamento, mentre non ci sono immagini di lei che esce. Molte poi le tracce ematiche trovate nell’appartamento «indiziarie dell’evento di morte» secondo quanto scrive il gip nell’ordinanza che convalida il fermo e dispone il carcere. Sono state rinvenute sulla maniglia della porta della stanza da letto, sul materasso di uno dei letti della stanza, sulla tastiera del letto, accertando «anche come il reo, dopo l’omicidio, abbia provato a cancellare le tracce ematiche, pulendo il sangue e buttando il piumone e gli indumenti sporchi di sangue all’interno di sacchi neri, pronti per essere gettati come immondizia».
Sempre secondo il giudice: «Yana Malaiko non è mai uscita da quell’appartamento, in quanto le telecamere del sistema di videosorveglianza installato presso l’androne d’ingresso del condominio di piazzale Resistenza 5 (a Castiglione) dopo aver ripreso l’arrivo di Malaiko Yana e di Stratan Dumitru, hanno ripreso l’uscita dal palazzo del solo indagato, avvenuta alle ore 5.13.55, mentre trasportava con fare guardingo, un involucro voluminoso e pesante, che in tale quadro è ragionevole ritenere proprio il cadavere della ragazza». Infine: «Lo stesso indagato ha confidato di aver ucciso Malaiko Yana sia alla sorella Stratan Cristina che all’amico Chairello Santo, quindi a due persone, come dagli stessi riferito. diverse, in due diverse circostanze» e «D’altronde, le frasi pronunciate dall’indagato (“Ho fatto una cazzata. Ho ammazzato Bonnie”; “L’ho ammazzata come lei ha ammazzato me”) non sono suscettibili di altra interpretazione, né è plausibile che possano essere state pronunciate per scherzo». Sempre secondo il gip: «Dopo l’omicidio, e dopo aver caricato a bordo dell’autovettura Mercedes Slk quel sacco pesante, l’indagato si è poi diretto verso una vasta zona agricola, alla periferia di Castiglione» per «disfarsi del cadavere della donna».

Lonato del Garda: ritrovato il cadavere di Yana Malaiko Brescia Today – 1 febbraio 2023)
È stato ritrovato a Lonato del Garda il corpo di Yana Malaiko, la barista ucraina di 23 anni che viveva e lavorava a Castiglione delle Stiviere: la ragazza sarebbe stata uccisa da Dumitru Stratan, moldavo di 33 anni e suo ex fidanzato.
Della giovane non si avevano più notizie dal 20 gennaio. Il cadavere è stato rinvenuto nella giornata di oggi, nei pressi del vivaio Zanoni poco lontano dalle Fornaci Romane. Sul posto sono presenti i carabinieri e il magistrato titolare delle indagini. Yana sarebbe stata uccisa in piena notte, tra il 19 e il 20 gennaio. La 23enne era in compagnia di un amico, forse il suo nuovo fidanzato, quando sarebbe stata contattata da Stratan perché il cane “stava male”. I due si sarebbero visti a casa della ragazza e qui potrebbe essere stato perpetrato il delitto.
L’ultimo messaggio di Yana diretto all’amico sarebbe stato inviato dopo le 2: “Mi ha detto che dovrei vergognarmi, ma invece deve solo accettarlo, anche se non è ragionevole”, avrebbe scritto con riferimento alla lite probabilmente in corso con il suo ex. Da lì sarebbe poi scaturita la tragedia: per capire cosa sia successo in seguito, bisognerà ora attendere i risultati dell’autopsia.

Sprangate al volto, picchiata e poi soffocata. Così è stata uccisa Yana Malaiko che ha provato a difendersi dal suo aggressore (il Dolomiti – 5 febbraio 2023)
Il cadavere della giovane è stato ritrovato quattro giorni fa tra i rovi di Lonato sul Garda. L’unico indagato è l’ex fidanzato in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere
Vari traumi, al volto, le labbra gonfie, segni sulle braccia e sulle mani ma nessun colpo di arma da taglio e nessun strangolamento. Yana Malaiko sarebbe stata uccisa per soffocamento forse con un cuscino o un sacchetto e prima della morte avrebbe tentato di difendersi pur ricevendo diversi colpi al volto datigli con un oggetto di metallo, forse una spranga.
Sono questi i primi dettagli che emergerebbero dalla prima fase dell’autopsia sul corpo della giovane ucraina assassinata nella notte del 20 gennaio. Secondo quanto riportato dal Giorno, chi l’ha uccisa l’avrebbe prima colpita almeno quattro volte con una sprangata e lei avrebbe tentato di difendersi riuscendo a parare il primo colpo. Le labbra erano gonfie, come se la vittima avesse ricevuto un botta o un pugno. Attualmente, come noto, l’unico sospettato resta l’ex fidanzato Dumitru Stratan, 33enne moldavo detenuto nel carcere di Mantova da giorni, accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.
Da quanto ricostruito la 23enne sarebbe stata attirata in trappola con una scusa (il cane che stava male) quella sera del 20 gennaio e poi uccisa dall’ex fidanzato. Le telecamere esterne al palazzo dove si trovava l’abitazione usata dalla giovane hanno ripreso l’arrivo della 23enne, poco dopo quello di Stratan. Mentre la ragazza non è mai stata vista uscire il 34enne sarebbe stato ripreso mentre si allontanava con un grosso sacco.
Come riferito dalla trasmissione “Ore 14” di Rai 2,l’ultimo messaggio di Yana inviato all’amico sarebbe stato inviato dopo le 2: “Mi ha detto che dovrei vergognarmi, ma invece deve solo accettarlo, anche se non è ragionevole”, avrebbe scritto con riferimento alla lite probabilmente in corso con il suo ex.  Il corpo della barista ucraina di 23 anni scomparsa a Castione delle Stivere, nel Mantovano è stato rinvenuto quattro giorni fa a Lonato del Garda nei pressi del vivaio Zanoni non lontano dalle Fornaci Romane nascosto tra i rovi.

“Sul letto, poi i pugni in testa”. L’inquietante passato dell’ex di Yana (il Giornale – 8 febbraio 2023)
“Sembra che Dumitru Stratan abbia adottato la stessa modalità violenta anche con l’ex fidanzata”. A dirlo, a ilGiornale.it, è l’avvocato Angelo Lino Murtas, il legale dei genitori di Yana Malaiko, la 23enne ucraina uccisa nella notte tra il 19 e il 20 gennaio, all’interno del suo appartamento a Castiglione delle Stiviere. La donna di cui parla il legale è la stessa ad esser stata contattata dal giornalista Alessandro Politi per un servizio esclusivo che verrà mostrato nei prossimi giorni durante il programma televisivo “Storie Italiane”, in onda ogni mattina su Rai Uno.“Dumitru mi ha buttato sul letto e preso a pugni in testa”. Comincia così la testimonianza agghiacciante della donna. La giovane, all’epoca dei fatti 18enne, racconta di esser stata picchiata dal 33enne moldavo riuscendo poi a divincolarsi all’ultimo. “Eravamo in vacanza in Moldavia quando è successo – spiega al giornalista Alessandro Politi – Io sono riuscita a scappare e sono tornata in Italia. Lui, quasi per un anno, non ha potuto perché gli avevo bruciato il passaporto”. Secondo la versione fornita dalla presunta vittima, all’origine dell’aggressione ci sarebbe stata la gelosia. “Era ubriaco. Io ero in compagnia di alcuni amici, si è ingelosito e mi ha picchiato. – continua la ragazza della quale, per questione di privacy, non riveliamo il nome – Sono finita in ospedale con un leggero trauma cranico, ho dovuto prendere delle pastiglie perché ho avuto delle vertigini per qualche giorno”. La ragazza precisa di non aver denunciato l’ex per questioni burocratiche ma di aver troncato la relazione subito dopo l’accaduto. “L’ho lasciato subito e non ho voluto più rivederlo. – ricorda – Lui era molto geloso. Non mi lasciava uscire di casa. Non avevo libertà di vedere neanche un’amica. Se uscivo, mi tartassava di telefonate chiedendo dove e con chi fossi”. Poi, a proposito di Yana, dice: “Non la conoscevo ma credo di averla incrociata due anni fa, al bar. C’era lì lui con una ragazza che, ai tempi, era mora. Mi ricordo che non appena lui mi ha vista, ha preso lei per mano e sono andati via”. Quindi conclude: “Ripensando alla modalità con cui ha aggredito lei (Yana) è la stessa che ha adottato con me. Io sono riuscita a scappare. Sono stata molto fortunata”.

Forse Yana era ancora viva quando è stata chiusa in valigia (Brescia Today – 8 febbraio 2023)
Forse Yana era ancora viva quando è stata chiusa in valigia: potrebbe essere soffocata all’interno del piccolo trolley (da 40x20x65 centimetri) in cui il presunto assassino – l’ex fidanzato Dumitru Stratan, 33 anni: è in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato e aggravato e occultamento di cadavere – l’avrebbe riposta dopo averla picchiata e colpita più volte. In quella valigia, avvolta in un fagotto, il corpo è stato ritrovato mercoledì scorso, dopo 12 giorni di ricerche, ai confini tra Lonato e Castiglione.
La macabra ipotesi è stata resa nota da Angelo Murtas, l’avvocato della famiglia Malaiko: emersa in queste ore a seguito degli esiti (parziali) dell’autopsia e dei sopralluoghi dei Carabinieri del Ris di Parma nell’appartamento dove Yana viveva e nel garage del palazzo.
L’omicidio di Yana. Yana Malaiko sarebbe stata uccisa la notte del 20 gennaio. Sul volto e sul collo i segni delle botte subite: sarebbe stata colpita da un oggetto contundente di forma tondeggiante, di piccolo diametro e a quanto pare in metallo. L’arma (forse una spranga) non è ancora stata ritrovata. La causa della morte sarebbe riconducibile al soffocamento: la ragazza non è stata strangolata e a quanto pare nemmeno soffocata con un cuscino. Quindi resta in piedi, per ora, la macabra ipotesi di una morte terribile, rinchiusa in quella piccola valigia.
I rilievi dei Ris. “Ci auguriamo non sia così – ha riferito l’avvocato Murtas – ma vogliamo le risposte che i familiari ci chiedono”. I rilievi dei Ris sono proseguiti martedì per tutta la giornata. I militari hanno passato al setaccio prima l’appartamento dove Yana sarebbe stata uccisa: trovate tracce di sangue sul letto e sulla federa di un cuscino. Nel pomeriggio è stato analizzato anche il garage. Le due auto in uso a Stratan il 20 e il 21 gennaio, la sua Mercedes e la Fiat 500 della sorella, sono state sequestrate e trasportate a Parma, dove saranno analizzate nel dettaglio.
Il funerale. La salma di Yana intanto riposa alla Casa funeraria Antea di Castiglione. Mercoledì pomeriggio verrà trasferita alla Chiesa della Grotta di Romano di Lombardia, il paese bergamasco dove è cresciuta e dove ancora abitano il padre e i nonni. Yanochka Malaiko aveva solo 23 anni, lavorava all’Event Coffe di Castiglione, il bar gestito dalla sorella del presunto assassino – il suo ex fidanzato, si erano lasciati all’inizio dell’anno. A Castiglione è arrivata anche la madre di Yana, Tatiana Serbenchuk, che vive e lavora in Canada, rifugiata in fuga dalla guerra in Ucraina. Lascia nel dolore anche il padre Oleksander, i nonni Giovanni e Larissa, l’amico Francesco con Oksana ed Emily, l’amica Valentina.

 

Femminicidio Yana Malaiko, niente rito abbreviato per l’ex Dumitru Stratan: a processo l’11 aprile 2024 (Prima di tutto Mantova – 21 novembre 2023)
L’accusa è di omicidio volontario con premeditazione e occultamento di cadavere. L’avvocato dei genitori di Yana: “Chiederemo l’ergastolo come pena commisurata ai fatti”.
Nel corso del pomeriggio di oggi, martedì 21 novembre 2023, nel Tribunale di Mantova, la Gup Chiara Comunale ha rinviato a giudizio Dumitru Stratan che verrà quindi processato per i reati di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere dell’ex fidanzata Yana Malaiko, 23enne di origini ucraine. Il 34enne moldavo sarà giudicato con la formula del rito ordinario: la prima udienza sarà il prossimo 11 aprile 2024.
L’udienza preliminare sulla morte di Yana Malaiko si è svolta oggi, martedì 21 novembre 2023, nel Tribunale di Mantova. Iniziata intorno alle 13, l’udienza si è protratta fino alle 16,30 circa con la Gup Chiara Comunale che alla fine ha deciso di rinviare a giudizio Dumitru Stratan, 34enne di origini moldave, che dovrà rispondere dei reati di omicidio volontario con premeditazione (aggravante per cui rischia l’ergastolo) e di occultamento di cadavere.
Dumitru, quindi, verrà processato con la formula del rito ordinario e comparirà in aula il prossimo 11 aprile 2024.
“L’ergastolo come deterrente per evitare altri episodi di questo tipo”. Dumitru oggi non era presente in aula. A difenderlo ci sono stati gli avvocati Domenico Grande Aracri e Gregorio Viscomi. Dalla parte dell’accusa, invece, c’era l’avvocato Angelo Lino Murtas, legale di Oleksandr e Tetiana, genitori di Yana Malaiko. Quest’ultimi, inoltre, insieme ai nonni della 23enne sono stati ammessi come parte civile, cosa che invece non è accaduta per l’associazione Y.A.N.A. (stesso nome della ragazza ucraina, ma anche acronimo di “You are not alone“, oggi in aula attraverso la figura del presidente Francesco Porrello) perché nata successivamente alla morte della giovane.


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