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Savatore Varvallo, 35 anni, muratore saltuario, padre. Già denunciato più volte per maltrattamenti e minacce, ammazza la moglie a colpi di pistola poche ore prima dell’udienza di separazione. Suicida

Campigliano (Salerno), 1 Febbraio 2015

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Titoli & Articoli

Salerno, accecato dalla gelosia uccide la moglie e poi si suicida (TgCom24 – 1 febbraio 2015)
I due, 35 anni lui e 29 lei, erano in fase di separazione. Lʼuomo ha sparato, con una pistola con la matricola abrasa, allʼesterno della piscina dove il figlio era impegnato in una gara di nuoto
Prima ha sparato alla moglie e poi ha rivolto l’arma contro se stesso: l’uomo e la donna sono entrambi morti durante il ricovero in ospedale. Il fatto è avvenuto all’esterno delle piscine del Club Fiore, a Campigliano, frazione di Giffoni Valle Piana (nel Salernitano) dove era in corso una gara di nuoto. I due erano sposati ma in fase di separazione. L’uomo avrebbe sparato al culmine di una lite, forse per motivi di gelosia.
A sparare è stato Salvatore Varavallo, 35 anni, nato a Caserta; la moglie si chiamava Giustina Copertino, 29 anni, di Caserta. L’uomo, un muratore occasionale, non aveva precedenti penali e ha sparato con una pistola calibro 9×21 con la matricola abrasa. I due non vivevano più insieme, dopo aver dato il via all’iter della separazione, ma finora la moglie non aveva notato o riferito ai congiunti episodi di particolare aggressività da parte del marito che potessero far temere gesti inconsulti.
Sette colpi contro la moglie – Varavallo è arrivato al club sportivo di Giffoni, dove il figlio di 9 anni era impegnato in una gara di nuoto. Prima ha esploso contro la donna 5 colpi di pistola. Poi si è recato sul piazzale del club Fiore e ha sparato cinque volte contro l’auto della moglie. Infine è tornato accanto al corpo esanime della moglie e le ha esploso contro altri due proiettili, a bruciapelo, per infliggerle il colpo di grazia.
Nei successivi momenti di paura e concitazione, un uomo uscito all’esterno del club gli ha gridato di abbassare l’arma. Lui se l’è puntata alla tempia e, dopo due tentativi andati a vuoto, ha esploso il colpo del suicidio. Nel suo giubbotto sono stati trovati altri 34 proiettili e un coltello. La coppia aveva anche un altro figlio di 4 anni.
Il dolore dei parenti della donna – Le indagini sono state condotte dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Salerno, guidati dal capitano Alessandro De Vico e dalla Compagnia di Battipaglia, diretta dal capitano Giuseppe Costa. Sul posto il pm Vittorio Santoro. I primi ad arrivare all’obitorio dell’ospedale Ruggi di Salerno sono stati i familiari della donna. I carabinieri hanno evitato che si incontrassero con i familiari dell’omicida. “Non fa nulla se li incontro – ha detto il padre della vittima, accompagnato dalla moglie, dalla sorella e dal fratello della donna – ormai Giustina non c’è più. Avrei voluto che lui fosse in galera e mia figlia a casa”.

La follia di Varvallo dopo aver perso il lavoro (Le Cronache – 1 febbraio 2015)
Forse si sarebbero incrociati domani davanti ad un giudice. Quello che doveva decidere sulla richiesta di separazione avanzata da Giustina Copertino. La follia di Salvatore Varavallo, muratore saltuario, ha determinato una sentenza più atroce. Inappellabile. Casal di Principe e Succivo si sono risvegliate ancora attonite… Le famiglie, gli amici del quartiere increduli davanti alle locandine dei giornali. Frastornati nel rileggere in un bar, sorseggiando un caffè tra una parola e l’altra, la terribile fine di Giustina, ammazzata dall’ex marito che, dopo aver scaricato la sua pistola contro la donna che aveva tanto amato, ha deciso di porre fine anche alla sua sua vita. Non ci sarà un’udienza per discutere della separazione, con tutti le sue conseguenze legali, ma due funerali.
Casal di Principe si stringerà questa mattina alle 10 intorno alla famiglia di Giustina, una donna brillante e solare che aveva deciso di voltare pagina. Che, ora più che mai, viveva per i suoi due figli. Nel pomeriggio l’ultimo saluto a Salvatore Varavallo, la salma è da ieri nell’abitazione dei genitori dopo essere stata liberata dal magistrato,  a Succivo. L’uomo aveva perso da poco il posto di lavoro presso un’azienda edile in Sardegna ed era rientrato da poco a Caserta. Salvatore aveva celato alle persone care la sua profonda insoddisfazione per quel matrimonio ai titoli di coda e per il lavoro perso. Non riusciva a darsi pace e giorno dopo giorno quel tarlo l’ha consumato fino alla folle decisione di porre fine alla vita della moglie ed alla sua esistenza terrena.   Dieci colpi più uno e poi il silenzio…. Quello che i nonni faranno fatica a spiegare ai due figli rimasti orfani in tenera età. Per il momento sono stati affidati ai nonni materni in attesa delle decisioni del giudice.
L’omicidio-suicidio è avvenuto all’esterno del  “Fiore Club” di Campigliano.  L’altra mattina Giustina, in compagnia del padre e del primogenito di nove anni, s’è recata a Giffoni Valle Piana: nelle piscine del Fiore Club, infatti, il ragazzino, piccolo campione di nuoto, avrebbe dovuto partecipare ad una manifestazione interregionale della disciplina acquatica. Dopo aver raggiunto il centro, dunque, i Copertino hanno parcheggiato la propria autovettura, una Bmw X3, per accedere al tendone con le vasche e assistere alla gara di nuoto. Varavallo ha chiamato a telefono Giustina e gli ha chiesto di venire fuori, quest’ultima ha lasciato la piscina e si è trovata di fronte l’ex marito che  ha puntato la sua pistola contro la compagna d’una vita e ha premuto il grilletto. Per la trentenne non c’è stato nulla da fare. Salvatore, convinto che quel legame fosse indissolubile, ha voluto seguire la donna oltre la vita terrena.

 

Omicidio-suicidio di Giffoni: «Giustina era minacciata da tempo, il delitto si poteva evitare» (il Mattino – 4 febbraio 2015)
A circa quarantotto ore di distanza dai funerali di Giustina Copertino, 29 anni, di Casal di Principe, e del marito Salvatore Varavallo, 35 anni, di Sant’Arpino, e a ventiquattrore dal giorno in cui i due si sarebbero dovuti presentare al tribunale di Napoli Nord per l’udienza di separazione, emergono nuovi particolari sul rapporto di coppia, a partire dagli episodi di minacce avvenuti dal gennaio 2014. L’ultimo, in ordine di tempo, circa una settimana prima dell’omicidio-suicidio avvenuto a Giffoni Valle Piana.
La vittima, così come risulta anche agli atti della separazione seguita dallo zio e dalla cugina che porta il suo stesso nome, Giovanni Copertino e Giustina Copertino, decide di lasciare Salvatore perché alla base ci sarebbero stati degli episodi di violenza domestica. Dei piccoli episodi iniziati qualche anno dopo il matrimonio, celebrato il 21 maggio del 2005, fino ad arrivare, nel corso del tempo, a delle vere e proprie minacce di morte. Giustina si è recata o ha chiamato i carabinieri di Casal di Principe almeno in sei occasioni per denunciare i comportamenti del marito. Due volte ha formalizzato verbalmente le denunce, allegate anche agli atti della separazione.


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