Yana Malaiko, 23 anni, barista. Massacrata di botte e sprangate al volto, muore soffocata dopo essere stata piegata, avvolta nel cellophane e chiusa ancora viva dentro un trolley abbandonato in campagna dall’ex fidanzato
Castione delle Stiviere (Mantova), 20 Gennaio 2023
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Lonato del Garda: ritrovato il cadavere di Yana Malaiko Brescia Today – 1 febbraio 2023)
È stato ritrovato a Lonato del Garda il corpo di Yana Malaiko, la barista ucraina di 23 anni che viveva e lavorava a Castiglione delle Stiviere: la ragazza sarebbe stata uccisa da Dumitru Stratan, moldavo di 33 anni e suo ex fidanzato.
Della giovane non si avevano più notizie dal 20 gennaio. Il cadavere è stato rinvenuto nella giornata di oggi, nei pressi del vivaio Zanoni poco lontano dalle Fornaci Romane. Sul posto sono presenti i carabinieri e il magistrato titolare delle indagini. Yana sarebbe stata uccisa in piena notte, tra il 19 e il 20 gennaio. La 23enne era in compagnia di un amico, forse il suo nuovo fidanzato, quando sarebbe stata contattata da Stratan perché il cane “stava male”. I due si sarebbero visti a casa della ragazza e qui potrebbe essere stato perpetrato il delitto.
L’ultimo messaggio di Yana diretto all’amico sarebbe stato inviato dopo le 2: “Mi ha detto che dovrei vergognarmi, ma invece deve solo accettarlo, anche se non è ragionevole”, avrebbe scritto con riferimento alla lite probabilmente in corso con il suo ex. Da lì sarebbe poi scaturita la tragedia: per capire cosa sia successo in seguito, bisognerà ora attendere i risultati dell’autopsia.
Il cadavere della giovane è stato ritrovato quattro giorni fa tra i rovi di Lonato sul Garda. L’unico indagato è l’ex fidanzato in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere
Vari traumi, al volto, le labbra gonfie, segni sulle braccia e sulle mani ma nessun colpo di arma da taglio e nessun strangolamento. Yana Malaiko sarebbe stata uccisa per soffocamento forse con un cuscino o un sacchetto e prima della morte avrebbe tentato di difendersi pur ricevendo diversi colpi al volto datigli con un oggetto di metallo, forse una spranga.
Sono questi i primi dettagli che emergerebbero dalla prima fase dell’autopsia sul corpo della giovane ucraina assassinata nella notte del 20 gennaio. Secondo quanto riportato dal Giorno, chi l’ha uccisa l’avrebbe prima colpita almeno quattro volte con una sprangata e lei avrebbe tentato di difendersi riuscendo a parare il primo colpo. Le labbra erano gonfie, come se la vittima avesse ricevuto un botta o un pugno. Attualmente, come noto, l’unico sospettato resta l’ex fidanzato Dumitru Stratan, 33enne moldavo detenuto nel carcere di Mantova da giorni, accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.
Da quanto ricostruito la 23enne sarebbe stata attirata in trappola con una scusa (il cane che stava male) quella sera del 20 gennaio e poi uccisa dall’ex fidanzato. Le telecamere esterne al palazzo dove si trovava l’abitazione usata dalla giovane hanno ripreso l’arrivo della 23enne, poco dopo quello di Stratan. Mentre la ragazza non è mai stata vista uscire il 34enne sarebbe stato ripreso mentre si allontanava con un grosso sacco.
Forse Yana era ancora viva quando è stata chiusa in valigia (Brescia Today – 8 febbraio 2023)
Forse Yana era ancora viva quando è stata chiusa in valigia: potrebbe essere soffocata all’interno del piccolo trolley (da 40x20x65 centimetri) in cui il presunto assassino – l’ex fidanzato Dumitru Stratan, 33 anni: è in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato e aggravato e occultamento di cadavere – l’avrebbe riposta dopo averla picchiata e colpita più volte. In quella valigia, avvolta in un fagotto, il corpo è stato ritrovato mercoledì scorso, dopo 12 giorni di ricerche, ai confini tra Lonato e Castiglione.
La macabra ipotesi è stata resa nota da Angelo Murtas, l’avvocato della famiglia Malaiko: emersa in queste ore a seguito degli esiti (parziali) dell’autopsia e dei sopralluoghi dei Carabinieri del Ris di Parma nell’appartamento dove Yana viveva e nel garage del palazzo.
L’omicidio di Yana. Yana Malaiko sarebbe stata uccisa la notte del 20 gennaio. Sul volto e sul collo i segni delle botte subite: sarebbe stata colpita da un oggetto contundente di forma tondeggiante, di piccolo diametro e a quanto pare in metallo. L’arma (forse una spranga) non è ancora stata ritrovata. La causa della morte sarebbe riconducibile al soffocamento: la ragazza non è stata strangolata e a quanto pare nemmeno soffocata con un cuscino. Quindi resta in piedi, per ora, la macabra ipotesi di una morte terribile, rinchiusa in quella piccola valigia.
I rilievi dei Ris. “Ci auguriamo non sia così – ha riferito l’avvocato Murtas – ma vogliamo le risposte che i familiari ci chiedono”.
I rilievi dei Ris sono proseguiti martedì per tutta la giornata. I militari hanno passato al setaccio prima l’appartamento dove Yana sarebbe stata uccisa: trovate tracce di sangue sul letto e sulla federa di un cuscino. Nel pomeriggio è stato analizzato anche il garage. Le due auto in uso a Stratan il 20 e il 21 gennaio, la sua Mercedes e la Fiat 500 della sorella, sono state sequestrate e trasportate a Parma, dove saranno analizzate nel dettaglio.
Il funerale. La salma di Yana intanto riposa alla Casa funeraria Antea di Castiglione. Mercoledì pomeriggio verrà trasferita alla Chiesa della Grotta di Romano di Lombardia, il paese bergamasco dove è cresciuta e dove ancora abitano il padre e i nonni. Yanochka Malaiko aveva solo 23 anni, lavorava all’Event Coffe di Castiglione, il bar gestito dalla sorella del presunto assassino – il suo ex fidanzato, si erano lasciati all’inizio dell’anno. A Castiglione è arrivata anche la madre di Yana, Tatiana Serbenchuk, che vive e lavora in Canada, rifugiata in fuga dalla guerra in Ucraina. Lascia nel dolore anche il padre Oleksander, i nonni Giovanni e Larissa, l’amico Francesco con Oksana ed Emily, l’amica Valentina.
Yana Malayko uccisa dall’ex fidanzato, oggi i funerali: “Voleva solo una vita serena” (FanPage – 10 febbraio 2023)
Si tengono oggi nella chiesa parrocchiale di San Romano di Lombardia i funerali di Yana Malayko, la giovane uccisa dall’ex fidanzato a Castiglione delle Stiviere (Mantova).
“Yana voleva solo vivere serenamente, avere una famiglia”. È un uomo distrutto Oleskandr, il padre di Yana Malayko. In piedi, accanto alla mamma Tatiana, per dire addio alla figlia 23enne, uccisa dall’ex fidanzato Dumitru Stratan. Si tengono oggi nella chiesa parrocchiale di San Romano di Lombardia i funerali di Yana Malayko, la giovane di origini ucraine residente a Castiglione delle Stiviere (Mantova) ritrovata senza vita dentro un sacco gettato in un campo il 1 febbraio 2023, dopo 11 giorni dal suo omicidio. Avvenuto per mano dell‘ex fidanzato, un 33enne moldavo con cui per tre anni aveva avuto una relazione – e che non si rassegnava della fine della storia. “Un narcisista”, le parole del padre davanti alla bara ricoperta di fiori bianchi. “Non sa amare altri che sé stesso”.
“La morte è il contrario dell’amore” “Non piangere sulla mia tomba, non sono io lì. Non dormo”, le parole di una poesia accanto al feretro della ragazza, costantemente protetto dai genitori. “Sono la dolce pioggia autunnale, sono la morbida luce notturna delle stelle. Non piangere sulla mia tomba, non sono lì. Non sono morta”. A cui si aggiungono quelle del sacerdote durante l’omelia. “Il contrario dell’amore è la morte. La tragica morte di Yana ci ha sorpreso e ci ha sconcertato allo stesso tempo, una morte avvenuta per mano dell’uomo con cui aveva vissuto un tratto della sua breve esistenza, e con il quale aveva pensato di poter condividere la vita”. E ancora. “Yana era una brava ragazza, solare, benvoluta e apprezzata. È difficile accettare che abbia smesso di vivere alle soglie della sua giovinezza, a soli 23 anni”.
Yana Malaiko uccisa dall’ex fidanzato. Il padre: «La pena più severa possibile per l’assassino» (Corriere della Sera – 11 febbraio 2023)
A Romano i funerali di Yana Malaiko, la ragazza colpita e soffocata in un trolley da Dumitru Stratan, 33 anni
Tanti amici e conoscenti, ognuno con una rosa bianca, e fuori dalla chiesa lo striscione con la frase più emblematica: «Uccisa perché voleva essere libera». Romano si è stretta così per l’ultimo saluto intorno a Yana Malaiko, la ragazza ucraina di 23 anni, la cui unica colpa era di volersi rifare una vita dopo la fine di una relazione. Una possibilità che l’ex fidanzato moldavo Dumitru Stratan, 33 anni, non le ha concesso. Nella notte del 20 gennaio, a Castiglione delle Stiviere, dove Yana viveva da 3 anni, l’ha colpita e poi soffocata in un trolley. Quindi ha nascosto il cadavere in campagna. Sono serviti 11 giorni per ritrovare il corpo.
Lunedì è stata aperta la camera ardente a Castiglione e mercoledì è stata spostata a Romano, dove Yana era cresciuta. Era arrivata a 15 anni, ospite di nonna Larissa Bodnari e di nonno Giovanni Vitali. A Romano aveva iniziato a lavorare come barista e conservava molti amici. Anche per questo i genitori hanno scelto la città per la sepoltura.
Ieri mattina si sono tenute le esequie. Alle 9.30 la bara bianca di Yana è stata portata a spalla dalla chiesa della Grotta fino alla chiesa parrocchiale. A renderle onore il picchetto dell’associazione degli avieri, il sindaco di Romano Sebastian Nicoli ed Enrico Volpi, primo cittadino di Castiglione. Presenti anche il Soroptimist di Treviglio e la rete antiviolenza «Non sei sola» e il vicesindaco di Treviglio Pinuccia Prandina. Prima di entrare in chiesa per la funzione Oleksandr Malaiko, il papà di Yana, è tornato a lanciare un appello: «Non ho parole per descrivere il dolore che sento — dice — l’unica cosa che mi è rimasta è trovare giustizia per mia figlia e per tutte le ragazze e le donne che possono diventare vittime. Ho fiducia nella giustizia e chiedo la pena più severa possibile per l’assassino».
«Con il cuore infranto accompagniamo i genitori in questo momento», ha aperto la funzione, concelebrata con un sacerdote ucraino, il parroco di Romano monsignor Paolo Rossi. «Amare significa desiderare la vita, promuoverla e custodirla — spiega nell’omelia —. L’opposto dell’amore è la morte. E l’amore cede alla morte quando una persona non è considerata nella sua specifica dignità ed è privata della sua libertà. L’amore muore quando il rispetto viene meno e la relazione diventa possesso, quando nel cuore dell’uomo si radicano il risentimento e il rancore che portano all’odio, finendo per armare prima la parola e poi la mano».
Monsignor Rossi ha trovato parole però anche per il carnefice: «Gesù ha donato la vita perché ogni forma di odio venga vinto — ha detto —. Preghiamo anche per chi ha tolto la vita. Il Signore lo aiuti a ritrovare la sua umanità con pentimento e la richiesta del perdono».
Al termine della messa, ha portato il saluto pubblico dei genitori il legale di famiglia Angelo Lino Murtas ringraziando tutti i presenti e quanti si sono prodigati in questi giorni difficili. La salma è stata quindi accompagnata al cimitero dove, prima della sepoltura, le amiche hanno letto dei ricordi ed è stata suonata la canzone ucraina preferita di Yana. Anche papà Oleksandr ha preso la parola per salutare i connazionali ma l’emozione è stata troppo forte e non è riuscito a concludere il suo discorso.
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In memoria di
Il papà e il fidanzato di Yana Malayko piantano un segnale dove è stato ritrovato il suo corpo (FanPage – 12 aprile 2023)
Andrei, il fidanzato di Yana Malayko, ha deciso di installare un segnale con una foto della ragazza uccisa da Dumitru Stratan lo scorso gennaio. In accordo con il padre Oleksandr e l’associazione nata in suo nome contro la violenza sulle donne, è stato piantato nel punto in cui era stato ritrovato il corpo della 23enne.
Yana Malayko è stata uccisa nella notte tra il 19 e il 20 gennaio scorso dal ex fidanzato, il 33enne Dumitru Stratan. Dopo averla attirata con una scusa in un appartamento in piazzale Resistenza, a Castiglione delle Stiviere (Mantova), l’avrebbe colpita a morte in una dinamica ancora da chiarire con precisione. Stratan, poi, avrebbe trasportato il corpo senza vita della 23enne ucraina fino in campagna. Lì tra Lonato e Castiglione delle Stiviere Andrei, il ragazzo con cui Malayko aveva una relazione negli ultimi giorni della sua vita, ha deciso di piantare un segnale in ricordo della ragazza.
Il ricordo di Yana Malayko Si tratta di un gesto fatto in accordo con Oleksandr, il papà di Yana, e con l’associazione You Are Not Alone nata nel nome della ragazza. Un atto simbolico, eseguito il giorno prima di Pasqua, quindi l’8 aprile scorso, al quale potrebbe poi seguire un altro più stabile. Al momento, infatti, si tratta di una foto che ritrae la 23enne sorridente e alcuni oggetti a lei cari che ormai sostituiscono le candele che erano state accese in suo ricordo.
L’ex fidanzato Dumitru Stratan accusato di aver ucciso la 23enne
Intanto, tutti i pezzi di questa vicenda stanno tornano al loro posto. A cominciare con Stratan stesso. Il 33enne moldavo era stato arrestato il 21 gennaio scorso, poche ore dalla scomparsa di Malayko e ben prima del ritrovamento del suo corpo. Unico sospettato dell’omicidio della ragazza, si è avvalso della facoltà di non rispondere per due mesi. Poi, nei primi giorni di marzo, ha deciso di confessare fornendo, però, una sua versione dei fatti. Durante l’interrogatorio svolto davanti al procuratore capo Manuela Fasolato e ai carabinieri del Nucleo investigativo di Mantova, aveva detto di aver colpito Malayko all’altezza dello sterno per allontanarla da sé durante un litigio. Ha detto di non aver avuto intenzione di ucciderla.
Cosa non torna nella versione del 33enne. Racconto che presenta molti punti in contrasto con quanto rinvenuto finora durante le indagini, alle quali partecipano anche i Ris di Parma. Ad esempio, le tracce di sangue rinvenute sugli indumenti e nell’appartamento, che non fanno pensare al colpo al torace. Ma anche i segni di percosse rinvenuti tra il volto e il collo, che non troverebbero corrispondenze sulla versione fornita da Stratan. Intanto, il 33enne si trova ancora in carcere a Mantova. Le accuse sono di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Il cane Bulka di Malayko, che Stratan aveva usato come esca per attirarla da lui quella notte, è stato nel frattempo affidato a papà Oleksandr. Il ricordo della 23enne, invece, vive ancora in Andrei e nell’associazione nata in suo nome contro la violenza sulle donne.