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Antonino Portale, 52 anni, agricoltore. Dopo mesi di stalking soffoca l’ex fidanzata. Condannato a 30 anni con rito abbreviato confermati in appello

Catania, 16 Gennaio 2011


Titoli & Articoli

Badante uccisa in casa dell’assistita, Dna e tabulati incastrano il fidanzato. L’uomo è stato arrestato: per l’accusa l’avrebbe assassinata perché lei voleva troncare la loro storia (Corriere del Mezzogiorno – 19 aprile 2011)
CATANIA – Svolta nella indagini della badante di 51 anni, Lucia Cosentino, assassinata la notte tra il 15 e il 16 gennaio scorsi nella casa in cui lavorava, in uno stabile del lungomare Ognina, una zona residenziale di Catania: agenti della squadra mobile della Questura hanno arrestato per omicidio e stalking il suo ex fidanzato, Antonino Portale, di 52 anni. Secondo l’accusa, l’uomo l’avrebbe assassinata perchè la donna voleva troncare la loro tormentata relazione.
INCASTRATO DAL DNA – Ad incastrare l’uomo sarebbero stati anche i controlli effettuati sulle celle telefoniche e i tabulati dei telefonini della vittima e dell’indagato e accertamenti incrociati sui loro Dna. Lucia Cosentino fu uccisa nel suo letto, con il cranio completamente sfondato e il cuscino pressato sul volto. A scoprire il cadavere la novantenne che la badante accudiva. Nei confronti di Portale la squadra mobile ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Catania su richiesta della locale Procura della Repubblica.
ERANO EX COGNATI – Cosentino e Portale erano uniti, oltre che da una relazione che la donna voleva troncare, da antichi vincoli familiari: i due erano ex cognati, in quanto l’uomo aveva sposato, in una precedente relazione, la sorella della vittima. La polizia scientifica ha scoperto che l’uomo, per diversi giorni, è rimasto davanti il palazzo dove Lucia Cosentino lavorava, per controllare i suoi movimenti. Aveva dai 43 ai 90 contatti telefonici giornalieri con la donna, che era stanca delle gelosia del compagno.
Secondo la squadra mobile l’uomo era solito chiamarla ogni mattina alle 6, ma il giorno del delitto non lo ha fatto. Dalla scena del delitto sono scomparsi un computer portatile, due cellulari in uso alla vittima. I due telefonini risultavano attivi, nelle ore subito dopo il delitto, nella zona di Castiglione di Sicilia, paese delle colline dell’Etna dove abita l’indagato. Infine, una macchia di sangue della donna è stata rilevata sui pantaloni dell’uomo, nonostante la squadra mobile li abbia trovati già lavati, e il Dna rintracciato sui sedili dell’auto dell’arrestato è uguale a quello trovato nella biancheria intima che la donna indossava al momento del delitto. Il provvedimento restrittivo per omicidio e stalking è stato emesso dal Gip Carlo Cannella su richiesta del procuratore aggiunto di Catania, Giuseppe Toscano, e del sostituto Antonella Barrera.
LUI DISSE: «SONO TRANQUILLISSIMO» – «Anche se sono sospettato di essere io l’assassino di Lucia, sono tranquillissimo. Noi eravamo una coppia che si amava. La cosa che non capisco è chi e perchè abbia fatto una cosa del genere». Si era difeso così tre giorni dopo il delitto, Antonio Portale, l’uomo di 52 anni, arrestato dalla squadra mobile della Questura etnea per l’uccisione della sua compagna. La difesa di Miriam Condorelli ribadisce l’estraneità al delitto del suo assistito spiegando che il ritrovamento del Dna e del sangue vanno datati e contestualizzati. La penalista non ha ancora parlato con Portale perchè il Gip ha differito l’interrogatorio e il legale non ha potuto prendere visione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’uomo, agricoltore in un paese alle pendici dell’ Etna, era uno dei due sospettati dalla polizia. Sul delitto aveva detto di «non avere alcuna idea a riguardo, nè alcun sospetto su chi possa avere fatto una cosa del genere». «Forse», aveva ipotizzato, «qualcuno che era geloso di me, del fatto che noi stavamo insieme, che, quando potevamo, ci vedevamo. Non avevamo segreti tra noi e ci volevamo bene».

 

Catania, arrestato il fidanzato della badante uccisa (GdS – 19 aprile 2011)
Svolta nelle indagini sull’omicidio di Lucia Cosentino, assassinata la notte tra il 15 e il 16 gennaio. Antonino Portale l’avrebbe uccisa perché la donna voleva troncare la relazione
Svolta nella indagini della badante di 51 anni, Lucia Cosentino, assassinata la notte tra il 15 e il 16 gennaio scorsi nella casa in cui lavorava, in uno stabile del lungomare Ognina, una zona residenziale di Catania: agenti della squadra mobile della Questura hanno arrestato per omicidio e stalking il suo ex fidanzato, Antonino Portale, di 52 anni. Secondo l’accusa, l’uomo l’avrebbe assassinata perché la donna voleva troncare la loro tormentata relazione.
Tra gli elementi a suo carico la polizia cita il ritrovamento del Dna del presunto omicida sulla scena del crimine e di tracce di sangue della vittima su un capo di abbigliamento dell’indagato. Lucia Cosentino fu uccisa nel suo letto, con il cranio completamente sfondato e il cuscino pressato sul volto. A scoprire il cadavere fa la novantenne che la badante accudiva.  Nei confronti di Portale la squadra mobile ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Catania su richiesta della locale Procura della Repubblica.

L’omicidio Cosentino, la parte offesa: “Era premeditato” (video)

Omicidio badante Lucia Cosentino: scarcerato il compagno (catania Today – 3 aprile 2012)
La Suprema Corte si è pronunciata sull’assassinio della badante Lucia Cosentino, avvenuto il 16 gennaio 2011: annullata l’ordinanza di custodia cautelare per il compagno accusato del delitto
La Suprema Corte si è pronunciata sull’assassinio della badante Lucia Cosentino, avvenuto il 16 gennaio 2011. L’ordinanza di custodia cautelare per il compagno della donna, Antonino Portale – accusato di aver ucciso la donna- è stata annullata. La donna lavorava come badante di una signora anziana nella casa di quest’ultima, sita in via Alcide De Gasperi a Catania. La vittima è stata ritrovata con il cranio fracassato e il viso coperto da un cuscino. I primi sospetti sono caduti sul compagno della donna. E così il 19 aprile 2011, Portale è finito in carcere. A seguito dei rilievi della Poliziza scientifica, elementi nuovi hanno fatto cadere l’accusa nei confronti dell’uomo. Sono state, infatti, ritrovate tracce di Dna femminile, misto a sangue della vittima. E, inoltre, sotto le coperte, è stato ritrovato un cappello di donna. Il prossimo 10 aprile si terrà l’udienza preliminare in base alla quale il Gup dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio l’imputato.

 

Sicilia, omicidio della badante Lucia Cosentino: 30 anni all’ex fidanzato Antonino Portale (CanicattìWeb – 5 dicembre 2012)
Il Gup di Catania, Dora Catena, ha condannato a 30 anni di reclusione, con il rito abbreviato, Antonino Portale, 52 anni, per l’omicidio dell’ex fidanzata Lucia Cosentino, la badante cinquantenne di Castiglione di Sicilia uccisa nel capoluogo etneo la notte tra il 15 ed il 16 gennaio 2011 nell’abitazione dell’anziana della quale si prendeva cura. Portale, per il quale il pm Antonella Barrera aveva chiesto l’ergastolo, era presente in aula. L’uomo era stato arrestato il 19 aprile scorso da agenti della squadra mobile di Catania con l’accusa di omicidio e stalking. Il gup ha anche disposto nei confronti di Portale l’interdizione dai pubblici uffici e il pagamento di una provvisionale di 30.000 euro nei confronti dei figli della donna.


L’assassinio di Lucia Cosentino: | confermati 30 anni per l’omicida (LiveSicilia – 20 maggio 2014)
La Corte d’Assise d’Appello ha confermato i 30 di carcere già inflitti in primo grado (processo celebrato con il rito abbreviato) al 54enne Antonino Portale per l’omicidio dell’ex fidanzata Lucia Cosentino, la badante cinquantenne di Castiglione di Sicilia uccisa nel capoluogo etneo la notte tra il 15 ed il 16 gennaio 2011 in quella che era l’abitazione dell’anziana della quale si prendeva cura. La sentenza di secondo grado è arrivata stamattina.
L’omicida ed ex fidanzato era stato arrestato, invece, il 19 aprile del 2011, ovvero, tre mesi dopo. “Le prove a carico di Portale erano schiaccianti – spiega il legale che della famiglia Cosentino – eppure, in questi anni abbiamo assistito ad una campagna mediatica del quotidiano locale che ha sempre sostenuto, anche con ipotesi impossibili, che Portale fosse innocente. Ed in quei momenti Lucia Cosentino veniva ammazzata ancora una volta. Fortuna che ci siamo ritrovati davanti a giudici responsabili ed imparziali. Ribadisco: le prove e gli indizi erano schiaccianti. La difesa si è arrampicata sugli specchi. Abbiamo assistito a richieste di perizia che verranno interamente pagate dai cittadini: è bene che si sappia”.


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