Loading

Agim Ajdinaj, 51 anni, ingegnere petrolifero in pensione. Uccide la convivente massacrandola con un batticarne, poi seziona il corpo in 37 pezzi con una sega circolare e disperde i resti in un campo. Condannato a 20 anni poi ridotti a 18, rimane in libertà per le sue condizioni di salute

Valeggio sul Mincio (Verona), 30 Dicembre 2017


Titoli & Articoli

Confessa il convivente della donna fatta a pezzi nel Veronese (il Giornale – 8 gennaio 2018)
È arrivata oggi la confessione di Agim Ajdinaj, il 51enne albanese già accusato di avere ucciso la compagna 46enne. Khadija Bencheickh, di origini marocchine, era stata trovata senza vita, il suo corpo fatto a pezzi, in un campo di Valeggio sul Mincio, nel Veronese. Adjnaj aveva abbandonato il cadavere in una zona dove ci sono molti animali selvatici, dopo averlo smembrato in una decina di pezzi, forse con la speranza che venisse cancellata ogni traccia del suo delitto. Insieme all’uomo era stato fermato anche il nipote 27enne Lisand Ruzhdija, accusato di avere aiutato Adjnaj a sbazzarsi del corpo, ma scagionato nel corso dell’interrogatorio. Il 51enne, accusato di omicidio e distruzione di cadavere, ha parlato agli inquirenti, nell’interrogatorio di convalida al carcere di Montorio, davanti al gip Paola Vacca, di una situazione diventata insostenibile da tempo, legata a dissidi quotidiani per futili motivi.

 

Delitto di Valeggio, Ajdinaj «un attore». Mistero sul complice (l’Arena, 9 gennaio 2018)
Ha confessato di avere ucciso e fatto a pezzi la sua convivente e ha scagionato il nipote, ma si cercano conferme sul complice che avrebbe aiutato Agim Ajdinaj, l’albanese di 51 anni che in carcere ha ammesso di avere…

Condannato per l’omicidio di Khadija Bencheikh, scarcerato per malattia (Verona Sera – 2 aprile 2020)
Agim Ajdinaj dovrebbe scontare 18 anni di reclusione, ma è uscito dal carcere, dove non riuscirebbe a seguire la terapia specifica per la sua malattia neurodegenerativa
L’anno scorso era stato condannato a 20 anni di carcere in primo grado. In appello, la condanna fu confermata ma la pena ridotta di due anni. Ma da ieri, 1 aprile, Agim Ajdinaj non è più in carcere. L’uomo era stato ritenuto colpevole dell’omicidio di Khadija Bencheikh, avvenuto il 29 dicembre 2017 nell’appartamento di piazzale Olimpia, a Verona, dove i due convivevano. Il corpo della donna era stato poi fatto a pezzi dall’omicida con l’aiuto del fratello Vezir, anch’egli condannato per distruzione di cadavere. I resti della vittima furono poi abbandonati a Valeggio sul Mincio, in località Gardoni, dove furono ritrovati. Da quel ritrovamento, partirono le indagini, che portarono alle accuse e poi alla condanna di Agim Ajdinaj. La notizia della scarcerazione del condannato, decisa dalla Corte d’Assise d’Appello, è riportata su L’Arena da Fabiana Marcolini, la quale ipotizza che la motivazione risieda nelle condizioni di salute dell’uomo. Agim Ajdinaj soffre, infatti, di una malattia neurodegenerativa e in carcere non riuscirebbe a seguire la terapia specifiche per la sua condizione.

 

Fece a pezzi la compagna e sparse i resti nei campi: condannato a 18 anni, ma rimane in libertà (Verona Sera – 28 settembre 2022)
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della difesa e confermato la pena ai danni di Agim Ajdinaj, l’assassino di Khadija Bencheikh, ma in carcere non potrebbe seguire le cure della malattia neurodegenerativa che lo affligge
La Corte di Cassazione ha confermato la pena a 18 anni di carcere nei confronti di Agim Ajdinaj, albanese di 52 anni che il 29 dicembre 2017 uccise e fece a pezzi la compagna Khadija Bencheikh, 46enne di origini marocchine, con l’aiuto del fratello Vezir Aidinaj (che dovrà scontare 6 anni), ma difficilmente l’uomo tornerà dietro le sbarre.
Lo spiega Laura Tedesco sulle colonne del Corriere di Verona. Quella notte di fine dicembre di 5 anni fa, Ajdinaj colpì ripetutamente e barbaramente la partenr con un batticarne alla testa e al torace, nell’appartamento situato al civico 54 di piazzale Olimpia, per poi smembrare il corpo, «con l’ausilio del fratello Vezir, in 37 parti» che «all’interno di 4 borsoni, che abbandonò in una zona agreste del comune di Valeggio sul Mincio», come hanno scritto i magistrati della Cassazione. I resti erano stati portati in località Gardoni, sparsi nei campi o dati in pasto a maiali e cinghiali. Un delitto efferato e brutale, «un lavoro di vera e propria macelleria» come hanno sottlineato i magistrati, che scosse l’opinione pubblico e che il 52enne aveva confessato affermando che la donna che si prendeva cura di lui lo minacciava.
La sentenza nei confronti dell’omicida è dunque definitiva, dopo che la Corte ha respinto l’ultimo ricorso della difesa, ma difficilmente Ajdinaj finirà in carcere. Arrestato il 5 gennaio 2018, venne scarcerato nell’aprile 2020 a causa delle sue condizioni di salute: già al momento del fermo infatti accusava problemi legati al morbo di Parkinson e in carcere non riuscirebbe a seguire la terapia specifiche per la sua condizione. Attualmente è sottoposto all’obbligo di dimora a Verona.


Link