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Ylenia Lombardo, 33 anni, collaboratrice domestica, mamma. Massacrata di botte e poi data alle fiamme dal compagno

San Paolo Bel Sito (Napoli), 5 Maggio 2021


Titoli & Articoli

Napoli: già in passato scampata alle molestie del marito, uccisa da un corteggiatore (Blasting News – 7 maggio 2021)
La piccola comunità di San Paolo Bel Sito, comune tra le province di Napoli e Avellino, è scossa. Il paese è stato teatro dell’ennesimo femminicidio, avvenuto mercoledì 5 maggio. La vittima, la 33enne Ylenia Lombardo, in passato era scampata alle violenze dell’ex marito. È stata uccisa da un corteggiatore in cura presso un centro di igiene mentale, il 39enne Andrea Napolitano. In stato di fermo, ha confessato di averla picchiata, accoltellata, per poi incendiare il piccolo appartamento in cui la donna viveva. Non è stato difficile per gli inquirenti arrivare a lui in un paese di 4mila persone in cui tutti si conoscono.
Il femminicidio è avvenuto nel pomeriggio di mercoledì, ma la notizia è stata diffusa solo ieri. Ylenia, originaria di di Pago del Vallo di Lauro, in provincia di Avellino, si era trasferita da circa un anno a San Paolo Bel Sito in cerca di lavoro. Si manteneva facendo la domestica e la badante. Aveva lasciato la figlia 11enne alle cure dei nonni che vivono a Viterbo. Mercoledì alle 14 la donna ha pranzato con Andrea Napolitano nella piccola casa a piano terra di due stanze, ora posta sotto sequestro dai carabinieri, in cui viveva da sola. I due si frequentavano da qualche settimana.
Alle 15:11 la donna ha postato sul suo profilo Facebook un post con varie riflessioni amare: “Lascio dire, lascio fare, lascio andare. Sarà dovuto all’età o forse alla stanchezza, ma non discuto più per cercare di far comprendere me, i miei sentimenti”. Le sarebbe restato poco da vivere. Più tardi, alcuni vicini hanno visto del fumo uscire dall’abitazione. All’inizio si pensava si trattasse di un incidente domestico. Hanno tentato di domare le fiamme e dato l’allarme. Sono stati i vigili del fuoco intervenuti a spegnere l’incendio a trovare il corpo senza vita e semicarbonizzato della donna. Durante la messa in sicurezza dei locali, sono state trovate tracce di sangue che hanno indotto i carabinieri a escludere l’incidente a favore della pista dell’omicidio.
Il 39enne, individuato grazie a telecamere di videosorveglianza e testimonianze di compaesani, è stato fermato dai carabinieri, su disposizione della Procura di Nola, alle 5 di giovedì mattina. Era stato visto andare via dalla casa di Ylenia il pomeriggio precedente a bordo di una bicicletta elettrica, suo usuale mezzo di trasporto. In paese tutti lo conoscono per la sua storia problematica. In passato ha subito un trattamento sanitario obbligatorio per aver minacciato i genitori, i passanti e anche di togliersi la vita. Per questi motivi il 39enne, già noto alle forze dell’ordine, era in cura presso un centro di igiene mentale di Nola e prendeva psicofarmaci. Sembrava avesse riacquisito un contatto sano con la realtà.
A San Paolo Bel Sito, invece, lei si era fatta conoscere per essere una donna solare ma anche riservata. Non è chiaro che tipo di relazione ci fosse tra loro.
Cosa ha fatto scattare la dinamica omicida? Nella confessione resa ai carabinieri, Napolitiano ha riferito che avrebbero iniziato a litigare dal momento in cui lui non ha più trovato la sua carta prepagata caricata con 15mila euro. Avrebbe incolpato Ylenia di avergliela sottratta per poi iniziare a prenderla a calci e pugni. Quindi avrebbe dato fuoco alla camera da letto, per poi chiuderla nell’appartamento e andare via. Sono ancora molti i punti oscuri da chiarire. Non è chiaro se la donna sia morta per le botte ricevute, o perché arsa. Sarà l’autopsia a dare risposte a questi interrogativi. Napolitano, dopo essere tornato a casa, si era cambiato e aveva lavato le scarpe, trovate dai carabinieri ad asciugare in terrazzo. Aveva avuto anche il tempo di comprare un giubbotto uguale a quello che indossava mentre picchiava Ylenia che si era strappato ed era sporco.

 

Omicidio Ylenia Lombardo, alla madre disse prima di morire: «Farò la fine della moglie di Parolisi» (Corriere del Mezzogiorno – 9 maggio 2021)
La donna picchiata, accoltellata e poi bruciata a San Paolo Bel Sito: «Non farò una bella fine, verrai a mettere i lumini». Il gip convalida il carcere per il presunto omicida
«Non farò una bella fine. Farò la fine della moglie di Parolisi. Secondo me verrai tu a mettermi i lumini». Nei giorni precedenti alla sua morte Ylenia Lombardo, massacrata di botte e poi data alle fiamme dal suo compagno mercoledì scorso a San Paolo Bel Sito, aveva detto queste parole a sua madre, Maria Valerio, alla quale aveva telefonato. La giovane donna immaginava dunque che la relazione con Andrea Napolitano, nei cui confronti ieri il gip di Nola ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare, era estremamente pericolosa (il riferimento alla moglie di Salvatore Parolisi è chiaro: Melania Rea fu massacrata 10 anni fa dal marito); eppure non l’ha interrotta. Il perché non è chiaro. Andrea, sofferente da anni di disturbi psichici e più volte denunciato dopo avere appiccato il fuoco ad autovetture o altri oggetti, non era il primo che faceva soffrire Ylenia: l’ex marito, Salvatore, è infatti in carcere anche per il reato di maltrattamenti nei suoi confronti.
La gelosia. Nelle 15 pagine dell’ordinanza emessa dal gip Daniela Critelli al termine dell’udienza di convalida viene ricostruito il rapporto tra i due. Se in paese la loro relazione era nota — Ylenia e Andrea venivano visti insieme, l’uomo frequentava la casa di via Ferdinando Scala 69 — la donna aveva invece parlato di lui ai familiari come di un corteggiatore fastidioso, che premeva per iniziare un rapporto sentimentale. La cognata Erminia, infatti, racconta ai carabinieri che il 4 maggio, cioè il giorno prima della sua morte, Ylenia le parlò a lungo di Andrea: «Mi rappresentò l’esistenza di un tale Andrea che lei riferiva essere soggetto precedentemente in cura presso il centro di salute mentale, il quale insisteva di voler iniziare con lei una nuova vita. Mi raccontava che era geloso anche di Facebook, che la seguiva e che aveva addirittura imposto a lei di portarlo su a Viterbo», dove vivono i genitori, la figlia, il fratello Vincenzo e la cognata. «Voleva sposarla — mette ancora a verbale Erminia —, aveva una pensione di 636 euro e una bicicletta elettrica».
Le telefonate alla madre. Dall’ordinanza emerge anche un altro dettaglio importante quanto tragico: con ogni probabilità Andrea Napolitano ha telefonato alla madre di Ylenia mentre lei rantolava. Maria Valerio spiega che il giorno in cui la figlia è stata uccisa si sono sentite due volte: la prima alle 6.30, la seconda alle 13.30. Ma poco più di un’ora dopo, alle 14.42, ha ricevuto uno squillo dal telefono della figlia e dopo un minuto, alle 14.43, una telefonata da Andrea, con cui aveva già parlato al telefono in precedenza.
La signora Maria in lontananza sentiva la voce della figlia: «La sentivo lontano dal telefono, come se stesse in un’altra stanza. La sentivo come se balbettasse, come se facesse estrema fatica a parlare o a emettere un suono». È verosimile che Andrea avesse già riempito di botte Ylenia, mirando soprattutto alla testa come ha spiegato il medico legale, e lei cercasse disperatamente di chiedere aiuto. La madre, però, non lo ha compreso.
La fuga in bici. Poco più tardi, secondo la ricostruzione dei carabinieri, Andrea Napolitano ha dato fuoco alla camera da letto, è uscito di casa dopo avere chiuso a chiave la porta e se n’è andato in bicicletta. Prima però ha mandato un messaggio vocale alla psichiatra che da circa un anno lo aveva in cura, ma lei non se n’è accorta: chiedeva di essere visitato. Forse voleva confessarle il delitto, come ha fatto poi alcune ore più tardi, quando ha inviato un altro messaggio insistendo per parlare con lei. Ma il racconto fatto alla specialista era veritiero solo in parte: è con l’ex sindaco Manolo Cafarelli, suo compare di cresima, che Napolitano si è confidato raccontando la dinamica e il movente del delitto, cioè la scomparsa della sua Poste Pay.


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