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Veronica Valenti, 30 anni, commessa. Uccisa con 60 coltellate dall’ex fidanzato

Belpasso (Catania), 26 Ottobre 2014

 


Titoli & Articoli

Ragazza uccisa a Catania: “Era una coppia semplicissima, che rideva e scherzava” (la Repubblica – 27 ottobre 2014)
“Lasciala stare! Lasciala stare!” hanno gridato alcune studentesse universitarie che abitano in via Tezzano all’assassino della giovane Veronica Valenti, accoltellata dal suo ex fidanzato Gora Mbengue, senegalese, 27 anni. Secondo quanto raccontato dagli abitanti della zona il ragazzo senegalese e la donna si frequentavano da questa estate, e spesso si accostavano in auto davanti al teatro dell’omonima via per ascoltare musica. La ragazza aveva deciso di non riprendere la storia e così il ragazzo senegalese ha deciso di accoltellarla. L’uomo è stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Catania ed è stato subito trasferito nel carcere di piazza Lanza
(Video di Alessandro Puglia)

 

Veronica è stata uccisa con 60 coltellate L’esito choc dell’autopsia eseguita oggi (La Sicilia – 29 ottobre 2014)
Veronica Valenti, la 30enne assassinata il 26 ottobre scorso dal suo ex fidanzato, il 27enne senegalese Gora Mbengue, è stata uccisa con circa 60 coltellate, sferrate con violenza su molte parti del colpo, straziato dai fendenti. Lo ha accertato l’autopsia che è stata eseguita dal medico legale su disposizione della Procura di Catania. L’esame autoptico ha confermato la ricostruzione che aveva dato alla squadra mobile dall’uomo che, catturato poche ore dopo il delitto, aveva detto alla polizia: “sono sceso di casa con un coltello in mano e ho pensato: se mi dice no l’ammazzo”. La donna aveva interrotto la loro relazione e lui non si rassegnava a perderla. Domenica sera ci sarebbe dovuto essere l‘incontro chiarificatore: Veronica Valenti è arrivata davanti casa dell’ex fidanzato inviandogli un messaggio col telefonino: “sono arrivata, scendi”. Lui è entrato in auto armato di coltello e all’ennesimo rifiuto l’ha uccisa e poi è scappato. La squadra mobile ha ricostruito subito l’accaduto, e dopo avere trovato la casa del senegalese e il suo passaporto lo ha cercato e arrestato alcune ore dopo.
LA RICOSTRUZIONE. «Sono sceso di casa con un coltello in mano e ho pensato: se mi dice no l’ammazzo». È questa la confessione resa spontaneamente alla polizia di Stato dal senegalese Gora Mbengue, di 27 anni, che ha assassinato con numerose coltellate l’ex fidanzata, Veronica Valenti, 30 anni, “colpevole” di non volere riallacciare la loro relazione. È stato l’ex fidanzato, Gora Mbengue, senegalese di 27 anni, a uccidere la 30enne Veronica Valenti, originaria di Belpasso, con numerose coltellate dopo una lite all’interno della Peugeot 106 nera della donna ieri sera in via Tezzano a Catania. L’uomo è stato arrestato dalla Squadra mobile della Questura e il giovane ha confessato di averla uccisa perché lei aveva rifiutato di riallacciare la loro relazione. Mbengue è stato bloccato in via del Plebiscito e non ha opposto resistenza alla polizia ed ha subito ammesso di essere l’autore del delitto. Un omicidio che anche alla luce della confessione del senegalese appare come premeditato perché il ragazzo all’appuntamento con la sua ex ha portato con sé un coltello che ha affondato più volte nel lato sinistro dell’addome e nella schiena. Alla squadra mobile alcuni abitanti della zona avevano raccontato di una violenta lite all’interno di un’automobile e di un uomo, verosimilmente un africano, che si era allontanato dal luogo del delitto. Gli agenti avevano trovato il coltello e due ciabatte, una dentro l’auto ed una vicino la vettura e la loro presenza lasciava ritenere che l’autore del delitto abitasse nelle immediate vicinanze. Le indagini della polizia hanno permesso di accertare che la vittima, che lavorava come impiegata in una ditta di mobili, aveva avuto una relazione con un senegalese che abitava proprio in via Tezzano, dove è stato commesso il delitto. La polizia è dunque risalita all’uomo senza troppe difficoltà.
IL PADRE: «NON SONO RAZZISTA, MA IMPORTIAMO TROPPI DELINQUENTI». «Ho sempre detto a Veronica di stare attenta, e adesso l’hanno uccisa senza pietà. Non sono razzista, ma hanno un altra cultura e modi di vivere diversi». Lo afferma Giuseppe Valenti, il papà della trentenne uccisa a coltellate a Catania dall’ex fidanzato, un senegalese di 27 anni, che non accettava la rottura della loro relazione. Valenti invita «il ministro dell’Interno, Angelino Alfano» a «chiamarlo per potere parlare con lui», anche di Mare Nostrum. «Ho una figlia sposata con militare statunitense di colore che vive negli Usa, e quindi non sono razzista – aggiunge – ma importiamo in Italia il 90% di delinquenti su questi barconi. Adesso il ministro Alfano deve dire una parola a tutta l’Italia in nome di Veronica, che era una bravissima ragazza». «Mia figlia ieri sera – ricorda Valenti – era uscita dal lavoro, mi ha mandato un messaggio e mi ha detto che tutto andava bene. In serata l’ho chiamata al cellulare, ma non mi rispondeva. E il mio cuore è impazzito… ». «Si era lasciata con questo ragazzo – osserva – poi l’ha incontrato nuovamente e lei adesso non c’è più. Spero che questi messaggi arrivino a tutti, al governo e al ministro Alfano: ci vogliono maggiori controlli. C’erano stati degli episodi che erano stati segnalati alle Istituzioni, ma non ufficialmente. Non abbiamo denunciato e adesso è successo quello che è successo e dico ai papà e alle mamme: state attenti alle vostre figlie». «Sono contento che la squadra mobile della polizia – conclude il papà di Valentina – lo abbia arrestato, e sono grato agli investigatori. Adesso spero nella giustizia. Se me lo trovassi davanti? Non me lo faccia dire cosa farei… ». I FUNERALI. I funerali di Veronica saranno celebrati a Belpasso giovedì 30 ottobre nella chiesa Madre del paese alle 11.Il sindaco Carlo Caputo ha proclamato il lutto cittadino.

Veronica, massacrata e uccisa dal suo ex senegalese: “Voleva farsi una vita nuova” (Leggo – 15 giugno 2016)
Non voleva rassegnarsi alla fine del suo amore e così si è vendicato nel peggiore dei modi: l’ha uccisa con 35 coltellate. Stiamo parlando di Gora Mbengue, l’ex fidanzato 28enne di Veronica Valenti, la ragazza barbaramente uccisa a Catania il 26 ottobre del 2014.
A parlare al settimanale Giallo è lo zio di Veronica, nonchè il legale che ha seguito la vicenda, Gaetano Valenti: “Non riesco a parlare senza piangere – ha detto a Giallo -. Il dolore per la morte assurda di Veronica non passerà mai, anche se dicono che il tempo cura tutte le ferite. Sono convinto che certe cicatrici non guariranno mai”.
Una morte prematura che non si potrà cancellare: “Quella di mia nipote è una morte cui nessuno può trovare giustificazioni. Nessuno. È stata uccisa barbaramente con 35 coltellate che le sono state inferte nell’addome – continua a raccontare Gaetano Valenti a Giallo -. L’uomo che l’ha uccisa, Gora Mbengue, voleva che soffrisse, e ha scelto per lei una morte atroce. Avrebbe potuto pugnalarla al cuore, e invece l’ha massacrata per punirla, per farle provare un dolore che nessuno di noi potrebbe mai immaginare. Quel maledetto giorno Veronica e il suo carnefice si sono incontrati per un incontro chiarificatore. Mia nipote è arrivata davanti alla casa di quell’uomo e gli ha mandato un messaggio per fargli sapere che era arrivata. Lui è sceso in ciabatte armato di un coltello e, dopo avere capito che le cose tra di loro erano davvero finite, l’ha pugnalata nella sua auto. Un destino che Veronica proprio non meritava. Lei, così dolce, così solare, così piena di vita, ha pagato con la vita la sua scelta di non tornare con quello che era stato il suo fidanzato”. Gora Mbengue, in seguito al processo, è stato condannato a 30 anni: “Precisamente ci rimarrà trent’anni, perché gli è stato inflitto il massimo della pena – racconta lo zio di Veronica -. Ma questo non può essere certo una consolazione per tutta la nostra famiglia.
Veronica aveva una vita splendida di fronte a sé, era circondata da amici e da persone che le volevano bene. Nessuno potrà mai restituircela. Ogni volta che leggo o sento di casi di violenza, in particolare di femminicidi, mi si gela il sangue nelle vene. È davvero questo il mondo che vogliamo lasciare ai nostri figli? Veronica ha avuto una semplice “colpa”: non voleva stare più con quel ragazzo. Noi della famiglia pensavamo si fossero lasciati, non avremmo mai potuto immaginare un epilogo così terribile, nemmeno nei nostri incubi peggiori. Una donna dovrebbe essere lasciata libera di prendere le proprie scelte, di decidere di quali persone circondarsi e chi amare”, ha concluso.


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In memoria di

Veronica Valenti/ Video, uccisa con 60 coltellate dall’ex fidanzato Gora Mbengue (il Sussidiario – 21 ottobre 2018)
Veronica Valenti, la 27enne fu uccisa dal suo ex fidanzato Gora Mbengue con ben 60 coltellate dopo che lui non aveva accettato la fine della loro storia d’amore.
Veronica Valenti, protagonista di Amore Criminale oggi 21 ottobre, è stata colpita 60 coltellate prima di essere finalmente lasciata in pace dal suo aguzzino. Muore così la ragazza di Belpasso, in provincia di Catania, che non è riuscita a sopravvivere ai colpi dell’ex fidanzato senegalese Gora Mbengue. Una tragedia che rimane nella memoria degli italiani ancora oggi, a distanza di quattro anni dall’orrendo delitto.
Reo confesso, Mbengue l’avrebbe uccisa a causa della fine della loro relazione: lui avrebbe voluto riprendere la loro storia ed era deciso a non accettare un no come risposta. Riferirà tutto poco dopo la tragedia agli inquirenti, confermando di aver agito secondo premeditazione. La vittima aveva soli 27 anni quando si ritrova nel mirino del suo assassino. “Le avevo detto: stai attenta”, ricorda il padre Giuseppe dopo il delitto, come sottolinea Panorama. Il genitore infatti non è convinto della bontà di Gora fin dal primo incontro fra i due ragazzi, avvenuto nel 2013 durante una serata in discoteca. Un anno e mezzo di relazione che alla fine è sempre stata piuttosto traballante, ma che il senegalese non è mai riuscito ad accettare.
Veronica Valenti accetterà di incontrare il suo assassino senza sapere che cosa l’attende davvero. L’ex fidanzato Gora Mbengue la convince a raggiungerlo in via Tezzano a Catania, una zona frequentata da tanti extracomunitari, attorno alle 22 del 2014. I due hanno appena concluso per l’ennesima volta la loro relazione, ma Gora non è ancora riuscito ad accettare che non stiano più insieme. Come riferirà agli inquirenti dopo il massacro, prima di incontrare Veronica si armerà di coltello e penserà chiaramente ad ucciderla, se solo la ragazza rifiuterà la sua proposta di ritornare ad essere una coppia. All’ennesimo no, Mbengue mette quindi in atto l’omicidio, colpendo con violenza il corpo di Veronica, mentre entrambi si trovano ancora all’interno dell’auto di lei. Dopo aver inferto l’ultima coltellata, il senegalese scenderà dal mezzo a piedi scalzi e fuggirà disperato, lasciando sul posto ciabatte e coltello. Verrà catturato poche ore più tardi, quando le piste degli investigatori hanno già concluso che l’omicidio di Veronica è legato alla sua relazione con l’allora 27enne. Solo l’autopsia rivelerà quante coltellate sono servite per spegnere la vita della ragazza, resa fragile dalla vita e dalla perdita della madre subita poco tempo prima.

 

CINQUE ANNI FA VENIVA UCCISA VERONICA VALENTI, VITTIMA DI FEMMINICIDIO. SCRIVE IL PADRE… (l’Informazione – 26 ottobre 2019)

Dopo cinque anni dalla perdita di mia figlia rieccomi a scrivere qualche frase che mi esce dal mio profondo in momento di profonda solitudine in compagnia di un bicchiere di vino”. A scrivere su fb è Giuseppe Valenti, padre di Veronica, uccisa cinque anni fa dal suo ragazzo di colore, nel momento in cui lei aveva deciso di troncare la loro relazione. Una ragazza nel fiore degli anni Veronica, ammazzata in modo brutale a Catania, con decine di fendenti in ogni parte del corpo. Una fine orribile,di cui il genitore non riesce a darsi pace. Eppure, dice lui stesso, “vedo la luce in fondo al tunnel”, grazie ai “cari amici e alle care amiche, ed in particolare all’associazione For Life”.

“A settantatreanni quasi compiuti – scrive Puccio – , sono qui per dirvi ancora che siete il regalo piu’ bello della mia vita. Sono qui per dichiarare tutta la mia gratitudine per la grande forza che mi date nell’andare avanti con tanta determinazione. Vi stimo, per le lacrime che mi avete asciugato nei momenti drammatici della mia vita, con le vostre parole pacate, forti, mi avete liberato dal profondo buio, e ridato la luce”.

“Su questa terra – seguita – mancano le parole adatte per descrivere il dolore di un padre che perde la propria figlia barbaramente assassinata con tanta crudelta’ solo per aver cercato di riprendersi la sua vita, la sua liberta’. Quando muore un figlio, arriva addosso un tornado di angoscia che non riesci a spolverare arriva il buio totale come se fossi caduto in un pozzo senza fondo”.

“Penso a tutto questo buio angosciante – scrive ancora iol padre di Veronica – e mi chiedo ancora oggi, dopo 5 anni della sua scomparsa, dove trovo la forza di andare avanti. Ti giunge anche il senso di colpa, un senso di colpa che non riesce a trovare risposte, un senso di colpa per essere sopravvissuto alla morte della propria figlia. Mi sento forte di andare avanti: io non mi arrendo, questo e’ il regalo piu’ bello che ricevo dal cielo”.
“La violenza di genere fa male a tutti – prosegue Giuseppe Valenti – , fa male a chi la subisce e chi la produce”.
“Veronica e la sua dolce adorabile mamma da lassu’ mi coccolano, percepisco questo amore invisibile. Voglio dichiarare tutta la mia gratitudine per la grande forza che mi date nell’andare avanti con tanta determinazione. Grazie a tutti, anche se non presente, per tutto quello che fate per ricordare mia figlia e tutto quello che attivamente fate per aiutare chi ha bisogno di aiuto. Vi voglio un sacco di bene. Grazie”.