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Tiziana Gatti, 62 anni, mamma e nonna. Uccisa, davanti alla figlia e ai nipoti, dal genero che la solleva e le sbatte la testa sui gradini delle scale

Castelnovo Sotto (Reggio Emilia), 21 Marzo 2022


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Omicidio Tiziana Gatti, il genero l’avrebbe uccisa dopo un litigio (Today – 23 marzo 2022)
L’uomo nega di averla accoltellata con una katana
Un futile litigio. Questo avrebbe scatenato la furia di Osborne Tukpeh Antwi, l’uomo accusato di omicidio volontario per aver ucciso la suocera Tiziana Gatti, 62 anni, la mattina del 21 marzo a Castelnovo Sotto, nella Bassa Reggiana. Secondo quanto emerso dagli accertamenti svolti dai carabinieri, coordinati dal pm Cristina Piera Giannusa, l’uomo, 36enne, avrebbe ucciso la donna perché quest’ultima gli avrebbe chiesto di restituire il cellulare alla figlia Paola Melli, la compagna con la quale ha avuto due figli e con cui era già in forte crisi sentimentale.
L’omicidio è avvenuto intorno alle 7 del mattino, davanti agli occhi del figlio di 4 anni dell’assassino e mentre la figlia della vittima si stava preparando in un’altra stanza. È stata la stessa donna a chiamare i soccorsi e carabinieri, dando l’allarme sulla tragedia.
Come ogni mattina, la 62enne si era recata nell’appartamento di sua figlia e del suo compagno per prendere il piccolo di 4 anni e accompagnarlo a scuola e poi poi tornare a casa e badare all’altro figlio della coppia, che ha appena 15 mesi.
Gli sviluppi delle indagini. Da quanto ricostruito, la donna appena entrata nell’abitazione, avrebbe avanzato la richiesta al compagno della figlia. Il giovane, dopo aver sentito quell’invito, ha poi reagito in modo brutale. Il 36enne, secondo le ricostruzioni degli inquirenti a seguito dell’interrogatorio, avrebbe afferrato la donna alle braccia per poi iniziare a spintonarla. Poi, le avrebbe fatto battere la testa sui gradini della scala interna alla casa, ferendo la donna nella parte posteriore del capo, all’altezza del cervelletto. L’uomo l’avrebbe colpita più volte con una katana di piccole dimensioni, che era in casa.
Ma il 36enne smentisce la ricostruzione e sostiene di non aver accoltellato la donna. La scena del delitto presenta diversi oggetti sparsi, tra cui una collezione di katane dell’uomo dentro una scatola. Secondo il 36enne, una di queste spade sarebbe scivolata dal contenitore e avrebbe colpito la donna alla testa, nella parte posteriore, all’altezza della nuca. Sarà l’autopsia disposta dalla Procura a fare luce su quanto accaduto, ma gli inquirenti ritengono che il solo impatto del cranio con i gradini possa aver causato la morte della 62enne.
Dalle testimonianze raccolte, erano frequenti i litigi tra suocera e genero. Sembra che la vittima avesse spinto in diverse occasioni l’uomo a lasciare l’appartamento in cui abitava con la compagna e i suoi due figli piccoli. La giovane coppia non era sposata e da diverso tempo era già in forte crisi sentimentale. Il marito della vittima e nonno dei due nipotini aveva consigliato alla figlia di lasciare l’uomo, che non aveva mai dato in escandescenza.
La Procura ha formulato l’ipotesi di reato di omicidio volontario, aggravato da futili motivi. L’uomo è in stato di fermo giudiziario.

Omicidio Tiziana Gatti, è morta sbattendo la testa sulle scale (il Resto del Carlino – 23 marzo 2022)
“Almeno restituisci il cellulare a mia figlia”, le ultime parole al genero che hanno scatenato la furia dell’uomo che ha confessato
“Almeno restituisci il cellulare a mia figlia…”. Ha fatto appena in tempo a dire queste parole la 61enne Tiziana Gatti, al suo ormai ex genero Osborne Tukpeh Antwi. La frase, che da sola lascia intendere tensioni preesistenti sulla separazione tra la figlia Paola Melli e il 36enne, ha funzionato da detonatore, facendo esplodere la violenza dell’uomo sulla vittima.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti svolti dai carabinieri, coordinati dal pm Cristina Piera Giannusa, lui si sarebbe avventato sulla 61enne, uccidendola. Poi, sottoposto a interrogatorio, ha confessato. Nella casa di Castelnovo Sotto, la donna era andata, come ogni giorno, a prendere i nipotini. Lei, da tutti descritta come una nonna attenta e premurosa, non immaginava quale destino l’avrebbe attesa all’inizio della settimana, un lunedì alle 7.30 che appariva come tanti altri, contrassegnato dagli impegni familiari.
Da quanto ricostruito, di solito per prima nella casa di Paola, arrivava lei, Tiziana; poi la seguiva il marito Giovanni Melli, detto ‘Vanni’. Ma ad attenderla, questa volta, c’era la morte, con le sembianze a lei familiari del volto dell’ex marito della figlia. Sembra che lei fosse appena entrata nell’abitazione di via Rossini, una villetta a schiera, rimanendo sulla soglia. Dopo aver sentito quell’invito a restituire il telefonino alla figlia, lui, un uomo di corporatura massiccia, costruita anche grazie ai suoi trascorsi sportivi, avrebbe reagito in modo brutale. L’avrebbe afferrata davanti, alle braccia. Poi avrebbe iniziato a scuoterla. E le avrebbe fatto battere la testa sui gradini della scala interna alla casa: la 61enne è rimasta ferita nella parte posteriore del capo, all’altezza del cervelletto. Secondo una ricostruzione emersa poco dopo l’omicidio, lui l’avrebbe colpita più volte con una katana di piccole dimensioni, che era in casa.
Sentito dagli inquirenti, Osborne, però, non ha detto di averla accoltellata. Dal sopralluogo è emerso che sulla scala c’era confusione, con diversi oggetti mescolati tra cui una collezione di katane dell’uomo dentro una scatola. A dire del 36enne, una di queste armi bianche sarebbe scivolata dal contenitore e avrebbe colpito la donna alla testa, nella parte posteriore, all’altezza della nuca: un racconto che, pur sembrando verosimile, dovrà essere verificato. Appare più probabile che il solo impatto del cranio con i gradini possa aver causato la morte, ma la certezza se per la 61enne sia stata fatale la botta oppure la ferita da katana potrà arrivare solo dall’autopsia che la Procura ha disposto. Lui ha detto che dopo “lei era viva”, descrivendola “con gli occhi sbarrati rivolti verso l’alto”: ma questa circostanza è tutta da verificare.
La Procura ha formulato l’ipotesi di reato di omicidio volontario, aggravato da futili motivi. Secondo Isabella Chiesi, procuratore capo reggente, “la volontarietà appare piena”. Al momento si esclude la premeditazione: “Sembrerebbe un omicidio d’impeto”. La morte è avvenuta sul colpo, davanti all’ex compagna e al figlio più grande, di quattro anni. Sul movente, il procuratore conferma: “C’erano tensioni dovute al fatto che la donna voleva separarsi, ma non erano stati aperti procedimenti particolari. Lui non aveva pendenze legate al Codice rosso”.
Cosa abbia innescato la rabbia
del 36enne, che avrebbe tentato il suicidio qualche mese fa, ancora non è chiaro: forse il risentimento verso la ex moglie, incomprensioni con i suoceri, il timore che i figli si legassero a loro e non a lui. Ancora tanti perché da chiarire, mentre resta un abisso di dolore.

La figlia di Tiziana Gatti: “Mamma uccisa dal pugnale brandito da Tukpeh”. VIDEO (Reggionline – 25 marzo 2022)
La donna è stata sentita per tre ore in Procura e ha ribadito la sua versione, in contrasto con la tesi della difesa: una spinta data dall’uomo alla suocera, feritasi alla testa cadendo dalle scale. Decisivo l’esito dell’autopsia
Tre ore in procura, trascorse a rispondere alle domande di chi sta indagando sull’omicidio della madre, trascorse a descrivere la scena del suo compagno che la uccide. Le dichiarazioni nell’immediato potevano essere state dettate dalla disperazione e dal terrore, ma quelle fornite in mattinata sono ufficiali, e “il resoconto della mia assistita è stato il medesimo” dice l’avvocato Alice Minari, che rappresenta le parti offese, e quindi anche il vedovo e l’altro figlio della vittima.La 35enne figlia di Tiziana Gatti è considerata dalla procura testimone oculare dell’aggressione mortale ai danni della madre, e lo è anche il suo bimbo di 5 anni, che non è escluso possa essere sottoposto a incidente probatorio.
I due erano seduti sul divano e la scala sulla quale Tiziana sarebbe stata scaraventata era davanti ai loro occhi. Entrambi ricordano ogni attimo della mattina di lunedì, e sono ricordi che aggravano ancora di più la posizione del 36enne Tukpeh Osborne. Si è parlato di una spinta data dall’uomo a Tiziana, del fatto che possa essere stata quella la causa della morte: lo chiarirà l’autopsia. Ma la figlia della vittima non ha dubbi: il pugnale è stato brandito dal compagnola madre non si è ferita cadendoci sopra.
Emergono anche altri dettagli, frutto sempre della testimonianza della giovane donna. Quel mattino il 36enne, prima dell’arrivo di nonna Tiziana, avrebbe sottratto alla compagna, ormai ex, sia il telefono cellulare sia il cordless di casa. Il clima era molto teso per la separazione della coppia, che sarebbe avvenuta di lì a poco. Quando la 62enne ha chiesto all’uomo di ridare alla figlia il telefono, lui sarebbe scattato. La 35enne ha provato ad intervenire rimediando anche la frattura di una costola e poi è scappata fuori di casa con entrambi i figli, dando l’allarme.

 


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