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Osborne Tukpeh Antwi, 36 anni, ex giocatore di football, padre. Ammazza la suocera davanti a moglie e figli. Si uccide in carcere

Castelnovo Sotto (Reggio Emilia), 21 Marzo 2022


Titoli & Articoli

Omicidio Tiziana Gatti, è morta sbattendo la testa sulle scale (il Resto del Carlino – 23 marzo 2022)
“Almeno restituisci il cellulare a mia figlia”, le ultime parole al genero che hanno scatenato la furia dell’uomo che ha confessato
“Almeno restituisci il cellulare a mia figlia…”. Ha fatto appena in tempo a dire queste parole la 61enne Tiziana Gatti, al suo ormai ex genero Osborne Tukpeh Antwi. La frase, che da sola lascia intendere tensioni preesistenti sulla separazione tra la figlia Paola Melli e il 36enne, ha funzionato da detonatore, facendo esplodere la violenza dell’uomo sulla vittima.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti svolti dai carabinieri, coordinati dal pm Cristina Piera Giannusa, lui si sarebbe avventato sulla 61enne, uccidendola. Poi, sottoposto a interrogatorio, ha confessato. Nella casa di Castelnovo Sotto, la donna era andata, come ogni giorno, a prendere i nipotini. Lei, da tutti descritta come una nonna attenta e premurosa, non immaginava quale destino l’avrebbe attesa all’inizio della settimana, un lunedì alle 7.30 che appariva come tanti altri, contrassegnato dagli impegni familiari.
Da quanto ricostruito, di solito per prima nella casa di Paola, arrivava lei, Tiziana; poi la seguiva il marito Giovanni Melli, detto ‘Vanni’. Ma ad attenderla, questa volta, c’era la morte, con le sembianze a lei familiari del volto dell’ex marito della figlia. Sembra che lei fosse appena entrata nell’abitazione di via Rossini, una villetta a schiera, rimanendo sulla soglia. Dopo aver sentito quell’invito a restituire il telefonino alla figlia, lui, un uomo di corporatura massiccia, costruita anche grazie ai suoi trascorsi sportivi, avrebbe reagito in modo brutale. L’avrebbe afferrata davanti, alle braccia. Poi avrebbe iniziato a scuoterla. E le avrebbe fatto battere la testa sui gradini della scala interna alla casa: la 61enne è rimasta ferita nella parte posteriore del capo, all’altezza del cervelletto. Secondo una ricostruzione emersa poco dopo l’omicidio, lui l’avrebbe colpita più volte con una katana di piccole dimensioni, che era in casa.
Sentito dagli inquirenti, Osborne, però, non ha detto di averla accoltellata. Dal sopralluogo è emerso che sulla scala c’era confusione, con diversi oggetti mescolati tra cui una collezione di katane dell’uomo dentro una scatola. A dire del 36enne, una di queste armi bianche sarebbe scivolata dal contenitore e avrebbe colpito la donna alla testa, nella parte posteriore, all’altezza della nuca: un racconto che, pur sembrando verosimile, dovrà essere verificato. Appare più probabile che il solo impatto del cranio con i gradini possa aver causato la morte, ma la certezza se per la 61enne sia stata fatale la botta oppure la ferita da katana potrà arrivare solo dall’autopsia che la Procura ha disposto. Lui ha detto che dopo “lei era viva”, descrivendola “con gli occhi sbarrati rivolti verso l’alto”: ma questa circostanza è tutta da verificare.
La Procura ha formulato l’ipotesi di reato di omicidio volontario, aggravato da futili motivi. Secondo Isabella Chiesi, procuratore capo reggente, “la volontarietà appare piena”. Al momento si esclude la premeditazione: “Sembrerebbe un omicidio d’impeto”. La morte è avvenuta sul colpo, davanti all’ex compagna e al figlio più grande, di quattro anni. Sul movente, il procuratore conferma: “C’erano tensioni dovute al fatto che la donna voleva separarsi, ma non erano stati aperti procedimenti particolari. Lui non aveva pendenze legate al Codice rosso”.
Cosa abbia innescato la rabbia
 del 36enne, che avrebbe tentato il suicidio qualche mese fa, ancora non è chiaro: forse il risentimento verso la ex moglie, incomprensioni con i suoceri, il timore che i figli si legassero a loro e non a lui. Ancora tanti perché da chiarire, mentre resta un abisso di dolore.

 

Delitto Tiziana Gatti, ipotesi omicidio d’impeto (Stampa Reggiana – 23 marzo 2022)
Si ipotizza l’omicidio d’impeto nell’inchiesta sul delitto di Tiziana Gatti, avvenuto lunedì mattina a Castelnovo Sotto. L’imputato Osborne Tukpeh Antwi l’avrebbe afferrata facendole sbattere la testa contro le scale. Nega l’accoltellamento
Si ipotizza l’omicidio d’impeto. E’ questa la prima tesi che emerge da dichiarazioni ed elementi d’indagine sul decesso di Tiziana Gatti, 61 anni, avvenuto lunedì nell’abitazione della figlia Paola, in via Rossini a Castelnovo Sotto. L’ipotesi iniziale, di un’aggressione a coltellate, sembra lasciare spazio a una dinamica differente.
Forse di fronte a una frase ritenuta offensiva, soprattutto in un ambiente molto teso dall’imminente separazione di Paola dall’ormai ex compagno, il liberiano-ghanese Osborne Tukpeh Antwi, di 36 anni, quest’ultimo avrebbe aggredito la signora Tiziana, che sarebbe caduta sulle scale, battendo violentemente la testa su un gradino. Nel parapiglia sarebbero caduti alcuni coltelli, che erano appesi al muro, in una cassettina. Uno di questi, una piccola katana, nel cadere avrebbe colpito la donna. L’ipotesi dell’accoltellamento viene respinta dall’indagato, il quale sostiene che la caduta delle armi da taglio sarebbe stata accidentale. Ovviamente il ruolo avuto dal coltello sarà tra gli elementi richiesti ai risultati dell’autopsia, che dovrebbe svolgersi tra domani e venerdì alla Medicina legale di Modena, al termine dell’affidamento dei vari incarichi.
Ed è previsto anche l’esame dei telefonini, per capire se c’erano stati episodi di minaccia o altro in passato. Al momento non risulta che l’uomo fosse stato segnalato per possibile codice rosso. E il marito della vittima, Giovanni Melli, dopo l’omicidio ha confermato come Osborne non aveva mai manifestato comportamenti violenti, pur lasciandosi andare talvolta a sbalzi di umore, alzando la voce in modo minaccioso.
Dunque, nessuno sembrava poter immaginare una reazione così violenta da parte di quell’uomo, forte e robusto, che mai prima di lunedì mattina aveva manifestato possibili pericoli per gli altri. Davanti ai carabinieri e al sostituto procuratore Piera Cristina Giannusa, dopo l’omicidio, l’imputato, assistito dall’avvocato Rosanna Beifiori, ha confessato l’aggressione, si è detto dispiaciuto e pentito per quanto commesso, dimostrandosi collaborativo con gli investigatori.

Omicidio Castelnovo Sotto: Osborne pentito, ma rischia l’ergastolo (il Resto del Carlino – 24 marzo 2022)
L’udienza di convalida del 36enne che ha ucciso Tiziana Gatti: “Voglio vedere i miei figli”. L’avvocato: “Chiederò la perizia psichiatrica”
Il legame con la famiglia va oltre la distruzione che lui stesso ha creato. In queste ore il 36enne Osborne Tukpeh Antwi ha chiesto dell’ex moglie Paola Melli, da cui si stava separando, e dei suoi due bambini. Il più grande, 4 anni, avrebbe assistito, insieme all’ex coniuge, all’omicidio della suocera Tiziana Gatti. O almeno all’inizio dell’aggressione, avvenuta lunedì nella casa di Castelnovo Sotto.
“Lui sta acquistando la consapevolezza della gravità del gesto che ha commesso“. L’avvocato Rosanna Beifiori, difensore del 36enne, sottoposto alla custodia in carcere per l’omicidio della 61enne, lo descrive “molto sofferente”: “A me ha chiesto dell’ ex moglie e dei figli. Lui vorrebbe vedere i suoi bambini. Ovviamente non potrà avvenire nell’immediato: lui lo sa già, gli è stato spiegato. Ora si profila un percorso non facile: immagino che interverranno i servizi sociali”.
Quell’uomo dal fisico possente appare distrutto: “È preoccupato, pentito e dispiaciuto per ciò che è accaduto e per il dolore che ha arrecato alla famiglia”. Ieri anche un parente dell’omicida – lui ha confessato lunedì durante l’interrogatorio – ha voluto accompagnare il difensore in tribunale. Per l’uomo è stata formulata l’ipotesi di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi e dall’aver agito davanti a un minore. In base alle nuove norme, per lui sarebbe esclusa la possibilità di scegliere il rito abbreviato – con lo sconto di un terzo di pena in caso di condanna – e dunque rischierebbe l’ergastolo.
“Da ciò che emerge dagli atti, non è configurabile la premeditazione”, afferma il difensore. Un’idea che a oggi condivide anche il procuratore capo reggente Isabella Chiesi: “Sembrerebbe – aveva dichiarato – un omicidio d’impeto”.
Durante l’udienza di convalida dell’arresto, ieri davanti al gip Dario De Luca, il 36enne si è videocollegato dal carcere della Pulce e ha parlato per un’ora. Il pm Cristina Piera Giannusa ha chiesto la custodia cautelare in carcere. Il difensore non ha domandato misure diverse: “Non sussistono le condizioni”. E annuncia l’intenzione di chiedere una perizia psichiatrica: “Credo – afferma – che sia una scelta condivisa anche dalla Procura”.
L’autopsia si terrà oggiall’istituto di Medicina legale del Policlinico di Modena: in vista dell’accertamento, la difesa ha nominato un proprio consulente e analoga mossa potrebbe essere stata fatta dalla famiglia della vittima. Si tratta di un accertamento dal quale si aspettano importanti risposte: secondo la Procura, lui avrebbe scosso la donna e le avrebbe fatto battere la testa sugli scalini, impatto che potrebbe essere stato fatale. Ha invece negato di averla colpita con la katana: l’arma bianca, a suo dire, sarebbe scivolata accidentalmente da una scatola e l’avrebbe ferita al collo.
Sul perché abbia aggredito la donna, “non ha aggiunto elementi particolari in più rispetto a quanto già dichiarato. Non c’è un movente particolare”. Ha però confermato di aver agito dopo aver sentito l’invito che la suocera gli ha rivolto: “Almeno restituisci il cellulare a mia figlia…”. Dalle investigazioni dei carabinieri, sono emerse però tensioni preesistenti sulla separazione: lui non l’aveva accettata e, qualche mese fa, aveva tentato di togliersi la vita.

Omicidio Tiziana Gatti: Osborne si toglie la vita in cella, aveva ucciso la suocera 3 mesi fa (FanPage – 15 giugno 2022)
A circa tre mesi dall’omicidio della suocera 62enne Tiaziana Gatti a Castelnovo Sotto, il 36enne Osborne Antwi Tukpeh, che si trovava nel carcere di Reggio Emilia, si è tolto la vita in cella.
Si è suicidato in cella il 36enne Osborne Antwi Tukpeh, reo confesso per l’omicidio della suocera 62enne Tiziana Gatti, a Castelnovo Sotto, nella Bassa Reggiana, il 21 marzo scorso. La notizia è stata anticipata dalla Gazzetta di Reggio. L’uomo, di origine liberiana, è stato un giocatore professionista di football americano.
Affetto da depressione, si era separato dalla compagna con la quale aveva continuato a vivere nella casa di via Rossini, insieme ai due figli di 2 e 4 anni.. Un equilibrio psichico precario, che già l’aveva portato diverse volte a gesti di autolesionismo, alla fine l’ha condotto a quello definitivo.
L’omicidio di Tiziana Gatti. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, la mattina del delitto, il 36enne non era andato al lavoro dicendo di non sentirsi bene, poi aveva iniziato a raccogliere i suoi oggetti personali con l’intenzione di trasferirsi in un’altra abitazione; quindi l’incontro con la suocera alle 7.30 del mattino, un diverbio, poi l’aggressione mortale. L’uomo era stato fermato immediatamente e portato in carcere a Reggio Emilia, dove ieri pomeriggio si è ucciso ed è stato trovato esanime dalla polizia penitenziaria. Era accusato di omicidio aggravato dall’uso di un’arma e dall’aver compiuto il fatto davanti a un minore.


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