Stefania Viziale, 48 anni. Uccisa dal marito a badilate e poi colpita con una freccia da balestra in pieno volto
Avigliana (Torino), 13 Gennaio 2020
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Omicido-suicidio ad Avigliana, l’ultima telefonata di Stefania: “Fate presto, aiutatemi” (FanPage – 14 gennaio 2020)
Le ultime parole di Stefania Viziale, la 48enne di Avigliana (Torino), uccisa con un colpo di badile dal marito Gian Vittorio Manassero, 54 anni, al termine dell’ennesima lite. “Presto venite, chiamate qualcuno, la situazione sta degenerando”, avrebbe detto la donna al centro di igiene mentale, dove da tempo era in cura il suo aguzzino.
“Presto venite, chiamate qualcuno, la situazione sta degenerando”. Sarebbero queste le ultime parole pronunciate da Stefania Viziale prima di essere ammazzata con un colpo di badile dal marito, Gian Vittorio Manassero. Il grido di aiuto è arrivato via telefono al centro di igiene mentale che seguiva l’uomo il quale, dopo aver ucciso la la donna al culmine dell’ennesima lite, ha puntato contro se stesso una balestra e si è suicidato. La tragedia si è consumata nella serata di ieri, lunedì 13 gennaio, ad Avigliana, in provincia di Torino, all’imbocco della Valle di Susa. Secondo una prima ricostruzione effettuata dalle forze dell’ordine, sarebbe stata proprio la donna, 48 anni, a dare l’allarme.
“Vi prego, aiutatemi”, avrebbe rincarato la dose Stefania. La richiesta di intervento è stata subito girata ai carabinieri, che si sono precipitati a casa della coppia, ma ormai era troppo tardi. Per altro, il cancello della loro abitazione, in via Pietra Piana nel cuore di una zona rurale, aveva il cancello chiuso e due dobermann a fare la guardia, per i quali è stato necessario anche l’intervento del canile. In base ai primi accertamenti, l’uomo, 54 anni, ha colpito la moglie al capo con un badile, poi le ha sparato una freccia in pieno viso con una balestra, un’arma in libera detenzione e con la quale si è poi suicidato sparandosi al volto. In corso le indagini per cercare di ricostruire esattamente cosa abbia portato alla duplice tragedia. Gian Vittorio, incensurato, era da tempo in cura per problemi mentali e, da quanto denunciato dai vicini di casa, la coppia era nota per le frequenti discussioni. Maggiori dettagli si potranno avere solo nelle prossime ore, quando termineranno i rilievi degli esperti.
La storia della coppia che aveva scelto di vivere in solitudine, finita in omicidio-suicidio (La Stampa – 14 gennaio 2020)
Marito e moglie si erano trasferiti in una cascina lontana dal centro di Avigliana. Lui era affetto da disturbo bipolare. La procura ha disposto l’autopsia
Avevano scelto di vivere lontano dal caos della città, in una casa rurale nelle campagne di Avigliana lontano da tutto e da tutti. In quella stessa casa che, ieri, lunedì 13 gennaio, si è trasformata nella loro trappola mortale, diventando teatro di un omicidio-suicidio.
All’indomani della tragedia, l’atmosfera è spettrale in via Pietra Piana 7, alla periferia della città, dove Gianvittorio Manassero, un disoccupato di 54 anni, ha prima ammazzato la moglie Stefania Viziale, 48 anni, con un badile e con una balestra e infine si è tolto la vita usando la stessa arma. Un sottile strato di brina ricopre la strada sterrata che conduce all’abitazione dei due coniugi, che avevano deciso di vivere isolati dal resto della città, godendo soltanto della compagnia dei loro amati dobermann e dei suggestivi colori del bosco circostante. Un’ambientazione fiabesca, la loro, trasformatasi la notte scorsa nel peggiore degli incubi.
E, forse, andrebbero cercate qui, in questa voglia di solitudine ed estrema riservatezza, le motivazioni che hanno spinto quell’uomo, da tempo seguito dal Centro di Salute Mentale, ad ammazzare la moglie e poi a togliersi la vita. Gli altri dubbi, poi, sono legati al perché fosse stato permesso a Manassero di possedere un’arma, nonostante l’uomo soffrisse di un disturbo bipolare. Per ora restano soltanto ipotesi. E tante domande. Non ci sono certezze. Tanto più che gli stessi carabinieri del Nucleo Operativo di Rivoli definiscono l’omicidio-suicidio tutt’altro che annunciato. I due, incensurati, non erano noti alle forze dell’ordine e mai, prima di ieri sera, si erano resi protagonisti di vicende che potessero far presagire un epilogo del genere.
All’origine del gesto ci sarebbe stato un acceso litigio con la moglie, iniziato per motivi ancora ignoti in giardino, dove è poi stato rinvenuto il corpo della donna. Stefania Viziale, preoccupata dallo stato di alterazione del marito, era riuscita a contattare anche i medici del CSM, segnalando loro la gravità della situazione, ma malgrado il tempestivo intervento dei soccorsi, non è riuscita a placare la furia del marito.
La dinamica, ormai, è chiara. L’uomo ha prima stordito la moglie con un badile, finendola colpendola con la freccia di una balestra in pieno volto. Poi è rientrato in casa, si è rivolto l’arma contro se stesso uccidendosi. Fabio Scevola, il pm che ha in mano l’inchiesta ha disposto l’autopsia sui cadaveri.