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Gian Vittorio Manassero, 54 anni, rigattiere restauratore. Uccide la moglie con un colpo di badile e una freccia da balestra, poi si suicida con la stessa arma

Avigliana (Torino), 13 Gennaio 2020


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Uccide la moglie con la freccia di una balestra e poi si toglie la vita (La Provincia di Biella – 14 gennaio 2015)
Tragedia ad Avigliana, paese all’imbocco della Valle di Susa. I carabinieri hanno trovato in un appartamento marito e moglie morti in casa. Da una prima ricostruzione si tratterebbe di un omicidio-suicidio. Le due vittime sono Stefania Viziale, 48 anni e Gian Vittorio Manassero 53 anni. Sarebbe stato lui a uccidere la moglie dopo un litigio. Avrebbe colpito la donna con un badile in testa e poi le avrebbe sparato una freccia con una balestra. La stessa arma con cui poi si sarebbe suicidato colpendosi al volto. E’ stata la sventurata donna a chiamare i carabinieri che quando sono arrivati l’hanno trovata gà morta.

La storia della coppia che aveva scelto di vivere in solitudine, finita in omicidio-suicidio (La Stampa – 14 gennaio 2020)
Marito e moglie si erano trasferiti in una cascina lontana dal centro di Avigliana. Lui era affetto da disturbo bipolare. La procura ha disposto l’autopsia
Avevano scelto di vivere lontano dal caos della città, in una casa rurale nelle campagne di Avigliana lontano da tutto e da tutti. In quella stessa casa che, ieri, lunedì 13 gennaio, si è trasformata nella loro trappola mortale, diventando teatro di un omicidio-suicidio.
All’indomani della tragedia, l’atmosfera è spettrale in via Pietra Piana 7, alla periferia della città, dove Gianvittorio Manassero, un disoccupato di 54 anni, ha prima ammazzato la moglie Stefania Viziale, 48 anni, con un badile e con una balestra e infine si è tolto la vita usando la stessa arma. Un sottile strato di brina ricopre la strada sterrata che conduce all’abitazione dei due coniugi, che avevano deciso di vivere isolati dal resto della città, godendo soltanto della compagnia dei loro amati dobermann e dei suggestivi colori del bosco circostante. Un’ambientazione fiabesca, la loro, trasformatasi la notte scorsa nel peggiore degli incubi.
E, forse, andrebbero cercate qui, in questa voglia di solitudine ed estrema riservatezza, le motivazioni che hanno spinto quell’uomo, da tempo seguito dal Centro di Salute Mentale, ad ammazzare la moglie e poi a togliersi la vita. Gli altri dubbi, poi, sono legati al perché fosse stato permesso a Manassero di possedere un’arma, nonostante l’uomo soffrisse di un disturbo bipolare. Per ora restano soltanto ipotesi. E tante domande. Non ci sono certezze. Tanto più che gli stessi carabinieri del Nucleo Operativo di Rivoli definiscono l’omicidio-suicidio tutt’altro che annunciato. I due, incensurati, non erano noti alle forze dell’ordine e mai, prima di ieri sera, si erano resi protagonisti di vicende che potessero far presagire un epilogo del genere.
All’origine del gesto ci sarebbe stato un acceso litigio con la moglie, iniziato per motivi ancora ignoti in giardino, dove è poi stato rinvenuto il corpo della donna. Stefania Viziale, preoccupata dallo stato di alterazione del marito, era riuscita a contattare anche i medici del CSM, segnalando loro la gravità della situazione, ma malgrado il tempestivo intervento dei soccorsi, non è riuscita a placare la furia del marito.
La dinamica, ormai, è chiara. L’uomo ha prima stordito la moglie con un badile, finendola colpendola con la freccia di una balestra in pieno volto. Poi è rientrato in casa, si è rivolto l’arma contro se stesso uccidendosi. Fabio Scevola, il pm che ha in mano l’inchiesta ha disposto l’autopsia sui cadaveri.


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