Rodica Monteanu, 31 anni, operaia, mamma. Fatta inginocchiare e giustiziata a colpi di pistola dal marito davanti ai figli (strage del canile)
Fenil del Turco (Rovigo), 26 Febbraio 2016
Titoli & Articoli
Strage di Rovigo, l’ex moglie fatta inginocchiare e uccisa a bruciapelo (il Mattino di Padova – 27 febbraio 2016)
Dopo averla “giustiziata” sotto gli occhi dei due figli, l’albanese ha freddato la suocera e ferito il suo convivente, poi si è suicidato
Un’esecuzione: calcolata, studiata e messa in pratica. Afrim Begu si è presentato alle sue vittime con un pacco dono e un sacchetto con una cinquantina di proiettili. La strage avvenuta venerdì, alle 18, nel casolare a Fenil del Turco, una frazione di Rovigo, a pochi passi dal rifugio per cani Cipa, era nella testa del 42enne albanese, chissà da quanto. Se ne era andato poco prima da quella casa dove aveva tentato di incontrare i figli.
Invano. Era stato bloccato, come altre volte, dall’ex moglie. Poco dopo è riapparso con quel regalo. Ed è stata una mattanza. I carabinieri di Rovigo stanno ricostruendo ogni istante della tragedia in cui Begu è morto con l’ex moglie Rodica Monteanu, 32 anni, moldava, l’ex suocera Maria Askarov, 52 anni, ed è rimasto gravemente ferito il compagno di quest’ultima Nuridin Askarov, di origini uzbeche, sottoposto a un delicato intervento chirurgico durato cinque ore. Begu si è suicidato con un colpo secco alla tempia destra. Salvi i figli di 11 e 2 anni che, con il giovane zio (l’altro figlio 17enne di Maria Askarov) si sono chiusi nella stanza da bagno terrorizzati e impotenti.
Strage di Rovigo, le maestre dell’asilo: “Rodica aveva denunciato più volte il suo assassino” (La piazza web – 29 febbraio 2016)
Una strage, l’ennesima, quella che ha colpito una piccola famiglia di Fenil del Turco, nel rodigino, lo scorso venerdì. Rodica Munteanu è stata assassinata dall’ex marito, insieme alla madre, davanti ai due figli inermi. Poi, un colpo di pistola alla testa e la vita si interrompe anche per il padre, Afrim Begu, che quell’omicidio lo aveva calcolato scrupolosamente, temendo forse che la moglie si sarebbe rifatta una vita dopo il divorzio e gli avrebbe impedito di vedere i propri figli. Salvi i bambini, 11 e 2 anni, ma tragicamente soli, senza un padre e una madre. Il giovane zio di 17 anni era con loro durante la tragedia, è rimasto ferito da una pallottola che lo ha colpito alla milza e al polmone. Ora è ricoverato in ospedale.
Una tragedia che ha lasciato sgomenti tutti gli abitanti della zona, in cui quella famiglia era ben integrata. Questa mattina le maestre e i genitori dell’asilo “La Casa dei Puffi”, frequentato dalla figlia minore di Rodica, hanno diffuso una lettera di cordoglio, in cui la ricordano come “una mamma sempre attenta e tenera, protettiva, dolcissima, con un sorriso tiepido che accompagnava uno sguardo che felice non lo era mai.“ Tormentata dalle assillanti pressioni dell’ex marito, “era però sempre vicina alla figlia e concentrata sul benessere di quella bambina che la ricambiava con un affetto e un’empatia che andavano molto oltre la sua piccola età, con una straordinaria vicinanza all’animo della mamma”. E poi, il tono si inasprisce. Si tratta dell’ennesima tragedia annunciata, perché Rodica non era rimasta in silenzio: “Ennesima, quando si parla di omicidi in famiglia, è una quantità indegna del sistema delle misure di prevenzione, che fallisce quotidianamente, perché anche ogni tragedia precedente era “l’ennesima”. Rodica, ce lo aveva detto, aveva denunciato più volte il suo assassino, padre dei suoi figli. E le forze dell’ordine erano state più volte chiamate da Rodica che si aveva cercato protezione dalla madre proprio per difendere i bambini e lei stessa dalla violenza dell’uomo.” Segnali che non lasciano dubbi sul rischio che Rodica, che i suoi figli, che i suoi familiari correvano e che avrebbero potuto, forse, salvare una madre da quel colpo di pistola esploso a pochi centimetri dalla sua nuca per la rabbia omicida del marito, e salvare i due figli dall’enorme tragedia che mai potranno cancellare dai loro occhi.