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Roberta Ragusa, 44 anni, imprenditrice, mamma. Scomparsa, il corpo non viene mai ritrovato. Il marito viene condannato a 20 anni per omicidio, occultamento e distruzione di cadavere

San Giuliano Terme (Pisa), 14 Gennaio 2012


Titoli & Articoli

Chi l’ha visto?

 

Caso Roberta Ragusa, anche l’esercito impegnato nelle ricerche (FanPAge – 28 gennaio 2013)
Una task force di 60 militari dell’esercito da oggi saranno impegnati nelle ricerche di Roberta Ragusa, la donna scomparsa un anno fa e mai ritrovata.
Da oggi ci saranno anche i militari dell’esercito impegnati nelle ricerche di Roberta Ragusa, la donna scomparsa da Gello di San Giuliano Terme in provincia di Pisa la notte tra il 13 e il 14 gennaio dello scorso anno. Su richiesta della Prefettura di Pisa, infatti, un gruppo di 60 militari appartenenti al sesto reggimento di manovra e al Centro Addestramento di Paracadutismo di Pisa affiancheranno le forze dell’ordine impegnate nelle perlustrazioni della zona ordinate dalla Procura per trovare i resti della 45enne ritenuta ormai morta dagli inquirenti. L’impiego di militari e dei mezzi dell’Esercito in concorso alle forze di polizia per il caso Ragusa “rientra nell’ambito delle attività svolte a sostegno del paese” spiegano dallo Stato maggiore dell’esercito. In totale sono più di mille, tra volontari, polizia e militari, le persone impegnate nelle ricerche e che hanno il compito di setacciare palmo a palmo il territorio a cavallo tra le province di Pisa e Lucca dopo il riavvio delle perlustrazioni, ordinate dal Pm Francesco Tagliente  a partire da sabato 26 gennaio. Le ricerche dureranno una settimana e prevedono la perlustrazione di boschi, grotte e torrenti con l’impiego di speleologi del Soccorso alpino toscano e dei sommozzatori dei carabinieri e dei Vigili del Fuoco. Questi ultimi martedì saranno impegnati  a Torre del Lago a setacciare le sponde e il fondale del Lago di Massaciuccoli, in provincia di Lucca. Per il momento non è stato trovato alcun indizio che possa ricondurre alla donna ma gli inquirenti sperano di trovare qualche traccia che finalmente faccia luce sulla scomparsa di Roberta Ragusa per cui è indagato da circa dieci mesi il marito Antonio Logli, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

 

Prima di sparire Roberta Ragusa disse a Logli: “Se non lasci l’amante ti rovino” (Today – 22 giugno 2016)
La rivista Giallo pubblica in esclusiva la testimonianza fatta ai carabinieri da un’amica della donna scomparsa. “Il marito le disse di non provare più alcun sentimento per lei”
Se non chiudi questa relazione, ti sputtano (ti rovino) davanti a tutti e davanti ai tuoi genitori”. Sono le parole che Roberta Ragusa avrebbe rivolto al marito Antonio Logli solo pochi giorni prima di scomparire nel nulla. A riferirle ai carabinieri della stazione di San Giuliano Terme, il 15 gennaio 2012, dunque un giorno dopo la scomparsa della donna, è stata un’amica di Roberta, Benedetta P. La rivista Giallo è riuscita ad ottenere il verbale delle rivelazioni fatte dalla donna agli inquirenti; si tratta di una testimonianza che potrebbe fornire un movente alla scomparsa di Roberta Ragusa, come spiega Gian Pietro Fiore in un lungo e dettagliato articolo apparso sull’ultimo numero della rivista. Secondo il racconto della donna, Roberta sapeva dei continui tradimenti di Logli.  Ecco la trascrizione del verbale.“Roberta, oltre a essere una donna solare e molto amichevole, ma comunque riservata nella sua vita privata, ultimamente mi stava confidando che con il marito vi fossero dei litigi per presunte infedeltà da parte di lui, era persino sicura di chi fosse e di conoscere l’amante”.

Benedetta P. racconta anche un altro episodio inquietante, avvenuto il 12 gennaio 2012, ovvero il giorno prima della scomparsa di Roberta Ragusa: “Ricordo che giovedì mattina Roberta mi ha detto che suo marito le aveva riferito che non provava più dei sentimenti amorosi nei suoi confronti”.

Roberta Ragusa aveva paura del marito, sul diario scrisse: «Tragedia» (il Mattino – 30 novembre 2016)

Roberta Ragusa aveva paura del marito, sul diario scrisse: «Tragedia»
Una breve lista, questo è quello che Roberta Ragusa ha annotato sul suo diario 3 giorni prima di sparire nel nulla. Le pagine del suo diario sono state pubblicate per la prima volta in esclusiva dal settimanale Giallo e mostrano, come, a seguito della lista, la donna aggiunga “Giornate così”, come a sottolineare che il periodo che stava vivendo non fosse proprio dei migliori.

La donna era presumibilmente triste perché consapevole dei tradimenti del marito, Antonio Logli, con la sua amica Sara Calzolaio, ex baby sitter dei bambini e segretaria della scuola guida che gestiva la Ragusa con il marito. Logli è l’unico indagato per il delitto di Roberta, ma avendo chiesto il rito abbreviato, e non avendo precedenti penali, se dovesse essere riconosciuto colpevole, potrebbe restare libero fino al terzo grado di giudizio. Tra gli elementi che potrebbero però incastrarlo ci sono anche le pagine del diario di Roberta. Tra i punti della lista ci sarebbe “Tragedia della caduta della scala”, quello che sembrava essere un incidente, ma che potrebbe essere stato il primo tentativo di omicidio da parte di Logli. L’uomo che teneva la scala mentre la moglie vi era arrampicata l’avrebbe lasciata scivolare facendole sfiorare con la testa lo spigolo di un mobile. La donna si spaventò molto, dopo aver battuto la testa, e si fece anche visitare.

Il fatto che la donna avesse scritto “tragedia” accanto all’annotazione ha fatto insospettire gli inquirenti già dal giorno dopo la scomparsa: da subito è stato sostenuto che la Ragusa potesse percepire negativamente ogni atteggiamento del marito. A confermare questa teoria sarebbe stata anche un’amica di Roberta che avrebbe raccontato: «La vicenda della caduta dalla scala l’aveva fatta molto arrabbiare, mi disse che era un miracolo che era ancora viva perchè nel cadere non aveva battuto la testa contro i mobili dell’ingresso», la Ragusa poi avrebbe conluso: «Ha provato ad ammazzarmi». Un’ultima prova che incastra Logli presente sul diario di Roberta è la scritta “Coop”, il supermercato dove la donna era solita far spesa, dato che conferemerebbe che non avrebbe avuto alcuna voglia o intenzione di fuggire. 

 

Roberta Ragusa, il supertestimone: “È stata cremata al cimitero di Pisa” (Today – 2 dicembre 2016)
Loris Gozi ha “sganciato una bomba” su Facebook. Parla colui che ha sempre dichiarato di aver visto un uomo e una donna litigare per strada la notte dell’omicidio.
Il supertestimone del caso Roberta Ragusa, Loris Gozi, ha “sganciato una bomba” su Facebook. Gozi è colui che ha sempre dichiarato di aver visto un uomo e una donna litigare per strada la notte dell’omicidio. Pochi giorni fa ha riferito qualcosa di angosciante (ha successivamente confermato tutto ai carabinieri): “Ciao amici volevo darvi una notizia – scrive su Facebook – [..]  sapete che io ho tante conoscenze 3 giorni prima del mio arresto una persona mi avrebbe fatto una confidenza: Roberta è stata cremata al cimitero di Pisa“.
“Io speravo in un processo ordinario così potevo togliermi qualche altro sassolino dalle scarpe ma la difesa ha scelto il rito abbreviato, anch’io avrei voluto sentire il collaboratore della scuola guida per fargli due domande ma non posso farlo spero che il giudice accetti di ascoltarlo e che veramente si arrivi alla verità. Un grande abbraccio al mio avv.Antonio Cozza e al nucleo dei carabinieri che Dio vi benedica”. Oggi a Pisa c’è la prima udienza con rito abbreviatodavanti al giudice Elsa Iadaresta che dovrà decidere sul destino giudiziario di Antonio Logli, accusato di aver ucciso Roberta Ragusa quasi cinque anni or sono.

L’amante di Logli alla figlia di Roberta Ragusa: “Tua madre non sapeva amarlo” (Leggo – 14 dicembre 2016)

Tuo papà non era innamorato, tua madre non sapeva amarlo“. Queste le parole rivolte da Sara Calzolaio, l’amante di Antonio Logli, alla figlia di Roberta Ragusa, la donna scomparsa dalla sua abitazione di San Giuliano Terme, 4 anni fa. A riportare la frase è il settimanale Giallo, affermando che l’intercettazione che la riporta è avvenuta circa un anno dopo la scomparsa di Roberta. Dalle intercettazioni emerge anche che la bambina abbia ascoltato Logli e l’amante fare sesso, rimanendone turbata. In questo caso il commento della Calzolaio è stato ironico: “La capisco, tesoro, non era abituata…”
A pochi giorni dalla sentenza il quadro del caso Ragusa si arricchisce di nuovi e inquietanti dettagli, gettando ancora ombre sulla figura di Sara Calzolaio. Un’altro elemento che emerge dalle intercettazioni è che la Calzolaio avrebbe tentato di convincere con insistenza la bambina, ovviamente turbata dalla scomparsa della madre, a dire alla nonna che stava bene. Una violenza psicologica a cui una bambina non andrebbe senz’altro sottoposta.

 

La lettera di Roberta Ragusa al marito Antonio Logli: “Non ne posso più” (FanPage -22 dicembre 2016)
L’ultima lettera scritta da Roberta Ragusa pochi mesi prima della morte, al marito Antonio Logli, oggi condannato in via definitiva a 20 anni per il suo omicidio. Per la Corte di Cassazione Logli è l’uomo che ha ucciso Roberta e ne ha distrutto il cadavere la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012.
Nel giorno del loro anniversario di nozze Roberta Ragusa scrive una lettera al marito Antonio Logli. La missiva, letta durante la puntata del 22 dicembre della trasmissione “Chi l’ha visto?” è piena di tristi riflessioni e denuncia la consapevolezza di una relazione ormai stanca, soprattuto da parte del marito, chiaramente distratto e assente, anche quando è presente fisicamente in casa. Antonio Logni, elettricista 45enne è stato condannato a 20 anni per l’omicidio e la distruzione del cadavere della moglie Roberta. La giovane madre è scomparsa da Gello (Pisa) il 13 gennaio 2012. Da allora il suo posto in casa è stato preso da Sara Calzolaio, la babysitter dei suoi figli e amante del marito.
“Mi sembra davvero strano trovarmi nella necessità di parlarti con parole scritte, a voce non è più possibile oramai, dato che quando io entro nel letto tu già dormi e quando tu ti alzi io dormo ancora. Durante il giorno, nel poco tempo che sei a casa, i bambini ti reclamano, la pasta scuoce e il telefono squilla. Non c’è mai tempo, scivola, scorre via come sabbia tra le dita questo tempo, non c’è tempo per parlare, per ascoltare, per capire, non c’è tempo per sentire i mutamenti del cuore, non c’è tempo per cogliere l’essenza, l’attimo della vita. Tu non ti accorgi che io vivo la vita, fuori dalla mia vita e che i miei occhi guardano occhi che non guardano i miei. Coltivo le mie due perle che grazie al cielo sono sempre più lucenti, il resto è tutto piatto, grigio, frustrante.
Sai, a volte mi capita di aprire i cassetti della memoria e mi sorprendo nel constatare quanto è diversa la persona che sono diventata dalla persona che ero e che sognavo di divenire. Sognare: negli anni è sempre più difficile, non trovi? E i sogni di chi come me sogna di rado, sono sempre più utopistici, allora ti aggrappi alle cose certe, agli affetti, alla famiglia, hai notato come i figli piccoli siano accentratori di amore? Lo pretendono, lo assorbono e ne fanno indigestione ed è la più bella forma di amore perché è incondizionato. Già, tu glielo dai senza chiedere nulla in cambio, è meraviglioso poterli amare e poter crescere con loro.
Ma noi? Cosa resta di noi? Viaggiamo su binari paralleli, ci parliamo senza dare risposte, non ci diamo reciprocamente ciò che vorremmo, siamo vicendevolmente delusi, caduti talmente nell’abitudine che sembriamo già vecchi. Sono stanca, stanca, stanca, stanca dei battibecchi sui soliti quotidiani argomenti, stufa di chiederti quello che qualsiasi compagno con un po’ di buon senso capirebbe al volo esasperata dal tuo modo di rispondere sempre fingendo di non capire o travisando la realtà dei fatti. Non ne posso più del modo in cui ti comporti con tutti noi, quasi sempre inopportuno, inadeguato, irritante. Se tu avessi anche solo un briciolo di sensibilità ti chiederesti: “Ma cosa ho dato, cosa sto dando di me stesso alla mia compagna, mi preoccupo di ciò che pensa, prova, desidera?”. Vorrei essere ogni tanto al centro della tua attenzione, sapere che ti dispiace di vedermi stanca, spossata, esausta, di vedere che privo me stessa di tutte le cose personali, ma tu vivi la tua vita, coltivi i tuoi interessi fuori di qui, fuori da me. Non ti ricordi mai nulla, non un fiore, neanche quando è nato il primo figlio e sarebbe stato così anche alla nascita della bambina, se non te lo avesse suggerito un’altra persona. Anche oggi per esempio, non ti sei ricordato il nostro anniversario. L’ennesima delusione. So che tu non ami leggere, perciò lo fermo questo fiume di parole che sicuramente ti lasceranno indenne, intonso nel tuo presuntuoso cinismo, nell’alta opinione che hai di te. Non importa, non più. Baci,Roberta

 

«Cercate Roberta Ragusa in quel campo, suo marito dopo la scomparsa era lì» (il Mattino – 10 agosto 2017)
Una nuova clamorosa testimonianza potrebbe riaprire il caso di Roberta Ragusa, la donna scomparsa 5 anni fa in provincia di Pisa e per il cui omicidio il marito Antonio Logli è stato condannato a 20 anni. A parlare, al settimanale Giallo, è la cugina di Roberta, Maria Ragusa: “Roberta è stata cercata ovunque, ma mai trovata – dice – l’obiettivo primario per noi familiari è trovare quel che resta della nostra povera Roberta. Mia cugina è stata uccisa e il suo corpo nascosto chissà dove: merita una degna sepoltura, mi auguro che ci siano nuove attività di ricerca”.
La novità clamorosa arriva però dall’Associazione Penelope Italia, che assiste i familiari delle persone scomparse e che si è costituita parte civile nel processo contro Logli: secondo i responsabili dell’associazione, scrive Giallo, il corpo della donna potrebbe trovarsi in un terreno di proprietà della famiglia, a poche decine di metri dall’abitazione in cui viveva Roberta con i figli e il marito. La testimonianza decisiva sarebbe di Roberto Costa, un uomo che conosce bene Logli e che abita a poche decine di metri dalla sua villa: Costa, scrive Giallo, “sostiene che nelle ore successive alla scomparsa di Roberta Logli si aggirava in modo sospetto all’interno di un terreno di sua proprietà”. La testimonianza risalirebbe al marzo 2012, due mesi dopo la scomparsa. L’associazione chiede ora agli inquirenti di tornare a cercare in quel campo, per verificare se il corpo di Roberta si trova lì.

 


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In memoria di

La vicenda di Roberta Ragusa è una delle dieci+una Favole da Incubo contenute nel libro scritto da Roberta Bruzzone ed Emanuela Valente, con il titolo “Barbablù e le fate turchine”
Favole da Incubo