Patricia Mendoza, 42 anni, badante, mamma. Uccisa a coltellate dal convivente
Santa Margherita Ligure (Genova), 25 Ottobre 2013
Titoli & Articoli
Omicidio Santa Margherita: badante uccisa a coltellate dal compagno (Genova Today – 26 ottobre 2013)
Patrizia Mendoza, 42 anni, badante di Santa Margherita Ligure è stata uccisa dal compagno Manuel Poveda, 62 anni. Sono stati i figli, di 8 e 15 anni, a ritrovare la madre in casa senza vita
Vittima della crisi e della violenza sulle donne. C’è un po’ di tutto nell’omicidio di Santa Margherita, dove Patrizia Mendoza, badante di 42 anni, è stata uccisa dal compagno Manuel Poveda, detto “l’americano”. Una storia di difficoltà economiche, rapporti sentimentali e voglia di ricominciare negli Stati Uniti, dove Manuel Poveda, 62 anni, aveva la residenza e dove Patrizia da un po’ di tempo sognava di trasferirsi insieme ai suoi due figli, di 8 e 15 anni.
Sono stati proprio i figli a ritrovare il corpo della madre in casa senza vita, con a fianco quello del compagno ferito, che si scoprì poi essere l’assassino. Le indagini si sono concentrate subito sull’uomo, dopo che sulla scena del delitto, con il passare degli accertamenti, non venivano trovati elementi che potessero far pensare alla presenza di una terza persona sulla scena del delitto, ipotesi che non era stata scartata nelle ore successive alla scoperta dell’omicidio. Patricia Mendoza, badante, è stata assassinata con un fendente alla gola. L’uomo e’ stato trovato dai soccorritori vicino al cadavere della donna con diverse ferite all’addome e alle braccia, ma intorno non è stata trovata l’arma del delitto: questi particolari avevano portato gli investigatori a non escludere la presenza di una terza persona. Ora gli inquirenti ritengono che l’uomo abbia ucciso la donna e poi si sia ferito: resta il mistero dell’assenza del coltello.
Il movente dell’omicidio sarebbe riconducibile al rapporto sentimentale tra i due che si era logorato. La vittima non ne voleva più sapere di portare avanti quella relazione cominciata in chat tre mesi prima. Era stata Patricia stessa a portare Manuel in Italia con cui divideva l’alloggio messo a disposizione dai servizi sociali del Comune. Poi la storia iniziò a inclinarsi, Patricia desiderava il trasferimento in America, ma Manuel non ne voleva sapere. Ieri il macabro ritrovamento da parte dei figli che tornati da scuola hanno dovuto sfondare la porta di casa e vedersi una scena che neanche nei loro peggiori incubi avrebbero mai immaginato. Manuel Del Carmen Poveda Garcia è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Per i carabinieri si è trattato di un femminicidio con tentato suicidio.
L’amore nato in chat si trasforma (La Stampa – 27 ottobre 2013)
Femminicidio a Santa Margherita ligure, il killer sessantaduenne simula un’aggressione e si ferisce
Un amore sbocciato in chat finisce in tragedia. Troppa diversa la vita di coppia dai sogni coltivati in rete. Così il sogno di donna quarantenne, madre di tre figli, separata, svanisce sulla lama di un coltello usato da un compagno scoperto negli Stati Uniti e con il quale sperava di rifarsi una vita nel Paese a stelle e strisce. Ecuadoriana, lei; ecuadoriano con passaporto americano lui: aveva 42 anni Patricia Mendoza, 20 di più ne ha Manuel Poveda Garcia, che aveva lasciato gli Stati Uniti per raggiungerla in Italia. Per i carabinieri è lui l’assassino di quella donna che viveva facendo la badante.
Lei gli aveva chiesto di sposarla. In quell’uomo aveva visto la svolta della sua vita: andare a vivere negli usa, rifarsi una vita. Con i messaggi in rete e lo scambio di foto tutto funziona tanto che Manuel decide di lasciare gli Stati Uniti per raggiungere la donna a Santa Margherita e testare il loro amore. Lui, conosciuto nella comunità come `l’americano´, arriva tre mesi fa, ma l’idillio scricchiola e ieri sera il tragico epilogo al termine di una discussione. Manuel Poveda la colpisce con una coltellata alla gola e la uccide. L’omicidio nella casa della donna, che le era stata assegnata dal Comune. A scoprire il cadavere della donna due dei tre figli di Patricia, quelli più piccoli, di 8 e 15 anni (il maggiore ne ha 17 e vive in Ecuador con il padre): sono loro, dopo aver atteso per ore la madre davanti a casa, dopo non aver risposte chiamandola sul telefonino, che decidono di sfondare la porta a calci. La madre era in cucina in un lago di sangue, vicino a lei il compagno gravemente ferito. Sono le 19. L’omicidio è avvenuto molte ore prima. L’uomo per 4-5 è rimasto davanti al cadavere della donna, ha pensato cosa fare, poi – secondo quanto ricostruito dai carabinieri – ha deciso di simulare una aggressione e si è ferito, almeno 30 coltellate, all’addome, alle braccia. Poi ha nascosto il coltello e si è messo vicino al corpo della donna. In un primo momento gli investigatori non avevano escluso la possibilità dell’aggressione, ma dopo ore di accertamenti, l’indagine si è indirizzata verso il compagno. Stamani l’arresto per omicidio volontario. All’origine del femminicidio un amore finito troppo presto, come racconta il cugino di lei, Harry Ubilla, 45 anni. «Manuel veniva a lamentarsi con me. Criticava che Patricia era sempre fuori casa per lavorare, che soldi non ce ne erano, che anche sentimentalmente non funzionava».
In serata, all’ospedale genovese San Martino dove Poveda è ricoverato e piantonato, è stato interrogato dal magistrato Emilio Gatti. L’uomo, che aveva trovato da lavorare in una ditta di traslochi, assistito dall’avvocato Alessia Sanna, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per Patricia non c’è più il sogno americano, le restano le parole della figlia quindicenne affidate a Facebook: «So che ci proteggerai da lassu’, che, come un angelo, verrai ad abbracciarci, a darci la buona notte e a guidarci nel nostro cammino. Mamma, ti amiamo con tutto il cuore… che Dio ti protegga».