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Manuel del Carmen Poveda Garcia detto “l’americano”, 62 anni. Uccide la convivente a coltellate poi si autoinfligge delle ferite superficiali. Condannato a 14 anni con rito abbreviato

Santa Margherita Ligure (Genova), 25 Ottobre 2013

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Titoli & Articoli

Santa Margherita Ligure, badante uccisa dal compagno. Che si autoinfligge delle ferite (Corriere della Sera – 26 ottobre 2013)
Manuel Poveda colpisce la donna, Patricia Mendoza, e poi tenta il suicidio: ora è piantonato in ospedale
È stato arrestato Manuel Del Carmen Poveda Garcia, 62 anni, il compagno di Patricia Mendoza, la badante dell’Ecuador di 42 anni, uccisa a coltellate venerdì nell’abitazione dove viveva a Santa Margherita Ligure. L’uomo, anche lui dell’Ecuador, è accusato di omicidio volontario. Poveda era stato trovato gravemente ferito sul luogo dell’omicidio: è piantonato all’ospedale genovese San Martino. Per i carabinieri si è trattato di un femminicidio con tentato suicidio. All’origine del gesto la crisi nella loro relazione.
FERITE AUTOINFERTE – Sul corpo di Poveda sono stati trovate solo ferite autoinferte da arma da taglio, al torace e all’addome. Inizialmente non si era seguita la pista dell’omicidio perché sembravano troppi i colpi ricevuti dall’uomo. Secondo una prima ipotesi investigativa, il sessantaduenne ha utilizzato il coltello per procurarsi delle ferite, mettendo in scena una possibile aggressione da parte della vittima. Sabato il pm ha conferito incarico peritale al medico legale Marco Salvi per valutare l’entità e la natura delle ferite riportate dall’uomo e dalla vittima.
L’ARMA NON È STATA TROVATA – L’autopsia dovrebbe essere effettuata lunedì presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale San Martino di Genova. Anche l’uomo è ricoverato all’ospedale San Martino, dove è stato operato e ricoverato in rianimazione. Il pm intende interrogarlo a breve. L’arma usata nel delitto, un coltello, ancora non è stata trovata. Tuttavia, in base alla prima ricostruzione, l’omicidio è stato consumato tra le 13 e le 14, ora in cui i due figli della donna, di 11 e 18 anni, sono tornati a casa. trovando la porta chiusa hanno pensato che non ci fosse nessuno e si sono allontanati, tornando a casa alle 19 e facendo poco dopo la scoperta del cadavere della madre. In casa c’era anche il compagno, insanguinato per le ferite al torace. Da una prima ispezione da parte del medico legale, tuttavia, tutte le lesioni sarebbero superficiali e compatibili con il movimento delle mani dello stesso uomo.

 

Badante accoltellata e uccisa: chiesti 15 anni per il convivente (Il Secolo XIX – 2 ottobre 2014)
Si avvicina il giorno della sentenza per Manuel Poveda, il sessantatreenne arrestato per l’omicidio di Patricia Mendoza Cabellona, la badante connazionale di 42 anni, uccisa con una coltellata alla gola nella sua abitazione di Santa Margherita il 25 ottobre scorso. Nell’udienza dell’altro giorno, il sostituto procuratore Emilio Gatti, che da subito ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Genova e della compagnia di “Santa”, ha chiesto per Poveda 15 anni di carcere. Una richiesta di condanna che risente della forma del processo: il rito abbreviato, infatti, prevede una riduzione automatica di un terzo della pena. Contemporaneamente, l’avvocato di parte civile, Elisa Fiorini, ha chiesto un risarcimento di diverse centinaia di migliaia di euro per i figli e il marito della donna.
L’udienza di mercoledì però è stata anche l’occasione per un confronto fra la posizione dell’accusa e quella della difesa. Per gli investigatori, Poveda uccise in preda alla rabbia e alla paura di essere cacciato di casa. Come avevano ricostruito i carabinieri, l’uomo e Mendoza si erano conosciuti su una chat. Lei, ad un tratto, aveva chiesto a lui di raggiungerla e di vivere nella sua casa al 2 di via Martiri del Turchino. Giorno dopo giorno però, la donna si era resa conto che Poveda rappresentava più un peso che un aiuto. Tanto che l’uomo, secondo gli inquirenti, avrebbe temuto di essere cacciato di casa. Nella discussione della difesa dell’indagato, condotta in aula dall’avvocato Mario Iavicoli, quello di Poveda è stato rappresentato invece come un gesto d’impeto. Il sessantatreenne, alcuni mesi fa, aveva ammesso davanti al sostituto procuratore Gatti di aver sferrato la coltellata, ma aveva spiegato che quel colpo era stato frutto di un incidente. L’altro giorno, il legale ha definito con maggiore precisione la posizione del suo assistito. Poveda avrebbe sì colpito mortalmente Mendoza, ma in preda a un impeto improvviso, quasi un raptus.

Omicidio Patricia Mendoza: il convivente Manuel Poveda condannato a 14 anni (Blitz Quotidiano – 24 ottobre 2014)
Le tagliò la gola perché non voleva accettare la fine della loro relazione. Per questo Manuel Poveda, sessantatreenne originario dell’Ecuador è stato condannato a 14 anni di reclusione per l’omicidio di Patricia Mendoza Cabellona, la badante di 42 anni e sua connazionale, con la quale conviveva. La sentenza giunge a quasi un anno dalla tragedia, consumatasi il 25 ottobre scorso nella loro abitazione a Santa Margherita Ligure, in provincia di Genova. Pena scontata di un terzo rispetto a quella che avrebbe potuto ottenere con un processo ordinario, perché Poveda ha accettato di essere giudicato con rito abbreviato. Ma anche perché il giudice ha accolto la richiesta della difesa di escludere l’aggravante di aver agito per motivi futili o abbietti. L’uomo è stato infine condannato anche a risarcire per svariate centinaia di migliaia di euro i figli e il marito della donna. Nella scorsa udienza il sostituto procuratore aveva chiesto una pena di 15 anni per l’uomo, ricostruendo non solo la giornata dell’omicidio, ma anche la relazione fra assassino e vittima che, secondo gli investigatori, aveva condotto a quella tragedia. Il movente dell’omicidio sarebbe riconducibile al rapporto sentimentale tra i due che si era logorato. La vittima non ne voleva più sapere di portare avanti quella relazione cominciata in chat tre mesi prima. Era stata Patricia stessa a portare Manuel in Italia con cui divideva l’alloggio messo a disposizione dai servizi sociali del Comune. La difesa ha già annunciato che presenterà ricorso in Appello, mentre Poveda si trova tuttora in carcere.


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