Pashke “Pasqualina” Babaj, 67 anni, pensionata, mamma e nonna. Uccisa a coltellate dal marito
Caramagna Piemonte (Cuneo), 29 Agosto 2016
Titoli & Articoli
Uccisa una donna di 67 anni a Caramagna Piemonte (TargatoCn – 29 agosto 2016)
E’ successo in strada Gangaglietti 4, alla periferia del paese. Il marito è in caserma a Savigliano. La coppia, di origine albanese, era in Italia dal 1991.
Donna uccisa a bastonate, fermato il marito (La Stampa – 29 agosto 2016)
L’omicidio questa mattina (lunedì 29 agosto) in strada Gangaglietti, alla periferia del paese. La vittima di origini albanesi aveva 67 anni
Una donna, B. P. , 67 anni, di origini albanesi, è stata uccisa questa mattina in un condominio a Caramagna. Il marito, 70 anni, è in stato di fermo con l’accusa di omicidio. I carabinieri della sezione scientifica stanno eseguendo rilievi nell’abitazione dove, poco dopo mezzogiorno, è avvenuto il delitto, in strada Gangaglietti, alla periferia del paese, verso Sommariva. Secondo i primi riscontri la donna sarebbe stata uccisa con diversi colpi di bastone. Nell’abitazione in quel momento c’erano soltanto la donna e il marito (il figlio era al lavoro, mentre la compagna del giovane e i quattro nipoti sono da qualche giorno in Albania).
Ad avvisare i carabinieri è stato un vicino di casa. La donna è stata trovata in una pozza di sangue. Il marito è stato rintracciato mezz’ora dopo nella piazza del paese e subito portato in caserma. L’uomo si sarebbe lavato a una fontana per eliminare le tracce di sangue dai vestiti. Sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Savigliano con quelli della stazione di Racconigi.
Tragedia familiare: anziano uccide la moglie a coltellate durante una lite (la Repubblica – 29 agosto 2016)
E’ stata uccisa a coltellate e abbandonata in una pozza di sangue nel soggiorno del suo alloggio in Contrada San Biagio a Caramagna Piemonte, nel Cuneese: è morta così Pashke Babaj, 67 anni, di origine albanese. A ucciderla, spinto probabilmente dalla gelosia, è stato il marito Paulin, di 71 anni, rintracciato a 500 metri da casa, nella piazza del paese, in stato confusionale. La coppia viveva da tempo nella palazzina di strada Gangaglietti 4 accanto ad altre quattro famiglie che occupavano gli altri alloggi. Sono stati i vicini questa mattina, intorno alle 11.30, a chiamare i carabinieri perché dall’appartamento della coppia albanese si sentiva urlare come se fosse in corso una lite furibonda.
Quando i militari, con una pattuglia di Racconigi e il nucleo radiomobile di Savigliano, sono arrivati hanno trovato la porta aperta e la donna riversa a terra in una pozza di sangue. Accanto a lei c’era ancora un bastone con cui forse era stata colpita più volte, anche se non si esclude che sia stata proprio lei a impugnarlo nel vano tentativo di difendersi. E’ arrivata anche un’ambulanza, ma non è stato possibile salvare la donna che era già morta all’arrivo dei soccorsi. Il medico legale ha trovato molti segni di traumi, ma l’analisi più approfondita svoltasi nel pomeriggio sul cadavere ha accertato che la donna è stata colpita da cinque o sei coltellate, una delle quali, fatale, alla giugulare. I vicini hanno raccontato i militari di aver visto l’uomo con il bastone in mano sull’uscio di casa e poi di averlo visto allontanarsi di corsa. I carabinieri, guidati dal comandante della compagnia di Savigliano Tommaso Gioffreda, assieme ai colleghi del nucleo investigativo, hanno interrogato a lungo l’uxoricida con il magistrato della procura di Cuneo per ricostruire quello che è accaduto in casa questa mattina.
La coppia era arrivata in Piemonte nel 1991 ed era perfettamente integrata, raccontano in paese. In passato avevano lavorato ma ora erano in pensione. Marito e moglie avevano tre figli adulti che sono accorsi a Caramagna dopo aver saputo dell’omicidio della loro mamma. (di Carlotta Rocci)
In Italia nel 2001 assieme al marito per raggiungere i loro tre figli (La Stampa – 30 agosto 2016)
Una nonna amorevole, sempre disponibile con tutti. Ancora non mi capacito di quanto successo: lascia un grande vuoto e sentiremo tutti la sua mancanza».
Questo il ricordo di uno dei giovani nipoti di Pashke Babaj (67 anni), la donna uccisa ieri mattina nella sua abitazione di strada Gangaglietti, a Caramagna. Una madre di tre figli, nonna di sette nipoti, che con il marito Paulin (ora in carcere con l’accusa di averla uccisa a bastonate) aveva deciso di lasciare l’Albania per ricongiungersi con la famiglia, già in Italia da diverso tempo. Nel 2001 si era trasferita a Caramagna, lasciando la sua Scutari, nel Nord dell’Albania ai confini con il Montenegro, raggiungendo il figlio Kreshnik (44 anni), che aveva da poco fatto trasloco da Savigliano con la moglie Klediana e la primogenita (i due hanno altri tre figli). Con lui avevano deciso di condividere l’appartamento al piano rialzato della palazzina di strada Gangaglietti, nell’immediata periferia del paese.
Prima della pensione, per diverso tempo, i due anziani trovarono impieghi saltuari in agricoltura. In paese vivono anche le due figlie Elinda e Ardiana, entrambe sposate.
«Una persona che non sembrava capace di un simile gesto – dice un vicino riferendosi a Paulin, il principale sospettato dell’omicidio della moglie –. Non abbiamo mai notato comportamenti violenti, né sentito litigi provenire dalla casa. Forse un attimo di pazzia, che ha strappato alla vita una nonna premurosa».
“Mai sentite liti fra marito e moglie” (la Stampa – 31 agosto 2016)
È da lunedì pomeriggio in carcere, al Cerialdo di Cuneo, Paulin Babaj, 71 anni, di origine albanese, il principale sospettato dell’omicidio della moglie Pashke, 67 anni, che lunedì mattina è stata trovata morta in casa. Ieri si è svolta l’autopsia, i cui esiti non sono ancora stati resi noti e, per questa mattina è attesa da parte del magistrato la convalida dell’arresto.
DA 15 ANNI IN ITALIA. I coniugi Babaj erano arrivati da Scutari a Caramagna nell’ottobre del 2001. Abitavano con il figlio Kreshink (residente prima a Savigliano già da diverso tempo, operaio alla «Embo» di strada Carmagnola) la moglie di lui, Klediana, e i loro quattro figli, in un appartamento al piano rialzato di una palazzina in regione San Biagio, lungo la strada che porta verso frazione Gangaglietti di Caramagna. In paese vivono anche le altre due figlie, Elinda e Ardiana, entrambe sposate.
I carabinieri della stazione di Racconigi, allertati dalla telefonata di un vicino che aveva sentito urla provenire dall’appartamento, hanno trovata Pashke Babaj a terra, riversa in una pozza di sangue. Sul corpo, evidenti segni di colpi inflitti da un oggetto pesante e tagli. Sul pavimento un bastone e un coltello da cucina che forse è stato l’arma letale.
POCHI MINUTI DOPO. Il marito è stato fermato dopo pochi minuti in stato confusionale seduto su una panchina, di fronte al municipio, a poca distanza dal luogo del delitto. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Giulia Colangeli, del tribunale di Cuneo, sono state condotte dai carabinieri della Compagnia di Savigliano, guidati dal capitano Tommaso Gioffreda, e dalla Sezione Investigativa Scientifica dell’Arma di Cuneo. Sottoposto a interrogatorio in caserma di Racconigi, l’uomo non avrebbe ammesso il delitto, ma gli indizi a suo carico hanno portato all’arresto con l’accusa di omicidio volontario. Resta da chiarire il movente dell’omicidio. I Babaj non facevano molta vita sociale, per cui in paese, anche da parte dei vicini di casa, erano poco conosciuti.
«UN PERSONA TRANQUILLA». «Era una persona tranquilla, per tutti Pasqualina, nonna premurosa che si prendeva cura della famiglia – commenta una donna che abita a poca distanza -. Non abbiamo mai notato comportamenti violenti, né sentito litigi. Forse un improvviso raptus di pazzia». «Una famiglia riservata, ma molto educata – raccontano ancora alcuni che abitano dall’altra parte della strada –. La signora parlava poco l’italiano, ma non negava mai il saluto». Da parte dell’Amministrazione comunale la vicenda viene seguita dal vice sindaco Marco Osella, che ha anche collaborato con le forze dell’ordine per i rilievi nella zona. Il sindaco Maria Coppola è ancora in vacanza, ma ha annunciato che tornerà in tempo per il funerale, la cui data non è ancora stata stabilita.