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Paulin Babaj, 70 anni, pensionato, padre e nonno. Uccide la moglie, lava i vestiti ed esce per il paese.

Caramagna Piemonte (Cuneo), 29 Agosto 2016

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L’OMICIDIO Donna picchiata e uccisa a coltellate nel Cuneese. Arrestato il marito (Torino Cronaca – 29 agosto 2016)
E’ stata picchiata e uccisa a coltellate, cinque o sei, di cui una, alla giugulare, fatale: questa la tragica morte di Pashke Babaj, arrivata 25 anni fa in Italia dall’Albania insieme con il marito Paulin Babaj. Del suo assassinio è accusato proprio il compagno, l’uomo che con lei aveva affrontato l’avventura di una nuova vita nel 1991, l’anno del grande esodo che vide arrivare sulle coste del Belpaese migliaia di profughi dal Paese delle Aquile. Pashke aveva allora 42 anni e Paulin 46. A Caramagna Piemonte, nelle campagne del Cuneese, tutti li conoscono come persone tranquille. Diventati ormai nonni, non avevano mai dato segnali di disagio. Prima di andare in pensione hanno sempre lavorato, si sono integrati senza grossi problemi e hanno dato un futuro ai loro tre figli, oggi tutti in età adulta. Eppure stamattina, attorno alle 11.30, qualcosa è andato storto. Qualcosa è accaduto a scatenare la lite furibonda sfociata poi nel terribile delitto. Secondo i primi riscontri, il movente sarebbe la gelosia: l’uomo si era convinto che la moglie lo tradisse o lo avesse fatto in passato. Ma il fattore scatenante, la violenza con cui l’ha aggredita, sarebbe da ricercarsi nell’alcol che ha portato all’ennesima potenza la furia dell’uomo. Paulin, fermato in piazza, a poche centinaia di metri di distanza da casa, era in stato confusionale. Sotto interrogatorio in caserma, non avrebbe confessato, ma neppure sarebbe stato in grado di spiegare che cosa è successo. Il coltello usato per uccidere, è stato trovato in bagno, riposto dopo un maldestro tentativo di pulirlo dal sangue. Vicino al cadavere è stato recuperato anche un bastone, forse usato dalla vittima per difendersi. Sono stati i vicini di casa a raccontare, a testimoniare, a fornire la prima versione dei fatti. Sono stati loro a chiamare i carabinieri dicendo di aver sentito la coppia litigare nella loro abitazione e poi di aver visto lui allontanarsi. Quando i militari sono arrivati, hanno trovato la donna in una pozza di sangue. Immediati i soccorsi del 118, ma per lei non c’era più niente da fare. Uno dei figli, giunto sul posto, nel vedere la madre esanime a terra, si è sentito male ed è stato ricoverato sotto choc all’ospedale di Savigliano. Nel frattempo Paulin è stato rintracciato e condotto in caserma in stato di fermo mentre sulla scena dei crimine venivano eseguiti i rilievi tecnico-scientifici dal parte del Nucleo Investigativo di Cuneo. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Giulia Colangeli alla quale spetterà il compito di ricostruire il puzzle. 

“Mai sentite liti fra marito e moglie” (la Stampa – 31 agosto 2016)
È da lunedì pomeriggio in carcere, al Cerialdo di Cuneo, Paulin Babaj, 71 anni, di origine albanese, il principale sospettato dell’omicidio della moglie Pashke, 67 anni, che lunedì mattina è stata trovata morta in casa. Ieri si è svolta l’autopsia, i cui esiti non sono ancora stati resi noti e, per questa mattina è attesa da parte del magistrato la convalida dell’arresto.
DA 15 ANNI IN ITALIA.  I coniugi Babaj erano arrivati da Scutari a Caramagna nell’ottobre del 2001. Abitavano con il figlio Kreshink (residente prima a Savigliano già da diverso tempo, operaio alla «Embo» di strada Carmagnola) la moglie di lui, Klediana, e i loro quattro figli, in un appartamento al piano rialzato di una palazzina in regione San Biagio, lungo la strada che porta verso frazione Gangaglietti di Caramagna. In paese vivono anche le altre due figlie, Elinda e Ardiana, entrambe sposate.
I carabinieri della stazione di Racconigi, allertati dalla telefonata di un vicino che aveva sentito urla provenire dall’appartamento, hanno trovata Pashke Babaj a terra, riversa in una pozza di sangue. Sul corpo, evidenti segni di colpi inflitti da un oggetto pesante e tagli. Sul pavimento un bastone e un coltello da cucina che forse è stato l’arma letale.
POCHI MINUTI DOPO. Il marito è stato fermato dopo pochi minuti in stato confusionale seduto su una panchina, di fronte al municipio, a poca distanza dal luogo del delitto. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Giulia Colangeli, del tribunale di Cuneo, sono state condotte dai carabinieri della Compagnia di Savigliano, guidati dal capitano Tommaso Gioffreda, e dalla Sezione Investigativa Scientifica dell’Arma di Cuneo. Sottoposto a interrogatorio in caserma di Racconigi, l’uomo non avrebbe ammesso il delitto, ma gli indizi a suo carico hanno portato all’arresto con l’accusa di omicidio volontario. Resta da chiarire il movente dell’omicidio. I Babaj non facevano molta vita sociale, per cui in paese, anche da parte dei vicini di casa, erano poco conosciuti.
«UN PERSONA TRANQUILLA». «Era una persona tranquilla, per tutti Pasqualina, nonna premurosa che si prendeva cura della famiglia – commenta una donna che abita a poca distanza -. Non abbiamo mai notato comportamenti violenti, né sentito litigi. Forse un improvviso raptus di pazzia». «Una famiglia riservata, ma molto educata – raccontano ancora alcuni che abitano dall’altra parte della strada –. La signora parlava poco l’italiano, ma non negava mai il saluto». Da parte dell’Amministrazione comunale la vicenda viene seguita dal vice sindaco Marco Osella, che ha anche collaborato con le forze dell’ordine per i rilievi nella zona. Il sindaco Maria Coppola è ancora in vacanza, ma ha annunciato che tornerà in tempo per il funerale, la cui data non è ancora stata stabilita.


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