Paola Larocca, 55 anni, ristoratrice, mamma. Uccisa a coltellate dal marito
San Mango Piemonte (Salerno), 16 Novembre 2022
Titoli & Articoli
Paola accoltellata a morte dal marito, che poi si impicca: il figlio ha provato a dividerli (Today – 16 novembre 2022)
La coppia si stava separando ma ogni mattina l’uomo tornava nella casa di famiglia per fare colazione insieme. Il ragazzo ha portato la madre in ospedale, ma era troppo tardi
Una famiglia distrutta in pochi attimi, disintegrata da un omicidio-suicidio. A San Mango Piemonte (Salerno) oggi, 16 novembre 2022, Rodolfo Anastasio ha prima ferito a morte la moglie Paola Larocca sotto gli occhi di uno dei figli e poi si è tolto la vita impiccandosi a un cavalcavia autostradale.
Rodolfo Anastasio e Paola Larocca hanno 56 e 55 anni. Due figli e una vita insieme anche se le cose non vanno più bene da tempo e stanno per separarsi. Rodolfo, titolare di un noto ristorante a Salerno, già da qualche tempo non abita più con la moglie eppure ogni mattina torna nella casa familiare per un caffè con i figli e per fare una passeggiata col cane. All’alba di oggi la tragedia. Rodolfo impugna un coltello della cucina e colpisce la moglie. Uno dei due figli, uno studente universitario di 29 anni, è in casa e interviene in auto della madre. Nel tentativo di difenderla resta ferito anche lui a una mano. Nonostante il taglio porta la mamma in ospedale, dove la donna però muore. Negli stessi istanti, anche Anastasio esce da casa. Sale in auto, raggiunge il cavalcavia dell’autostrada del Mediterraneo, tra gli svincoli di San Mango Piemonte e Pontecagnano, e si impicca. Sono stati alcuni automobilisti a lanciare l’allarme, vedendo il corpo dell’uomo senza vita.
I carabinieri hanno immediatamente avviato le indagini. La dinamica sembra chiara. Quello che resta un mistero è il movente. Forse la separazione non accettata dall’uomo o un litigio proprio oggi. Forse anche la routine del caffè inseme ha acuito i conflitti, fino al tragico epilogo.
Quello di Paola Larocca è il settimo femminicidio in Campania dall’inizio dell’anno. “È necessario che la prevenzione della violenza non si fermi e il suo contrasto diventi una priorità a livello politico. Basta contare le donne uccise per mano degli uomini: è necessario agire”, sostiene in una nota la segreteria Cgil di Napoli e Campania. “Dopo il tentato femminicidio di martedì a Giugliano in Campania, oggi la tragedia di San Mango Piemonte, dove un uomo ha ucciso la moglie per poi togliersi a sua volta la vita. Un gesto efferato che rappresenta l’ennesimo segnale di una drammatica asimmetria alla base delle relazioni che si cela dietro il possesso, la sopraffazione, la cultura maschilista. Una cultura che va sradicata alla base, educando al rispetto, all’uso del linguaggio, al rifiuto degli stereotipi”, conclude la Cgil. (di Nadia Palazzolo)
Visite sgradite e denuncia: «Rodolfo è troppo geloso» (la Città di Salerno – 17 novembre 2022)
Anastasio non accettava la separazione, Paola esasperata dalle continue liti. I consigli inascoltati degli amici a cena
Era quasi un rito la visita mattutina di Rodolfo Anastasio in quella che, fino a tre mesi fa, era stata pure casa sua. L’arrivo poco dopo l’alba, il contatto con i suoi amati cani e il caffè: il 56enne ristoratore salernitano, infatti, nonostante la travagliata separazione con la moglie, era solito celebrare con i familiari uno dei tanti riti della quotidianità. Negli ultimi tempi, però, queste visite erano diventate sempre più turbolente. Sempre più sgradite alla moglie che ieri mattina si è ritrovata l’ex consorte in giardino dove l’ha ferita mortalmente con almeno quattro coltellate prima di fuggire e togliersi la vita su un cavalcavia dell’autostrada. La punta dell’iceberg di una situazione difficile vissuta negli ultimi mesi da una famiglia come tante altre.
L’amarezza di Rodolfo. Anastasio non si era mai arreso alla separazione con la moglie. Da tempo, infatti, mostrava l’insofferenza per questa situazione, la voglia di chiarire le divergenze con la donna della sua vita con la quale continuava a condividere la quotidianità visto che entrambi – insieme ai due figli di 29 e 32 anni – lavoravano nel loro ristorante, il “Pinocchio” di lungomare Trieste, nel centro di Salerno. Ma la rottura era difficile da sanare: già negli scorsi anni, infatti, Paola Larocca aveva mostrato il suo disagio provocato in particolare dalla gelosia del marito che riteneva esagerata. Un fastidio per quelle continue visite mattutine e per le liti che si verificavano a inizio giornata. Lei, soltanto quattro giorni fa, l’aveva denunciato. E lui, però, neanche davanti alla richiesta di un provvedimento restrittivo nei suoi confronti si è arreso.
La voglia di tornare insieme era stata ribadita anche martedì sera: Anastasio, infatti, si era ritrovato a cena con un gruppo d’amici, esprimendo ancora la volontà di chiarire con la moglie. Anche dalle persone care, però, ha trovato un muro: gli hanno suggerito di desistere, di provare a vivere in maniera diversa. Lontano da Paola.
L’abbraccio ai figli. I consigli a cena non sono bastati. E ieri mattina, in preda a un raptus, il 56enne ha compiuto l’impensabile. Ha distrutto una famiglia: le coltellate mortali, il tentativo inutile del figlio più piccolo di fermarlo, la fuga in auto, il suicidio sul cavalcavia dell’autostrada. Ha sconvolto tutto e tutti.
Rendendo protagonisti indiretti di un episodio indicibile due ragazzi che, subito dopo i fatti, ancora non avevano realizzato l’accaduto: per ore, infatti, i figli di Rodolfo e Paola sono rimasti sotto la pioggia davanti la loro abitazione di San Mango Piemonte. Il più grande, cappuccio in testa per ripararsi dalla pioggia battente, ha fatto continuamente la spola fra la casa e l’area esterna dove sono giunti tanti amici e parenti. Stillavano lacrime senza fine mentre il diluvio non dava tregua. Più di rado, invece, è comparso il secondo genito, il ragazzo che a soli 29 anni ha assistito a qualcosa che non potrà mai dimenticare: una mano è fasciata dopo lo “scontro” con il padre. Tutti e due hanno cercato di non tradire emozioni, di farsi forza nonostante la tragedia che, in pochi minuti, ha cancellato da questa terra i loro principali riferimenti. Poi sono andati in caserma dove, per tante ore, sono stati ascoltati dai carabinieri. Ne servirà tanto d’affetto per questi giovani che hanno dovuto sopportare anche la vergognosa diffusione delle immagini del corpo senza vita del padre. La tragedia nella tragedia di due ragazzi che, invece di censurabili condivisioni social, meriterebbero tutto l’affetto di questo mondo.
Lo choc nel cuore di Salerno. Diluviava a San Mango e pioveva a dirotto anche a pochi passi da piazza della Concordia. Lo choc per quanto accaduto ai piedi del monte Tubenna è anche (e soprattutto) nel capoluogo. Una ventina d’anni fa si sono trasferiti in uno degli otto “duplex” di viale dei Biancospini ma quella villetta, di fatto, era solo il luogo dove dormire e trascorrere qualche ora di relax. La loro vera casa era il ristorante “Pinocchio”, a pochi passi da piazza della Concordia, attività avviata nel 1973 dal padre di Anastasio e poi portata avanti da Rodolfo, dalla moglie e dai figli. Un locale davvero a gestione familiare perché, una volta scese le scalette all’ingresso, lì dentro si respirava davvero aria di casa. Sembrava davvero che il tempo si fosse fermato a qualche lustro fa, quando ci si poteva sedere al tavolo di un ristorante e condividere con i titolari non solo il pasto ma anche qualche impressione sul mondo. Un locale come un rifugio sicuro, non solo un posto dove mangiare. Anche per questo i commercianti della zona sono sotto choc. Stanno versando lacrime quasi più copiose della pioggia battente che sta colpendo Salerno. «Abbiamo perso un fratello e una sorella », dice più di qualcuno. È l’unico messaggio passato sul lungomare, ancora più triste senza Rodolfo e Paola. Eppure che la loro relazione era piombata in una crisi complicata era noto. Lavoravano insieme, sì, ma tutti sapevano che lui non viveva più con lei e i figli. Tant’è che, da più tempo, aveva chiesto una mano proprio ai “colleghi” esercenti. Un aiuto per trovare una casa che fosse luogo più dignitoso del b& b dove si stava appoggiando. Ora è tutto inutile.
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In memoria di
Tragedia di San Mango, il messaggio del figlio alla madre uccisa dal padre: “Sarai sempre il mio tutto” (Fan Page – 18 novembre 2022)
Uno dei figli di Paola Larocca, uccisa dal marito Rodolfo Anastasio, che si è poi tolto la vita, ha affidato ai social un messaggio in ricordo della madre.
Non riesce ancora a darsi pace, a trovare una spiegazione, la comunità di San Mango Piemonte, nella provincia di Salerno, dove lo scorso 16 novembre Rodolfo Anastasio, 56 anni, titolare di un noto ristorante a Salerno, ha ucciso a coltellate la moglie, Paola Larocca, 55 anni, e poi si è tolto la vita, impiccandosi a un cavalcavia dall’Autostrada A2 del Mediterraneo. La comunità ora si stringe intorno ai due figli della coppia, 32 e 29 anni; il più giovane ha anche provato a fermare la furia del padre e a salvare così la madre, rimanendo ferito a sua volta alla mano.
Il messaggio del figlio a Paola Larocca. Proprio uno dei due figli, dopo l’immane tragedia che ha distrutto la sua famiglia, ha voluto affidare ai social un commovente messaggio in ricordo della madre Paola Larocca: “Sei, sarai e sei sempre stata il mio tutto: mamma ti amo”.
L’omicidio-suicidio a San Mango Piemonte. La tragedia che ha sconvolto l’intera città si è verificata alle prime luci della mattina di mercoledì 16 novembre: Rodolfo, nel corso di un violento litigio con la moglie Paola, l’ha colpita con varie coltellate, prima di darsi alla fuga. Il figlio 29enne della coppia, come detto, ha provato a salvare la donna, senza però riuscirci. Il giovane ha poi trasportato la madre all’ospedale di Salerno: qui la donna è morta poco dopo il ricovero a causa delle gravi ferite riportate.
Nel frattempo, Rodolfo Anastasio è fuggito via in auto dalla casa della moglie e ha raggiunto un cavalcavia sull’Autostrada A2, al quale si è impiccato, togliendosi la vita. Tanti gli automobilisti che hanno assistito alla scena; il tratto di strada è poi stato chiuso per consentire la rimozione del corpo del 56enne.
Addio Paola, il figlio sui social: “Non dimenticherò la tua luminosità” (Salerno Notizie – 22 novembre 2022)
Si sono svolti entrambi quest’oggi i funerali di Rodolfo Anastasio e Paola Larocca entrambi morti la scorsa settimana a San Mangio Piemonte, in provincia di Salerno. L’uomo ha ucciso la compagna a coltellate per poi togliersi la vita impiccandosi da un ponte del cavalcavia dell’A2 Salerno-Reggio Calabria: nella vicenda, rimase ferito anche il figlio che provò a difendere la madre dall’aggressione del padre.
La prima cerimonia funebre è stata quella di Paola Larocca presso la chiesa del Sacro Cuore; poi è toccato a Rodolfo Anastasio i cui funerali si sono svolti nella chiesa dei Salesani. Bocche cucite in paese, dove vige ancora incredulità per l’intera vicenda: una città, San Mango Piemonte, che ancora fa fatica a metabolizzare quanto successo appena una settimana fa.
Il giorno delle lacrime e del dolore, per gli amici, i parenti, i figli della coppia che dopo 36 anni di matrimonio, era in fase di separazione. Una separazione che, da quando era stata avviata ufficialmente, aveva assunto toni sempre più tesi, tant’è che una settimana prima della tragedia, Paola si era recata da un avvocato per inviare una diffida al marito, evidenziando il suo comportamento aggressivo degli ultimi tempi, e “minacciarlo” di attivare le misure previste dal “codice rosso”.
Intanto questa mattina subito dopo i funerali di Paola Larocca il figlio, con un messaggio struggente ha così ricordato la madre sui social
“Oggi non avevo dubbi, che qui a salutare mamma ci fossero state tutte queste persone. Non è tanto per il clamore che questa brutta storia ha suscitato nella gente ma perché ognuno di voi, chiunque in quella chiesa ha avuto la fortuna, almeno una volta nella vita di poter godere della sua incredibile luminosità. Quando parlo di luminosità parlo della sua inconfondibile risata, i suoi capelli biondi ricci e quell’immancabile sorriso che spaccava ogni malumore.
“Un’eccezione”, che ti cambiava la giornata in un’istante con un semplice sorriso. Ieri proprio ho parlato con un amico di come l’umanità, l’etica, l’educazione e l’amore verso il prossimo stia man mano svanendo, tutto scorre veloce tra menefreghismo e freddezza, mia madre era una di quelle persone che riusciva ad equilibrare il tutto riuscendo a infondere bellezza con un solo sguardo.
Fateci caso che quando l’umanità si palesa si nota subito, come io l’ho notata in tantissime persone in questi giorni, dai carabinieri di San cipriano e il loro comandante, dall’autista della mia ambulanza al dottore che ha mi ha messo i punti, al coraggio di Sebastiano alle lacrime di mio Nonno, al calore di Enzo e la sua famiglia E allora perché piangere? Mia madre non avrebbe mai voluto questo.
Oggi sorridiamo, il male lo lasciamo da un’altra parte per oggi, lo chiudiamo fuori dalla porta. oggi parliamo di felicità. La felicità che mamma ci ha regalato, che mi ha regalato, quella forza, quella bellezza che ci ha donato. A volte mi chiedono dove trovi questa forza? Dove trovi il coraggio di andare avanti? Io sarò felice, andrò avanti, guarderò avanti solo ed esclusivamente per lei, che ha sacrificato tutta la sua vita per me e mio fratello, ha sacrificato la sua di felicità per donarla a noi e io non ho nessun intenzione di deluderla. Anzi il suo sorriso sarà il mio stendardo che squarcia il cielo, che sventola con fierezza anche nelle giornate più buie. Oggi dedico queste parole alle mamme che soffrono, che sacrificano la propria vita per i figli, che lottano silenziosamente per l’amore della famiglia e che spesso trascurano la loro felicità per quella degli altri. Oggi è un giorno per le donne, un giorno fatto di valori, di amore, di gioia e di felicità.
Un giorno per le mamme che lavorano e hanno ancora il tempo di portare il figlio a scuola calcio, di quelle che ti fanno trovare il piatto caldo a tavola, di quelle che ti capiscono con un solo sguardo. Di quelle che lavorano dalla mattina alla sera e che si lamentano dei chili di troppo, dei capelli bianchi e delle rughe ma che in realtà sono bellissime. Di quelle che nonostante tutto non si arrendono mai davanti a niente. Di quelle che saltano a un concerto, di quelle che sono felici solo guardando il proprio cane, di quelle che si sciolgono davanti a un nipote di quelle che non riescono a dormire se il proprio figlio non torna a casa la notte. Oggi, ieri e domani, sarà tutto per voi, per te mamma. Io e tuo figlio Giovanni porteremo avanti una missione, oggi ti promettiamo davanti a Dio che manterremo i tuoi sacrifici e vivremo con la gioia che ci hai trasmesso, foneremo e ricambieremo tutto l’amore che possiamo a Tommaso, ai nostri cari, ai nostri amici, incondizionatamente, come Tu hai fatto per tutti. Riscoprite il valore degli abbracci, Quelli veri, quelle delle persone care, di quelle che ti danno la forza e tanto, tantissimo calore. Tu ne avevi così tanto di calore che lo sento ancora attorno a me, lo sento così forte che guardò in cielo e sorrido ancora. Grazie mamma”.
Rodolfo uccide la moglie e poi si impicca, il figlio: “Non devo perdonarlo io, ma Dio” (l’Occhio di Salerno – 16 dicembre 2022)
“Eravamo una famiglia tranquillissima, direi perfetta”
È passato un mese dal dramma di San Mango Piemonte dove Rodolfo Anastasio ha ucciso la moglie Paola Larocca prima di togliersi la vita. La scorsa settimana il ristorante Pinocchio, da sempre gestito dalla famiglia Anastasio, ha riaperto su volontà di Giovanni e Michele, 32 e 29 anni, i figli della coppia al centro di una drammatica storia che ha sconvolto tutt’Italia.
Paola Larocca uccisa da Rodolfo Anastasio: parla il figlio un mese dopo
In una intervista al Corriere del Mezzogiorno, Michele Anastasio ha ricordato la madre nel giorno del trigesimo, celebrato questa mattina nella chiesa del Sacro Cuore, in piazza Vittorio Veneto: “Per mamma e anche per nonna che morì un mese prima di lei. Messa per mio padre. Non lo so, penso di sì, ma in un’altra chiesa… se ne è occupata mia zia”. “Eravamo una famiglia tranquillissima, direi perfetta, che viveva bene la sua quotidianità. Negli ultimi due anni mio padre ha cominciato a star male. Depressione, stress, nervosismo, un crollo coinciso con la malattia di mia nonna che ha costretto mia madre ad avvicinarsi di più a lei”.
Il rapporto tra i due genitori era cambiato: “Mamma comunque c’era, sempre sorridente e bellissima, il faro della famiglia. Non l’ho mai vista arrabbiata”. Il padre, invece, “ha cominciato a pressarla, era molto possessivo, litigava sempre e aveva un linguaggio scurrile. In un paio di occasioni l’ha pure picchiata. Ma lei non l’ha denunciato, ha sempre fatto di tutto per proteggere i figli anche tenendoci nascoste le percosse”.
Poi, la decisione di farli separare: “Negli ultimi tempi mio padre stava malissimo e il rapporto con la moglie si era fatto difficile, si era fissato che avesse un altro, non accettava l’idea che fosse stanca di lui. Così ci eravamo anche separati fisicamente, lui dormiva in un b&b. Però ogni mattina veniva da noi a San Mango Piemonte dove abitiamo per fare colazione e portare i cani. Cacciato di casa? Assolutamente no. Mia madre voleva solo tranquillità, in un momento difficile in cui doveva gestire la malattia di nonna. Lui invece era il tipo che alle quattro del mattino la svegliava dicendole: “tu hai sfasciato la famiglia”. Ma a mia madre la famiglia è sempre piaciuta”.
Il dramma del 16 novembre “Quelle immagini mi bloccano, sono come un martello, non potrò dimenticarle mai. Nei primi giorni sembrava che non mi appartenessero, che io fossi una terza persona e che stessi vedendo un film. Posso solo dire che ebbi una specie di colluttazione con mio padre, lo tirai verso di me e riportai una ferita alla mano. Mia madre invece l’ho tenuta tra le braccia finché mio fratello non l’ha caricata in auto per portarla in ospedale. Ma inutilmente, è morta durante il tragitto. Mamma nonostante fosse alla fine cercò di rispondere alle mie sollecitazioni”.
Perdonare il padre “Mio fratello lo ha già perdonato, io mi sento di dire che non sono io a doverlo perdonare ma il Signore o qualcun altro”.