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Paola Ferrarese, 27 anni, studentessa di architettura. Uccisa a coltellate dal convivente della mamma

Trento, 12 Agosto 2015

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Titoli & Articoli

Paola, sorridente e viaggiatrice (il nuovo Trentino – 13 agosto 2015)
La ragazza aveva festeggiato da poco i suoi 27 anni e con la madre Laura aveva un rapporto molto speciale
Voleva solo salutare la mamma che era tornata a casa dopo qualche giorno trascorso al mare. Ma quando è arrivata nell’appartamento di via Marchetti è stata accoltellata a morte.
Paola Ferrarese aveva appena 27 anni. Li aveva festeggiati il primo luglio con quella serenità che la giovane età e l’estate sanno regalare. Mai avrebbe potuto anche solo immaginare che sarebbe stata strappata alla vita da Claudio Rampanelli che prima aveva ucciso anche Laura Simonetti, la sua compagna da una decina di anni e mamma di Paola.
Una tragedia che ieri ha lasciato senza parole gli amici della ragazza che dalle foto del suo profilo Facebook appare sempre sorridente e positiva. Difficile, per chi conosceva Paola, trovare in questo momento delle parole per raccontare una ragazza che amava viaggiare, fare nuove esperienze, conoscere le persone. E aveva anche una grande passione per il creare, per il costruire come testimonia la facoltà scelta, architettura e ingegneria dove era ormai prossima alla tesi.
Per diverso tempo aveva vissuto per conto suo ma poi aveva deciso di fare ritorno nell’appartamento di via Marchetti, che poi era la casa della sua infanzia dove era cresciuta assieme al fratello Roberto che ora si trova per lavoro ad Hong Kong. E in Oriente Paola ci era andata spesso con la «scusa» di andare a salutare Roberto ma anche per immergersi in una cultura diverse, per osservare le persone e i paesaggi che amava anche catturare con le immagini.
Positiva, solare, con un sorriso che riempiva una stanza, così Paola viene descritta da chi la conosceva e l’apprezzava. Una ragazza capace e volenterosa che è stata uccisa a coltellate ed è morta a pochi metri di distanza dalla madre. Due donne unite (molto unite) nella vita e che sono state purtroppo unite anche nella morte.
Forse Claudio Rampanelli non voleva fare nulla alla ragazza che è arrivata nell’appartamento quando lui aveva già ucciso Laura. Un domanda che potrebbe trovare delle risposte nelle lettere che l’uomo ha lasciato nella casa. Lettere che avrebbe scritto dopo aver ucciso le due donne e che ha indirizzato a diverse persone. Una è solo per la polizia e potrebbe contenere la spiegazione del duplice omicidio, la spiegazione (se mai di spiegazione si possa parlare) di quelle coltellate che hanno ferito mortalmente una donna e sua figlia.

 

Dramma in via Marchetti, la ricostruzione degli inquirenti: omicida e vittime si sono incontrati per caso (trento Today – 13 agosto 2015)
Per gli inquirenti il caso è chiuso: il PM Profiti ha autorizzato la sepoltura senza autopsia. Sul corpo delle vittime varie ferite da coltello ma nessun segno di efferatezza. Madre e figlia erano appena tornate dal mare ed hanno incontrato Rampanelli, sembra, per puro caso.
Secondo gli inquirenti, Laura Simonetti e Paola Ferrarese erano temporaneamente rientrate a Trento da una vacanza che stavano facendo assieme, e sarebbero passate dall’appartamento di via Marchetti solo per prendere qualcosa, forse dei vestiti. Poi sarebbero ritornate al mare ancora per qualche giorno, ma purtroppo non è andata così. Sembrerebbe che Laura Simonetti sia entrata in casa per prima e abbia incontrato il convivente, Claudio Rampanelli. Un incontro che forse è stato persino casuale, dal momento che gli inquirenti escludono qualsiasi premeditazione nel duplice omicidio. I due conviventi si stavano separando, ed è probabilmente questa la causa del folle gesto dell’uomo, ancora innamorato, che già aveva scritto i suoi propositi di suicida in un biglietto trovato dagli investigatori.
A quel punto è probabile che sia nata una discussione, magari la donna ha detto a Rampanelli che tra loro era veramente finita e potrebbe essere stato quello il motivo scatenante della tragedia. “Mi sono sentito offeso, qualcosa che non meritavo, ed è calato il buio”, è il senso delle parole lasciate scritte dall’assassino e trovate dalla polizia scientifica sulla scena del delitto. Un ritrovamento che chiude completamente il cerchio, per gli inquirenti il caso è chiuso: il PM ha autorizzato la sepoltura delle due vittime, senza eseguire l’autopsia poichè irrilevante sotto il profilo giudiziario, visto anche che l’omicida si è poi tolto la vita.
Secondo le testimonianze raccolte, Rampanelli era una persona assolutamente tranquilla, non ci sono tracce di liti nelle comunicazioni tra lui e la compagna, non era mai offensivo, nemmeno verbalmente, ne parla in questi termini anche il fratello di Laura. Un raptus, quindi. Un’esplosione di violenza, improvvisa e letale: sui corpi delle due vittime non sono stati trovati segni di efferatezza.
Durante la discussione, avvenuta in camera da letto, Rampanelli si sarebbe diretto in cucina, dove ha preso un coltello affilato con lama da 30 centimetri da un set di cinque, poi è tornato sui suoi passi e ha inferto 3, massimo 4 coltellate alla donna, che è morta a causa dell’unico colpo letale, una ferita profonda vicino al cuore.
Pochi minuti dopo è sopraggiunta Paola, forse insospettita dal tempo impiegato dalla madre a tornare da lei. Rampanelli ha colpito anche lei, con 5 o 6 coltellate, che ne hanno provocato la morte per dissanguamento in pochi minuti. Successivamente l’omicida ha ripulito tutto, ha scritto una lettera alla polizia in cui racconta il gesto appena commesso e altre due con le scuse per le famiglie, la sua e quella della compagna. Poi, ha chiamato il 113, ha detto cosa aveva fatto e ha riagganciato. Quando la prima volante è arrivata sul posto, pochi minuti dopo, Rampanelli era già salito all’ultimo piano, pronto a farla finita.

 


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