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Nunzia (Nunziatina) Alleruzzo, mamma. Uccisa con due colpi di pistola dal fratello e gettata in un pozzo

Paternò (Catania), 30 Maggio 1995


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RISOLTO DOPO 25 ANNI L’OMICIDIO DI NUNZIA ALLERUZZO, ARRESTATO IL FRATELLO ALESSANDRO, LA UCCISE PER LE SUE INFEDELTÀ (Rtl – 4 giugno 2021)
LA DONNA SCOMPARVE IL 30 MAGGIO DEL 1995: L’ULTIMO A VEDERLA VIVA FU IL FIGLIOLETTO DI CINQUE ANNI CHE RACCONTÒ DI AVERLA VISTA ANDARE VIA CON LO ZIO ALESSANDRO, BOSS MAFIOSO DEL CATANESE; L’UOMO ARRESTATO DOPO LE RIVELAZIONI DI ALCUNI PENTITI
Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, Alessandro Alleruzzo uccise la sorella per punirla di aver avuto relazioni extraconiugali con alcuni boss nemici della sua famiglia, che gravitava nell’orbita del potente e sanguinario clan Santapaola di Catania.
AD ACCUSARE ALESSANDRO ALLERUZZO ALCUNI PENTITI
Le responsabilità di Alessandro Alleruzzo sono state confermate dalle dichiarazioni di 3 diversi collaboratori di giustizia, che sono state poi messe a confronto con le dichiarazioni rese dai familiari della vittima e con i rilievi effettuati sui resti umani ritrovati in un pozzo delle campagne di Paternò, in provincia di Catania, nel 1998, dopo due telefonate anonime arrivate ai Carabinieri.
DELITTO INSOLUTO PER PIÙ DI 20 ANNI
Negli anni ’80 e ’90 gli omicidi si susseguivano tra le fazioni dei clan attivi sul territorio catanese. Allo stesso Giuseppe Alleruzzo, padre di Nunzia e Alessandro, furono uccisi moglie e figlio, cosa che lo spinse a collaborare con la giustizia. Il 25 marzo del 1998, i militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò, a seguito di due telefonate anonime (in carcere, Santo Alleruzzo, cugino di Alessandro, gli aveva intimato di far ritrovare il corpo della sorella per darle sepoltura), recuperarono in un pozzo nelle campagne di Paternò nei pressi dell’abitazione del padre dei resti che furono analizzati e che risultarono essere proprio di Nunzia, uccisa con due colpi di pistola.
NUNZIA PUNITA PER LA SUA VITA SENTIMENTALE
Le recenti dichiarazioni di tre pentiti- Francesco Bonomo, Antonino Giuseppe Caliò e Orazio Farina – hanno permesso di ricostruire dinamica e movente del delitto. Nunzia Alleruzzo sarebbe stata assassinata dal fratello Alessandro per la sua vita sentimentale. La donna aveva avuto diverse relazioni con alcuni componenti del clan, abbandonando il marito. Secondo le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tra gli amanti di Nunzia c’era anche Giovanni Messina, componente del gruppo che aveva ucciso la madre della donna e che pensava di uccidere anche il fratello. Inoltre secondo quanto è emerso ancora, Alessandro avrebbe ammesso con alcuni componenti del clan di aver ucciso la sorella per riscattare l’onore della famiglia. Una serie ulteriore di intercettazioni disposte dalla Dda di Catania nel carcere di Asti, dove erano detenuti Messina e Salvatore Assinnata ha fatto emergere la responsabilità di Alessandro Alleruzzo. Nunzia fu vista in vita l’ultima volta, il 30 maggio del 1995, dal figlioletto di cinque anni, con lei c’era lo zio del bambino, il fratello della donna, fermato oggi, 25 anni dopo il delitto.

“Uccise sorella per onore”: chiesta conferma ergastolo per Alessandro Alleruzzo (La Sicilia – 19 febbraio 2024)
Processo in appello per il figlio del boss di Paternò
La Procura generale di Catania ha chiesto, in appello, la conferma della condanna all’ergastolo di Alessandro Alleruzzo, figlio dello storico capomafia deceduto di Paternò, Giuseppe, per l’omicidio della sorella Nunziatina, assassinata con due colpi di pistola nel 1995. La sentenza di primo grado è stata emessa il 14 novembre 2022 dalla Corte d’assise etnea. L’omicidio, secondo l’accusa, sostenuta in aula dalla pg Giovannella Scaminaci, sarebbe stato commesso perché la vittima tradiva il marito con esponenti del suo clan e di uno rivale. Il collegio di difesa, con gli avvocati Giovanni Spada e Roberto D’Amelio, ha respinto tutte le contestazioni e ha chiesto l’assoluzione dell’imputato, presente in aula. La Corte d’assise d’appello ha aggiornato l’udienza per eventuali repliche e la camera di consiglio per il prossimo 24 aprile.
La donna era scomparsa di casa il 30 maggio 1995. Quel giorno il figlio di cinque anni disse di avere visto la madre uscire di casa con suo zio Alessandro. Secondo un pentito lo stesso Alleruzzo gli avrebbe “raccontato di aver ucciso la propria sorella per riscattare l’onore della famiglia”. I resti della donna furono trovati il 25 marzo 1998 da carabinieri di Paternò dopo due telefonate anonime. Per l’omicidio della sorella, Alessandro Alleruzzo, 50 anni, era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare eseguita da militari dell’Arma il 4 giugno del 2021. Ad alcuni compagni di prigione, quando era detenuto, aveva confidato che aveva sparato due colpi di pistola in testa a ‘Nunziatina’ e di averne poi “trascinato il corpo e di averlo buttato in un pozzo” per “riscattare l’onore della famiglia”.
A permettere di ricostruire dinamica e movente del ‘cold case’ mafioso sono state l’inchiesta della Dda di Catania e le indagini dei militari dell’Arma della compagnia di Paternò dopo le rivelazioni di tre collaboratori di giustizia. Alessandro Alleruzzo è il figlio del defunto boss Giuseppe che negli anni ’70 e ’80 guidava il gruppo di Paternò di Cosa nostra, al centro di sanguinose faide mafiose, legato alla famiglia Santapaola di Catania. E’ anche cugino di Santo Alleruzzo, 68 anni, noto come ‘la vipera’, ritenuto il reggente del clan fino al suo ultimo arresto avvenuto nell’ambito dell’operazione “Sotto scacco” della Dda di Catania. Nell’ambito di guerre di mafia il boss Giuseppe Alleruzzo subì l’assassinio della moglie e del figlio e per questo decise di collaborare con la giustizia.


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