Moira Giacomelli, 43 anni, infermiera, mamma vedova. Accoltellata dal suocero
Villa di Tirano (Sondrio), 8 Aprile 2016
Titoli & Articoli
Villa di Tirano, Moira Giacomelli non gli fa vedere i nipotini, Enrico Simone Ferrari l’ha uccisa a coltellate (la Prima Pagina – 10 aprile 2016)
Il dramma familiare ha scosso il piccolo paese della Valtellina. Enrico Simone Ferrari, 70 anni, operaio della Cartiera in pensione, ha ucciso a coltellate Moira Giacomelli, 43 anni, al culmine dell’ennesimo litigio. La donna, rimasta vedova dallo scorso dicembre, da tempo si sarebbe rifiutata di fare vedere i due bambini ai nonni paterni.
Moira Giacomelli sarebbe stata sorpresa dal suocero a caricare in auto alcuni oggetti dall’appartamento al secondo piano di una piccola palazzina – la stessa dove vivono i suoceri-, che un tempo occupava con il defunto marito.
La quarantenne aveva postato un annuncio sul suo profilo Facebook: “Cerco casa”. Nell’attesa si recava spesso dai genitori a Sondrio. Alla vista della nuora è nata una violenta discussione. Il pensionato al culmine della lite, ha colpito più volte la donna con un coltello da cucina.
I rapporti fra la vittima e i suoceri, secondo le voci che si susseguono a Villa di Tirano, si sono ulteriormente deteriorati da quando è morto il marito, stroncato da un infarto. L’uomo era il papà dei due piccoli di 6 e 3 anni che, in pochi mesi, sono pertanto rimasti orfani di entrambi i genitori. Nelle prossime ore, nella camera mortuaria dell’ospedale del capoluogo, verrà eseguita l’autopsia sul corpo di Moira Giacomelli. La donna lavorava nella Casa di riposo di Villa di Tirano.
Sondrio, l’ultimo saluto a Moira Giacomelli (Lecco Today – 14 aprile 2016)
I funerali saranno celebrati nella chiesa della frazione di Sant’Anna
Oggi, giovedì 14 aprile, la comunità di Sant’Anna darà il suo ultimo saluto a Moira Giacomelli, la mamma di 43 anni uccisa – venerdì 8 aprile – dal suocero Enrico Ferrari. I funerali saranno celebrati alle ore 15 nella chiesa della frazione, sconvolta dal dramma.
Intanto, proseguono le indagini: l’obiettivo – considerato che l’uomo è reo-confesso – è quello di chiarire al meglio i rapporti tra la vittima e l’assassino.
Moira cercò di difendersi e scappare (la Provincia Unica – 13 maggio 2016)
Depositata l’autopsia: 28 le coltellate rinvenute ma sono molte di più quelle inferte alla donna Il medico: «Non è possibile stabilire se ha agito un solo soggetto e se le ferite si devono alla stessa arma»
Ventotto coltellate inferte ma sarebbero molte di più perchè in alcuni casi i colpi hanno solo lacerato i vestiti, in altri hanno infierito più volte nello stesso punto. Si è difesa come ha potuto Moira Giacomelli dall’aggressione del suocero Enrico Simone Ferrari. La donna, 43 anni, un fisico esilissimo, con le braccia si è fatta scudo mentre il 70enne la colpiva infierendo su di lei con la lama di un coltello, lunga 13 centimetri e larga due. Ha tentato di scappare, girando le spalle al suo aggressore. Così almeno parrebbe leggendo la dettagliata relazione dell’anatomopatologa incaricata dalla Procura di stabilire le cause della morte della giovane mamma di Sant’Anna, uccisa la sera dell’8 aprile scorso a Villa di Tirano.
Un furia omicida, dunque, quella che si è abbattuta su Moira, che stride con l’immagine dell’uomo sofferente e malato di cuore (Ferrari in passato ha subito un trapianto di cuore) che la difesa si affanna a sostenere chiedendo per lui gli arresti domiciliari. Molti dei fendenti inferti dal Ferrari hanno interessato organi importanti: polmoni, milza, fegato, aorta addominale e soprattutto carotide. La coltellata alla giugulare – ma bisognerebbe parlare al plurale perchè il medico ha individuato una ferita da punta e una ferita da lama – ha fatto finire a terra Moira, che è morta praticamente dopo pochi minuti di agonia. La donna ha cercato di scappare o comunque di proteggersi, solo così si spiegano i colpi riscontrati al fianco e sulla schiena.
«Sulla base delle risultanze autoptiche – si legge testualmente nella relazione – non è possibile stabilire se le lesioni siano state inferte tutte dal medesimo soggetto e dalla medesima arma (anche se i fendenti sono compatibili con il coltello in sequestro)», afferma il medico lasciando così margini di manovra per l’inchiesta che è tuttora in corso e che dovrà escludere la presenza sulla scena delitto di altre persone. Non a caso proprio mercoledì i Ris di Parma si sono recati sulla scena del crimine per analizzare le macchie di sangue e avanzare una possibile dinamica dei fatti.
Il medico dice anche nelle sue conclusioni di non essere in grado di stabilire neppure l’esatta ora esatta del decesso, che comunque non può essere collocata prima delle 20, orario in cui Moira arrivò in quella casa per prendere un cambio d’abiti e dopo le 22, ora in cui giunsero in quella casa i soccorsi allertati dai carabinieri, che poco prima ascoltarono in caserma l’ampia confessione del suocero-killer.