Maria Ton, 36 anni, infermiera, mamma. Uccisa con tredici coltellate dal marito già denunciato numerose volte
Canicattini Bagni (Siracusa) , 16 Giugno 2014
Titoli & Articoli
Uccisa a picconate dal marito (Giornale di Siracusa – 17 giugno 2014)
E’ stata uccisa ieri sera, dopo cena, dal marito quarantunenne Ton Gheorghe Florin. Vivevano a Canicattini Bagni da circa un anno e, da poco più di un mese, si erano trasferiti in via Garibaldi n° 108, insieme ai loro due figli poco più che adolescenti.
Da una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo, al termine di una discussione nata per motivi di gelosia, avrebbe aggredito la compagna colpendola con un coltello da cucina. Dopo averla uccisa, il marito ha chiamato i carabinieri per costituirsi e ha detto soltanto: “Venitemi a prendere, ho ucciso mia moglie”. Le forze dell’ordine si sono trovate di fronte all’atrocità disumana e alla normalità di un uomo.
Chi ha conosciuto Maria in ambito lavorativo, racconta a noi del Giornale Siracusa di aver visto il “quadro di una bella persona che si dedicava, in ospedale, agli anziani con dedizione e pazienza, facendo anche più rispetto a quello per cui veniva pagata”. E continua: “Probabilmente, gli infermieri e i medici dell’Umberto I di Siracusa un po’ se ne approfittavano, ma avevano anche imparato presto a volerle bene perché lei faceva di più per tutti e, qualche volta, per accattivarseli portava loro un semplice caffè”.
Per sbarcare il lunario, Maria aveva scelto di mettersi al servizio di quelle famiglie che, nel delicato momento della malattia, non riuscivano da sole ad accudire i proprio cari. “Era felice per il gesto premuroso di chi le offriva un cornetto a colazione dopo una notte passata nei reparti, a prestare assistenza alle persone anziane. E, solo quando poteva, riposava un po’ su una brandina, eppure era sempre solare e disponibile” questo il ritratto di Maria.
Quello di ieri sera, non è stato un gesto senza precedenti, non è stato un fulmine a ciel sereno, “già una volta il marito l’aveva mandata all’ospedale” ci dice chi aveva raccolto un suo sfogo “lei lo aveva più volte denunciato e poi aveva ritirato le proprie dichiarazioni, per un periodo si erano pure lasciati ma poi lui aveva iniziato ad assillarla di telefonate, alle quali lei molte volte nemmeno rispondeva, perché voleva che tornassero insieme”. Forse, Maria non voleva accettare che il destino di quel matrimonio fosse la violenza.
“Alla fine, aveva ceduto alle promesse e alle lusinghe e si era rimessa con suo marito, per il desiderio di riunire la famiglia, di condurre una normale quotidianità, nel momento in cui anche il marito aveva trovato lavoro e potevano finalmente permettersi anche l’affitto di una casa più grande”.Questo ciò che ci ha raccontato chi, attraverso la gentilezza che Maria praticava nel proprio umile lavoro, ha potuto scorgere anche un tratto della sua complessa storia di vita, che adesso è anche una storia di morte. Chissà se erano queste le vere motivazioni che avevano spinto Maria – che tutti chiamavano Mariana – a tentare di continuare a costruire quell’amore che avrebbe potuto essere, ma non è stato.
Sul posto interveniva il Sostituto Procuratore di Turno che, concordando con le risultanze investigative emerse, emetteva provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Ton Gheorghe Florin, 41enne cittadino Rumeno, con precedenti per reati contro la persona. La Magistratura ha disposto l’esame autoptico sulla salma. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Siracusa.Uccisa a picconate dal marito (Giornale di Siracusa – 15 giugno 2016)
E’ stata uccisa ieri sera, dopo cena, dal marito quarantunenne Ton Gheorghe Florin. Vivevano a Canicattini Bagni da circa un anno e, da poco più di un mese, si erano trasferiti in via Garibaldi n° 108, insieme ai loro due figli poco più che adolescenti.
Da una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo, al termine di una discussione nata per motivi di gelosia, avrebbe aggredito la compagna colpendola con un coltello da cucina. Dopo averla uccisa, il marito ha chiamato i carabinieri per costituirsi e ha detto soltanto: “Venitemi a prendere, ho ucciso mia moglie”. Le forze dell’ordine si sono trovate di fronte all’atrocità disumana e alla normalità di un uomo.
Chi ha conosciuto Maria in ambito lavorativo, racconta a noi del Giornale Siracusa di aver visto il “quadro di una bella persona che si dedicava, in ospedale, agli anziani con dedizione e pazienza, facendo anche più rispetto a quello per cui veniva pagata”. E continua: “Probabilmente, gli infermieri e i medici dell’Umberto I di Siracusa un po’ se ne approfittavano, ma avevano anche imparato presto a volerle bene perché lei faceva di più per tutti e, qualche volta, per accattivarseli portava loro un semplice caffè”.
Per sbarcare il lunario, Maria aveva scelto di mettersi al servizio di quelle famiglie che, nel delicato momento della malattia, non riuscivano da sole ad accudire i proprio cari. “Era felice per il gesto premuroso di chi le offriva un cornetto a colazione dopo una notte passata nei reparti, a prestare assistenza alle persone anziane. E, solo quando poteva, riposava un po’ su una brandina, eppure era sempre solare e disponibile” questo il ritratto di Maria.
Quello di ieri sera, non è stato un gesto senza precedenti, non è stato un fulmine a ciel sereno, “già una volta il marito l’aveva mandata all’ospedale” ci dice chi aveva raccolto un suo sfogo “lei lo aveva più volte denunciato e poi aveva ritirato le proprie dichiarazioni, per un periodo si erano pure lasciati ma poi lui aveva iniziato ad assillarla di telefonate, alle quali lei molte volte nemmeno rispondeva, perché voleva che tornassero insieme”. Forse, Maria non voleva accettare che il destino di quel matrimonio fosse la violenza.
“Alla fine, aveva ceduto alle promesse e alle lusinghe e si era rimessa con suo marito, per il desiderio di riunire la famiglia, di condurre una normale quotidianità, nel momento in cui anche il marito aveva trovato lavoro e potevano finalmente permettersi anche l’affitto di una casa più grande”.Questo ciò che ci ha raccontato chi, attraverso la gentilezza che Maria praticava nel proprio umile lavoro, ha potuto scorgere anche un tratto della sua complessa storia di vita, che adesso è anche una storia di morte. Chissà se erano queste le vere motivazioni che avevano spinto Maria – che tutti chiamavano Mariana – a tentare di continuare a costruire quell’amore che avrebbe potuto essere, ma non è stato.
Sul posto interveniva il Sostituto Procuratore di Turno che, concordando con le risultanze investigative emerse, emetteva provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Ton Gheorghe Florin, 41enne cittadino Rumeno, con precedenti per reati contro la persona. La Magistratura ha disposto l’esame autoptico sulla salma. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Siracusa.
Accoltellata mentre preparava la cena (La Sicilia – 17 giugno 2014)
Canicattini Bagni, accecato dalla gelosia ammazza la moglie a coltellate.
Si chiamava Maria Ton, aveva 36 anni. E’ morta uccisa dal marito a colpi di coltello (e non di piccone come si era appreso in un primo momento). La tragedia si è consumata ieri sera, mentre la donna preparava la cena. Il marito, George Florian Ton, 41 anni, romeno come la moglie, era da poco tornato a casa. Ed è iniziata una delle solite liti. Una delle tante, tutte scatenate dalla gelosia di lui. I toni, ancora una volta si sono scaldati piuttosto rapidamente. Ma contrariamente a quanto accaduto altre volte, la rabbia dell’uomo non accennava a placarsi, anzi. Poi, all’improvviso, tra le sue mani è comparso il piccone e con quello ha cominciato a colpire la moglie in testa. Uno, due, tre volte. E lei è crollata sotto quell’ondata di violenza. Infine il silenzio. Non si quanto tempo lui sia rimasto in quella stanza invasa dal sangue di lei, attonito. Incredulo. Si sa solo che poi ha capito. E si è rivolto ai carabinieri: «Ho ucciso mia moglie».
Agghiacciante la scena che si è presentata agli occhi dei militari, i quali hanno condotto George in caserma, per interrogarlo e capire cosa fosse accaduto prima di quel raptus di follia. Ma l‘uomo era stravolto, disperato, incapace di parlare oltre. Maria e Gerghe Ton si erano trasferiti da poco a Canicattini, circa un mese e mezzo, e quella casa in via Garibaldi 108 doveva essere il loro nido d’amore, e dei loro due figli, due ragazzi poco più che adolescenti. Lui aveva trovato lavoro a Canicattini, e per questo avevano lasciato Palazzolo, dove vivevano a casa della madre di lei. Una coppia tranquilla, almeno all’apparenza, ma con il tormento della gelosia tra le pareti domestiche. Anche il trasferimento a Canicattini, secondo le prime indiscrezioni da fonti che indagano sull’omicidio, sarebbe stato originato proprio dal sospetto – sin qui senza il benché minimo riscontro investigativo – che l’uomo nutriva sul conto della moglie. Ogni tentativo di Maria di convincere il consorte che non c’erano motivi per non fidarsi di lei, cadeva nel nulla. Per lui la moglie era la donna più bella del mondo e non poteva esistere nessuno sulla faccia della terra che potesse resisterle. Da qui le continue discussioni: lei cercava sempre di calmarlo, non voleva che i vicini si facessero di loro un’idea sbagliata, perché la loro era una famiglia perbene, di onesti lavoratori. Maria era sempre riuscita a fare sbollire la rabbia di lui. Ma ieri no.
La donna uccisa a Canicattini aveva più volte denunciato il marito omicida (I giornali di Sicilia – 17 giugno 2014)
Sbigottimento e dolore in tutta Canicattini Bagni, tranquilla cittadina nota per la musica e per il liberty, ha suscitato l’uccisione ieri sera della giovane donna rumena di 36 anni, Maria Ton. La donna, madre di due figli di 16 e 20 anni, è stata uccisa, con una ferocia senza precedenti, al culmine di una lite scaturita da motivi di gelosia, dal marito, suo connazionale, Ton Gheorghe Florin, di 41 anni, dalla quale da tempo viveva separata a causa dei maltrattamenti e delle violenze alla quale era sottoposta, che la vittima aveva regolarmente denunciato ai Carabinieri. C’è dunque un percorso annunciato e di denuncia, come in quasi tutti i casi di “femminicidio” che in questi ultimi anni si registrano in Italia.Forse, Maria non voleva accettare che il destino di quel matrimonio fosse la violenza.
Secondo le indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Siracusa e, nell’immediatezza del fatto sangue, eseguite dai Carabinieri della stazione di Canicattini Bagni al comando del maresciallo Sebastiano Pappalardo, e della Compagnia di Noto comandata dal tenente Sabato Landi, così come confermato dai rilievi effettuati dal Reparto operativo del Comando provinciale dell’Arma di Siracusa, l’omicida, intorno alle 20,30 di ieri, approfittando che la moglie fosse sola in casa, si è recato nell’abitazione occupata dalla donna in via Garibaldi 108. Qui è scaturita l’ennesima lite, alimentata dalla gelosia dell’uomo, che in pochi attimi si è trasformata in tragedia. Ton Gheorghe Florin, infatti, armatosi di un coltello da cucina (è stato escluso il piccone del quale si era parlato in un primo momento) ha iniziato ad inveire sul corpo della donna che ha tentato di proteggersi e di fuggire, imboccando le scale dello scantinato-garage (la casa presenta un dislivello con via Monsignor La Vecchia), nel tentativo di mettersi in salvo attraverso l’uscita secondaria. Ma non ce l’ha fatta, è caduta in un lago di sangue. L’uomo, subito dopo, si è recato dai Carabinieri autoaccusandosi dell’atroce delitto. Sono stati i militari dell’Arma, che si sono immediatamente portati in via Garibaldi, a trovare il corpo esanime della giovane donna, in uno scenario agghiacciante. Disposto, dal magistrato che coordina le indagini, l’esame autoptico sulla salma. L’arrestato, che ha precedenti per reati contro la persona, al termine delle formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Cavadonna.
Parlavamo di sbigottimento e di dolore, lo stesso manifestato dal sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, in una nota, nella quale, nel rinnovare la vicinanza di tutta la comunità canicattinese ai figli di questa coppia distrutta dal sangue, ha ricordato come proprio lo scorso mese di aprile, aveva sottoscritto un protocollo con il Centro antiviolenza “La Nereide” di Raffaella Mauceri, per l’apertura, all’interno del Palazzo comunale, di uno sportello a sostegno delle donne e dei minori vittime di maltrattamenti e abusi. Lo stesso Amenta, così come allora, è tornato a porre l’interrogativo “sull’adeguatezza o meno delle nostre leggi” per porre un freno al fenomeno del “femminicidio”, posto che nella maggioranza dei casi, spesso all’interno delle mura domestiche, c’è sempre un percorso di denunce da parte delle vittime. Da qui l’invito del primo cittadino a tutte le donne di rivolgersi allo Sportello antiviolenza e ai Servizi Sociali del Comune, per “uscire dall’isolamento, e non tenersi dentro problemi dai quali difficilmente si potrà uscirne da sole”.