Luisa Venturini, 39 anni, imprenditrice, mamma. Uccisa insieme alla figlia a colpi di fucile dall’ex marito (strage di Precenico)
Precenico (Udine), 5 Gennaio 2006
Titoli & Articoli
Ammazza la ex e la figlioletta, poi si toglie la vita (il Giornale – 7 gennaio 2006)
I due erano separati da sei mesi: a far scattare il raptus omicida forse una lite sull’affidamento della bimba
Ires aveva capito da tempo che il papà e la mamma non andavano più d’accordo, che non riuscivano proprio a darle quella famiglia che avrebbe tanto desiderato. Chissà cos’ha pensato l’altro pomeriggio, quando ha visto il papà, Tullio De Vittor, 44 anni, imbracciare il fucile da caccia e sparare un colpo in testa alla mamma, Luisa Venturini, 39 anni. Nessuno saprà mai, cos’ha pensato Ires, 7 anni, perché il papà, accecato da un odio figlio della follia, non le ha dato neanche il tempo per gridare. Ha puntato di nuovo il fucile, stavolta contro la figlioletta, un colpo preciso, in testa. Una duplice esecuzione scatenata, forse, da un banale litigio. A quel punto, come capita spesso, la follia ha chiuso il cerchio, armando di nuovo il fucile e facendolo sparare contro l’autore della mattanza. Tre pallottole in tutto. Fine.
È successo giovedì pomeriggio, forse tra le 15 e le 16, secondo i primi rilievi effettuati dal medico legale, nella campagna di Precenicco (Udine), a pochi chilometri dalle spiagge di Lignano Sabbiadoro. De Vittor, un artigiano apprezzato nel settore nautico originario di Portogruaro (Ve), e la moglie, collaboratrice nell’azienda del padre, Giorgio Venturini, imprenditore immobiliare e consigliere comunale a Lignano, si erano separati dal giugno scorso, anche se non risulta alcun documento ufficiale al riguardo.
La casa in cui è avvenuta la mattanza sta in via Paludo, in aperta campagna. Una villetta accogliente, ornata da un ampio giardino curato, coi giochi sparsi qua e là, isolata. Proprio per questo isolamento, nessuno ha udito i colpi di arma da fuoco. A scoprire la mattanza è stato il padre della donna, ieri mattina: era andato a Precenicco preoccupato dal fatto che la figlia non rispondeva alle sue chiamate. Quando è arrivato davanti a casa ha trovato la porta aperta: il cadavere dell’uomo e della bambina erano in corridoio, mentre quello della donna era in cucina.
Secondo il pm di Udine, Lorenzo Del Giudice, la coppia era in crisi da tempo e Luisa aveva deciso di abbandonare la casa di Precenicco nel giugno scorso. I rapporti tra i due si erano via via deteriorati, per motivi legati all’affidamento della bimba e alla proprietà della casa. Giovedì De Vittor avrebbe dovuto portare Ires a un corso di ippica. Non c’è stato nessun testimone, anche se non è stato difficile ricostruire la cronologia della strage. Secondo il pm tutto potrebbe essere nato da una banale discussione, sfociata in un raptus omicida.
«Sapevamo che Tullio minacciava la moglie» (Messaggero Veneto – 8 gennaio 2006)
LIGNANO. L’abitazione di Giorgio Venturini, padre di Luisa la donna uccisa assieme alla figlioletta a colpi di fucile dal marito, si affaccia sulla laguna, ma la calma è solo apparente. All’interno si vive il dramma. I parenti cercano di tener lontani i cronisti per rispettare il dolore di due persone che in un sol colpo hanno perso la figlia e la nipote, in un modo così tragico. È Paolo Venturini, fratello di Giorgio, a fare da portavoce confermando quelli che sono i sentimenti di una famiglia dilaniata dal dolore.
«Ho parlato a lungo con mio fratello – dice -, e ho colto nelle sue parole molta rabbia e una gran disperazione. Ma anche una preoccupazione: quella di cercare di evitare sensi di colpa in coloro che sono rimasti vivi». Chiaro il riferimento ai familiari di Tullio De Vittor. «Non c’erano rapporti stretti con la famiglia del marito di mia nipote – continua Paolo Venturini -. Solo la sorella di Tullio, che è biologa a Trieste, continuava a sentire Luisa al telefono per avere notizie della bambina».
I parenti della donna non si spiegano una simile gesto, anche se era noto a tutti delle continue minacce ricevute, ma il pensiero corre al fatto che l’uomo detenesse un fucile (regolarmente denunciato) e per di più sempre carico. I Venturini hanno altri nipoti, ma Ires per nonna Antonia rappresentava qualcosa di più, in quanto la bambina trovava sempre il pranzo pronto al rientro dalla scuola (che è poco distante), e di tanto in tanto si fermava anche per la notte, così l’indomani mattina poteva restare a dormire un po’ di più.
Anche Luisa, per suo padre Giorgio, era un punto di riferimento, non solo perchè da un paio di anni divideva con lui l’esperienza lavorativa all’agenzia. Assieme al padre era stato per oltre una decina d’anni in Brasile, dove l’ex vicesindaco di Lignano aveva avviato un’attività sempre nel settore immobiliare. Insomma i genitori per Luisa avevano un attaccamento particolare, anche per il difficile momento vissuto a livello coniugale.
Parlando con i parenti più stretti trova conferma che la separazione tra Tullio e Luisa era stata molto tormentata. Di fatto era un anno che le cose si stavano trascinando, la donna aveva fatto le sue scelte ed era andata a vivere da sola, prendendo con sè la piccola Ires. Poi nel giugno dello scorso anno, davanti al giudice, c’era stata l’ufficializzazione della separazione consensuale. Ma Luisa non aveva mai nascosto le continue minacce, che alla luce dei fatti, potevano essere denunciate ai carabineri. Ma questo ormai non serve più.