Loading

Laura Giannarini, 44 anni, badante. Uccisa a colpi di pistola dal fidanzato

Piazza di Brancoli (Lucca), 17 Aprile 2011


Titoli & Articoli

Lucca, bellunese uccisa in strada dal fidanzato a colpi di pistola (Corriere delle Alpi – 18 aprile 2011)
Vittima Laura Giannarini, badante di 44 anni, originaria di Pieve di Cadore. Il fidanzato della donna, Igor Paolinelli, 40 anni, ha confessato di averla uccisa
E’ stata uccisa a colpi di pistola, per strada, vicino casa, in una frazione isolata di Lucca, Piazza di Brancoli. La vittima si chiamava Laura Giannarini, badante di 44 anni, ed era originaria di Pieve di Cadore (Belluno). Poche ore dopo, interrogato in questura a Lucca, il fidanzato della donna, Igor Paolinelli, 40 anni, di Lucca, ha confessato l’omicidio. Il movente sarebbero dei dissidi di carattere sentimentale. E’ stato lo stesso Paolinelli a chiamare la polizia, poco dopo aver ucciso la fidanzata. Ieri sera aveva un appuntamento con lei, poi l’incontro è degenerato. L’uomo si era presentato con la pistola, probabilmente premeditando un esito tragico. L’arma usata è una Smith & Wesson regolarmente detenuta da Paolinelli. L’uomo, attualmente disoccupato, è incensurato. Sarebbero almeno cinque i colpi esplosi contro la donna. Dopo l’omicidio, sono arrivati, oltre agli uomini della squadra mobile, le volanti, la polizia scientifica e il medico legale Stefano Pierotti, inviato dal magistrato. Appare difficile che alla scena possa aver assistito qualche testimone.
Piazza di Brancoli viene descritta come una località piuttosto isolata e abitata da poche persone. E’ probabile che le testimonianze dei vicini di casa della donna possano essere più significative riguardo ai frangenti successivi agli spari, intorno alle 21, e riguardo ai rapporti fra i due. L’interrogatorio di Paolinelli in questura è iniziato poco prima delle 22 ed è terminato poco prima dell’una. L’uomo era assistito dal proprio avvocato. Al termine dell’interrogatorio è stato portato in carcere.

Omicidio a Lucca, parla la zia della vittima: «Cercava di convincere Laura a non vederlo» (Corriere della Sera – 20 aprile 2011)
«Cerco di distrarmi in tutti i modi, ma non riesco a non pensare alla fine che ha fatto la mia povera Laura». Trattiene a stento le lacrime Giulia Alverà, l’anziana zia di Laura Giannarini, mentre raccoglie gli ultimi ricordi della nipote, uccisa domenica sera vicino Lucca. Appresa la notizia, ad Alverà, vicino a Cortina, lunedì Giulia Alverà voleva partire per la Toscana, per raggiungere la sorella Pia Maria, madre di Laura. La presenza delle altre due figlie e dei nipoti a dar conforto alla sorella hanno però alla fine convinto l’anziana zia ad attendere i funerali, a cui parteciperà con figli e nipoti. Nel frattempo il dolore è tanto e la lontananza dalla sorella non può che accentuarlo. «Ho visto Pia e Laura per l’ultima volta l’anno scorso – racconta Giulia Alverà -, erano venute a trovarmi. Mia sorella stava bene e Laura la trovai come sempre: allegra, con un gran sorriso e quel viso che esprimeva tutto il suo buon cuore. Tranquilla, piena di voglia di vivere. Non so come sia potuto succedere un fatto tanto tragico». A quei tempi Laura aveva da poco conosciuto Igor Paolinelli, il 40enne che domenica sera, chiesto e ottenuto un incontro con Laura Giannarini, l’ha uccisa con sei colpi di pistola. Un omicidio nella strada principale di Piazza di Brancoli, paese in provincia di Lucca, dove Laura Giannarini era tornata a vivere l’anno scorso con la madre. Subito dopo la chiamata in questura e la confessione. «Io lui non l’ho mai conosciuto – prosegue nel racconto Giulia Alverà -, ma posso assicurare che con Laura non ha mai avuto la benché minima relazione: si era invaghito di lei ma non era contraccambiato. Laura lo manteneva a distanza, come un semplice amico. Niente di più». E l’avvicinamento tra i due non era vista di buon occhio neppure dalla madre di Laura, Pia Maria, che dopo aver conosciuto Paolinelli ne aveva subito preso le distanze: «A mia sorella lui non è mai piaciuto – continua la zia -. L’ha tenuto a distanza fin da quando l’aveva conosciuto ed aveva cercato di convincere Laura a non vederlo più. Da quella volta non lo fece neppure più entrare in casa». Il triste ricordo di Laura si mischia poi alla rabbia al solo sentire parlare del malocchio più volte evocato da Paolinelli durante l’interrogatorio seguito all’assassinio. Una fattura negativa che Paolini ha più volte giurato fosse stata fatta dalla sua compagna e di cui lui sarebbe rimasto vittima: «Sono tutte menzogne – assicura Giulia Alverà -, mia nipote non ha mai avuto a che fare con queste cose. Sono rituali che appartengono a tempi ormai antichi e che non hanno di certo nulla a che fare né con la mia famiglia né tantomeno con mia nipote».
(di Bruno Colombo)

 


Link